venerdì 29 luglio 2011

Il fumo provoca il cancro





L'Eni fa a gara con l'Ilva a chi inquina di più.
L'Arpa dice che non è possibile monitorare 24ore al giorno le emissioni degli impianti. Eppure, basta affacciarsi alla finestra.

lunedì 27 giugno 2011

Per la Val di Susa il principio di autodeterminazione dei popoli

A questo punto si deve far valere il

"principio di autodeterminazione dei popoli".

Così come i valsusini, tutti i popoli che si sentono sottomessi e sfruttati come al meridione, possono avvalersi del diritto internazionale di autodeterminazione.

Inoltre, sotto una minaccia straniera, multinazionale e nazionale, posso difendermi anche con le armi.

sabato 11 giugno 2011

Giuseppe Pisanu alla presentazione di "La zona d'ombra"

Sonia Alfano europarlamentare, ha trovato il tempo di scrivere un libro (La zona d'ombra) durante il suo mandato. Del resto, in quel cimitero di elefanti che è il parlamento europeo, dove si discute su norme burocratiche effimere e lasciano la nostra vita in balia delle tempeste, scrivere è anche lo sfogo dei carcerati. Fanno forse bene quei deputati assenteisti a marinare le sedute?? Ma poi, perché un operaio come me rischia il licenziamento in tronco se fa mezz'ora di ritardo ad un lavoro usurante, pericoloso e pagato 4 lire? Come sgarri una virgola colleghi, superiori e addetti vari, adottano quasi inconsciamente, come se andassero in automatico, tutti quegli atteggiamenti di ostruzionismo, di critica, atti a spingerti verso il baratro.

De Magistris, il giudice “ucciso” dal sistema contro cui lottava e relegato poi in Europa, ha fatto bene a ritornare in Italia in qualità di sindaco di Napoli. Adesso avrà pane per i suoi denti e bisognerà vedere se -senza nominare chi lo contrasterà- chi gli sta intorno, chi dovrebbe aiutarlo, sostenerlo, ecc. non gli diano del legno da masticare come da tradizione italiota, opportunista, vigliacca ma cattolicissima.

Di seguito riporto il commento di Pisanu (l'ex ministro dell'interno, ex DC, quello che a un certo punto, forse per chissà quale rigurgito di dignità, lasciò vincere le elezioni a Prodi per un pugno di voti per poi cadere da li a poco, proprio a causa di ciò) che dipinge un quadro sgomentoso della zona grigia affari-politica-mafia. Tralasciando però, la zona “bianca” che ora, alla luce del sole, guida il Paese in maniera criminale. Vuoi vedere che il nucleare serve a B. per fare la bomba atomica e farsi così rispettare dai leader mondiali? Vuoi vedere che l'acqua va privatizzata e quindi, pagata da noi, perché per raffreddare gli impianti nucleari se ne consumerebbe almeno il 50% di quella disponibile??
Mentre un tempo avevamo dei governanti delinquenti, adesso abbiamo una classe dirigente criminale e, ad esempio, gli effetti del famoso condono al 5% si vedranno negli anni futuri quando quei soldi “pubblici”, regalati al malaffare, saranno stati investiti nel paese in ogni attività lucrosa.

Pisanu non spiega come va combattuta la mafia, fa solo demagogia. Eppure, la soluzione è molto semplice: se questi apparati grigi, neri o bianchi fanno guerra alla società civile usando ogni mezzo possibile, si deve usare ogni mezzo possibile per contrastarli. Se la società civile è terrorizzata vuol dire che abbiamo a che fare con dei terroristi pertanto, è l'esercito che si deve occupare delle indagini usando leggi e metodi militari. Se viene catturato un boss che spara in mezzo alla strada o fa le stragi, non si può accettare da lui la "facoltà di non rispondere" come se si trattasse di un contesto "civile". In realtà, è tutto ribaltato, l'esercito viene usato per fare lo spazzino nelle strade di Napoli, proteggere le discariche criminali e, all'occorrenza, picchiare i cittadini che protestano.
Se il nostro paese non rientra nei binari giusti, il prezzo non sarà quello di precipitare sempre più in basso, ma saremo colonizzati dai musulmani o, peggio ancora, dai cinesi. Non è una esagerazione, la corruzzione è così scandalosamente diffusa che questi si vendono per due lire, per una sveltina e fanno danni che si pagheranno per generazioni. Amen









PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI SONIA ALFANO “LA ZONA D'OMBRA” ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Giuseppe Pisanu (presidente della commissione antimafia):

“Beppe Alfano è un eroe dei nostri tempi, un giornalista coraggioso che intorno agli anni '70 scova la mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, cittadina di una provincia ritenuta “babba”, la scova, ne disvela l'organizzazione, ne denuncia le trame e per questo lo uccidono.
La figlia Sonia (Alfano) che fin da ragazza ha condiviso la straordinaria passione civile del padre ora ci racconta in questo bel libro, la sua vicenda. Ma, la racconta, tenendo ben desta l'attensione sul contesto mafioso nel quale essa si dipana e poi tragicamente si conclude. Col procedere del racconto, il contesto mafioso si dilata via via ben oltre i confini di Barcellona perché le indagini e le intuizioni di Beppe Alfano, incrociano fatti grandi e gravi come la detenzione del boss Santapaola e le stragi di mafia del '92/'93 con tutti gli inquietanti interrogativi che ancor oggi suscitano.
Proprio per questo, il libro ci da una descrizione che a me sembra ampia e veritiera della mafia di oggi, di Cosa Nostra come oggi è nei suoi tratti costitutivi e nelle sue modalità di azione. (…)
Al centro del panorama sociale di Barcellona Pozzo di Gotto, ci spiega Sonia Alfano, emerge il circolo culturale apolitico e aconfessionale denominato, senza autoironia, corda frates, cuori fratelli. È un luogo, dove sempre s'incontrano imprenditori, politici, massoni di logge coperte e scoperte, liberi professionisti, magistrati e probabili mafiosi. In coerenza con la sua denominazione, il circolo fraternizza, fa cultura e, all'occorrenza, organizza fiaccolate antimafia. Bene, questo rispettabile luogo d'incontro è per me, e credo che questa idea sia condivisa in commissione antimafia dal mio collega Antonio Di Pietro,una rappresentazione plastica di quella che noi chiamiamo “la zona grigia”. Che cos'è la zona grigia che sta dentro la zona d'ombra che da il titolo al libro? Vorrei spiegarmi brevemente:

