sabato 28 novembre 2009

Attentati mafiosi al giornale online Terranostra



Apprendo la notizia da Il Fatto Quotidiano di oggi:

"Gianni Lannes è un giornalista che fa nomi e cognomi. A giugno ha aperto un giornale online d’informazione, con sede a Orta Nova, in provincia di Foggia. E’ stato collaboratore di numerose testate e oggi lavora per alcuni programmi Rai. Ma il suo giornale, Terra Nostra ( italiaterranostra.it  ) in questi giorni ha deciso per un stop: “Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori. Da oggi le pubblicazioni saranno congelate”. In pochi mesi di attività, infatti, ha ricevuto minacce e tre attentati: il 29 giugno, a due settimane dall’apertura, la prima lettera di minacce. Poi, a inizio luglio, un esplosione fa saltare in aria la sua automobile. Il 23 luglio vengono manomessi i freni della sua nuova auto. “Ho rischiato la vita”. I primi di novembre, ancora, un attentato incendiario gli distrugge l’ennesima automobile . Sul suo giornale, in Puglia, la regione che ospita le tre industrie più inquinanti d’Italia (la centrale Enel di Brindisi, l’Ilva di Taranto e la centrale termoelettrica di Taranto) Lannes si è occupato di ambiente. Il primo numero era un monografico su 54 progetti che prevedono la costruzione di inceneritori in Puglia. La sua attività d'informazione è andata anche oltre il Web: “Siamo stati anche nelle piazze di Puglia, abbiamo fatto più di 50 presentazioni del giornale”. Ma ora altre minacce sono arrivate ai ragazzi che lavorano con lui e, recentemente, anche alla moglie. Da qui la decisione dello stop. “Leoluca Orlando ha fatto un’interrogazione in Parlamento – ci spiega – perché le indagini sugli attentati non sono mai partite. Quindi noi adesso ci fermiamo finché non arriveranno dei segnali. Non chiedo protezione per me. Ma per la mia famiglia e i miei collaboratori”. Questa la vita di un giornalista libero . E non in Russia, ma in terra di Capitanata."

Terranostra fa vera informazione, quella scomoda, quella che ti fa percepire la realtà da brividi che ci circonda e per questo deve essere disturtta. Preghiamo...

