mercoledì 30 giugno 2010

La seconda repubblica e il ritorno al feudalesimo



Propongo un commento interessante trovato sul blog di Grillo:

LA STORIA-insegnava un Maestro di Democrazia quale era"Gaetano Salvemini"-è FATTA DALLA DIALETTICA E DALLO SCONTRO TRA MINORANZE ORGANIZZATE,CONSAPEVOLI E ATTIVE,CHE VINCENDO LE INERZIE DELLA MAGGIORANZA DISORGANIZZATA,LA TRASCINANO IN UNA DIREZIONE O IN UN'ALTRA,VERSO UN NUOVO O VECCHIO ORDINE.

Oggi sono venuti meno due fattori che avevano messo in sicurezza la Costituzione Italiana.
1)La fine del Bipolarismo internazionale(Usa-Urss) ha restituito il paese Italia alla sua storia"naturale"che,come accenneremo più avanti,riprende,non a caso,dal punto in cui era stata interrotta prima che si aprisse la parentesi Costituzionale,e cioè dall'epoca precostituzionale.
2)La globalizzazione e il passaggio all'economia postindustriale hanno determinato la scomparsa o l'irrilevanza sociale della "classe operaia".
La scomparsa di questo soggetto collettivo della storia non è stata una perdita solo della sinistra,ma per tutta la democrazia,perchè la classe operaia operava come virtuale catalizzatore politico generale delle masse e baricentro di tutto il sistema politico,costretto a ruotare intorno a questo asse.Lo stesso Partito popolare di don Sturzo,poi trasformatosi nella Democrazia Cristiana,nacque dall'esigenza di sottrarre le masse popolari alla sirena dei partiti di sinistra,costruendo un possibile polo politico riformista alternativo.
La smobilitazione di questo soggetto collettivo(la Classe operaia)è equivalsa alla smobilitazione delle masse popolari e alla perdita di un baricentro per le componenti più evolute della Nazione.
Le masse sono tornate a essere,così come erano sempre state nel tardo Feudalesimo,soggetto passivo della storia,manipolabile dall'alto.
Venuto meno il bipolarismo internazionale e scomparsa la classe operaia,la Costituzione è divenuta come un vaso di coccio tra i vasi di ferro delle maggioranze che da anni ormai puntano a modificarla,a svuotarla con progetti di riforma,leggi ordinarie ma di sostanza costituzionale,prassi politiche.

Ormai la sua salvaguardia sembra rimanere affidata solo ad alcune élite culturali e a minoranze,eredi di quelle che la crearono.
Le élite sopravvivono solo grazie ad alcune enclave istituzionali protette,come quelle della Corte costituzionale(recentemente definita da Berlusconi quasi come un covo di "comunisti"e ormai divenuta una linea Maginot contro tentativi sempre più ricorrenti di sfondamento costituzionale)e dell'ordine giudiziario nei cui confronti,non a caso,si è scaricata tutta la pressione del sistema.
Vi sono poi le minoranze della società civile,che si mobilitano nelle piazze,nei circuiti culturali alternativi e anche all'interno degli stessi schieramenti parlamentari.
Quel che appare significativo è che la mancata "interiorizzazione" dei valori costituzionali appare trasversale alle maggioranze interne ai due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra,anche se si manifesta con modalità diverse.
Sul primo schieramento(c.ds)non è il caso di dilungarsi,essendo sotto gli occhi di tutti ad es.il rifiuto di alcuni vertici,prolungato negli anni,di partecipare alle celebrazioni della Resistenza da cui nacque la Costituzione e alla demonizzazione della Costituzione come "comunista"o "vecchia".
Quanto al secondo schieramento(c.sn)si consideri la sperimentata disponibilità di tanti autorevoli esponenti di vertice(D'alema-Violante-ecc.)a considerare i princìpi costituzionali,i princìpi attinenti all'essenza dello stato,non come inderogabili,ma come possibile merce di scambio all'interno di ordinarie negoziazioni politiche contingenti.(ad es.la Bicamerale).
Su un piatto della bilancia i princìpi fondanti dello stato e della democrazia,sull'altro contropartite utili al galleggiamento della maggioranza o al conseguimento di obiettivi politici del momento ritenuti prioritari.