Qui dobbiamo tutti riconoscere innanzi tutto che c'è una quota non irrilevante di popolazioni meridionali in Sicilia, in Calabria, in Campania e, seppur in minor misura, in Puglia che partecipa in forme diverse alle attività criminali. Ma quella che più inquieta è, appunto, la cosiddetta “zona grigia” che noi abbiamo spesso incontrato nelle nostre indagini. Ne fanno parte persone generalmente insospettabili e dotate di competenze imprenditoriali, finanziare, giuridiche, politiche, professionali. Competenze che nel loro insieme, costituiscono il filtro indispensabile per far passare flussi enormi di capitali dall'economia criminale all'economia legale. Voglio citare a questo proposito un solo dato: l'anno scorso sono state segnalate alla guardia di finanza e alla DIA 26.947 operazioni sospette delle quali, ben 4.700 hanno dato poi luogo o sono confluite in procedimenti penali per riciclaggio, usura, estorsione, abusivismo finanziario, ecc. Però, quasi tutte queste segnalazioni sono arrivate dal sistema bancario. Mentre, dal mondo delle professioni, nonostante le ben note disposizioni di legge, ne sono arrivate solo 223 su 26.947. E questo dato che, insieme ad altri, mi ha indotto a sostenere che la zona grigia è forse nera e complice, con circolo o senza circolo. Proprio li, in quella zona, che si organizzano le truffe sui fondi comunitari, si decide l'assegnazione degli appalti, si montano le operazioni di riciclaggio e insomma, per limitare gli esempi, si combina gran parte del malaffare su cui Beppe Alfano aveva gettato il suo sguardo di cittadino onesto e di giornalista intelligente
Negli ultimi anni e anche a Barcellona Pozzo di Gotto, si sono registrati alcuni omicidi di mafiosi e da ultimo, se non sbaglio, un tentato omicidio; ma è assai probabile che i mandanti siano proprio i big boss di Barcellona. Costoro, infatti, diventati ormai operatori economici, non vogliono più gazzarre e sparatorie tra picciotti ambiziosi, non amano la tensione dell'opinione pubblica, preferiscono dedicarsi agli affari, immergersi silenziosamente nell'economia.
Questo è il segno, come ben sa il dr. Ingroia, di un vasto mutamento (…) che a Barcellona, come nel resto della Sicilia, si è verificato dopo i grandi delitti e stragi di mafia, con le cosche che hanno messo a tacere le armi e si sono inabissate concentrandosi sulle attività economico/finanziarie.
Proprio questo ci deve indurre a riconsiderare il trinomio mafia-affari-politica come l'espressione di un vero sistema criminale. Un sistema che va oltre i confini tradizionali delle singole organizzazioni mafiose confondendosi e amalgamandosi con la vita ordinaria dell'economia, della società, delle istituzioni. Tutto ciò evidentemente, rende più insidiosa la minaccia delle mafie e più difficile il compito d'individuarle e prevenirle.

Nel sud, è un dato del quale dobbiamo rendere atto in maniera in qualche modo definitiva, esse riescono a controllare capillarmente vasti territori, a condizionare le stesse forze produttive fino al punto da riuscire in molti casi, a plasmare le economie locali sui propri progetti criminali. A questo fine l'organizzazione mafiosa intimidisce i cittadini, scoraggia la volontà autonoma d'intraprendere e orienta gli imprenditori verso le sue imprese ponendosi in alternativa allo Stato. In cambio offre a tutti costoro quegli che possiamo chiamare, i suoi sostituti assicurativi e cioè, una generale protezione nei confronti delle amministrazioni e delle burocrazie locali, dei sindacati e della stessa concorrenza. Si formano così, dei monopoli o quasi monopoli che impongono le loro scelte anche sulle forniture, i mercati di sbocco, il reclutamento della manodopera. In diversi passaggi del suo libro, Sonia Alfano spiega bene come la mafia mette le mani in settori vitali quali la Sanità traendone guadagni importanti, ma riservando molta attenzione anche alle assunzioni irregolari di lavoratori.Ampliando questi accenni, io osservo che oggi un meridionale su due non ha un'occupazione e non la cerca regolarmente; c'è un esercito di oltre 6milioni e mezzo di donne e di uomini che sopravvivono dedicandosi a lavori saltuari, spesso ottenuti in maniera clientelare. Non a caso, nel Mezzogiorno il tasso di lavoro irregolare è circa il doppio del tasso nazionale. L'aspetto più drammatico è che troppe volte siano proprio le mafie a raccogliere la domanda di lavoro avvalendosi della loro influenza economica, sociale e politica o, peggio ancora, fornendo l'alternativa di una vera e propria occupazione criminale. Questo sciagurato reclutamento avviene specialmente tra le nuove generazioni e in particolare, tra i giovanissimi provenienti dalle famiglie più povere e a più basso reddito.

Sul filo di questo ragionamento voglio ancora osservare che quando Beppe Alfano viene ucciso, si crea il vuoto intorno alla sua famiglia. Sonia annota con parole accorate: “Barcellona sembrava aver rinnegato mio padre. Ci avevano tutti voltato le spalle.” Questo atteggiamento è la prova provata che la mafia gode di consenso sociale. L'ho ottiene col controllo delle leve economiche e politiche, con la seduzione del potere e quando occorre, con la minaccia e l'intimidazione. A volte, non ha neppure bisogno di chiederlo: l'ottiene e basta. Con la minaccia che è costituita dall'essere li: potere non formale, potere non ufficiale e tuttavia, capace d'intimidire e piegare chiunque.
Il potere mafioso non ha dunque, costruito soltanto fortezze, case matte da combattere con la magistratura e le forze dell'ordine: ha costruito anche un consenso sociale e politico che invece, dobbiamo contendergli e riconquistare con ben altri mezzi, quelli della crescita economica e civile.
A sud, le mafie non vanno combattute soltanto con le forze dell'ordine e con la magistratura, vanno combattute contemporaneamente su due fronti: quello della repressione e quello dello sviluppo. Su questo terreno, io vedo purtroppo, molti ritardi, omissioni, errori che hanno un prezzo elevato; mi riferisco in particolare alla teoria, mai esplicitata, ma sempre serpeggiante e affermata nei fatti, dei due tempi: l'idea cioè, che la mafia si debba combattere nel Mezzogiorno prima con le forze di polizia e poi con la riforma economica, sociale, culturale. È una mera illusione. Si deve invece, procedere simultaneamente su entrambe le linee altrimenti le mafie, colpite militarlmente al sud, continueranno a crescere economicamente soprattutto al nord dove stanno dimostrando una forza inaudita di espansione nell'economia e nelle istituzioni. Quando hanno scelto d'inabissarsi pur mantenendo attivo il loro braccio militare, la loro capacità d'intimidazione, le mafie hanno scelto soprattutto d'immergersi silenziosamente nell'economia, nella società e nelle istituzioni per condizionarle e dominarle

