martedì 30 dicembre 2008

Facciamo la rivoluzione... dolce



Ai nostri politici interessa solo evitare di andare in galera. C'è chi dice che dovremmo scendere in piazza a gridare. Io dico che dobbiamo prendere tutti i politici locali, regionali e nazionali e sodomizzarli in pubblica piazza. Così imparano ad avere un rapporto diretto con... il corpo elettorale.
Nella rivoluzione francese si usava tagliare la testa ai governanti, oggi no, siamo evoluti. In parlamento si formeranno comitati di cittadini controllori pronti ad intervenire ad ogni infrazioni. C'è una legge contra populum? S'individua un pianista? Il comitato interviene, prende il pianista e lo sodomizza seduta stante, così serve anche come monito.
In parlamento ci porterei anche Rocco Siffredi: chiamato dallo Stato in pompa magna a prestare alti servigi ai cittadini. Chissà quanti errori farà la Finocchiaro; si ribellerà in ogni momento "contro il potere costituito"; sarà difficile tenerla a bada.
Nelle piazze useremo il manuale Cencelli. Ogni politico riceverà un numero maggiore di elettori "attivi" quanto più alta è la percentuale di voto raggiunta alle ultime elezioni. Gli elettori di sx si accoderanno ai politici di dx e viceversa.
Veltroni è un uomo di grandi vedute. Mentre Berlusconi prima o poi comincerà a prenderci gusto e scoprirà che se non può godere davanti per via della prostata, potrà godere di dietro.
A Beppe Grillo andrebbe benissimo il ruolo di Robespierre.

P.s. Aggiungerò un mio video a questo post non appena possibile... meglio tardi che mai.

Technorati Profile

lunedì 22 dicembre 2008

Giocattoli che vanno ad energia solare e a idrogeno!


Ci prendono in giro!!
Ho sentito la notizia in coda a un tg della rai, poi ho trovato questo sito dove si vendono come niente fosse, Kit per costruire casette, macchinine, orologi e robot ad energia solare. Infatti, sono dotati di piccoli pannelli fotovoltaici.
In quest'altro link vendono Kit per macchine ad idrogeno!
Ci si può costruire addirittura una Stazione-Rifornimento-Idrogeno-Solare dove "grazie ai pannelli solari questo modello di stazioncina di servizio del futuro produce idrogeno tramite una cella ad idrogeno e lo stiva in un piccolo serbatoio in attesa di 'clienti'"!
C'è sempre l'avviso: "non adatto a bambini di età inferiore a 12 anni". Ed io aggiungo... "e superiore a 18 anni".

La domanda nasce spontanea: perché non producono oggetti veri? Di fronte a questa realtà non succede praticamente nulla, tg e giornali hanno detto che sono solo giocattoli e la gente, abituata a prendere tutto quello che cade dall'Alto come SacroSanto, si accoda al gregge. Come se negli anni '50 avrebbero fatto un giocattolo che va e viene dalla luna alla terra e alla gente fosse raccontato: "è solo un gioco per bambini".
Uno è portato a pensare che produrre oggetti veri costerebbe un occhio della testa, mentre invece ci costa una cosa meno nobile: l'ori-fizio anale. Dove "ori" sta per gli affari che fanno le multinazionali alle nostre spalle e "fizio" è quello che rimane a noi: funziona come la bad company e la old company dell'Alitalia, praticamente il sogno americano nudo e crudo: tutto a me e niente a te.

Dico sempre che alla radice c'è un problema culturale. Mi riferisco sempre alla verticalità. La gente si affida totalmente a tutto ciò che cade dall'alto come un bambino nei confronti degli adulti. Uno si dice: "se la televisione ha detto che sono giocattoli vuol dire che è vero". Lo stesso vale se la televisione dice che sei un demente... vuol dire che è vero. Ci viene inculcato già in tenera età a scuola. Quello che dice il maestro è incontrovertibile, come è incontestabile tutto ciò che è scritto nei libri. La gente vede libri e giornali come fossero bibbie sacre... "è scritto qua". Non hanno nessun senso critico, nessuna personalità.
La pedagogia in vigore impone al fanciullo il programma di studi, la disciplina militare fascistoide e considera marginali le inclinazioni e le doti di ogni allievo. Tutto ciò produce scarsa considerazione di se perché si è posti in una condizione di genuflessione verso lo Scibile indottrinato dall'alto.
Il vero pedagogo, invece, ha il compito di far uscire fuori dal fanciullo le sue qualità, il talento e svilupparlo per far fiorire una personalità unica e ben distinta dal gregge monocromatico di cui è fatta oggi la società. Io ne sono l'esempio lampante: mi hanno cacciato dalla scuola a calci nel sedere perché ero estroso, ribelle, originale... Ma dove sono gli intellettuali che dovrebbero approfondire, denunciare, ma almeno diagnosticare il morbo caduco nella nostra cultura? Si sono imborghesiti a fare articoli per giornali o i parlamentari europei; imprigionati ormai nelle opere che gli hanno reso famosi e sterili. Gli farei volentieri una consulenza a gratis, tanto che da scaricato me li carico sulle spalle.

Vi consiglio di regalare ai vostri figli i giochi ecologici a idrogeno e pannelli solari. Costruiteli insieme a loro così a un certo punto il bambino vi chiederà: Papà. -Dimmi amore- Perché non costruiscono le case, le automobili e le lavatrici vere con l'idrogeno e i pannelli fotovoltaici?
Sarei curioso di conoscere le vostre risposte... dall'alto.

venerdì 19 dicembre 2008

Non luogo a procedere

Il pezzo di articolo di Giuseppe D'Avanzo che segue, riassume benissimo cosa è cambiato con la caduta del muro di Berlino fra la prima repubblica e la seconda:

Il sistema Romeo padrone della città

Non c'è alcun interesse pubblico in questa storia nera. Come se fosse morto. Come se, nell'esercizio di pubbliche funzioni e di pubblici poteri, fosse deperita la più elementare nozione - e distrutta anche soltanto l'ombra - di servizio al bene collettivo.
Nella rete di assessori, consiglieri comunali, provinciali, regionali, parlamentari, magistrati penali e amministrativi, tecnici comunali, professionisti, burocrati ministeriali - in questo sistema apparecchiato da Alfredo Romeo esistono soltanto le cose nostre. "Dobbiamo parlare delle cose nostre...". "Questa cosa nostra come sta andando.." "C'interessano soltanto le cose nostre...". "Dacci uno sguardo a quella cosa nostra...".
[...] Sgomina la concorrenza (Romeo) quando si affaccia perché si fa consegnare i documenti della gara, li corregge, li riscrive mentre i suoi pupazzi si preoccupano di farli approvare.
E' una scena che capovolge tutte le convinzioni del morbo italico della corruzione. Il tableau napoletano racconta che non è più la politica a imporre il prezzo della corruzione all'impresa. E' l'impresa che ingaggia la politica, la crea dal niente, la coccola, la indirizza, ne fissa gli obiettivi i programmi, la corrompe, se ne appropria come fosse una cosa sua. I politici appaiono miserabili figurine nelle mani dell'imprenditore. Lo assecondano in ogni ambizione e desiderio; sgomitano tra di loro come in ogni harem che si rispetti, esagerano i pubblici ministeri, per diventare il favorito del sultano.

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Inoltre, do ragione alle accuse di persecuzione giudiziaria che puntualmente ogni politico muove verso i giudici che indagano su di loro perchè, dopo aver scoperchiato la fogna italica, quando il magistrato pesca lo stronzo di turno, lo stronzo si chiede, giustamente: "con tutta la merda che c'è in giro porprio a me doveva tirar fuori?"
Quel che più rode però, non è il fatto che il magistrato li abbia consegnati al pubblico 'luridio', ma, ed è questo il sottile motivo di fondo, urta l'invidia di vedere tutti gli altri stronzi continuare a galleggiare allegramente nel letamaio italiano fatto di liquami politici, affaristici, di criminalità organizzata e di qualche venatura clericale, beccandosi pure le risatine sarcastiche.
Forse è bene ribadirlo, l'Italia è un paese di merda.

sabato 13 dicembre 2008

Università in rete per tutti... quando?



La crisi della scuola si potrebbe risolvere grazie a internet.
Quando si potrà assistere a lezioni in rete? Quando potremmo seguire interi programmi su questa o quella materia senza pagare il pizzo allo Stato che mantiene parassiti travestiti da baroni? Si potrebbe cominciare con le materie umaniste ecc.
Qualche professore - magari dei "giovani" esclusi dall’entourage accademico - si metta a dare delle lezioni scritte e orali accompagnate con dei video come si vedono anche in Tv a notte fonda.

C’è, e c’è sempre stata una strategia atta a mantenere ignorante la gente.
Ricordo che la new economy crollò proprio quando avevano intenzione di mettere in rete l’Università, lo scibile. Secondo me, il sapere ha un valore economico come il petrolio, le armi, la moneta, le industrie, ecc. Gli stati nazionali (liberisti) non hanno la minima intenzione di liberalizzare la Conoscenza come ogni altra ricchezza strategica. Tutto ciò, ad oggi, crea un tappo allo sviluppo dell’uomo, e quando esploderà creerà, me lo auguro, un nuovo Rinascimento.