Emblematiche di questa svalutazione sono,ad es.le vicende che riguardano la ponderata decisione di non regolare,durante i governi di centro-sinistra,il conflitto di interessi e l'assetto televisivo pubblico e privato che,per ovvi motivi,incidono sul modo di essere dello Stato e della democrazia.
La risoluzione del conflitto di interessi-realizzata mediante la separazione del patrimonio personale del sovrano da quello della collettività-è all'origine della fondazione dello Stato moderno in Europa.
Altri esempi dell'indifferenza ai valori costituzionali da parte del centro-sinistra,sono:il Lapsus subito rilevato dagli organi di stampa,della mancata citazione della Costituzione Italiana nel Manifesto col quale alla fine del 2006 il Partito democratico declinava la propria identità politico-culturale,l'elaborazione della famosa bozza Boato nella commissione Bicamerale per le riforme del 1997,rispetto alla quale le bozze di scarto dei costituenti dell'Italia del 1948 sembrano capolavori inarrivabili di cultura democratica-liberale,infine,la corresponsabilità nell'emanazione di tante leggi definite dalla stampa "ad personas" e "ad castam".
Un deragliamento culturale che giunge sino alle più recenti proposte formulate da esponenti di prestigio del centro-sinistra di modificare la composizione del CSM,prevista dalla Costituzione,in modo da rendere maggioritaria la componente di nomina politica e di privare il Pubblico Ministero del potere di iniziare autonomamente le indagini,riservandone l'iniziativa solo alle forze di polizia dipendenti dal potere politico.

Quel che appare interessante è la straordinaria coerenza culturale che,come un unico filo rosso,inanella la sequenza di iniziative politiche,diprassi istituzionali,di leggi che da un quindicennio stanno occultamente disfacendo la tela della Costituzione del 1948,tessendola trama di una ristrutturazione in senso autoritario dello Stato e della democrazia,più aderente all'identità culturale delle maggioranze del paese.
Quello a cui stiamo assistendo appare infatti come una straordinaria reviviscenza di radicati codici culturali premoderni tipicamente nazionali:un passaggio dalla modernità di uno Stato di diritto imperniato sul primato del potere impersonale impersonale della legge uguale per tutti,alla...premodernità di un potere-quale era quello tardo feudale-di tipo personale,signorile,svincolato da controlli e al di sopra delle leggi.
Brevi accenni dei passaggi di cui sopra:
1)La sovranità popolare è stata svuotata mediante la privazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti alle elezioni con il voto di preferenza(Porcellum-Calderoli)IL parlamento è stato ridotto a un assemblea di nominati dal Principe(Berlusconi)meno di mezza dozzina di oligarchi che seleziona il personale parlamentare sulla base di criteri di fedeltà politica e di sudditanza...Conseguentemente la separazione tra potere esecutivo e legislativo è stata fortemente ridimensionata,giacchè un assemblea di nominati dall'alto,privi di rapporto con il territorio,non può che ratificare le leggi che sono state confezionate dagli oligarchi che occupano l'esecutivo,a meno che non si verifichino fratture interne tra costoro.
2)Le leggi di riforma dell'ordinamento giudiziario dirette a ricondurre la magistratura sotto il controllo del potere esecutivo,stanno progressivamente attenuando pure la separazione tra potere giudiziario ed esecutivo a vantaggio di quest'ultimo.