Io non so se questo sia soltanto un cambiamento di pelle o una più profonda metamorfosi, in ogni caso, è del tutto evidente che l'area del contrasto alle mafie si amplia ben oltre i limiti classici della repressione. La magistratura e le forze dell'ordine hanno in questo campo meriti immensi per i quali non saremmo mai sufficientemente grati, ma la magistratura e le forze dell'ordine da sole non bastano, occorrono anche politiche di sviluppo dell'economia e in particolare, di crescita del capitale umano. Bisogna partire dalla scuola favorendo l'affermazione di nuovi gruppi dirigenti e di nuovi cittadini pienamente consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri. Questa era la scelta di Beppe Alfano ed è la strada della figlia che ne ha raccolto con legittimo orgoglio l'eredità.”

venerdì 3 giugno 2011

Vicino a Fukushima nasce un coniglio senza orecchie




Vicino a Fukushima nasce un coniglio senza orecchie.

Si al referendum

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Alabrese eletto; Rinascita Civica 2 consiglieri.

martedì 19 aprile 2011

Rinascita Civica alle prossime comunali con Etta Ragusa







8 candidati sindaci alle prossime comunali di Grottaglie. Forse un record! Per me è un segnale di cambiamento. La destra disciolta e la sinistra arroccata su se stessa, propone il sindaco della monnezza appoggiato da sette liste. Ormai, il metodo rappresentativo è tramontato. Noi cittadini, ci proponiamo con liste civiche -fatte da cittadini comuni- per entrare nelle istituzioni e riprenderci la cosa pubblica. Purtroppo, nella competizione non compare il m5s, ma la lista Rinascita Civica e Cittattiva è un'ottima alternativa. Nata spontaneamente, con un programma "pulito" e propone una donna, Etta Ragusa candidata a furor di popolo per il suo impegno civile svolto negli anni.
Spero che il vento del cambiamento passi e spazzi via una volta per tutte le presenze maleodoranti della vecchia politica.

martedì 8 febbraio 2011

E' nato il meetup di Grottaglie


Il meetup amici di beppe grillo di Grottaglie è nato. Prima o poi doveva nascere e con lui il movimento 5 stelle nella mia città. Speriamo non abortisca. Sono uno dei padri e ho donato il seme. Ci stiamo organizzando; siamo pochi ma saremo tanti. Il froum è funzionale alla creazione di una lista civica 5stelle. Sento che ce la faremo, forse non alle prossime elezioni ma il... virus è stato inoculato :)

venerdì 31 dicembre 2010

Dio fa rima con io, mio, ecc.

Posto un mio commento lasciato sul blog di Luigi De Magistris (dove purtroppo è riamsto visibile per poco tempo sostituito da una nuova discussione). Dunque, lo evidenzio qui con minime variazioni. Per gli approfondimenti rimando a chissà quando. A volte non riesco a fare a meno di dire la mia.

A proposito, non aggiorno più il blog perché è come se mi trovassi in una selva dove cerco di districarmi. Sono un po' troppo impelagato in problemi pratici e non. C'è un cappio che stringe sempre più e il margine di manovra è ridottissimo. Non so perché mi ritrovo a dover fare tutto da solo, ma questo non sarebbe un problema se non subissi delle opposizioni assurde e immotivate magari da chi dovrebbe invece darti supporto. Nessuno fa niente da solo, lo stesso superman se non ci fosse qualcuno a toglierli la criptonite di dosso non ce la farebbe. Ma questo cozza proprio contro la cultura del dio, io, mio per la quale (proprio come Gesù Cristo) se uno ha le capacità può anche spostare le montagne col pensiero indipendentemente dall'ambiente in cui vive. Chissà quanti preti novizi si sono affacciati alla finestra e guardando i monti in lontananza hanno detto: io ho fede, spostatevi. Harry Potter ha successo proprio per questo: con la bacchetta magica cambia le cose a suo piacimento, un mago. Come chi sull'altare alza il braccio e invade i fedeli dello Spirito Santo perché "solo" tramite lui si può compiere il miracolo della Salvezza.

Ritornando al discorso di prima: sono proprio gli incapaci i peggori fautori di tale cultura che per via della loro incapacità e per frustrazione, tarpano le ali a tutti i capaci che trovano di fronte. Non si capisce perché se tu vendi bistecche ed io chiodi e siccome sto facendo buoni affari m'incendi il negozio anche se non contrasta minimamente con la tua attività (ogni riferimento è puramente casuale). Ma chi parla di queste cose meschine che nessuno vuol vedere, analizzare e affrontare pur avendole davanti agli occhi quotidianamente? Mi scuso per lo sfogo.



La concezione cattolica -come tutti i monoteismi assolutistici- genera una verticalità (Dio, adepto) che inevitabilmente, viene rispecchiata nella vita quotidiana.

Dio=perfezione, bene assoluto / adepto=imperfezione, ricettacolo del male.



Per cui, ogni fedele vuole intimamente essere un dio egli stesso [all'origine delle religioni, l'adepto ambiva a diventare dopo la morte, come la figura del totem che in vita aveva venerato]. I rapporti sociali si formano su questa verticalizzazione ed ognuno tende ad assumere una posizione dominante per essere, non riconosciuto o stimato o rispettato ecc. ma venerato, adulato.

A seconda delle "opportunità" si è padroni/dei o schiavi/fedeli. Per ciò, paradossalmente, in una società dedita all'anima, ci si erge verso la vetta dell'Olimpo solo grazie al denaro e ai beni materiali.

La riprova è il giudizio e pre-giudizio che ognuno tende ad affibbiare agli altri. Più uno è cattolico più è giudice dei comportamenti altrui ed è, al contempo, uno che si piega alle regole di chi si trova sopra di lui, qualsiasi esse siano. Pertanto, B. rappresenta benissimo il vertice di profusione di ogni cattolico immerso nella valle di lacrime.