Sono un appassionato di scacchi

Ho cominciato a giocare a scacchi nel '95 e mi sono ritrovato subito nell'arena degli appassionati del gioco agonistico.
Nel 2006 ho conseguito la tanto agognata categoria di prima nazionale (1N) con 1835 punti elo. Sono un giocatore medio, medio-basso, ed uno dei migliori della mia provincia. Tanto è vero che il Regionale '06 stavo rischiando di vincerlo quando al penultimo turno in terza scacchiera mi ritrovo in questa posizione alla 18esima mossa col bianco contro il Maestro favorito del torneo:


Cosa ti vado a giocare? 19.h3? al limite h3 andava giocato prima, adesso avrei dovuto cercare di tenere la colonna con 19.Dd7 cercando almeno di ottenere la patta.
Fu un errore banale, ma a un certo punto mi chiesi cosa sarebbe successo se avessi vinto il torneo: il campione pugliese sarebbe stato un giocatore "mediocre" come me? Pensavo alla faccia degli organizzatori che non hanno mai sofferto quel "plotone" di forestieri che dalla provincia andava nel capoluogo dando spesso "lezioni" di scacchi nel loro circolo. Ok, una storia vecchia ma che ha lasciato un segno: non mi sono mai iscritto al loro circolo.
Un'occasione come quella non mi capiterà forse più. Ricordo che i forti, quei pochi favoriti che vi parteciparono, erano tutti fuori forma mentre io ero in buone condizioni.

Il mio difetto è nell'essere discontinuo. Posso perdere e vincere contro chiunque. Nei tornei sono una mina vagante, un avversario scomodo e indecifrabile per via del mio gioco estroso. Per carità, ho vinto anche qualche torneo e spesso sono risultato il primo della mia categoria ma il salto di qualità non è mai avvenuto. Gli scacchi sono una scienza e per migliorare occorre una scuola con buoni maestri.

Per dimostrare ciò voglio pubblicare una partita memorabile del mio repertorio giocata contro il Maestro Indelicati più volte campione provinciale che si riconfermò anche quella volta nonostante la "bella" sconfitta subita contro di me.
Ricordo che non appena finimmo lui andò via subito. Sicuramente corse a casa ad analizzare col supporto del computer la strana partita che si era materializzata quella sera. Andò a ricercare l'errore, ma quale? A un certo punto mi ritrovavo con due pedoni di svantaggio! e il computer segnava un leggero vantaggio al nero fino a quando anche il computer si ravvede all'improvviso e, finalmente, comincia a segnare un margine di vantaggio al Bianco che strategicamente aveva già vinto.
Tempo dopo chiesi a Indelicati di quella partita e di come mai il computer sfarfugliava nella valutazione. Sapete cosa mi risponde il maestro? "No, quella non è una partita da computer"! Insomma, gli uomini sono più forti dei computer! E aggiungo: volete battere un software? Usate la fantasia, dategli materiale.
Prima di iniziare voglio fare un chiarimento. Quando si batte un maestro non vuol dire che il maestro non sa giocare, ma vuol dire che si è giuocato in maniera magistrale. Non sono nuovo a queste imprese, ho messo sotto parecchi forti e ho vinto anche 5/6 volte contro il forte programma Fritz5 al massimo livello, di cui anche 2 vittorie col nero!
In questa partita non avevo niente da perdere visto che il torneo era per me ormai compromesso dopo aver subito due sconfitte nei turni precedenti. Giocai senza calcoli; o la va o la spacca... è andata!

Provinciale 18/12/05 VI turno, prima scacchiera.


Masciullo vs Indelicati

1.c4 g6 2.d4 Ag7 3.Cc3 Cf6 4.e4 0-0 5.Ae2 d6 6.Cf3 Ag4?!




Est-Indiana. La gioco da sempre sia col bianco che col nero. Mi permetto di assegnare una valutazione dubbia sull'Alfiere in g4 perchè quello non è il suo posto. La caratteristica dell'Est-Indiana sta nel fatto di essere un'apertura chiusa cioè, il centro -se si seguono le continuazioni principali- si chiude creando i famosi attacchi eterogenei: uno attacca dal lato di re (il nero) e il bianco attacca dal lato di donna. Regola fondamentale nell'Est-Indiana è che ogni mossa compiuta sul lato dove si difende è una mossa sottratta al lato dove si attacca. Vince chi arriva primo. Il nero ha il problema di sviluppare il suo alfiere campochiaro che ha come collocazione ideale la casa d7 ma limita un po' i movimenti, infatti il nero ha intenzione di tenere la casa per i suoi cavalli.

7.0-0 Cc6 8.Ae3

Anche il bianco ha il problema di sviluppare questo alfiere. Ci sono varianti che lo portano in g5 per poi ritornare addirittura nella casa di partenza. Per disperazione io lo sviluppo sempre in e3 anche perchè è quella la casa migliore in assoluto. Nella diagonale g1-a7 si controlla la casa c5 dove non si deve mai lasciare un cavallo, e si può penetrare nelle retrovie del nemico dalla casa a7.

8... Cd7













9.h3 Axf3

Proprio quello che stavo aspettando! Sembra un semplice cambio ma adesso il nero ha perso l'importantissimo alfiere campochiaro che è indispensabile al suo attacco. Pensai fra me: posso pattare agevolmente.
L'alfiere non dovrebbe mai essere cambiato perchè esercita una pressione enorme sulla casa h3. Quando il nero manda la valanga di pedoni del suo arrocco contro il re avversario, l'alfiere può anche essere sacrificato in h3 per aprire le linee a suo vantaggio. In più, come si vedrà, il nero ha perso tutte le case bianche!

10.Axf3 e5

Ecco il motivo "dell'insensato" cambio in f3: conquistare il centralissimo punto d4. Ho sempre creduto che nell'Est-Indiana non si dovrebbero mai abbandonare le continuazioni principali, ma adesso sono chiamato a dimostrare il perchè. Spingere il pedone in d5 farebbe il suo gioco, allora, come ho visto nelle gare dei professioisti, in situazioni "strane" il bianco crea una rappresaglia attaccando il punto a7, è così ho fatto.

11.Cb5 a6 12.d5! O la va o la spacca.











12... axb5


13. dxc6, bxc6;



Adesso, è vero che ho un pedone in meno ma conto di recuperarlo in seguito senza preoccupazione visto che il lato di donna è zona di "caccia" del bianco! Non ci si deve scordare che se il nero non si affretta ad attaccare, non riesce ad attivare il suo alfiere camposcuro, il che è come giocare con un pezzo in meno. Sicuro di ciò ho giocato:


14.Db3

Che bella mossa: da un lato minaccia il punto b5 recuperando subito il pedone e dall'altro controlla il punto f7 che per via delle manovra a ovest, l'attacco del nero rischia di rimane addirittura inchiodato. (Fritz8 indica 14.Db3 come terza mossa consigliata e da al nero un leggerissimo vantaggio. Poi però, eseguendo Db3 segna la parità, mentre invece per me, ho già vinto strategicamente).

14... Db8 15.Tfb1

La torre andava meglio in d1 ma da qui crea una pressione psicologica. Altro errore per il nero è portare la sua donna fuori dalla sua zona di attacco. Per me il nero doveva lasciarmi riprendere il pedone e cercare di attivare al più presto l'attacco dal suo lato preparando la spinta f5.

15... Db7

Fritz8 consiglia b4 dando un leggerissimo vantaggio al nero. Devo dire che questa del nero è per me la mossa peggiore della partita anche se Fritz8 la consiglia come terza possibilità: ma cosa capisce un computer?

16.a4 b4

Mi posizionò quel pedone come per dire: adesso ti ho bloccato!



Questa è la posizione clou della partita. Non ho fatto calcoli troppo meticolosi, mi sono detto: non è possibile che il nero si prenda il lusso di spadroneggiare sul mio lato; devo reagire, aprire le linee, sfondare da qualche parte a tutti i costi.
Così ho tirato fuori dal cilindro una mossa avventata, insinuosa, come un pugile che combatte a viso aperto.



Fritz8 la segnala come terza mossa prima e come seconda dopo alcuni minuti di elaborazione assegnando ancora un leggerissimo vantaggio al nero (-0.62).

17.c5!?

Quando feci questa mossa guardai la faccia del mio avversario e vidi che spalancò gli occhi come per dire: ma che diavolo fa, mi regala un altro pedone?

17... Cxc5 18.Axc5 dxc5







Contiamo i pedoni: 8 per il nero e 6 per il bianco. Il computer continua a segnare ancora un leggerissimo vantaggio al nero... ma i computer non sono dei mostri in matematica?

19. Dc4

E' leggermente migliore 19. Td1 ma adesso approfitto del momentaneo "colpo psicologico" del mio avversario per fargli balenare nella testa fantasmi come il recuperare tutti e tre i pedoni incolonnati con una torre dietro... infatti gioca:

19... Db6;

non c'è molto altro per la verità; la colonna è comunque mia e a cercare di contenderla vuol dire perdere il materiale in più gentilmente concesso. Cercare di difendere i pedoni lascia la colonna e il lato di re nelle mie mani. Ricordate la storia della coperta troppo corta?

