martedì 23 febbraio 2010

Somministrati Ilva: 750 famiglie senza lavoro


I somministrati, i precari dell'Ilva di Taranto -uno dei più grandi impianti siderurgici del mondo- sono arrivati a circa 750. Sembra che lentamente vogliano precarizzare tutto il personale. Ho sentito storie assurde. Ti cambiano come oggetti prima della scadenza con altri nuovi. I sindacati se ne sono accorti e ci vogliono rappresentare; di questo passo potrebbero diventare precari pure loro...?
Riporto un articolo da la Gazzetta del Mezzogiorno.it:
«Noi, semplicemente, non voteremo». I padri e i figli, l’angoscia e la rabbia. Nico Leggieri, portavoce del Comitato somministrati Ilva, lo dice senza alzare la voce: «Vogliono strumentalizzarci. Non lo permetteremo. Oggi siamo padri e figli insieme; sia chiaro: non rubiamo la scena a nessuno. I padri pro testano per ottenere la pensione dopo anni e anni a respirare amianto. I figli il lavoro lo hanno perso in 36 mesi, il tempo di spaccarsi la schiena all’Ilva come precari nei servizi più umili. «Abbiamo “approfittato” dell’assemblea, ma lo scriva con molte virgolette. e siamo qui a dimostrare pacificamente la nostra delusione». Del resto il parterre è di quelli che contano al salone della Provincia: i segretari di Fiom Cgil, Rosario Rappa e Fim Cisl, Giuseppe Lazzaro. Il neosegretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella, tornato a Taranto per la sua prima uscita ufficiale «operativa» dopo il debutto a Roma. E poi i parlamentari: Pietro Franzoso (Pdl), Ludovico Vico (Pd), Pierfelice Zazzera (Idv). Si affaccia il sindaco Stefàno (la prossima settimana incontrerà i lavoratori precari), c’è il sindaco di Torricella Giuseppe Turco, il segretario di Rifondazione comunista Preneste Anzolin, i consiglieri comunali Voccoli (Rifondazione), Lemma (Pd), l’assessore al Lavoro del Comune Bitetti. C’è aria di elezioni...
«Siamo invisibili - spiega ai cronisti e alla platea Leggieri - vogliamo che ci ascoltino la città, i politici, i sindacati. Siamo 750. Cinquecento di noi lavoravano all’Ilva e sono stati licenziati; altri 250 lavorano ancora nello stabilimento siderurgico ma presto saranno fuori. L’accordo fatto dalla Fim Cisl e dalla Uilm con l‘Ilva ha finito per penalizzarci: non siamo stati assunti a tempo indeterminato ed è stata favorita la nostra sostituzione con altri lavoratori precari». La spinosa vicenda dei lavoratori interinali ha contribuito ad approfondire il solco fra i sindacati dei metalmeccanici. La Fiom Cgil voleva la loro assunzione diretta, Fim Cisl e Uilm rag giunsero, invece, un’intesa con il Gruppo Riva per l’utilizzo temporaneo dei precari nella prospettiva del loro ingresso in fabbrica. Su questo punto, già qualche settimana fa, il segretario nazionale del la Uilm, Rocco Palombella, era tornato a chiedere la riapertura del confronto con Riva: «Quei lavoratori vanno assunti con contratto a tempo indeterminato» disse Palombella. Sulla stessa linea Lazzaro della Fim Cisl. Il segretario della Fiom Cgil, Rosario Rappa, ha incontrato a più riprese il Comitato somministrati Ilva. Una buona notizia, alla fine, è senz’al tro quella della ritrovata unità sul tema precari da parte di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm. Dalle segreterie è partita una richiesta all’Ilva perché si anticipi la di scussione sul delicato tema dei lavoratori interinali. Un passo avanti, ma la strada è ancora lunga. [f.col.]

roberto, ORIA 21-02-2010 12:20
L'Italia è da tempo una ruvida società neocorporativa.Ecco perchè il Pres. della Repubblica che difende la Cost. fà pena.La Cost. del 48 è morta ed irreversibilmente sepolta da almeno 15 anni.I sindacati conferedali sono una corporazione dei lavoratori subordinati garantiti; significativa la prevalenza numerica al loro interno del pubb. impiego.Nessuna meraviglia che operino garantendo i " corporati " e dunque se stessi.I precari devono capire che a negargli il futuro è questo sistema neocorporativo nell'ambito del quale non c'è destra nè sinistra.Chi è fuori da caste feroci ed organizzate (Sindacato, Magistratura,Notariato, partiti, lobby varie ) in Italia rischia di non potere più vivere.Bisogna battersi dunque, non piangersi addosso; per battersi bisogna individuare l'avversario.Il nemico è questo sistema neocorparativo violento cui danno vita il centro-destra così come ed il centro-sinistra così com'è.Nessuna illusione, da loro nè aiuto, nè soluzioni.

mercoledì 17 febbraio 2010

Protezione incivile, il cannibalismo e l'età vaginale.