I giudici "terrestri" ad es. sono molto parsimoniosi perchè si rifanno ad una legge concreta, umile e democratica. Se a ciò aggiungiamo il dolore come mezzo di espiazione delle colpe (il piacere come tentazione lasciva) si capisce come mai gli italiani sopportano di tutto e sono capaci di infliggere qualsiasi maleffatta ai "cari" prossimi.

Inoltre, il vangelo di Paolo (che per me è il vero falso profeta) è troppo stringente e soffocante, è come voler ri-cristianizzare ogni giorno un popolo che è cristiano ormai fino al midollo. E' come se uno sciamano pretendesse che ogni abitante del villaggio diventasse uno sciamano. Si spiega forse con questo, la mania di andare contro o aggirare le regole democratiche come lo stesso dogma religioso (chiagne e futte) e, per una sorta di consapevolezza collettiva, chi aggira le regole è spesso ammirato e incoraggiato. Come ho già detto, in questa valle di lacrime ci perdono tutti tranne che corruttori e confessori.



P.s.
Movimento 5 stelle, amministrative
Non sono riuscito ancora a trovare nessuno per fare una lista locale. Nella mia indagine (spero sbagliata) non dico che non ci sia nessuno, ma una vera desolazione. Molti non sanno di cosa si parla, chi la prende con leggerezza e chi si dimostra interessato ma poi diventa irreperibile, chi vorrebbe ma non può, chi vorrebbe ma non dovrebbe, per non parlare dei circoli di sinistra che ti vedono come una minaccia. Insomma, stiamo a guardare.

venerdì 9 luglio 2010

L'on. Barbato (IdV) picchiato perché parla in... parlamento



Ho appreso la notizia su RadioRadicale (10:48 del palinsesto) e poiché non ho visto la vicenda mandata in tv o ripresa dai giornali in sciopero, ho pensato di riassumerla qui.
L'on. Barbato contestava alla maggioranza di concedere 20milioni di euro alle comunità giovanili "gestite" da alcuni onorevoli della maggioranza, e mentre faceva i nomi è stato assalito e colpito con un pugno in un occhio da "qualcuno". Poi si è recato in ospedale.

Si fa notare che a Matteotti fu concesso di parlare e poi fu ucciso fuori dal parlamento. Siamo ormai ad un livello bassissimo di civiltà. Io accuso soprattutto l'opposizione che negli anni ha permesso questa deriva o... affondamento della democrazia. Non capisco perché delle "cricche" mafiose, affariste ed eversive come la P2 e come la stessa lega separatista e la destra fascista tutta, siano potute andare al governo creando gli sfracelli degli ultimi 20 anni. Mentre invece, la controparte ideologica "rivoluzionaria" come ad es. il PCI, in tutte le sue declinazioni, non è stato mai permesso di andare al governo se non in sporadiche ed ininfluenti occasioni. Cosa c'è dietro in realtà? Chi è quella gente che rimane sempre dopo che i governi passano e i ministri cadono? Chi sono Verdini e Carboni? La Chiesa che ruolo ha e cosa ci guadagna? Chi tira le fila dell'economia italiana?

Dunque, si vuole "comprare" con soldi pubblici la corrente finiana per favorire il premier, l'uomo più ricco d'Italia.

Trascrivo l'intervista di Falconio all' on. Francesco Barbato:
Francesco Barbato, oggi mentre criticava il provvedimento sui giovani, del ministro della gioventù, è stato aggredito da diversi parlamentari del Pdl. Cosa è successo?


F.B. E' successo che mentre stavo parlando in parlamento, un decina di parlamentari si sono scatenati contro di me con minacce, ma anche con tentativi di percosse, di picchiarmi. Molti di loro sono stati fermati dai commessi e da altri deputati di Italia dei Valori che si sono interposti e non sono riusciti a colpirmi, mentre dalle mie spalle mi è piovuto dietro un altro parlamentare del Pdl che mi ha colpito al volto con un pugno sull'occhio destro.

F. Ha capito chi era?

F.B. Mi hanno detto alcuni colleghi che si tratta dell'on. Nola. Ma, in ogni caso, sapremmo tutto con precisione martedì prossimo quando è stato convocato con urgenza un ufficio di presidenza, proprio perché venga punito un episodio del genere. Non era mai successo nel parlamento della Repubblica italiana che venisse minacciato, aggredito e percosso un deputato della Repubblica durante un suo intervento. Anche quando ammazzarono Giacomo Matteotti gli consentirono prima di parlare e poi lo uccisero fuori dal parlamento. Invece ora, con questa dittatura che non è più strisciante, bensì è operante perché con i suoi squadristi e fascisti aggrediscono i parlamentari nel corso dei loro interventi alla camera. Insomma, alla camera dei deputati non è più possibile intervenire, non è più possibile fare opposizione, ma soprattutto, non è più possibile difendere i cittadini. Perché con quel porvvedimento, non si sostengono i giovani, si sostiene una corrente, neanche un partito, si sostiene una corrente del Pdl, quella che faceva capo ad Alleanza Nazionale, e ho fatto nomi e cognomi (come siamo soliti fare noi di Italia dei Valori), dal ministro Meloni al sindaco Alemanno, all'assessore regionale del Lazio Lollobrigita perché sarebbero stati loro a gestire questi fondi. Tutti fondi pubblici che vengono gestiti ed affidati a soggetti riconducibili a partiti ed associazioni politiche. Ecco perché questa legge non aiuta e non serve ai giovani, ma ruba il futuro dei giovani mentre sostiene ed aiuta la politica anzi, una corrente politica.


F. Il medico della camera l'ha mandata al Gemelli:


F.B. Si. Il medico alla camera che mi ha offerto le prime cure, poiché non aveva la strumentazione specialistica necessaria per fare una visita oculistica, perché avevo danni all'occhio, una contusione e un trauma alla parte destra del viso e all'occhio in particolare. Mi ha mandato al policlinico Gemelli dove sono stato sottoposto ad accertamenti più specialistici e precisamente oculistici. Anzi, alla fine mi hanno addirittura fatto una Tac per vedere se la parte sottostante l'occhio avesse subito delle lesioni e dei danni.