20.Td1 Tfd8 21.Txd8 Txd8 22.Td1











22... Td4

Il bello di questa partita è che esiste solo una variante da analizzare a fondo, quella con 22... Td6 che è migliore, ma serve solo a ritardare di qualche mossa il seguito. A proposito ho trovato:
22... Td6 23. Td3 Af6 24. g3! l'unica che evita la patta, Db8 25. a5 h5 26. a6 Da8 27. Ad1 Ag7 28. Ab3 Rh7 29. Tf3 f6 30. g4 h4 31. a7 Td8 32. Dxc5 Rh6 33. Aa4 Db7 34. Axc6 Da6 35. Ad5 Tc8 36. a8=D ecc.
Oppure: 23... Da5 24. b3 Af6 25.Ae2 Rg7 26.g3 Db6 27.Tf3 Td7 28.Da6 Td4 29.a5 Dxa6 30.Axa6 Txe4 31.Ac4 Td4 32.a6 e4 33.Te3 Ag5 34.Te2 f5 35.f3! exf3 36.Te8 Td1+ 37.Rf2 Ta1 38.Tc8 Af6 39.Txc7 Rh6 40.Rxf3 Ae5 41.Txc6 Ad4 42.g4 Rg5 43.gxf5 gxf5 44.h4+ Rxh4 45.Th6+ Rg5 46.Txh7 Ta2 47.a7 Tf2+ 48.Rg3 f4+ 49.Rh3 Tf3+ 50.Rh2 Tf2+ 51.Rh1 Ta2 52.Ad5 c4 53.a8=D ecc. (Fritz8)

In ogni modo, tutte le altre varianti danno al nero al massimo la parità, cosa che in partita è sempre più difficile da trovare. Adesso, d'incanto, il supercalcolatorie segnala la parità nonostante il nero abbia ben due pedoni di vantaggio!

23.Txd4 cxd4; 23... exd4 mi darebbe una maggioranza pedonale a est. 24.Ad1






E' il momento che aspettavo fin dall'inizio, quello di attaccare il pedone di re con donna e alfiere. Notare come il bianco spadroneggia sulle case bianche.

24... d3; 25.Ab3 h5; L'unica.

Notare come il supercalcolatore Fritz8 sia passato in due mosse da una valutazione pari ad un leggero vantaggio per il bianco (1.28)!











26.Dxd3!

Il nero corre ai ripari ridandomi del materiale e cercare di cambiare le donne. (26.Dxf7+ è più forte ma bisognava giocare con precisione, 26... Rh7 27.g4 c5 28.Dg8+ Rh6 29.g5+ Rxg5 30.Dxg7 Dd6 31.df7 d2 32.Ad1... Fritz8) . Perchè dovevo correre il rischio di sbilanciarmi dopo due ore di partita e lasciare al mio avversario la possibilità remota di uno scacco perpetuo o un controgioco con quel pedone d3, quando potevo entrare in un finale più quieto ma tecnicamente vinto? L'invito è di cambiare le donne che oltre ad aumentare il vantaggio mi avrebbe fatto risparmiare un sacco di energie.

26... Dd4 27.Dxd4 exd4 28.a5 Af8 29.a6 Ac5









Appena in tempo per fermare il fuggiasco.
I finali con alfieri di colore contrario finiscono quasi tutti in parità tranne casi eccezionali e questo è un caso eccezzionale.
L'alfiere nero è "impiccato" alla diagonale g1-a7 mentre Re e Alfiere bianchi possono scorrazzare lungo tutta la scacchiera. Il supercalcolatore si ostina a dare un misero leggerissimo vantaggio al bianco.

30.Rf1 Rf8 31.f4 f6 32.Re2 Re7 33.g4 hxg4 34.hxg4 g5?! (accelera la fine) 35.fxg5 fxg5











36.e5!


Qui si evidenziano tutti i problemi del nero: assoluta carenza nelle case bianche e, nonostante un pedone in più, dover fronteggiare due pedoni passati!


36... Ab6 37.Rd3 c5 38.Ac4 c6 39.Re4 Aa7 40.Rf5 d3 41.Axd3 c4 42.Axc4 un po' tardi per restituire il materiale.


42... Ae3 43.e6 Re8 44.Rf6 Ad4+ 45.Rxg5 Re7 46.b3 Aa7 47.Rg6 Ad4 48.Rh7. Il nero abbandona.


Sia che si perde o che si vince, sia nel male che nel bene, con me è sempre bello giocare, come parlare, leggermi e fare l'amore.

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venerdì 12 dicembre 2008

12 Dicembre SCIOPERO GENERALE


NO ALLA DISTRUZIONE DEL CONTRATTO NAZIONALE

L'attacco al lavoro del Governo Berlusconi e di Confindustria ha al suo centro la controriforma del sistema contrattuale. Una modifica che va respinta perché è un attacco al salario, ai diritti, al sindacato, alla democrazia.

Infatti:

1. In una situazione in cui negli ultimi 15 anni i salari italiani sono divenuti i penultimi d'Europa con gli aumenti di produttività andati quasi tutti alle imprese e al profitto - a causa della cancellazione della scala mobile, dell'accordo del '93 e della relativa moderazione salariale - si vuole peggiorare quell'accordo. L'ipotesi di "riforma" aumenta a 3 anni la durata del contratto, lega gli aumenti salariali ad un'indice dell'inflazione dal quale vengono esclusi gli aumenti dei costi dell'energia e delle materie prime importate, assume come base di calcolo solo i minimi tabellari.

In sostanza si programma l'ulteriore riduzione del potere d'acquisto dei salari.

2. Non è vero che si favorisce la contrattazione aziendale. Sarà vietato contrattare su ciò che è già stato discusso nel contratto nazionale. Il salario sarà ancora più incerto, con premi totalmente variabili, legati a sgravi contributivi e fiscali, senza nessuna garanzia per i lavoratori che non accedono alla contrattazione di secondo livello (che sono notoriamente quasi l'80% cioè la stragrande maggioranza).

3. Il contratto nazionale potrà essere derogato solo in peggio: in situazioni di crisi, ma anche per "favorire condizioni idonee allo sviluppo economico", cioè sempre.

4. Proliferano gli enti bilaterali per gestire collocamento, ammortizzatori sociali, sanità integrativa... cioè per distruggere l'universalismo dei diritti.

5. Proliferano procedure di arbitrato, conciliazione, divieti. Divieto di sciopero per 7 mesi. Se si violano le procedure scattano sanzioni e pagamento di penali.

Confindustria e Governo vorrebbero arrivare ai contratti individuali, annullando ogni potere reale di contrattazione dei lavoratori. Vorrebbero trasformare il sindacato da rappresentante degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, in "complice" delle imprese e in gestore di servizi sociali non più garantiti dallo stato, ma privatizzati.

Rifondazione Comunista aderisce e invita ad aderire allo sciopero generale indetto dalla CGIL
La vostra crisi non la paghiamo! Tutte/i allo sciopero generale.
La prima pagina del volantino di Rifondazione Comunista
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Ieri ho incontrato il segretario comunista Paolo Ferrero all'entrata dell'Ilva. Si trovava proprio vicino al varco dove io entro di solito. Gli ho stretto la mano. In quei 4 minuti di tempo che avevo avrei potuto discutere con lui, di cosa? Se lo sciopero aveva diritto di farlo anche un precario come me; oppure sarei andato subito sull'hard facendo qualche riflessione filosofica, sulla contrapposizione tra laicismo e chiesa che richiama poi il problema culturale e profondo che questa gente ha nel midollo, il fatto di farsi crocifiggere senza muovere un dito.
Già, avrei detto tutto ciò in tre minuti col mio linguaggio incerto, di frasi a morsi, del non mi viene la parola... Il problema vero è se parteciperò oggi allo sciopero oppure no.
No, non aderirò allo sciopero perché il sindacato non mi rappresenta; perché sono solo io e il gigante, e ogni tipo di pressione, ogni sbandamento si ripercuote sempre e solamente sulla mia spina dorsale.
Però un giorno ci sarò. Garantisco che quando il gioco si farà duro io ci sarò.

martedì 9 dicembre 2008

Beppe Grillo Show



Ieri sono stato allo spettacolo di Grillo e mi sono divertito un sacco. Mi sono un po' pentito di non aver portato la mia famiglia. Pensavo di dover essere impegnato con quelli del Meetup, invece se la sono cavata benissimo: il video su Taranto è stato bellissimo.
Quando mia figlia ha saputo che andavo allo spettacolo ha pianto che voleva venire. Non riesce a stare ferma per più di un'ora. La prossima volta, se ci sarà, li porto tutti.

Ho trovato posto quasi al centro del parterre dove Beppe pascola fra la gente. Pensavo che mi strapazzasse la testa come fa di solito, invece quando arrivava dalle mie parti lo vedevo indeciso. Poi tornato a casa mi sono visto allo specchio e ho notato sulla mia fronte i segni lasciati dalla cuffia di lana che avevo in testa. Mi son detto: avrà pensato che sono una specie di serical killer che si stringe la testa con la cinghia?

E' stato fantastico quando ha parlato della "palla magica". Una palla di plastica con dentro delle sfere di porcellana che messa nella lavatrice sostituisce il detersivo. Gli hanno chiesto: ma tu credi veramente alla palla magica? Perchè tu credi veramente a coccolino?

Poi è arrivato il momento del meetup; come una fatale coincidenza, Grillo è venuto dalle mie parti è inneggiava ad alzarsi e fare qualcosa... per questo paese. Un attimo dopo chiama a raccolta i meetuppari che si trovavano nei posti riservati a loro tranne me, l'unico che aveva il biglietto. Non sono andato solo perchè mi son vergognato, lo ammetto.
Alla fine dello spettacolo la gente si ammassava per vedere meglio il "miracolo" della palla magica -Biowashball- che nel frattempo aveva lavato degli indumenti in lavatrice.