3)La sistematica occupazione da parte degli oligarchi di tutti gli spazi dell'informazione televisiva e l'eliminazione di tutti i residui momenti di visibilità della reale macchina del potere(si pensi alla riforma delle intercettazioni e al divieto di pubblicare atti processuali anche non più coperti dal segreto)determinano la censura della libera stampa e l'infantilizzazione culturale delle masse riconsegnate a quello stesso analfabetismo democratico che a contrassegnato in passato la storia degli italiani.
La legittimazione culturale del conflitto di interessi,segna un ritorno a quella concezione personalistica del potere che pure appartiene alla tradizione italica.
Così dalla separazione e dal bilanciamento dei poteri si sta tornando alla concentrazione verticale di tipo monarchico.
Il neofeudalesimo italiano affollato da tanti vassalli in cerca del loro principe,da tanti sudditi contenti di esserlo,da tanti intellettuali la cui massima aspirazione è di divenire il consigliori del principe di turno e di essere iscritti nel suo libro paga,sembra essere una riedizione della storia più vera e autentica del paese.
Un paese che ha mancato il suo appuntamento con la modernità,passando direttamente dalla premodernità del tardo feudalesimo-quando ancora lo Stato di diritto non era nato-alla poatmodernità,caratterizzata dalla crisi mondiale dello Stato di diritto,senza avere avuto il tempo di vivere la stagione della modernità.
Quei due-tre secoli durante i quali in paesi come la Francia,l'Inghilterra,gli Stati Uniti si sono affermate le culture della modernità:l'Illuminismo,il Liberalismo,il moderno costituzionalismo,fondative del modeno Stato democratico di diritto.
Siamo così approdati alla moderna cultura del"profitto senza regole"e senza limiti.
Che fare? Chi salverà questo paese da se stesso?
La lezione della storia dimostra come in alcuni frangenti cruciali il paese non sia stato salvato dalle sue maggioranze ma dalle sue minoranze.

Sono state le minoranze che hanno fatto il Risorgimento,trasformando un
popolo di tribù in una nazione.
Sono state le minoranze che hanno fatto la Resistenza e hanno concepito la
Costituzione.
E sono le minoranze quelle a cui oggi sembra essere affidata la difesa
della Costituzione.
La difesa della Costituzione resta l'ultima spiaggia.Sino a quando resterà
in vita,sapremo sempre da dove ricominciare.
Sarà sempre possibile far cancellare dalla Corte costituzionale l'ennesima
legge "non rispettabile"che uno schieramento politico approva e l'altro
schieramento tiene in vita.
Salvare la Costituzione significa salvare la parte migliore della nostra
storia.
NON DEVE SCORAGGIARE FARE PARTE DI UNA MINORANZA.
Gli storici e gli analisti del potere sanno bene che la storia non è fatta dalle maggioranze disorganizzate,nè dalle oligarchie paralitiche.
Oggi viviamo una fase della storia nella quale le minoranze eredi di quelle che vollero la Costituzione,che vollero il Concilio Vaticano II,che realizzarono lo statuto dei lavoratori e che sono il seme e il simbolo di un'altra Italia possibile,sembranoessere divenute orfane di rappresentanza e guida politica,perchè troppo a lungo tradite da oligarchie partitiche paralitiche,autoreferenziali e interessate solo alla propria riproduzione.
Forse è tempo che qualcosa muoia perchè qualcosa di nuovo possa nascere.
E'tempo che ciascuno assuma su di sé l'onere e la responsabilità di aiutare il vecchio a morire per consentire al nuovo di nascere.Giacchè il futuro non è il tempo che viene e sopraggiunge.Il futuro è il tempo che si costruisce insieme.
E-per citare Salvemini-ciascuno di noi troverà nell'avvenire quel tanto che vi avrà messo di se stesso.Solo chi si arrende ai fatti non vi troverà nulla,perchè vi avrà messo nulla.
ROBERTO SCARPINATO-procuratore generale di Caltanissetta-

lunedì 7 giugno 2010

Libertà è poter compiere degli obblighi



Prendo spunto dalla frase posta sotto il titolo del mio blog per affrontare il difficile concetto sulla libertà. Di seguito posto un esempio da me pubblicato sul forum delle Liste Civiche 5 stelle.

La libertà è un concetto molto soggettivo, ognuno la interpreta a modo suo. Non si sa nemmeno da cosa ci si deve liberare. Ho bisogno di libertà; devo liberarmi... vai in bagno. In genere, non si conosce cosa ci opprime. I politici sbraitano libertà in tutte le salse e se li chiedi cosa li opprime cadono dalle nuvole o fanno discorsi tortuosi e vaghi o, nel peggiore dei casi, attaccano la costituzione. I cittadini, invece, sembrano avere le idee più chiare e tangibili, non tanto sulla liberà in se, ma sui fattori che ci vincolano in sistemi preordinati, rigidi, standard.