Il cannibalismo in atto nel nostro paese, le risate di esultanza di fronte a una tragedia, quel perenne ricavare vantaggio personale sulle debolezze altrui, mi spinge a fare alcune considerazioni: la fame.
Una classe dirigente ricca e affamata. Il cannibalismo è un fenomeno che si sviluppa in ambienti dove le risorse naturali sono scarse per soddisfare i bisogni più elementari delle popolazioni. Territori chiusi circondati da deserti o montagne invalicabili, isole in mezzo all'oceano, ecc. Oppure, molto più in generale, l'istinto del cannibale nasce in tutte quelle situazioni dove l'individuo è posto di fronte a un dilemma: essere mangiato o mangiare.

Come nel mondo globalizzato della crescita infinità, così in Italia tale fenomeno viene abbondantemente suscitato. Cos'è un medico (persona istruita) che opera pazienti sani per un ritorno economico personale? Un cannibale. Allo stesso modo sono cannibali tutte quelle categorie che traggono vantaggi personali sulla "pelle" degli altri.
Inoltre, la fame o la sete di libertà, di affermazione, di accumulo di potere o risorse di ogni genere, viene suscitato da una sorta di shock alimentare, l'aver vissuto per un lungo periodo senza alcun nutrimento.

Il concetto di nutrimento è ampio. L'uomo è uno e trino. Per non dilungarmi dirò che l'uomo è un essere composto ed è fatto di: corpo, sentimento e intelletto. Se queste tre parti non vengono nutrite o sono oppresse da motivi più vari o da una cultura che annichilisce come quella cristiana della romana Chiesa, l'individuo vivrà sempre in preda al bisogno di colmare un vuoto, di essere libero, di affermare un qualcosa che neanche lui sa con precisione.

Il non sapere a cosa si ambisce per via di una "castrazione" nell'atuoaffermazione di se avvenuta fin dall'infanzia, induce l'individuo a far "ricadere" quel senso di vuoto e incompletezza, nei bisogni che io amo chiamare di panza; nel disorientamento il soggetto confonde quel sentimento di insoddisfazione come un bisogno di nutrimento "primario" di basso ventre.
Tanto per capirci farò solo un esempio, quello più "commerciale" e divertente. Il resto lo svilupperò poi, quando avrò modo, pazienza e lucidità.
Le fasi dello sviluppo spicosessuale dei bambini. Secondo Freud e secondo la semplice osservazione empirica, i bambini seguono tre fasi principali dello sviluppo psicosessuale: l'età orale, quella anale e l'età vaginale.
Senza menzionare le teorie di Freud si può comunque osservare nelle società "primitive" dove i bambini sono lasciati sostanzialmente liberi di agire senza condizionamenti esterni o culturali troppo stringenti, che i bimbi passano da una fase orale caratterizzata dal fatto di portare tutto alla bocca per interagire col mondo, per poi passare ad un'età anale dove giocando fra di loro esplorano le parti intime, notano le differenze maschio/femmina e manipolano le deiezioni corporali, per poi finire nell'età vaginale dove cominciano ad avere rapporti sessuali veri e propri fino alla pubertà. Per la cronaca, dopo la pubertà, le femmine che cominciano ad avere il ciclo mestruale sono pronte per il matrimonio.

Ora mi chiedo: Bertolaso e la sua cricca, fatta di gente ormai matura, cercano di rivivere un'età vaginale? E' ora che la cultura venga messa in discussione?

lunedì 15 febbraio 2010

Siamo sempre più poveri perchè...



Propongo un commento che gira da tempo ma è bene diffonderlo ancora. Dalla newsletter de La rete del grillo:

"di F.P.B.

Salve, sono un cittadino dell'Italianistan.

Vivo a Milano Due , in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio e lavoro a Milano in una azienda di cui è grande azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, così come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente intertrotti da spot realizzati dall´agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere.
Allora mi stufo e vado a navigare un po´ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della sua maggioranza sono dipendenti ed avvocati suoi, cioè sempre... del Presidente del Consiglio
... che governa nel mio esclusivo interesse..... per fortuna!"

mercoledì 10 febbraio 2010

Riscossione tributi



Una società per la riscossione dei tributi mi ha mandato una richiesta di pagamento di 110€.
"Si avverte che decorsi 30 giorni dalla data di notifica del presente atto senza che sia avvenuto l'integrale pagamento, sarà dato corso alle procedure esecutive previste dalla legge... e più precisamente:

1)Pignoramento mobiliare
2)Fermo di beni mobili registrati (autoveicoli e motoveicoli)
3)Pignoramento immobiliare/iscrizione ipotecaria
4)Ogni altra procedura prevista e consentita dal titolo II D.P.R. ecc.