A volte sembra come se Beppe Grillo viene da un altro mondo mentre noi viviamo una realtà fittizzia, falsa. Abbiamo tutti il presentimento che ci sia qualcosa che non va nelle nostre vite e Grillo è uno dei pochi che ci apre gli occhi e ci fa vedere per la prima volta.
Grazie

sabato 22 novembre 2008

Lo scontro generazionale (IV)

Prima di arrivare all'oscuro e indecifrabile '68 si dovrebbe fare qualche passo indietro per il famoso meccanismo che ad ogni azione corrisponde una reazione.
In primo luogo è bene considerare i due conflitti mondiali come un unico grande evento. Nessuno ha preso in considerazione che il ventennio 1918-38 altro non fu che una lunghissima tregua fisiologica. Infatti, dopo il primo conflitto ci furono milioni di morti: con quali uomini ci si poteva continuare a scannare in Europa?
Tanto è vero che in Inghilterra ci fu il fenomeno -subito dopo la Grande guerra- di sistemare tutte quelle donne rimaste vedove o senza compagno o senza la possibilità di maritarsi, dato che le femmine superavano di gran lunga il numero degli uomini in circolazione.
Ebbene, si aspettò esattamente un ventennio, il tempo di rigenerarsi, ricaricare le forze, per poter nuovamente tornare finalmente ad ammazzarsi nella seconda guerra mondiale.
Il nostro ventennio fascista promuoveva, non a caso, le famiglie numerose. Senza tanti preamboli il governo fascista favoriva e chiedeva figli maschi per rimpolpare l'esercito. Quelle politiche ebbero successo. Avere tanti figli equivaleva ad avere aiuti di stato - non come oggi che le donne incinta vengono immediatamente licenziate e questo la dice lunga sull'influenza della chiesa cattolica nella vita politica pubblica tutta incentrata a garantire tornaconti di casta senza "interessarsi", visto che ha la faccia tosta di ammetterlo, dei problemi reali della gente.

Il '68, secondo il mio punto di vista, segue la scia, non ha caratteristiche violente visto che gli squilibri erano risolti e gli squilibrati erano morti o si erano assuefatti alla realtà.
Le generazioni nate prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale soffrivano (e soffrono), una volta arrivate alla maturità, di un forte risentimento verso i padri e coloro che rappresentano autorità e disciplina.
Da un lato c'era la generazione che aveva vissuto la guerra con tutti i disagi disumani che essa comporta, e dall'altro c'era la generazione "nata nella miseria" ('40, '50) -non scordiamoci quanto l'infanzia influisce nella formazione dell'individuo adulto- ma vissuta nell'abbondanza degli anni sessanta. Tali movimenti avvenivano in varie parti del mondo quasi all'unisono perché varie parti del mondo furono interessate direttamente e indirettamente alle crisi militari succedutesi nella prima metà del '900.

Si verificò così un contrasto familiare fra i padri che raccomandavano e ammonivano i giovani ad avere una condotta di vita all'insegna del sacrificio, il risparmio, l'austerità, ecc. tutti consigli utili in caso di crisi militare-economica, ma che negli anni del boom erano molto fuori luogo. E un contrasto interiore fra un passato di infanzia inspiegabilmente magro e un presente inaspettatamente opulento.
Mangia tutto e lascia il piatto pulito, non farti le seghe che diventi cieco. Nell'era della crescita economica e delle minigonne tutti quei divieti e lacci che imbrigliavano i figli dei reduci non potevano trovare riscontro. Da qui il bisogno di liberarsi da genitori oppressivi da un lato e dalle privazioni dell'infanzia, inscenando delle rivolte sostanzialmente all'insegna del vago che hanno caratterizzato la fine degli anni sessanta.

Non si spiega altrimenti perché quelle generazioni che inneggiavano alla pace, alla libertà e tutti gli ideali indefiniti a cui si richiamavano, oggi quelle stesse generazioni governano il mondo spinte da un unico pulpito: la Libertà assoluta nel saccheggiare il pianeta. Una libertà fine a se stessa, un bisogno di svincolarsi da qualsiasi regola restrittiva per paura di rivivere gli shock patiti nell'infanzia.



Età della miseria




Età dell'abbondanza

giovedì 13 novembre 2008

Free blogger




Obama ha vinto anche grazie alla Rete. Ha raccolto fondi on line per un miliardo di dollari per la sua campagna elettorale. "A campaign powered by people, not the special interests". Una campagna finanziata dalle persone, non dagli interessi di parte.
L'Obama de noantri, al secolo Topo Gigio Veltroni, dopo aver fracassato le palle a tutti gli italiani sulla somiglianza tra lui e Obama (un insulto peggiore dell'abbronzatura dello psiconano) vuole dare una mano alla Rete. Tutti i blogger si stanno toccando.

Topo Gigio è peggio di uno spyware, di un malware, è un virus insidiosissimo che trasforma tutto ciò che tocca in una Walterloo. Il suo incaricato del Pdmenoelle, in arte Franco "Ricardo" Levi, ha depositato alla Commissione Cultura della Camera, con alcuni ritocchi degni di Pol Pot, la famigerata Levi/Prodi. Detta anche legge "ammazzablogger". Legge che va ribattezzata in Levi/Veltroni grazie alle nuove clausole.

In sostanza:
- ogni blog è equiparato a un prodotto editoriale
- ogni blog che pubblica Adsense di Google o banner può risponderne all'Agenzia delle Entrate
- ogni blog deve iscriversi al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione)
- ogni blog è soggetto alle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa
- ogni blog che non si iscrive al ROC può essere denuciato per il reato di "stampa clandestina": due anni di carcere e sanzioni economiche.

Un blogger può scegliere se iscriversi al ROC, e correre il rischio di una delle innumerevoli denunce penali e civili sui reati a mezzo stampa che risalgono al Codice Rocco del fascismo o, in alternativa, entrare in clandestinità prima di entrare in galera. Insomma, può impiccarsi o spararsi un colpo in testa.
La Commissione che deve esaminare la proposta di legge inizierà a breve i lavori sulla "ammazzablogger". Un sostegno da parte della Rete la aiuterà a prendere le decisioni.

Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.

Inviate le vostre foto con la scritta: "FREE BLOGGER":Invia una mail a freeblogger@beppegrillo.it con:
- Oggetto: il tuo nome
- Testo: indirizzo del tuo blog
- Allegato: la tua foto con un cartello "Free Blogger"Le foto appariranno nella barra superiore del blog.

Dal blog di Beppe Grillo

domenica 9 novembre 2008

L'Ilva vista dall'interno




Parlo poco del mio lavoro. Se avessi un contratto indeterminato avrei una rubrica fissa. Qualcuno direbbe che sono incoerente, ma se è vero che la storia è fatta a volte da uomini o eroi che affrontano i nemici da soli e si ritrovano contro anche la stessa comunità che difendendo -penso a Falcone e Borsellino-, è ancor più vero che la storia viene fatta da persone circondate di amore, stima, rispetto, fiducia e tutti quei sentimenti che un qualsiasi uomo ha diritto di avere a prescindere e non è propriamente il mio caso.
Forse appaio come un fautore della storia: intanto ne parlo e rimugino sopra ogni giorno e poi nessuno può sfuggire alla storia.

Qui il problema non è evitare questo o quel fumo ma sottrarsi alla nebbia. In certe condizioni di vento si è invasi da una nebbia fitta, un muro altissimo di fumo e polvere che ti investe costantemente per tutta la giornata. Penso allora cosa avviene quando si dirige verso il centro abitato o la campagna o il mare aperto. Qui ho imparato a riconoscere sulla pelle anche la più piccola brezza come gli indiani d'America.
Una sera fummo circondati in pochi secondi dalla nebbia. Mi precipitai a indossare la mascherina come al solito e mi voltai verso un collega più anziano per avere delle conferme. Dopo un attimo di esitazione mi rincuorò dicendo: è nebbia, è nebbia.
L'unica nostra salvezza è rappresentata dalle mascherine antifumo. Un palliativo inconsistente dato che non serve molto aprire l'ombrello quando ci si trova al centro di una tempesta.

Mascherine di protezione ne danno di due tipi: quelle considerate buone e quelle di concorrenza made in Cina. Quelle vere e quelle false, è a periodi.
Di quelle buone, quando ci sono, ne spettano al massimo 3 per evitare gli sprechi. Con la scusa degli sprechi ti tengono a pane e acqua. Siamo al limite, basta un livello più sotto per vedere operai che si rubano tute, scarpe e altro occorrente a vicenda. Non appena viene lasciato il materiale su un banco o i pasti della mensa, si verifica un vero e proprio assalto. Sembriamo belve sulla carcassa mentre pezzetti di carta svolazzano tutt'intorno. Io accompagno il tutto facendo il ruggito del leone. Immancabilmente rimane sempre qualcuno a digiuno.
In certi casi le mascherine sono difettose e si rompono in mano ancor prima di essere indossate. In qui frangenti sembra vedere la scena del film "Apollo 13" dove gli astronauti alla deriva attorno alla luna hanno il compito di riparare il veicolo spaziale usando ogni cosa che è possibile recuperare sulla nave tra cui un sacchetto di plastica che si rompe: "si è rotta"; "per fortuna ce n'è una di riserva".
Questo è il luogo dove si usa dire "vado dentro a prendere una boccata d'aria". Negli ultimi mesi la pressione è aumentata notevolmente. Siamo osservati a vista. I controllori, quelli che danno il tempo alla remata, passano con le auto e ci osservano come i clienti delle puttane oppure si fermano come le pattuglie dei carabinieri in cerca d'infrazioni. Qui fanno profitti da siderurgia, pagano il minimo sindacale da metalmeccanici e pretendono un ritmo di lavoro da raccolta dei pomodori.
Posso vantare una discreta esperienza in vari cantieri in giro per l'Italia. Quando i dirigenti si rivalgono sul ritmo di lavoro degli operai vuol dire che sono incompetenti. Il lavoro di un addetto ha un limite oltre il quale non si può andare per via della sicurezza e della qualità.
Se si vuole aumentare la produzione occorre cambiare il "metodo" di lavoro e non puntare sulla "quantità". Naturalmente qui come nel resto del Paese per fare il kapo occorrono altri requisiti prima delle competenze specifiche. Si predilige sempre un guadagno a breve termine di uno a lungo termine.