L'oppressore più temuto dai cittadini è il postino che ti porta i bollettini da pagare. Il mio postino deve essere un sadico; deve aver subito col tempo, una specie di deformazione professionale. Infila le bollette in mezzo alla posta con dovizia maniacale. Non trovo mai un bollettino sopra il plico. È sempre nascosto al centro e spunta come un regalino grazioso. Se arrivano solo due lettere, la bolletta la trovi sempre alle spalle, nascosta meticolosamente. Al contrario, se arrivano soldi dagli enti previdenziali, la busta riconoscibile spunta fuori dalla cassetta e mentre ondeggia al vento sembra dire: sono qua, sono arrivata.

La signora comunica contenta che finalmente si è allacciata alla rete del gas. Più che fare la battuta sulla “canna del gas”, gli faccio notare che si è attaccata una flebo endovena che li succhierà il sangue vita natural durante e anche dopo la morte se l'intestatario, come spesso succede, continua ad essere un defunto.
Gli uomini primitivi avevano un grosso problema: trovare una grotta o una palafitta decente da abitare. Oggi, dopo 10mila anni di progresso, il problema è rimasto lo stesso, è cambiato solo nei modi. Oggi si cerca una casa arredata, con tutti i comfort e senza ipoteca. Chi non può permettersi un mutuo trentennale ha una sola scelta: “occupare”. Occupare significa trovare una casa disabitata, pubblica o privata, scassinare la porta come un ladro e intrufolarsi dentro. Poi, piazzarsi dietro la porta aspettando che arrivi il vero proprietario per affrontarlo a parolacce o con una mazza di legno (succedeva lo stesso nel paleolitico). Magari, scopri che la casa è di una signora anziana costretta momentaneamente in ospedale.
Un mio vecchio amico mi chiese se volevo “occupare” un appartamento nel suo stabile dell'ente case popolari. Mi spiegò che fu proprio l'ente a supplicare gli inquilini per trovare qualcuno che “occupasse” la casa di quell'assegnatario moroso e sempre assente. Ogni qual volta c'erano i controlli, costui si faceva trovare puntualmente. I coinquilini sospettano che ci sia qualcuno al comune che lo avvisa in anticipo. Dunque, avrei dovuto sfondare il portone e intrufolarmi dentro ottenendo due risultati: la mia agognata sistemazione e risolto il problema all'Ente preposto. D'altronde, i cittadini devono dimostrare senso civico e collaborare con le istituzioni.

Un altro dramma che ci opprime è la circolazione. Le strade sono concepite per le auto e i marciapiedi servono solo a delimitare la carreggiata. Senza automobile sei un diversamente abile. Se non hai la patente non sei nessuno. Ormai la gente si riconosce dal modello di macchina che ha. Nei quartieri o nelle piccole città, se chiedi informazioni su qualcuno chiamandolo per nome non ti sanno rispondere. A un certo punto ti domandano: che macchina ha? Una Golf grigio topo targata Novara. Si, lo conosco benissimo, ecc.
Per spostarsi bisogna pagare. Le tariffe sono calcolate a chilometri e il costo, o pizzo, per circolare è simile sia se usi l'autostrada, sia se prendi il treno. Le strade statali che affiancano le autostrade -regalate in concessione ai privati- sono scomode, pericolose e incrociano tutti i paesi. Qualora la superstrada sia decente, per non fare concorrenza alla strada privata, vengono eliminati i segnali stradali che indicano la sua esistenza. A me è capitato: autostrada, unica uscita per la mia meta 15 chilometri dopo; SS 4 corsie, 4 uscite per la mia meta. Il problema più grosso era ritrovarla una volta uscito.