F. Il referto quale è stato, che prognosi?


F.B. Nel referto c'è una prognosi con la quale mi si danno 15 giorni di guarigione per trauma allo zigomo destro e trauma chiuso all'occhio destro. Ma, io non posso rimanere fermo in convalescenza. Domani ritorno alla camera perché abbiamo un'audizione in un provvedimento dove sono relatore per dare risposte concrete ai cittadini, per fare una legge che serve per eliminare le frodi assicurative e consentirà di abbassare le tariffe RC Auto che sono un problema oggi per i cittadini.


F. Siccome lei diceva prima che è la prima volta che c'è un'aggressione dentro l'aula del parlamento, questo pone anche un problema di giurisdizione e insomma, un'aggressione è inquadrabile sotto l'ottica di un reato aldilà dell'aspetto clamoroso nei confronti delle istituzioni:


F.B. A parte il procedimento di ufficio che ci sarà, perché i medici dell'ospedale Gemelli hanno fatto referto che hanno inviato al drappello di polizia presente presso l'ospedale Gemelli, ma a parte questa procedura di ufficio, io personalmente, da cristiano già ho perdonato chi mi ha fatto questo gesto, chi mi ha percosso, ma da uomo politico ho il dovere di dare l'esempio. Perché ogni giorno contrasto ogni forma di violenza, di criminalità e di mafia, allora bisogna dare coraggio ai cittadini, quando ci sono degli atteggiamenti, dei fatti violenti e criminali e mafiosi, bisogna denunciarli. Per questa ragione, io denuncerò chi ha posto in essere un atto violento e criminale nei miei confronti.


F. L'ha chiamata qualcuno dall'altra parte politica o il presidente della camera?


F.B. Certamente. Sono stato chiamato da tantissimi parlamentari e politici sia di destra che di sinistra. Un deputato del Pdl addirittura mi ha detto: hanno scaricato su di te le tensioni che oggi ci sono nel Pdl. Perché tu hai detto tante cose vere che, tra l'altro, avevano già detto alcuni parlamentari del Pdl.


F. Dei suoi aggressori non l'ha chiamata nessuno?


F.B. No. Nessuno.


F. Barbato, un'ultima cosa, perché oggi, complici le agenzie di stampa che hanno dato la notizia, si è parlato di rissa, non di aggressione, c'è una bella differenza.


F:B: Beh, per la verità, io ho subito un'aggressione perché mentre stavo intervenendo, mi sono venuti addosso una decina di parlamentari che cercavano di picchiarmi, mi minacciavano, allungavano le mani. Molti di loro non hanno potuto toccarmi fisicamente perché si sono interposti i commessi ed alcuni deputati dell'Italia dei Valori, mentre un altro che mi è venuto alle spalle mi ha letteralmente colpito a pugni sul volto. Altro che rissa, ho subito minacce, violenza, percosse. Ero solo contro una decina di loro e per la verità, anche quando sono stato picchiato e minacciato non ho affatto reagito allo stesso modo, sono stato li al mio posto in modo civile ed educato come deve fare un parlamentare per rispetto delle istituzioni, perché la violenza non mi appartiene e non appartiene all'Italia dei Valori.


F. La Saltamartini dice che lei si è rivolto a lei dicendo che doveva andare a sollazzare il presidente del consiglio. Insomma, l'ha letto il comunicato che giustifica la sua presenza tra quei parlamentari che volevano avvicinarsi a lei?


F.B. Non è vero. Durante l'intervento non ho affatto citato né la Saltamartini, né alcuna altra frase oltraggiosa, né nei confronti della Saltamartini, né rispetto ad altri parlamentari o membri del governo. Inoltre, durante l'aggressione, mentre mi stavano picchiando e minacciando, chi mi diceva "ti ammazzo", chi mi diceva "criminale", chi mi diceva "delinquente", chi mi diceva "ti aspetto fuori", chi mi diceva "quando ci vediamo a quattro occhi", "quando ti incontrerò per strada da solo", queste sono le cose che dicevano. La Saltamartini e gli altri suoi colleghi del Pdl. Io non ho affatto risposto così; ho detto semplicemente: siete dei fascisti violenti che state facendo rabbrividire Pomicino e Mastella. Perché quello che state facendo con questo provvedimento neanche nella prima Repubblica si faceva, neanche nella prima Repubblica si foraggiavano così i partiti e le correnti dei partiti. Voi invece adesso, state facendo ancora peggio del peggio della prima Repubblica.

mercoledì 30 giugno 2010

La seconda repubblica e il ritorno al feudalesimo



Propongo un commento interessante trovato sul blog di Grillo:

LA STORIA-insegnava un Maestro di Democrazia quale era"Gaetano Salvemini"-è FATTA DALLA DIALETTICA E DALLO SCONTRO TRA MINORANZE ORGANIZZATE,CONSAPEVOLI E ATTIVE,CHE VINCENDO LE INERZIE DELLA MAGGIORANZA DISORGANIZZATA,LA TRASCINANO IN UNA DIREZIONE O IN UN'ALTRA,VERSO UN NUOVO O VECCHIO ORDINE.

Oggi sono venuti meno due fattori che avevano messo in sicurezza la Costituzione Italiana.
1)La fine del Bipolarismo internazionale(Usa-Urss) ha restituito il paese Italia alla sua storia"naturale"che,come accenneremo più avanti,riprende,non a caso,dal punto in cui era stata interrotta prima che si aprisse la parentesi Costituzionale,e cioè dall'epoca precostituzionale.
2)La globalizzazione e il passaggio all'economia postindustriale hanno determinato la scomparsa o l'irrilevanza sociale della "classe operaia".
La scomparsa di questo soggetto collettivo della storia non è stata una perdita solo della sinistra,ma per tutta la democrazia,perchè la classe operaia operava come virtuale catalizzatore politico generale delle masse e baricentro di tutto il sistema politico,costretto a ruotare intorno a questo asse.Lo stesso Partito popolare di don Sturzo,poi trasformatosi nella Democrazia Cristiana,nacque dall'esigenza di sottrarre le masse popolari alla sirena dei partiti di sinistra,costruendo un possibile polo politico riformista alternativo.
La smobilitazione di questo soggetto collettivo(la Classe operaia)è equivalsa alla smobilitazione delle masse popolari e alla perdita di un baricentro per le componenti più evolute della Nazione.
Le masse sono tornate a essere,così come erano sempre state nel tardo Feudalesimo,soggetto passivo della storia,manipolabile dall'alto.
Venuto meno il bipolarismo internazionale e scomparsa la classe operaia,la Costituzione è divenuta come un vaso di coccio tra i vasi di ferro delle maggioranze che da anni ormai puntano a modificarla,a svuotarla con progetti di riforma,leggi ordinarie ma di sostanza costituzionale,prassi politiche.