Quindi, mi pignorano i mobili, mi bloccano l'autoveicolo, m'ipotecano le proprietà. E' la stessa tecnica che usano gli strozzini: se non paghi di tolgono le cose. Quando io ho bisogno di soldi non vado a casa degli altri a chiederli, ma mi cerco un lavoro.
Deve trattarsi della spazzatura arretrata: il comune ha bisogno di soldi e li viene a chiedere a me.
Ricordo bene quel periodo. Andavo sovente al comune a chiedere un sussidio, una casa, un aiuto perché ero in difficoltà. In quello stesso periodo mi arrivavano anche i bollettini per la spazzatura. Sono andato a protestare chiedendo come mai dopo aver chiesto un sussidio, una casa, loro mi mandavano dei bollettini da pagare. Se ne uscirono dicendo che le tasse si pagano ed io di rimando: che faccio? Vado a rubare per pagare le tasse?
Non solo, già vivo in una casa non a norma; una famiglia non può vivere in 50 mq. già sto pagando un prezzo di disagio sociale.
Gli assistenti sociali mi hanno detto alla fine: non avete parenti? I miei parenti sono i primi che mi mandano da loro. Dunque, ora chiedo a voi: volete 100€? Non avete parenti?

Mio nonno faceva l'emigrante. E' rimasto sotto nelle miniere del Belgio, poi si ritirò. Mio padre ha fatto anche e continua tuttora, a fare l'emigrante. Io sono alla terza generazione. Avevo cominciato anch'io a fare la stessa vita, ma mi son fermato. Adesso si prospetta lo scenario che viene qualcuno a casa mia, un pubblico ufficiale, per sottrarmi qualcosa.
Poi ci si lamenta del comportamento mafioso, omertoso dei cittadini. I primi ad adottare un atteggiamento del genere sono le istituzioni.
Quando feci qui la residenza, dopo qualche mese mi arriva il canone della rai e mi chiesi come avevano fatto a sapere dove abitavo e se avevo una Tv.
Se lo Stato viene a casa mia a chiedere i soldi, deve anche venire o interessarsi quando soldi non ne ho. Molti obiettano dicendo che c'è il lavoro in nero. Allora si avalla il lavoro in nero: provate a lavorare voi in nero e vedete com'è.

Secondo me, le organizzazioni criminali: mafia, n'drangheta, camorra, ecc. non sono la causa dei mali dell'Italia, ma sono la conseguenza di uno Stato oppressore che non ha cura del cittadino. Prendiamo come esempio la famosa autostrada Salerno-ReggioCalabria: perché non viene mai completata?
La Calabria è sempre stata un'area depressa da dove sono emigrate moltissime persone. Quelle che rimanevano avevano poche possibilità di sviluppo. Quella strada è stata per i calabresi come l'oleodotto che trasporta benzina nei paesi africani. Gli abitanti del luogo bucano il grosso tubo e rubano la benzina. A volte succedono degli incidenti e avvengono delle esplosioni. Quindi, c'è una multinazionale che sfrutta il territorio e la gente affamata si aggrappa a quel tubo, a quella linea per ricavare sostentamento. L'autostrada Salerno-ReggioCalabria è risultata l'unica fonte di sostentamento per molte comunità locali.

Secondo la dichiarazione dei redditi presentata l'anno scorso, ho diritto al rimborso di circa 1000€. Non avendo preso il sussidio di disoccupazione entro l'anno -per una serie di balzelli burocratici atti ad eludere i miei diritti- il rimborso non può essere più "agganciato" a quella pratica ed è slittato all'anno corrente. Non potendo più presentare una nuova dichiarazione dei redditi quest'anno, per via del sussidio, rischio di perdere il rimborso a meno che, non presenti -a detta del sindacato- il modello Unico che mi permette di ottenere i soldi "nell'arco dei prossimi 4 anni".
Un'altro episodio mi capitò quando cambiai sindacato. Portai le carte al nuovo e mi fece sapere che l'anno prima avevo pagato 2500€ in più. Chiesi se potevo ora recuperarli, ma ormai la pratica era chiusa. Troppo tardi. Adesso io potrei fare lo stesso discorso: i 100€ per il comune son scaduti.
Quando feci l'impianto a gas per la mia automobile spesi circa 800€. Mi recai ad un ufficio Aci e chiesi se avevo diritto ad uno sconto sul bollo auto visto che avevo sopportato quella spesa: con spavalderia mi viene detto che dovevo pagare.