Il morto di fame di Emilio Riva e chi insieme a lui, hanno guadagnato negli ultimi 4 anni 2,5 miliardi di euro alla faccia nostra. E' uno dei maggiori gruppi italiani che possiede più liquidità, cioè soldi liquidi sotto il mattone. Come Paperon de Paperoni che cominciò con un centesimo, Riva un tempo aveva un capannone ed è finito col possedere metà delle acciaierie d'Europa. Il solito arricchito con le pezze al culo: scommetto uno stipendio che Riva usa i calzini fino a quando non si bucano per immolarsi alla legge del risparmio. Un ottantenne in piena età produttiva: infatti dirigenti e massime cariche dello stato vanno in media dai 70 agli 80 anni.

Vediamo: facendo la media di 75anni scopriamo che questa gente è nata nella prima metà degli anni '30. Un periodo non proprio tranquillo per l'Europa. La guerra è scoppiata quando loro avevano circa 7 anni e all'arrivo degli americani per "salvare" un paese alla fame, questi avevano intorno ai 10 anni, l'età giusta per "comprarseli" con una barretta di cioccolato. Infatti, certa gente stravede per gli Usa perché, dicono, ci hanno dato la libertà: è meglio dire che vi hanno dato la cioccolata e quando vedete uno di loro vi ritornano ricordi... dolci.
Le aziende farmaceutiche vanno in cerca di nuove malattie, un giorno questa bulimia da massimizzazione dei profitti o lo stakanovismo da introito, saranno riconosciute come patologie.
La terapia sarà una dieta ferrea! Non sono contrario che uno si crei una posizione, ma non è accettabile che ad esempio dopo aver fatto utili da capogiro non appena si mette mano al portafoglio si cercano stratagemmi e trucchi per far in modo che quel denaro "rientri" rivalendosi sullo Stato o che si pretendi una economia fino all'osso quando si è abbondantemente in attivo.

Già, lo Stato. Lo Stato siamo noi? Lo Stato sono loro. Quello che ci frega è l'idea che abbiamo del prossimo e la proprietà dell'anima. Non c'è un concetto più egoistico dell'anima da salvare. Il prossimo è un'entità che si trova appena più in là, è distaccata da noi, è in prossimità, non ci tocca. L'anima è un problema strettamente personale mentre dovrebbe essere di interesse sociale... socialista. Riguarda tutti, dovrebbe riguardare tutti. Lo si nota bene quando s'incontra qualcuno che l'anima proprio non se la vuole salvare. Perché "dobbiamo pagare" noi le conseguenze quando i "rimedi" sono lasciati alle leggi misteriose di Dio? Non leggo Kierkegaard, lo evito. Ho qualche libretto ma preferisco non leggere per non inquinarmi. Ho dovuto astenermi molte volte dal leggere roba interessante per non intaccare il mio procedimento genuino, così lascio ai critici la ricerca spasmodica di chi lo ha detto per primo.


Il prossimo, il contiguo, l'entità separata dall'io diventa un oggetto contrapposto al me come soggetto. L'altro è un mezzo per raggiungere i propri fini di "redenzione". La solidarietà ha un significato patetico di elemosinazione verso un problema altro che non ci tocca direttamente. Ottengo la Salvezza se riesco a "sfruttare" tutte le possibilità che mi circondano. Il mondo è stato creato a mio uso e consumo. Se metto Dio di fronte, se lo indico con un dito, mi contrappongo generando una dualità, è come avere due dei: Dio e io. Al contrario, l'identificazione col mondo che ci circonda genera quell'unitarietà che più si avvicina al concetto di amore. La soggettivazione che tanto ha dato alla civiltà occidentale, è aggravata dal fatto che l'essere soggettivo è un sovrastare, un trovarsi al disopra in prospettiva verticale. C'è chi è sopra e c'è chi è sotto. Il rapportarsi non è mai ugualitario perché due entità in linea tendono a convergere e identificarsi in una cosa sola.

Questa è una terra desolata, martoriata, devastata nell'aria, nella terra e nel mare. E' una grande pianura che scende impercettibilmente verso il mare. C'è chi dice che un tempo qui c'erano distese di ulivi. Un comune col debito più alto d'Italia mentre doveva essere ricco, o almeno in attivo. Non c'è nessun vero indotto alla grande azienda. Gran parte del materiale viene fatto arrivare esclusivamente dal nord, forse anche la carta igienica proviene dalla Lombardia. Un giorno si sono riunite quattro persone e hanno fatto accordi fra di loro decidendo della vita di migliaia di persone alle loro spalle per i decenni futuri. Ma quale federalismo e autonomia? E' difficile imporre la buona regola che chi sfrutta un territorio deve reinvestire in quel territorio? Come avviene a Napoli qui si lascia lo smog e la morte mentre i profitti vengono portati al nord. Non c'è in tutta la provincia una ditta che produce bulloni. Questa terra è ai loro occhi una enorme tavoletta del cesso.

So cosa penserà Riva e la sua cricca. Noi vi diamo lavoro, noi vi diamo da mangiare, noi vi diamo la vita... vi abbiamo creato Noi! Ecco la verticalità. C'è sempre qualcuno al di sopra. L'azienda è al disopra di tutti, il fulcro dove converge ogni sforzo. Una cosa eletta a ideologia o a divinità.
Abbiamo inventato le macchine per servirci e siamo finiti col sottometterci a loro. Loro fanno la produzione, "creano" profitto. Invece di plasmare l'oggetto alle nostre esigenze fisiologiche, abbiamo adeguato le nostre vite al ritmo delle macchine. L'Ilva è un totem moderno, un feticcio ridicolo ai piedi del quale ci sacrifichiamo.
Le storie di operai morti pochi mesi dopo essere andati in pensione sono innumerevoli. Il male se li porta via in pochissimo tempo. In quel periodo spendono anche tutto il tfr con la speranza vana di salvarsi. L'operaio è come il maiale non si butta via niente.

Da pochi giorni hanno diffuso la notizia della cassa integrazione per 2000 dipendenti.
Per me la cassa integrazione è una rappresaglia, un'azione di rivalsa sulla questione della diminuzione delle emissioni nocive che l'Europa richiede con urgenza. Il lavoro che dovrebbe essere un diritto diventa un'arma di ricatto sociale. L'alto tasso di disoccupazione è utile per tenere bassi i salari ed estorcere incentivi pubblici. Il fatto surreale è che la comunità europea potrà multare l'Italia se gli accordi non vengono rispettati con 7miliardi di euro all'anno. Non mi sorprenderebbe se l'azienda continuasse a produrre nonostante una multa enorme sulle spalle dei cittadini. Ormai si è capito che il capitalismo si fonda sulla sottrazione diretta e indiretta di fondi pubblici o ricavati col sudore del lavoro di altri.

Se proprio dobbiamo pagare quei 7miliardi ci conviene ristatalizzare l'Ilva. Anzi, è più corretto adottare una strategia inversa: con l'accusa di disastro ambientale, confiscare qualche bene da usare per smantellare il tumorificio e bonificare l'intera area. Sarebbe un atto di giustizia divina... al contrario di noi ci sono nazioni in Europa dove credono che la ricchezza sia un dono di Dio: "come può Dio permettere ciò?", dunque le regole funzionano.

domenica 26 ottobre 2008

L'Ilva di Taranto è un tumorificio legalizzato







Segue un articolo del Corriere.it http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_21/fumo_diossina_3e4495ce-9f40-11dd-b0d4-00144f02aabc.shtml

A 13 ANNI HA IL TUMORE DA FUMO. «E' LA DIOSSINA»

Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata dell'Europa occidentale.
Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del mondo, 1.200 pecore da abbattere

DAL NOSTRO INVIATO
TARANTO — Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile, Patrizio Mazza, primario di ematologia all'ospedale «Moscati» di Taranto, non l'aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla. Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi, «il quartiere dei morti viventi».


A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma Taranto è la città più inquinata d'Italia e dell'Europa occidentale per i veleni delle industrie. L'inquinamento di Taranto, infatti, è di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto, il 93%, è di origine industriale. A Taranto, ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall'Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena Copša Miça, le più inquinate del mondo per le emissioni industriali.


Ma a Taranto c'è qualcosa di più subdolo. A Taranto c'è la diossina. Qui si produce il 92% della diossina italiana e l'8,8% di quella europea. «In dieci anni — dice Mazza — leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati del 30-40%. La diossina danneggia il Dna e un caso come quello di S. è un codice rosso sicuramente collegato alla presenza di diossina. Se nei genitori c'è un danno genotossico non è in loro che quel danno emerge, ma nei figli».


Tre mamme il cui latte risulta contaminato dalla diossina, cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l'abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel raggio di 10 chilometri dal polo industriale (con i monitoraggi sospesi perché sempre «positivi ») sono, più che un allarme, una emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso (la città contaminata nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina, colpiscono Taranto come sette piaghe bibliche.


Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari, sede della Regione) si discute, Taranto viene espugnata dalla diossina. Basta dare un'occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su misura per l'Ilva di Emilio Riva», dicono le associazioni ambientaliste. «Siamo in regola e abbiamo anche investito 450 milioni di euro per migliorare gli impianti», replica l'Ilva, che l'anno scorso ha realizzato utili per 878 milioni, 182 milioni in più dell'anno prima e il doppio del 2005.