Ormai la sua salvaguardia sembra rimanere affidata solo ad alcune élite culturali e a minoranze,eredi di quelle che la crearono.
Le élite sopravvivono solo grazie ad alcune enclave istituzionali protette,come quelle della Corte costituzionale(recentemente definita da Berlusconi quasi come un covo di "comunisti"e ormai divenuta una linea Maginot contro tentativi sempre più ricorrenti di sfondamento costituzionale)e dell'ordine giudiziario nei cui confronti,non a caso,si è scaricata tutta la pressione del sistema.
Vi sono poi le minoranze della società civile,che si mobilitano nelle piazze,nei circuiti culturali alternativi e anche all'interno degli stessi schieramenti parlamentari.
Quel che appare significativo è che la mancata "interiorizzazione" dei valori costituzionali appare trasversale alle maggioranze interne ai due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra,anche se si manifesta con modalità diverse.
Sul primo schieramento(c.ds)non è il caso di dilungarsi,essendo sotto gli occhi di tutti ad es.il rifiuto di alcuni vertici,prolungato negli anni,di partecipare alle celebrazioni della Resistenza da cui nacque la Costituzione e alla demonizzazione della Costituzione come "comunista"o "vecchia".
Quanto al secondo schieramento(c.sn)si consideri la sperimentata disponibilità di tanti autorevoli esponenti di vertice(D'alema-Violante-ecc.)a considerare i princìpi costituzionali,i princìpi attinenti all'essenza dello stato,non come inderogabili,ma come possibile merce di scambio all'interno di ordinarie negoziazioni politiche contingenti.(ad es.la Bicamerale).
Su un piatto della bilancia i princìpi fondanti dello stato e della democrazia,sull'altro contropartite utili al galleggiamento della maggioranza o al conseguimento di obiettivi politici del momento ritenuti prioritari.

Emblematiche di questa svalutazione sono,ad es.le vicende che riguardano la ponderata decisione di non regolare,durante i governi di centro-sinistra,il conflitto di interessi e l'assetto televisivo pubblico e privato che,per ovvi motivi,incidono sul modo di essere dello Stato e della democrazia.
La risoluzione del conflitto di interessi-realizzata mediante la separazione del patrimonio personale del sovrano da quello della collettività-è all'origine della fondazione dello Stato moderno in Europa.
Altri esempi dell'indifferenza ai valori costituzionali da parte del centro-sinistra,sono:il Lapsus subito rilevato dagli organi di stampa,della mancata citazione della Costituzione Italiana nel Manifesto col quale alla fine del 2006 il Partito democratico declinava la propria identità politico-culturale,l'elaborazione della famosa bozza Boato nella commissione Bicamerale per le riforme del 1997,rispetto alla quale le bozze di scarto dei costituenti dell'Italia del 1948 sembrano capolavori inarrivabili di cultura democratica-liberale,infine,la corresponsabilità nell'emanazione di tante leggi definite dalla stampa "ad personas" e "ad castam".
Un deragliamento culturale che giunge sino alle più recenti proposte formulate da esponenti di prestigio del centro-sinistra di modificare la composizione del CSM,prevista dalla Costituzione,in modo da rendere maggioritaria la componente di nomina politica e di privare il Pubblico Ministero del potere di iniziare autonomamente le indagini,riservandone l'iniziativa solo alle forze di polizia dipendenti dal potere politico.

Quel che appare interessante è la straordinaria coerenza culturale che,come un unico filo rosso,inanella la sequenza di iniziative politiche,diprassi istituzionali,di leggi che da un quindicennio stanno occultamente disfacendo la tela della Costituzione del 1948,tessendola trama di una ristrutturazione in senso autoritario dello Stato e della democrazia,più aderente all'identità culturale delle maggioranze del paese.
Quello a cui stiamo assistendo appare infatti come una straordinaria reviviscenza di radicati codici culturali premoderni tipicamente nazionali:un passaggio dalla modernità di uno Stato di diritto imperniato sul primato del potere impersonale impersonale della legge uguale per tutti,alla...premodernità di un potere-quale era quello tardo feudale-di tipo personale,signorile,svincolato da controlli e al di sopra delle leggi.
Brevi accenni dei passaggi di cui sopra:
1)La sovranità popolare è stata svuotata mediante la privazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti alle elezioni con il voto di preferenza(Porcellum-Calderoli)IL parlamento è stato ridotto a un assemblea di nominati dal Principe(Berlusconi)meno di mezza dozzina di oligarchi che seleziona il personale parlamentare sulla base di criteri di fedeltà politica e di sudditanza...Conseguentemente la separazione tra potere esecutivo e legislativo è stata fortemente ridimensionata,giacchè un assemblea di nominati dall'alto,privi di rapporto con il territorio,non può che ratificare le leggi che sono state confezionate dagli oligarchi che occupano l'esecutivo,a meno che non si verifichino fratture interne tra costoro.
2)Le leggi di riforma dell'ordinamento giudiziario dirette a ricondurre la magistratura sotto il controllo del potere esecutivo,stanno progressivamente attenuando pure la separazione tra potere giudiziario ed esecutivo a vantaggio di quest'ultimo.

3)La sistematica occupazione da parte degli oligarchi di tutti gli spazi dell'informazione televisiva e l'eliminazione di tutti i residui momenti di visibilità della reale macchina del potere(si pensi alla riforma delle intercettazioni e al divieto di pubblicare atti processuali anche non più coperti dal segreto)determinano la censura della libera stampa e l'infantilizzazione culturale delle masse riconsegnate a quello stesso analfabetismo democratico che a contrassegnato in passato la storia degli italiani.
La legittimazione culturale del conflitto di interessi,segna un ritorno a quella concezione personalistica del potere che pure appartiene alla tradizione italica.
Così dalla separazione e dal bilanciamento dei poteri si sta tornando alla concentrazione verticale di tipo monarchico.
Il neofeudalesimo italiano affollato da tanti vassalli in cerca del loro principe,da tanti sudditi contenti di esserlo,da tanti intellettuali la cui massima aspirazione è di divenire il consigliori del principe di turno e di essere iscritti nel suo libro paga,sembra essere una riedizione della storia più vera e autentica del paese.
Un paese che ha mancato il suo appuntamento con la modernità,passando direttamente dalla premodernità del tardo feudalesimo-quando ancora lo Stato di diritto non era nato-alla poatmodernità,caratterizzata dalla crisi mondiale dello Stato di diritto,senza avere avuto il tempo di vivere la stagione della modernità.
Quei due-tre secoli durante i quali in paesi come la Francia,l'Inghilterra,gli Stati Uniti si sono affermate le culture della modernità:l'Illuminismo,il Liberalismo,il moderno costituzionalismo,fondative del modeno Stato democratico di diritto.
Siamo così approdati alla moderna cultura del"profitto senza regole"e senza limiti.
Che fare? Chi salverà questo paese da se stesso?
La lezione della storia dimostra come in alcuni frangenti cruciali il paese non sia stato salvato dalle sue maggioranze ma dalle sue minoranze.