Segue un articolo di Gianni Lannes

Mafia di Stato: stop a Terra Nostra

Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori (alcuni dei quali già minacciati). Da oggi le pubblicazioni saranno congelate – fino a quando non percepiremo dei segnali positivi – poiché lo Stato di diritto è andato a farsi friggere ed il governo Berlusconi se ne infischia dei cittadini onesti. Il 24 novembre nonostante l’intervento in parlamento di Leoluca Orlando i rappresentanti governativi, vale a dire i nostri dipendenti, si sono eclissati. E’ vero non siamo in Libano o nella Jugoslavia pre-smembramento a tavolino, ma l’aria che si respira potrebbe mietere vite umane. Dal 29 giugno questo giornale è sotto tiro. Ben tre attentati, una minaccia di morte e varie intimidazioni non ci hanno piegato. Il 5 novembre il Gip del tribunale di Foggia archivia in tutta fretta il primo attentato poiché “Gli autori del fatto sono rimasti ignoti”. L’atto giudiziario a quella data è ancora secretato (sarà comunicato ai carabinieri il 6 novembre e allo scrivente soltanto il 10 novembre). Singolare coincidenza: alle 23,40 della stessa giornata si verifica un altro attentato. Proprio quel giorno avevo recuperato presso la procura della Repubblica di Lucera (FG) un fascicolo impolverato su una delle innumerevoli navi dei veleni e nel pomeriggio ero tornato ad occuparmi del peschereccio “Francesco Padre”, affondato dalla Nato nell’Adriatico orientale. Di chi è la regia occulta? E’ forse di carattere altamente istituzionale? Il procuratore capo signor Russo vuol favorire un’esauriente spiegazione dell’accaduto? A che punto sono le indagini giudiziarie relative agli attentati? Ho sporto numerose denunce ed ho fornito un quadro esauriente agli inquirenti. Non basta? Devo cercarli in prima persona i mandanti e gli esecutori materiali di questa strategia criminosa? Ribadisco il concetto: non intendo suicidarmi, godo di ottima salute (sono uno sportivo da sempre); ma se malauguratamente dovesse accadere qualcosa di spiacevole sembrerà un incidente. Solo qualche giorno fa, nonostante la presenza di una pattuglia dei carabinieri sotto casa, un ignoto è riuscito a terrorizzare la mia famiglia. Scusi signor prefetto Nunziante, questa sarebbe la protezione dello Stato? Siamo ancora vivi e vegeti perché abbiamo adottato delle personali misure cautelative, ormai da 5 mesi. Domenica scorsa don Giuseppe, al termine della messa mi ha espresso pubblicamente solidarietà dinanzi alle autorità e ai numerosi fedeli. Apriti cielo: il sindaco di Orta Nova (FG), tal Giuseppe Moscarella (votato dalla mafia: vedi intercettazioni telefoniche DDA Bari; lo stesso ha mandato in bancarotta le casse comunali) l’ha preso a male parole addirittura in chiesa. Il giorno seguente un assessore ha telefonato al prete per rincarare la dose. Il vescovo Felice Di Molfetta non ha nulla da eccepire? Le autorità giudiziarie locali si occuperanno mai delll’anomalia Moscarella e dei suoi soci in affari a spese della collettività? Allora possiamo fare ancora qualcosa? Ho il dovere di sperarlo e di essere contagioso. A questo serve la cultura. L’unico modo di combattere la paura di tanti è costruire speranze non solo per pochi. E’ fondamentale non lasciar manipolare le parole, il senso, il significato degli eventi e dei fatti. Il giornalismo d’inchiesta, sempre più in declino nello Stivale può ridare significato, a condizione di essere credibile e comprensibile. La speranza e la paura non sono esclusive, ma coinvolgono trasversalmente. Solo che la paura è passiva, la speranza va coltivata. La paura è una componente essenziale della nuova miseria, con l’intolleranza e la solitudine. Un giornalista d’altri tempi, Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984, mi ha insegnato una cosa fondamentale: “Scrivi ciò che vedi, senza farti condizionare dal contesto. Scrivi la verità che riesci a ricostruire, senza reticenze”. Come mai chi dice la verità in Italia viene denigrato, offeso, minacciato? Potere e denaro. Soldi facili che dilagano e corrompono, che si trasformano in omertà e alla fine in delitto. Non so quanti anni e quante generazioni occorreranno perché approdi una nuova leva di italiane/i che vogliano concretamente scrollarsi di dosso la coltre del silenzio. Dove sono i professionisti dell’antimafia, gli ambientalisti da salotto e gli intellettuali a tutto spiano? Forse, si sono rintanati nei soliti dibattiti a rimuginare stucchevoli litanie? Chissà se saranno i nostri figli o i nostri nipoti, chissà se riusciremo in breve tempo a seminare quel che serve a far germogliare di nuovo la sapienza delle madri e il coraggio dei padri o soltanto il sacrificio dei nonni, di quelli che hanno reso unica questa isola nel Mediterraneo, prima che l’egoismo e il criminale calcolo del privato profitto dei nipoti la riducesse in polvere. Ecco il nodo cruciale: ritrovare quantomeno la capacità di indignarsi, di reagire. Di chiedere che il bene di tutti venga prima dell’interesse di alcuni. Nel remoto 1962 Pier Paolo Pasolini (ammazzato misteriosamente) aveva scritto: “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. Su la testa: il destino è nelle nostre mani. A presto: il giornale è comunque aperto ai commenti!

venerdì 13 novembre 2009

LA DEMOCRAZIA A TARIFFA



Gente come la Marcegaglia ritiene che le sovvenzioni alle imprese sono utili anche alle classi inferiori poiché "a pioggia" ricade sugli strati sociali più bassi. v. gli aiuti alla Fiat.

Mai una volta che si faccia il discorso inverso: sovvenzionare la massa con uno stato sociale serio così che, "a evaporazione", ne beneficiano anche le classi sociali più alte. Compro l'auto perché in qualche modo sono coperto e la Fiat vende.

Invece no, gli aiuti sono andati alle banche. Dico, almeno che facessero una volta ciascuno...
Il fatto è che queste lobby hanno partiti, uomini in parlamento o al soldo.
Pertanto, visto che si tratta di una democrazia a tariffa o all'asta, a tachimetro o a marchetta, inventiamoci un modo per pagare quei prostituti che ogni giorno si presentano nei telegiornali come salvatori della patria.

La "democrazia" americana di Obama è frutto proprio di un "pagamento" dal basso capillare che ad esempio, ha spinto l'amministrazione ad attaccare le lobby della sanità privata in un paese dove la gente crede che la sanità pubblica è cosa da barbari.

Dunque, se dobbiamo pagare, paghiamo e ci mettiamo anche il crocifisso dappertutto così abbiamo pure l'appoggio della Chiesa cattolica

Al via la deforma della giustizia



Da il Fatto Quotidiano di oggi:

THYSSEN, CIRIO & C non è successo niente...
Come lo yogurt, i processi italiani avranno la data di scadenza. Così ninnte giustizia i 150 mila risparmiatori italiani rimasti coinvolti nei crac Parmalat (imputato Calisto Tanzi e altre 22 persone) e della Cirio di Sergio Cragnotti. La richiesta di rinvio a giudizio per Cragnotti e altri imputati – tra cui il banchiere Cesare Geronzi – è del 25 settembre 2007. La scadenza è dunque già scattata: il 25 settembre 2009. Non avranno molto probabilmente giustizia neppure le famiglie dei sette operai morti nel 2007 nel rogo della ThyssenKrupp: alla sbarra sono, a Torino, i dirigenti della fabbrica che facevano lavorare gli operai senza rispettare le norme di sicurezza; il tempo sarà scaduto nel 2010. Non arriverà a sentenza il processo per le morti causate dall’amianto (3 mila lavoratori) della Eternit: inizierà a Torino il 10 dicembre, avrà due imputati, ma uno stuolo di parti civili: ben 736 persone e 29 enti. In fumo il lavoro di Luigi De Magistris: finirà in nulla il processo nato dall’inchiesta Why not da lui avviata a Catanzaro. Inutili i processi sulla politica e sulla pubblica amministrazione: la corruzione non è stata inserita nelle eccezioni alla prescrizione breve, mentre lo è stata (per volontà della Lega) l’immigrazione clandestina. «Dalla richiesta di rinvio a giudizio alla prima udienza passa da noi in media un anno e quattro mesi. Impensabile di arrivare a sentenza in otto mesi» spiega un sostituto procuratore a Roma. g.b.

mercoledì 4 novembre 2009

Lo manda Rai3



La trasmissione di denuncia civile "mi manda Rai3" ha catalizzato il bisogno, ormai ancestrale, di giustizia ed equità del cittadino italiano. L'elezione di Marrazzo è legata a quel programma. Un giornalista qualunque che, casualmente, si trova a condurre quella trasmissione e che, per esigenze scenografiche, ha "recitato" la parte del paladino della giustizia che difende i più deboli e sconfigge i soprusi, viene percepito agli occhi degli spettatori come una specie di "uomo della provvidenza", come colui che può "cambiare l'Italia" e chissà forse per alcuni, come "l'unto del Signore".
Grazie al successo mediatico -che tradotto è: grazie alla "pubblicità"- un normalissimo giornalista senza meriti particolari, se non la fortuna di avere la faccia proiettata in milioni di case, si trova, inconsapevolmente, ad essere il soggetto giusto per attirare migliaia di voti. Viene pertanto scelto dalla sinistra per vincere le elezioni nel Lazio seguendo un cinico calcolo di marketing.

Se a ciò aggiungiamo l'incapacità dell'uomo comune di avere un senso critico, di farsi una opinione personale slegata dalle mode e dal corso del gregge, con un po' di tecnica cinematografica si può eleggere anche un asino, vendere l'aria e far credere come vera qualsiasi menzogna.
Infatti, Piero Marrazzo si è rivelato quello che è: una fiction, un prodotto d'immagine. Perché se fosse stato l'uomo della pubblicità "mi manda Rai3", non avrebbe ceduto ai ricatti, avrebbe difeso i suoi gusti sessuali e dimostrato di aver soddisfatto col suo lavoro le aspettative degli elettori.

lunedì 2 novembre 2009

Influenza suina, A, H1N1 oppure... D.R. che sta per Donald Rumsfeld??




Copio e incollo stralci di alcuni articoli trovati in rete:

-Le solite malelingue diranno che questa vicenda (H1N1) ricorda un pò la storia dell'aviaria (raccontata da Report), la pandemia che non esplose.

Ma che permise all'industria che produceva il vaccino Tamiflu (e ai suoi soci come Donald Rumsfeld) grossi guadagni.


-L’impresa americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu. Il
principale azionista di questa impresa è nientemeno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di George Bush, artefice della guerra contro l’Iraq. Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani… felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi
mercenari della salute. Se l’influenza suina è così terribile come
dicono i mezzi di informazione, se l’Organizzazione Mondiale della
Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata,
perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e
autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?
http://fernirosso.wordpress.com/2009/10/08/e-il-vaccino-dove-lo-mettiamo/



-...anche la febbre suina del '76 nacque all'interno di una base dell'esercito americano nel New Jersey, Fort Dix. Una recluta morì appena dopo aver avvertito i sintomi dell'influenza nel gennaio 1976, ed altre quattro furono colpite da questa intensa forma di influenza. La concomitanza di un'altra influenza stagionale che durò sino al marzo del '76, indusse il Presidente Ford ad ordinare la vaccinazione di massa negli Stati Uniti.
... chi era il Capo di Gabinetto del Presidente Ford? E chi il Vice Capo di Gabinetto? Non avete indovinato? Rispondo subito: erano un tal Donald Rumsfeld ed un altro tal Dick Cheney. Ma che casualità!
Donald Rumsfeld è stato Presidente della "Gilead Sciences", la società che ha brevettato il Tamiflu, dal 1997 al 2001. E nell'attuale Consiglio di Amministrazione siedono un ex segretario di Stato (George Shultz), il cofondatore della Intel (Gordon Moore) e la 5a presidentessa del Council for Foreign Relations (Carla Anderson Hills). Bel trio, no? Rumsfeld è ancora azionista della Gilead che dopo aver ceduto il brevetto alla Roche, trattiene il 10% di royalties sulle vendite.
http://sottovoce360.blogspot.com/2009/07/febbre-suina-e-vaccinazioni-e-gia.html