L'Europa però è dal 1996 che ha fissato il limite di 0,4 nanogrammi. L'Inghilterra, per esempio, si è adeguata. E la Germania ha fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo stesso limite previsto per gli inceneritori.


Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d'intesa, ma con scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che l'Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall'Italia, che impone ai Paesi membri di adottare le migliori tecnologie per portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi.


Eppure a Servola, Trieste, acciaierie «Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al siderurgico, pena la chiusura, di rispettare i limiti europei. In due anni, grazie anche alle pressioni della confinante Austria, il miracolo: dalla maglia nera, in tandem con Taranto, Servola è diventata un centro di eccellenza, con la diossina abbattuta fino al teutonico limite di 0,1 nanogrammi.


Certo, con una legge regionale, o con un decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull'Ilva, giudicato ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte di drammatiche spaccature fra i 13 mila dipendenti del siderurgico.
Invece c'è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come in Friuli».
Ma la Puglia non confina con l'Austria. Al di là del mare, c'è l'Albania.

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Inoltre:
corre voce che l'Ilva ha promesso l'assunzione di 1000 persone residenti nei quartieri limitrofi di Tamburi e Paolo VI. Naturalmente, come al solito, non è nulla di ufficiale, tutto resta nel vago.
Il fatto grave è che vogliono "comprarsi" il beneplacido dei cittadini più esposti all'inquinamento.
Paradossalmente, la crisi (eterna) del nostro territorio viene usata strumentalmente per procurare vantaggi all'azienda.

Visto che l'Ilva è rimasta l'unica "risorsa" del territorio, ho il sopetto che si stia usando una specie di strategia da multinazionale in Africa che consiste nel ridimensionare tutta l'economia locale per non lasciare nessuna laternativa al di fuori dell'azienda in questione con l'intento di assoggettare uomini e territorio al loro potere.
La crisi è un'arma di ricatto. Si impone un out-out molto sottile perchè mascherato da benefattori che danno lavoro, che sono una "ricchezza per il territorio" quando in realtà è il territorio -depresso- e la gente -alla fame- ad essere una risorsa per l'azienda.
Insomma, per sfruttare al massimo popolo e territorio l'Ilva usa uno stratagemma antico ma in chiave moderna che funziona sempre: il cancro e la carota.

venerdì 24 ottobre 2008

Videomania

E' scoppiata la mania dei video amatoriali in rete. Ormai proliferano piccoli e grandi YouTube a caccia di filmati. Ognuno vuole avere la "sua" televisione personale come avevo previsto ed era facile prevedere.
Il PD ha da poco inaugurato la "televisione di partito" //beta.youdem.tv/ fatta dai cittadini dove mi sono iscritto come FrancescoM. Anche Oliviero Diliberto ha annunciato che i comunisti avranno prossimamente la loro TV su internet. E ci sono altri esempi come http://www.tbtv.it/homepage.xsp
Qualcuno dice che c'è la possibilità di guadagnare €10 a video... Urca! ma, obiettivamente, i miei video valgono di più.
Di seguito ripropongo i miei video che ritengo più interessanti. Lo so, c'è chi si chiede come mai non ho prodotto altro materiale: lo farò non appena riuscirò a rimettermi in sesto. Sto anche "lavorando" (apro la parentesi per chiarire che facendo una attività che si può paragonare al minatore, non posso avere una freschezza celebrale costante che mi permette di affrontare temi impegnativi come quelli che mi sono proposto. Pertanto, i tempi di produzione risultano più lenti) sulla IV e V lezione che riguarda "lo scontro generazionale" -e questo sarebbe il periodo migliore per postarli- e la VI su "l'evoluzione della religiosità" o qualcosa del genere.

Il governo è caduto per almeno 3 motivi



Mangio la tessera elettorale in segno di protesta per il trasferimento del giudice Forleo



Auguri di natale a Buttiglione



Auguri di natale a Berlusconi



Facciamo il partito della rete

mercoledì 15 ottobre 2008

Il santo laico Roberto Saviano



"Andrò via dall'Italia, almeno per un breve periodo e poi si vedrà. Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido -oltre che indecente- rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarsi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri -oggi qui, domani lontano duecento chilometri- spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impediscono di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me."

Tratto da un quotidiano di oggi

giovedì 9 ottobre 2008

Dal blog di Beppe Grillo



"Certo che per i sacerdoti del "libero mercato" e del "più mercato meno stato" e del "meno tasse per tutti", è un bel momento.Per i leghisti che ancora starnazzano sul federalismo fiscale, con i comuni che dovranno rimettere i vespasiani per tassare, come fece a suo tempo l'omonimo imperatore, anche l'urina. Con lo stato che si è accollato i debiti Alitalia per regalare il poco di buono rimasto ai "bravi imprenditori italiani" che hanno razziato in patria e in altri sfortunati paesi. Per non parlare delle agevolazioni al vaticano, alle scuole e sanità privata, ai "regali agli amici". Di sicuro c'è meno stato, quello sociale, per l'assistenza, la scuola, la sicurezza, il lavoro.Ma c'è "più stato", ossia più soldi nostri, per salvare il culo a chi soldi ne ha già, e tanti.Ci tengono per la collottola con la paura. Paura della perdita del lavoro: vallo a dire a chi non l'ha mai avuto e ai precari. Con la paura della recessione: sono anni che siamo in recessione e che le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Con la paura dell'immigrato brutto sporco e cattivo: siate allegri, se polizia e vigili urbani pestano loro magari non pestano noi anche se abbiamo appena rapinato una vecchietta. Insomma, che che ne dica Grillo, è un'altra messa nel sedere con il consenso generale.Già mi sembra di sentirle le solite vocine querule: "ma che possiamo fare? Tanto non cambia niente!". E certo che non cambierà mai niente in un paese abitato in buona parte da omuncoli e quaquaraqqua, piagnuccolosi e servi, bravi ad essere prepotenti con quelli più sfortunati e zerbini con il primo millantatore impomatato che passa. Però,se mai, per caso,ma proprio per puro caso, quasi per uno scherzo del destino,capitasse di agire,ci si ricordi che la prima cosa da occupare, prima ancora delle televisioni distruttrici di neuroni cerebrali, sono le banche. Per rifondare uno stato si comincia dai soldi, dall'economia, dalla cultura, e non dalle parole rassicuranti e vane dei vanesi."
Maria G.

giovedì 25 settembre 2008

Conferenza Stampa su Anagrafe Pubblica del 20/09/08 a Palermo

Tratto da Radio Radicale

Martini per Conferenza Stampa su Anagrafe Pubblica del 20/09/08 a Palermo”

Di Nadia Spalletta

"Intanto penso che questa iniziativa sia essenziale per assicurare anche l’attuazione delle vigenti norme di legge in materia di trasparenza dell’azione amministrativa riguarda non soltanto gli atti ma anche i soggetti che pongono in essere gli atti. La legge prevede la …..che all’interno degli statuti vengano individuati dei percorsi che consentano ai cittadini di conoscere l’azione e le vicende della pubblica amministrazione. In questo contesto si inserisce anche l’opportunità che coloro che operano e che agiscano, rendano noto i contenuti delle loro azioni.
Il soggetto politico, spesso, si ritrova assolutamente libero e arbitro di svolgere il suo ruolo istituzionale. Dopo le operazioni non esistono allo stato le riforme di controllo da parte della società di ciò che è il consigliere comunale o provinciale o regionale e per non parlare di quello che avviene a livello nazionale realmente pone in essere rispetto alle indicazioni, alle promesse elettorali.
Intanto perché la normativa sulla trasparenza dell’azione amministrativa e sulla pubblicità degli atti amministrativi in realtà non è stata mai attuata; non esiste una sorta di rivista o di bollettino o di pubblicazione ufficiale degli atti della pubblica amministrazione. Ogni amministrazione avrebbero l’obbligo periodicamente di rendere noto, con tutti gli strumenti possibili, ciò che avviene nella pubblica amministrazione. Questo consentirebbe ai cittadini di effettuare un controllo quasi immediato della vita politica degli enti pubblici, anche perché oggettivamente, non sempre la stampa è in grado di riportare adeguatamente le notizie. Spesso la stampa, quando non è di parte, comunque essa stessa non sarebbe in grado di entrare dentro i meccanismi interni di una pubblica amministrazione. Per cui, non è la stampa lo strumento più adeguato a oggi per informare i cittadini di ciò che avviene. Uno strumento che con alcuni colleghi stiamo cercando di attuare è quello delle assemblee cittadine. Anche il partito democratico ha avviato questo percorso. Le assemblee cittadine, che peraltro sono previste dalla legge sono un eccezionale istituto che consente ai cittadini di conoscere direttamente ciò che i soggetti politici effettuano all’interno delle realtà istituzionali e politiche.
L’Anagrafe, cioè ciò che è e ciò che fa il consigliere e comunque il soggetto politico in generale, potrebbe essere un ulteriore strumento di conoscenza reale di comprensione. Perché, d’altro canto, il cittadino se vuole veramente esprimere il suo pensiero politico deve avere anche la libertà, la libertà nasce anche dalla conoscenza, sia in grado di esprimere, di valutare e di decidere quando si conosce in senso critico l’Anagrafe.
Potrebbe consentire una conoscenza diretta di un soggetto e di quello che quel soggetto sta realizzando nel territorio in cui opera e consente ai cittadini una valutazione anche critica e anche in vista della successiva manifestazione del proprio pensiero, del proprio voto. C’è, sistematicamente questa separazione netta tra i bisogni dei cittadini e la fiducia che i cittadini ripongono nei soggetti eletti e quello che poi realmente è, e fa dentro alle istituzioni il soggetto eletto. Non c’è allo stato nessuna reale forma di controllo che io chiamo controllo sociale, dell’operato di un soggetto pubblico. Questo determina, tra l’altro, che anche per i soggetti che hanno le migliori intenzioni di sentirsi assolutamente svincolati. La legge prevede che non ci sia mandato elettorale, che l’eletto sia assolutamente libero, ma la legge intende che non c’è mandato rispetto a un partito politico o non rispetto ai bisogni dei singoli cittadini. Spesso chi viene eletto non avendo sempre un confronto con i suoi elettori reale e non subendo il controllo, tra l’altro, aggiungo che il nostro sistema legislativo ha eliminato qualsiasi forma di controlli rispetto gli enti pubblici. In passato esistevano dei controlli interni e dei controlli esterni. Controlli che venivano per esempio effettuati dal segretario generale: era il controllo di legittimità degli atti. Il comitato regionale di controllo. Tutte queste forme di controllo oggi sono state per legge inspiegabilmente abolite. Quindi, chi amministra, chi governa, chi partecipa alla vita politica dello stato in realtà è assolutamente libero e arbitro perché non esiste nessuna forma giuridica di controllo degli atti della pubblica amministrazione. Un istituzione di un percorso che renda trasparente le vicende personali e politiche dei singoli soggetti istituzionali potrebbe sopperire, se pure parzialmente al venir meno di altre forme ci controllo che inspiegabilmente e inadeguatamente sono state eliminate. Forse è all’eliminazione di queste forme di controllo istituzionale che da collegare il dissesto finanziario di moltissimi enti pubblici che oggi sono assolutamente liberi di spendere. La Corte dei Conti interviene o su esposti o episodicamente su atti generali ma non su singoli provvedimenti, per cui ha difficoltà ad analizzare di volta in volta il contenuto degli atti.
L’Anagrafe del soggetto politico, la verifica dei comportamenti personali e politici dei soggetti politici, potrebbe sopperire se pur in parte al venir meno di altre forme di controllo, sarebbe anche questo uno strumento di democrazia e di partecipazione diretta da parte del cittadino alla vita politica di una città o di un soggetto politico in generale.