Sono state le minoranze che hanno fatto il Risorgimento,trasformando un
popolo di tribù in una nazione.
Sono state le minoranze che hanno fatto la Resistenza e hanno concepito la
Costituzione.
E sono le minoranze quelle a cui oggi sembra essere affidata la difesa
della Costituzione.
La difesa della Costituzione resta l'ultima spiaggia.Sino a quando resterà
in vita,sapremo sempre da dove ricominciare.
Sarà sempre possibile far cancellare dalla Corte costituzionale l'ennesima
legge "non rispettabile"che uno schieramento politico approva e l'altro
schieramento tiene in vita.
Salvare la Costituzione significa salvare la parte migliore della nostra
storia.
NON DEVE SCORAGGIARE FARE PARTE DI UNA MINORANZA.
Gli storici e gli analisti del potere sanno bene che la storia non è fatta dalle maggioranze disorganizzate,nè dalle oligarchie paralitiche.
Oggi viviamo una fase della storia nella quale le minoranze eredi di quelle che vollero la Costituzione,che vollero il Concilio Vaticano II,che realizzarono lo statuto dei lavoratori e che sono il seme e il simbolo di un'altra Italia possibile,sembranoessere divenute orfane di rappresentanza e guida politica,perchè troppo a lungo tradite da oligarchie partitiche paralitiche,autoreferenziali e interessate solo alla propria riproduzione.
Forse è tempo che qualcosa muoia perchè qualcosa di nuovo possa nascere.
E'tempo che ciascuno assuma su di sé l'onere e la responsabilità di aiutare il vecchio a morire per consentire al nuovo di nascere.Giacchè il futuro non è il tempo che viene e sopraggiunge.Il futuro è il tempo che si costruisce insieme.
E-per citare Salvemini-ciascuno di noi troverà nell'avvenire quel tanto che vi avrà messo di se stesso.Solo chi si arrende ai fatti non vi troverà nulla,perchè vi avrà messo nulla.
ROBERTO SCARPINATO-procuratore generale di Caltanissetta-

lunedì 7 giugno 2010

Libertà è poter compiere degli obblighi



Prendo spunto dalla frase posta sotto il titolo del mio blog per affrontare il difficile concetto sulla libertà. Di seguito posto un esempio da me pubblicato sul forum delle Liste Civiche 5 stelle.

La libertà è un concetto molto soggettivo, ognuno la interpreta a modo suo. Non si sa nemmeno da cosa ci si deve liberare. Ho bisogno di libertà; devo liberarmi... vai in bagno. In genere, non si conosce cosa ci opprime. I politici sbraitano libertà in tutte le salse e se li chiedi cosa li opprime cadono dalle nuvole o fanno discorsi tortuosi e vaghi o, nel peggiore dei casi, attaccano la costituzione. I cittadini, invece, sembrano avere le idee più chiare e tangibili, non tanto sulla liberà in se, ma sui fattori che ci vincolano in sistemi preordinati, rigidi, standard.

L'oppressore più temuto dai cittadini è il postino che ti porta i bollettini da pagare. Il mio postino deve essere un sadico; deve aver subito col tempo, una specie di deformazione professionale. Infila le bollette in mezzo alla posta con dovizia maniacale. Non trovo mai un bollettino sopra il plico. È sempre nascosto al centro e spunta come un regalino grazioso. Se arrivano solo due lettere, la bolletta la trovi sempre alle spalle, nascosta meticolosamente. Al contrario, se arrivano soldi dagli enti previdenziali, la busta riconoscibile spunta fuori dalla cassetta e mentre ondeggia al vento sembra dire: sono qua, sono arrivata.

La signora comunica contenta che finalmente si è allacciata alla rete del gas. Più che fare la battuta sulla “canna del gas”, gli faccio notare che si è attaccata una flebo endovena che li succhierà il sangue vita natural durante e anche dopo la morte se l'intestatario, come spesso succede, continua ad essere un defunto.
Gli uomini primitivi avevano un grosso problema: trovare una grotta o una palafitta decente da abitare. Oggi, dopo 10mila anni di progresso, il problema è rimasto lo stesso, è cambiato solo nei modi. Oggi si cerca una casa arredata, con tutti i comfort e senza ipoteca. Chi non può permettersi un mutuo trentennale ha una sola scelta: “occupare”. Occupare significa trovare una casa disabitata, pubblica o privata, scassinare la porta come un ladro e intrufolarsi dentro. Poi, piazzarsi dietro la porta aspettando che arrivi il vero proprietario per affrontarlo a parolacce o con una mazza di legno (succedeva lo stesso nel paleolitico). Magari, scopri che la casa è di una signora anziana costretta momentaneamente in ospedale.
Un mio vecchio amico mi chiese se volevo “occupare” un appartamento nel suo stabile dell'ente case popolari. Mi spiegò che fu proprio l'ente a supplicare gli inquilini per trovare qualcuno che “occupasse” la casa di quell'assegnatario moroso e sempre assente. Ogni qual volta c'erano i controlli, costui si faceva trovare puntualmente. I coinquilini sospettano che ci sia qualcuno al comune che lo avvisa in anticipo. Dunque, avrei dovuto sfondare il portone e intrufolarmi dentro ottenendo due risultati: la mia agognata sistemazione e risolto il problema all'Ente preposto. D'altronde, i cittadini devono dimostrare senso civico e collaborare con le istituzioni.