Prendiamo le buste paga. Ci hanno mandati a scuola per anni e l'unica cosa che sappiamo fare è leggere i numeri e firmare i contratti. Per capire le voci delle buste paga serve un equipe di esperti. Le tasse partono da migliaia di rivoli e poi approdano nel ministero del tesoro in un unico calderone forse per semplificare il compito dei super ragionieri del governo.
La busta paga è piena di voci diverse ma con lo stesso significato di fondo: trattenere. Ci sono le ritenute: “ritengo di prelevare questa somma”.. ritieni? Ritengo. Poi le deduzioni... deduci che ti spetta questo denaro? Deduco. Quindi, le detrazioni; le “imposte” che si pagano assolutamente perché sono imposizioni, s'impongono. Poi ci sono le famose una tantum... Ogni tanto mi prendo una quota... però ogni tanto, non sempre, sta tranquillo. E che dire dei famigerati conguagli? Praticamente, se a dicembre hai preso la tredicesima, a gennaio, col conguaglio, prendi mezzo stipendio. Le voci sembrano infinite come l'addizionale comunale o regionale... ti addizionano caricandoti di un ulteriore esproprio? Mai che ci mettono la sottrazionale. Poi abbiamo le aliquote con tutte quelle sigle fantasiose, ecc. Una volta feci dieci giorni di infortunio. Quando mi arrivò il risarcimento dall'Inail di 250€, lessi a piè pagina: comune di residenza 1€. Il mio comune si è mangiato un euro grazie al mio trauma al ginocchio?? Vuol dire che al comune arrivano soldi e non si sa da chi?
Il mondo cambia, le persone invecchiano, i paesaggi mutano, ma quando entro nel mio comune vedo sempre le stesse facce. Sembra un modo incantato, cristallizzato, un museo delle cere. Ti trattano come un ospite da tollerare e se chiedi qualcosa ti fanno girare come nel Castello di Kafka. Se ti lamenti con i tuoi concittadini cercando conforto e approvazione, la gente di una certa età ti spiega che loro non sono mica li per te.

E che dire del problema energetico? Nella fredda nord Europa, le lampade solari da giardino le trovi in tutti i negozi e di vari tipi e dimensioni. Te le tirano dietro... Qui da noi neanche l'ombra. Non si capisce perché il comignolo eolico sul tetto di casa non mi possa alimentare una dinamo per accendere la lampadina nel sottoscala. Non pretendo che mi funzioni la lavatrice così da liberarmi una volta del tutto dalla flebo elettrica, ma almeno la possibilità di essere “autonomo”, cioè libero, per le piccole cose. Niente. Il comune però, piazza i lampioni fotovoltaici in periferia che vengono puntualmente derubati del pannello solare. Il cittadino si chiederà: perché il comune si ed io no?!
A proposito di pali elettrici: l'Enel, per risparmiare, ha il vizio di piantare pali e tralicci sulle linee di confine, fra un terreno demaniale e uno privato o tra l'inizio delle carreggiata e un muro di cinta. Viaggia con le sue linee come Fernandel nel film “La legge è legge” quando il protagonista, non riconosciuto né come francese, né come italiano, corse via sulla linea di confine fra i due stati. Così, il colosso energetico risparmia e dissemina di pericoli mortali le strade.

Potrei ora dilungarmi sulla sanità, la religione, il lavoro, i materiali ecologici, lobby varie, ecc. ma nel forum ci sono già dibattiti interessanti. Quello che vorrei far notare è che la libertà non è un concetto metafisico, ma è un fattore concreto da applicare nel quotidiano.
Ogni individuo ha degli obblighi da compiere se vuole sopravvivere; necessità fisiologiche, sociali e intellettuali. Se tali obblighi vengono appaltati da terze persone, spacciati come “servizi”, ecco che il vivere -inteso come soluzione dei bisogni esistenziali- diventa oppressivo.
I nostri bisogni sono presi in appalto e fatto oggetto di speculazione. Basta vedere l'esempio dell'acqua potabile divenuta merce: si prende un bisogno, un obbligo imprescindibile, come il dissetarsi e si mercifica imponendo dazi economici nei confronti dei quali il cittadino, o utente, non può sottrarsi.
Ogni cittadino deve puntare verso un sempre maggiore autonomia partendo dai bisogni più essenziali come: casa, lavoro, sanità, energia, politica, ecc. fino a quelli più individuali come l'informazione, il tempo libero, istruzione, ecc. In un'ottica ecologica e slegato da chi svolge “servizi” onerosi e inutili.
Con questo presupposto invito a fare l'identikit del cittadino “libero” che, grazie alla sua autosufficienza, riesce a svolgere i suoi obblighi in autonomia, senza eccessive spese per se e la comunità in un contesto eco sostenibile.