http://www.radioradicale.it/palinsesto/2008/9/22 trasmissione delle 15:07 del 22/9

giovedì 18 settembre 2008

Il metodo Mangano applicato alla politica



Berlusconi usa anche il metodo Mangano in casi estremi.
Consiste nel piazzare una bomba davanti casa prima di far visita a qualcuno.

Vado a memoria d’uomo: mi trovavo a Venezia intorno al ‘01 quando buttarono una bomba nella notte vicino al palazzo di giustizia, luogo dove si dovevano “condannare” i dirigenti dell’Enichem per strage. Il giorno dopo, guarda caso, arriva a sorpresa il neo primo ministro Berlusconi a far visita a Venezia(per far cosa??)

Le prime indagini “sull’attentato” brancolavano nel buio, poi la notizia si perse.

Pensai fra me: questo è venuto qua, ha messo una bomba, ha mangiato e bevuto anche a spese nostre e se n'è andato.

Siamo in mano a terroristi, altro che manager…

http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/13/magistrati_devono_tacere_sulla_bomba_co_0_0108138736.shtml

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=12239

http://www.repubblica.it/online/cronaca/vene/rivend/rivend.html

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martedì 16 settembre 2008

Sulla consapevolezza cosmica



Il vegetale ha consapevolezza di essere? Sì “concepisce”? Andando per deduzione siamo costretti ad ammettere di si. Esso vive, cresce, dà i frutti, ecc. “Sentirà” l’inverno, l’estate, ecc. Quindi ha una coscienza di sé pur non avendo né mente, né ramificazioni nervose. Un albero, un muschio, sanno di essere attraverso qualcosa che trascende sia la materia che lo spirito (?).
Sto parlando dell’anima? L’anima è un attributo del me. La mia anima. Il concetto di anima sottintende un’appartenenza, è predicato di qualcos’altro che è alla basa, che ne è sostanza, ed è l’essere, il Sentimento.
Vorrei fare lo stesso ragionamento riguardo ai minerali. Una pietra è consapevole di essere? Mentre col vegetale si è potuti andare per deduzione perché contiene funzioni vitali simile agli “animali”, coi minerali ci sembra assurdo. Forse, se un vegetale avesse la capacità di ragionare, farebbe le stesse conclusioni deduttive rispetto al minerale, come noi le abbiamo fatte rispetto al vegetale.

Perché le zebre hanno le strisce bianche e nere? Come mai hanno “adottato” (quando si dice che la verità è sotto gli occhi) una colorazione così appariscente che facilita l’individuazione da parte dei predatori? Perché non un colore che si mimetizza con la vegetazione? I biologi si sono fatti questa domanda e hanno scoperto il motivo.
Il manto striato permette alle mandrie di zebre di passare inosservate quando si spostano in cerca di acqua. Infatti, le striature creano un effetto ottico che a lunga distanza le rende invisibili. Il predatore in lontananza non le riconosce quindi non le insegue. Quelli nelle vicinanze le riconoscerebbero lo stesso con qualunque colore del manto. I militari in guerra hanno usato questo stratagemma per camuffarsi.
Com’è potuto succedere? Come si è giunti a questo risultato? L’evoluzionismo spiega che i caratteri genetici cambiano per un accidente o semplicemente per selezione, nel senso che tendono a riprodursi maggiormente quelli con caratteristiche migliori. Chi ha deciso, e soprattutto "compreso", che le striature ti rendono invisibile? L’antenato della zebra lo ha dedotto in qualche modo e si è concentrato facendosi venire le strisce bianche e nere? Oppure casualmente sono nati degli esemplari col manto striato e hanno dato origine alla stirpe? Se così è, quando si trovavano misti gli striati e i no, quelli col manto monocolore attiravano i predatori lo stesso e una volta vicini i leoni non stavano li a scegliere il colore da mangiare. E poi, come è giunta la natura a “capire” che quel tipo di colorazione era un ottimo sistema di difesa? La natura ha un centro di ricerca? Oppure si tratta di una “consapevolezza” cosmica, di una coscienza naturale costituita da tutte le cose viventi e non? Vi sembra un discorso affascinante?

mercoledì 10 settembre 2008

Il deserto dei Tartari




Georgiani e ossezi sono peggio, molto peggio, di romeni e turchi messi assieme.
Vi ricordate i Tartari? Sono leggenda o sono esistiti? In realtà i tartari o tatari sono proprio i georgiani.
La Nato vuole "annettere" la Georgia per avere uno spazio dove piazzare le armi di Cheney e bombardare più facilmente Iran e Cina.
Grazie a ciò, i georgiani... perdon, i tartari, potranno, un giorno, circolare liberamente sul nostro territorio e fare i comodi loro a nostre spese.
Un personaggio illustre della Georgia è Stalin, pseudonimo di Dzugasvili, che ha fatto carriera ammazzando i suoi competitori. Lenin diceva che un georgiano -si riferiva a Stalin- non dovrebbe mai governare un paese.

giovedì 28 agosto 2008

Le altre ragioni della sconfitta




Tutta la sinistra ha sempre sofferto di un senso d'inferiorità verso il centro moderato e il cosiddetto elettorato cattolico. Si sarebbe dovuto rilanciare perseguendo il laicismo dello Stato e cercare di "catturare" quei cattolici non praticanti che odiano la Chiesa come istituzione. Invece non succede niente e mi chiedo: dove sono gli intellettuali di sinistra che dovrebbero affrontare questi temi tirando in ballo la Chiesa in un confronto dialettico senza timori reverenziali di sorta?

Uno spunto? Basterebbe puntare sulla necessità di aderire almeno in parte al vento protestante che in Italia non è mai arrivato, evidenziando quella caratteristica infima della Chiesa d'infrapporsi tra il fedele e Dio, fra il credente e quel sentimento antropologico che possiamo definire: di profusione alla purezza. La Chiesa si intro-mette come mediatrice fra la terra e il cielo creando uno strabismo concettuale, per cui la via verso la Salvezza passa dal prete che diventa un nuovo muro ancora da superare. S'impone, in effetti, una condotta "mondana" ispirata al monachesimo giacché la Chiesa, ponendosi come diaframma che eclissa il vertice della profusione, si trova ad essere essa stessa punto supremo di adorazione ed "esempio da seguire"; per cui, gli individui si trovano a seguire regole comportamentali proprie da convento contravvenendo alle esigenze biologiche e antropologiche che un uomo ha a prescindere di chi volontariamente sceglie di austerizzare la propria esistenza. Le conseguenze di ciò sono molto gravi.

Un dio maschio e severo è una concezione fascistoide, ecco perché gli italiani sono tendenzialmente di destra. Un dio di sinistra sarebbe una dea femmina e benevola? La religiosità è un sentimento che non si può personificare come la gioia, la felicità e l'amore. Il problema è culturale: il monoteismo assoluto è verticale, pone tutto sopra e niente sotto. Il fatto è che ci si ritrova sempre sotto!
La Chiesa usa un monito molto violento sventolando in continuazione lo spettro della morte, la scomunica e l'inferno come mezzo di coercizione. Il cattolico viene svuotato, non ha personalità, si annulla in virtù di un'alterità eterea e impalpabile. La "promessa", in cambio del sacrificio misantropico della propria natura, è la vita eterna, guarda caso l'annullamento di quella morte che viene simboleggiata ed esposta ovunque. A causa di una religiosità che non si esplica in armonia con la natura umana, si suscita nel cattolico un sottaciuto senso di rivalsa, un bisogno latente di scardinare le regole che lo tengono imprigionato. Ne consegue che la verticalità Assoluto/nulla viene riflessa nella quotidianità col risultato che Berlusconi -al pari del capo o padrone di turno- si trova ad essere il dio in terra, l'esempio da imitare e venerare perché è colui che da un lato è riuscito ad "elevarsi al cielo" compiendo il percorso indottrinato dalla Chiesa riflesso in terra, e dall'altro si è finalmente liberato da regole misantropiche imposte del dogma cristiano conservando nel contempo la classica ipocrita aurea di santità cristiana.
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sabato 23 agosto 2008

Cina, Usa o Europa?