Riguardo alla spazzatura: a Grottaglie hanno fatto una discrica per rifiuti solidi urbani per poi tramutarla come discarica di rifiuti industriali. Vengono i camion dal nord a scaricare qui i veleni delle loro industrie. Questa discarica è illegale perché fatta con procedure illegali in un luogo che dovrebbe essere protetto. Sono stati presentati esposti ed è presente un sito permanente di cittadini esasperati.
La spazzatura è ricchezza. Con la raccolta differenziata i rifiuti si trasformano in denaro. Dovrei dunque, pagare la spazzatura quando avete trasformato il comune in una pattumiera nazionale per rifiuti industriali.

domenica 7 febbraio 2010

Sul branding onnipervasivo e il rbaltone




Vorrei ricollegarmi all'ultimo video dove ho dimenticato di parlare del branding che deriva da brand (marchio) ed è l'imposizione del marchio nella cultura, cioè il marchio che si fa stile di vita, finalità, cultura appunto.
Faccio un es. mentre prima la pubblicità si affiancava ad un evento culturale come un concerto musicale, appariva nelle locandine in piccolo come contorno, con l'avvento del branding il marchio, come la coca cola, diventa attrazione principale; la coca cola "presenta il concentro". Avviene quindi il ribaltone, il marchio appare più grande dell'evento culturale che viene relegato ad appendice, diventa contorno del marchio stesso. Quindi abbiamo frotte di gente che succhiano coca cola immersi in una musica di sottofondo, il rock, il concerto.
Questo fenomeno si è sviluppato negli anni novanta, i famosi anni del ribaltone, ricordate?
Il ribaltone non fu, come ci fecero credere, il passaggio di deputati da uno schieramento politico ad un altro per ribaltare il governo, ma fu un passaggio epocale di sistema. Fino ad allora l'azienda, o la lobby economica, aveva come referente uno o più partiti politici che in parlamento legiferavano a loro favore, con il ribaltone ora abbiamo partiti politici -appendici, specchietti per le allodole -che hanno come riferimento in parlamento aziende e lobby che legiferano direttamente per se stessi senza più intermediari.

Leggo dei passaggi dal libro No Logo:

"La mia amica Monica dice che suo figlio di sette anni non segna i compiti con asterischi o altro ma con i piccoli logo rossi della Nike.
Fino ai primi anni Settanta, le marche sugli abiti erano generalmente nascoste alla vista, discretamente posizionate all'interno del colletto. Nella prima metà del secolo erano apparsi piccoli simboli all'esterno delle camicie, ma era un abbigliamento sportivo, riservato ai corsi di golf e ai campi da tennis dei ricchi. ... A metà degli anni Ottanta, a Lacoste, Ralph Lauren si unirono Calvin Klein, Esprit e, in Canada, Roots; da affettazione ostentata, il logo divenne gradualmente un accessorio di moda. Estremamente eloquente era il fatto che il logo stesse aumentando di grandezza, passando dai due centimetri alle dimensioni di un torace. E il processo di inflazione del logo prosegue, esempio clamoroso ne è Tommy Hilfiger, il quale ha diffuso per primo uno stile di abbigliamento che trasforma i suoi fedeli seguaci in bambolotti che camminano, parlano e vivono, mummificati in mondo firmati Tommy Hilfiger.
La crescita progressiva del ruolo del logo è stata così rilevante da provocare un cambiamento sostanziale. Negli ultimi dieci-quindici anni, i logo sono divenuti talmente importanti che hanno radicalmente trasformato l'abbigliamento, riducendolo a un mero veicolo del marchio. Per dirla con una metafora, l'alligatore si è letteralmente mangiato la camicia.
... A metà degli anni Novanta, aziende come Nike, Polo e Tommy Hilfiger erano pronte a portare il branding a un livello successivo: non più apporre il proprio marchio solo sui prodotti, ma anche sulla cultura esterna. Sponsorizzando eventi culturali, potevano uscire nel mondo e rivendicarne alcune zone come avamposti del loro nome commerciale.
Per queste aziende il branding non era solo questione di aggiungere valore a un prodotto. Si trattava di assorbire avidamente spunti culturali e iconografici che i marchi potevano riflettere sulla cultura come proprie "estensioni". In altre parole, sarebbe stata la cultura ad aggiungere valore ai marchi.
... il branding è applicato ai paesaggi urbani, alla musica, all'arte, ai film, agli eventi pubblici, ai giornali, allo sport e alle scuole. Tale ambizioso progetto fa del logo l'anima di ogni cosa esso tocchi: non un complemento o una felice associazione, bensì l'attrazione principale.
La pubblicità e la sponsorizzazione hanno sempre usato le immagini per equiparare i prodotti a esperienze culturali o sociali positive. Ma l'elemento che caratterizza il branding anni Novanta è lo sforzo incessante per portare queste associazioni fuori dal regno della rappresentazione e trasformarle in realtà vissuta. Perciò non si cercano più solamente attori bambini che bevano Coca-Cola in uno spot televisivo, ma studenti universitari che svolgano, durante una lezione, un brainstorming per la prossima campagna della Coca-Cola."