Le olimpiadi moderne sono state usate sempre come pretesto per confrontarsi fra superpotenze e ribadire la loro "superiorità" rispetto agli antagonisti politici e militari. Tutti ricorderanno le olimpiadi di Berlino, il medagliere usa/urss e oggi, il confronto usa/cina. La propaganda si è interessata in modo meticoloso della preparazione degli atleti che avrebbero portato "l'oro" in patria.

Se -secondo la mentalità imposta dalla propaganda politica- la nazione che esprime più talenti è il modello sociale da perseguire per via del successo ottenuto dai cittadini che vivono in quel tipo di società, nessuno, a quanto ne so, si è preso la briga di far notare e "propagandare" il fatto che gli stati europei hanno ottenuto forse ogni volta, il medagliere più consistente.

Infatti, se sommiamo le medaglie dell'Europa a 15 risulta una "superiorità" schiacciante nei confronti delle "potenze" attuali cina/usa.

Ne risulta che il "modello di riferimento" degli ultimi tempi è stato sbagliato, oltre al fatto che non si può confrontare un paese di 200 milioni di abitanti al pari di uno con 50, ecc. inoltre, appare chiaro, come ho già accennato nel post "la forma di governo migliore cui aspirare"(http://ilblogdimasciullo.blogspot.com/2007/11/la-forma-di-governo-migliore-cui.html), che il modello europeo di orientamento socialdemocratico è applicabile non solo in paesi piccoli come Danimarca o Olanda ma dilatando il cerchio e includendo quei popoli che in qualche modo convergono verso quel modello e che hanno, fra l'altro, suscitato sempre l'invidia -ma nessuno lo ribadisce- in tutto il mondo, come la scandinavia, tutte le nazioni in lingua tedesca, la stessa Francia e, perché no, l'Estonia, la Lituania; abbiamo almeno 300milioni di cittadini che vivono secondo standard civili mai raggiunto da nessun altro paese.

Qualcuno direbbe, dov'è l'inganno? Il trucco è nel far credere con effetti speciali che quello è il mondo migliore possibile in cui vivere e scoraggiare e assoggettare ogni rivendicazione culturale alternativa grazie al terrore esercitato con le armi, in primo luogo, e l'addomesticamento del nemico o eventuale nemico, con accordi segreti militari-strategici ed economici, con l'embargo, l'isolamento, la divisione e tutti quei stratagemmi atti a convogliare ogni sorta di beneficio alla propria bandiera.

Il concetto dello sportsman vincente come testimone del benessere infuso ai cittadini dai propri governi è giusto in linea di massima però voglio sottolineare una cosa: invece di premiare il salto del giaguaro o la corsa della gazzella, sarebbe più giusto richiamarsi a quelle doti che hanno fatto dell'uomo quella testa pensante (vorrei dire un'altra cosa) che oggi è. Il livello di "civiltà" si dovrebbe, anzi, si deve misurare in base alle "prestazioni" o opere intellettuali che i cittadini di tal paese riescono a esprimere. Su quelle basi dunque, dovrebbe convergere, se vogliamo, il resto del pianeta.

Nessuno può negare -e proporre figure alternative- che uomini in lingua tedesca o facenti parte di quell'Europa evidenziata prima, hanno costituito la dorsale culturale sulla quale il mondo, volente o nolente, si è sostenuto ed è progredito. Faccio una lista di nomi a caso: Kant, Marx, Nietzsche, Van Gogh, Wagner, Kafka, Einstein, Heidegger, Bergman, ecc.

La mia impressione è che in sostanza ci sia un po' di confusione. In genere gli uomini non sanno chi/come sono e cosa serve per stare bene; in più, non hanno il senso dello spazio e del tempo, cioè sono disorientati perché non hanno punti fermi di riferimento che li collochino in una dimensione unitaria e stabile nella quale essi riconoscono il loro posto come soggetti attivi e partecipi al bene comune. Non voglio diventar pesante e meticoloso adesso. Devo sempre andare a fondo, penetrare all'interno del problema. Sarebbe bastato far notare che il medagliere europeo è più ricco invece mi sono addentrato all'interno della materia informe e oscura del mistero umano.

In conclusione: facendo le dovute proporzioni, le olimpiadi hanno sentenziato che il paese migliore in cui vivere è la Giamaica...


mercoledì 20 agosto 2008

RIFLESSIONI SUL CROCIFISSO



Premessa
Prima non eravamo niente, poi, a un certo momento, siamo nati, siamo vissuti e con la morte siamo ritornati ad essere niente.
Nulla - esistenza - nulla.
Una cosa fra due nulla… è come se non fossimo mai esistiti! Qualcosa dopo la morte c’è ma, soprattutto, c’è qualcosa prima della vita. Pertanto smettiamola di preoccuparci dell’aldilà e concentriamoci sull’al di qua.
Il religioso sacrifica la vita per la morte. Io rinuncio a tutto, ai piaceri della vita, a me stesso, soffro e mi sacrifico, però, poi, pretendo la vita eterna.
Soffrire con i parenti in rianimazione è buono, perché ciò, -il patimento- mi garantirà con gl’interessi, l’estasi del paradiso. E’ il meccanismo psicologico delle religioni: il musulmano si sacrifica a patto che, dopo la morte, godrà di una ricompensa.
Nel medioevo si usava autoflagellarsi per espiare, attraverso il dolore, i peccati commessi.L’ossessiva paura del Dopo ci fa rinunciare alla vita.

RIFLESSIONI SUL CROCIFISSO

Guardando con distacco l’immagine e il messaggio che esprime il crocifisso risulta sconcertante la figura di un uomo morto inchiodato ad una croce. Un corpo dilaniato, sanguinante, umiliato e martoriato. Il risultato è in effetti, l’adorazione di un cadavere, l’adorazione della morte. La divinizzazione del trapasso, del dolore come paradigma, come aspirazione suprema, la salma esanime come confluenza delle finalità di tutte le manifestazioni della propria esistenza.Insomma, di fronte al crocifisso noi adoriamo la morte e non una morte ‘normale’, ma una morte cruenta, intrisa di dolore, di negazione verso il corpo, verso la vita, il piacere, l’amore.
Posto davanti ai bambini in classe potrebbe anche spaventare la figura di un uomo conficcato da chiodi. Si induce, già in tenera età, verso una specie di necrofilia sacralizzata. E’ vero, Gesù è morto per noi, e ciò viene ribadito, anzi, rinfacciato come di un atto non dovuto, di un atto concesso da un eroe che si sacrifica in una battaglia che in fondo non gli appartiene e perciò degno di ringraziamento ulteriore. Se il Cristo è tale, lo è essenzialmente per un fatto fondamentale e cioè, la sua Resurrezione. Se Gesù non fosse risorto non saremmo qui a parlarne. Ed è lì la sacralità del cristianesimo, nel superamento della morte, nel trascendere la misera esistenza verso la vita eterna e beata. Quindi, il simbolo più appropriato dovrebbe essere la figura di un Cristo ‘risorto’ e non di un Cristo deturpato su una croce. La conseguenza di ciò, la conseguenza dell’adorazione di un cadavere, è l’ambire cattolico al dolore come sacra aspirazione; ogni atto volge a una “crocifissione” di se stesso e degli altri.
Il male subìto diventa un bene come prova di patimento, di sopportazione, di espiazione per l’omicidio dell’Uomo. La nostra società, cristiana medioevale, si alimenta di dolore, di peccati, di male gratuito poiché solo attraverso il martirio, l’autoflagellazione, di un “santo” sadomasochismo, possiamo espiare le colpe ‘imposte’ da una concezione necrofila dell’essenza umana.
La nostra quotidianità, nonostante la presenza capillare degli adepti di una Verità che opprime la vita, è costellata d’intrighi, invidie, raggiri, inganni, d’effettiva chiusura verso l’altro per evitare il ‘piacere’ di stare insieme (la libido). La ferita sul costato è un’aggiunta per non lasciare alcuno spazio a fantasie carnali; il lenzuolo è una castrazione. Il risultato è una vita fatta di sensi di colpa, di contraddizioni, del subdolo piacere verso il dolore dato e ricevuto, di tutto ciò che, contraddicendo la nostra natura sociale, solidale, umana, terrena, va ad alimentare quel sistema che si nutre del senso di colpa, del peccato, del male che scaturisce dal rifiuto della propria essenza umana, carnale e terrena, in virtù di una spiritualità vaga e impalpabile. Gesù non scrisse mai niente perché gli scritti sono suscettibili d’interpretazioni strumentali. Il messaggio più alto che possiamo esprimere dopo millenni di storia, è che dobbiamo sollevarci verso la gloria del Signore, verso la Redenzione, trainando con noi non solo l’anima, ma tutta la terra e i demoni dell’inferno perché la Gloria sia davvero totale e onnipervadente.

“Il bene è innegabile. Il male è la negazione del bene, pertanto il male non esiste.” S. Agostino