sabato 6 febbraio 2010

Guida al risparmio - I prodotti sfusi




Comprare i prodotti sfusi ci permette di risparmiare. Il mercato però, c'impone di acquistare confezioni multiple, stock che aumentano i guadagni delle aziende a scapito dei consumatori. Il concetto che gli introiti delle aziende vanno ad alimentare l'economia, il mercato del lavoro, ecc. è sbagliato, fuorviante. Il processo inverso, invece, farebbe risparmiare risorse ai consumatori stessi che andrebbero comunque ad alimentare l'economia grazie ad una maggiore capacità di acquisto.


Oggi vorrei porre l'attenzione su un particolare che sfugge ai più: è finito il colore rosso. Il rosso è uno dei colori che i bambini usano di più e finisce sempre prima degli altri. Sono quindi andato al negozio e ho chiesto un singolo colore rosso. Il negoziante mi guarda male e mi dice che hanno solo la confezione da 6.
Sono dunque, costretto a comprare 6 colori quando me ne serve solo uno. Allora mi chiedo: perché devo comprare sei colori? È convinzione comune che comprando un colo colore l'azienda non guadagna e di conseguenza l'economia non gira, i posti di lavoro, ecc. Secondo questa logica dovrebbe funzionare anche il ragionamento inverso: comprando un solo colore ci guadagnano i consumatori che, sommando i loro piccoli guadagni, possono gestire i soldi facendo girare ugualmente l'economia. Mentre invece, la propaganda cerca solo di sfruttare l'utente, il cittadino, il consumatore.

Anche se noi consumatori ci rendiamo conto del torto subito, siamo talmente assuefatti dalla pubblicità al consumismo che ci adeguiamo passivamente. Per me i pubblicitari sono dei profondi conoscitori dell'animo umano, ancor più degli antropologi o degli psicologi. Infatti, riescono ad inculcare tramite la pubblicità, comportamenti tali da indurre l'utente a consumare, spendere, ecc.
Si potrebbe anche vendere la merda in scatola con una pubblicità martellante. I prodotti cinesi si possono paragonare benissimo al letame.
Quando all'incirca nel'98 la Cina si aprì al mercato mondiale, io pensavo che finalmente avremmo avuto prodotti di qualità inferiore a basso costo che ci avrebbero permesso di risparmiare. Invece è successo che noi ora abbiamo prodotti cinesi a prezzi europei. Dove finisce lo scarto di guadagno in più? Prendiamo ad es. le matite, un tempo temperavi la punta e ritornavi a scrivere, oggi invece, succede spesso, che la punta cade dopo aver temperato e ti ritrovi la matita consumata in poco tempo, devi andare a comprare un'altra matita a prezzo europeo.
Non si può più applicare quel vecchio detto che dice: più spendi meno spendi; ora: più spendi, più spendi.
Il nostro governo non è stato eletto democraticamente come ribadiscono sempre in ogni occasione, ma è stato eletto grazie alla pubblicità martellante, a strategie di marketing. Hanno venduto un “prodotto”, il partito, un programma, l'ideologia, i candidati, tramite la pubblicità con la quale si può benissimo eleggere il Gabibbo.

mercoledì 3 febbraio 2010

L'Ilva e il futuro degli interinali



"La situazione degli interinali dell'Ilva di Taranto, più di 700, diventerà presto una vertenza se non si andrà verso un processo di stabilizzazione. A dirlo la Fiom Cgil".
A Taranto c'è fermento. Finalmente il sindacato si è deciso a prendere le difese degli operai a contratto di "somministrazione" per l'Ilva, una industria siderurgica... mica caramelle.
Ci è stato detto che si occuperanno di noi, dei nostri diritti e s'impegneranno a creare un percorso che ci porti alla stabilizazzione. Staremo a vedere.