Un altro dramma che ci opprime è la circolazione. Le strade sono concepite per le auto e i marciapiedi servono solo a delimitare la carreggiata. Senza automobile sei un diversamente abile. Se non hai la patente non sei nessuno. Ormai la gente si riconosce dal modello di macchina che ha. Nei quartieri o nelle piccole città, se chiedi informazioni su qualcuno chiamandolo per nome non ti sanno rispondere. A un certo punto ti domandano: che macchina ha? Una Golf grigio topo targata Novara. Si, lo conosco benissimo, ecc.
Per spostarsi bisogna pagare. Le tariffe sono calcolate a chilometri e il costo, o pizzo, per circolare è simile sia se usi l'autostrada, sia se prendi il treno. Le strade statali che affiancano le autostrade -regalate in concessione ai privati- sono scomode, pericolose e incrociano tutti i paesi. Qualora la superstrada sia decente, per non fare concorrenza alla strada privata, vengono eliminati i segnali stradali che indicano la sua esistenza. A me è capitato: autostrada, unica uscita per la mia meta 15 chilometri dopo; SS 4 corsie, 4 uscite per la mia meta. Il problema più grosso era ritrovarla una volta uscito.

Prendiamo le buste paga. Ci hanno mandati a scuola per anni e l'unica cosa che sappiamo fare è leggere i numeri e firmare i contratti. Per capire le voci delle buste paga serve un equipe di esperti. Le tasse partono da migliaia di rivoli e poi approdano nel ministero del tesoro in un unico calderone forse per semplificare il compito dei super ragionieri del governo.
La busta paga è piena di voci diverse ma con lo stesso significato di fondo: trattenere. Ci sono le ritenute: “ritengo di prelevare questa somma”.. ritieni? Ritengo. Poi le deduzioni... deduci che ti spetta questo denaro? Deduco. Quindi, le detrazioni; le “imposte” che si pagano assolutamente perché sono imposizioni, s'impongono. Poi ci sono le famose una tantum... Ogni tanto mi prendo una quota... però ogni tanto, non sempre, sta tranquillo. E che dire dei famigerati conguagli? Praticamente, se a dicembre hai preso la tredicesima, a gennaio, col conguaglio, prendi mezzo stipendio. Le voci sembrano infinite come l'addizionale comunale o regionale... ti addizionano caricandoti di un ulteriore esproprio? Mai che ci mettono la sottrazionale. Poi abbiamo le aliquote con tutte quelle sigle fantasiose, ecc. Una volta feci dieci giorni di infortunio. Quando mi arrivò il risarcimento dall'Inail di 250€, lessi a piè pagina: comune di residenza 1€. Il mio comune si è mangiato un euro grazie al mio trauma al ginocchio?? Vuol dire che al comune arrivano soldi e non si sa da chi?
Il mondo cambia, le persone invecchiano, i paesaggi mutano, ma quando entro nel mio comune vedo sempre le stesse facce. Sembra un modo incantato, cristallizzato, un museo delle cere. Ti trattano come un ospite da tollerare e se chiedi qualcosa ti fanno girare come nel Castello di Kafka. Se ti lamenti con i tuoi concittadini cercando conforto e approvazione, la gente di una certa età ti spiega che loro non sono mica li per te.

E che dire del problema energetico? Nella fredda nord Europa, le lampade solari da giardino le trovi in tutti i negozi e di vari tipi e dimensioni. Te le tirano dietro... Qui da noi neanche l'ombra. Non si capisce perché il comignolo eolico sul tetto di casa non mi possa alimentare una dinamo per accendere la lampadina nel sottoscala. Non pretendo che mi funzioni la lavatrice così da liberarmi una volta del tutto dalla flebo elettrica, ma almeno la possibilità di essere “autonomo”, cioè libero, per le piccole cose. Niente. Il comune però, piazza i lampioni fotovoltaici in periferia che vengono puntualmente derubati del pannello solare. Il cittadino si chiederà: perché il comune si ed io no?!
A proposito di pali elettrici: l'Enel, per risparmiare, ha il vizio di piantare pali e tralicci sulle linee di confine, fra un terreno demaniale e uno privato o tra l'inizio delle carreggiata e un muro di cinta. Viaggia con le sue linee come Fernandel nel film “La legge è legge” quando il protagonista, non riconosciuto né come francese, né come italiano, corse via sulla linea di confine fra i due stati. Così, il colosso energetico risparmia e dissemina di pericoli mortali le strade.

Potrei ora dilungarmi sulla sanità, la religione, il lavoro, i materiali ecologici, lobby varie, ecc. ma nel forum ci sono già dibattiti interessanti. Quello che vorrei far notare è che la libertà non è un concetto metafisico, ma è un fattore concreto da applicare nel quotidiano.
Ogni individuo ha degli obblighi da compiere se vuole sopravvivere; necessità fisiologiche, sociali e intellettuali. Se tali obblighi vengono appaltati da terze persone, spacciati come “servizi”, ecco che il vivere -inteso come soluzione dei bisogni esistenziali- diventa oppressivo.
I nostri bisogni sono presi in appalto e fatto oggetto di speculazione. Basta vedere l'esempio dell'acqua potabile divenuta merce: si prende un bisogno, un obbligo imprescindibile, come il dissetarsi e si mercifica imponendo dazi economici nei confronti dei quali il cittadino, o utente, non può sottrarsi.
Ogni cittadino deve puntare verso un sempre maggiore autonomia partendo dai bisogni più essenziali come: casa, lavoro, sanità, energia, politica, ecc. fino a quelli più individuali come l'informazione, il tempo libero, istruzione, ecc. In un'ottica ecologica e slegato da chi svolge “servizi” onerosi e inutili.
Con questo presupposto invito a fare l'identikit del cittadino “libero” che, grazie alla sua autosufficienza, riesce a svolgere i suoi obblighi in autonomia, senza eccessive spese per se e la comunità in un contesto eco sostenibile.

venerdì 28 maggio 2010

Il dimorfismo sessuale



Il dimorfismo sessuale è la differenza di dimensioni fisiche tra l'esemplare maschio/femmina di una stessa specie. Su wikipedia ci sono alcuni esempi: gli insetti hanno le maggiori differenze, come nei pesci; poi ci sono gli uccelli, ma anche nei mammiferi si notano differenze morfologiche come l'elefante, il leone, ecc. e la iena maculata dove è la femmina ad avere un corpo più grande rispetto a quello del maschio.
Il dimorfismo sessuale serve ad attrarre gli individui di sesso opposto, a difendere il branco o a lottare con gli altri individui per il territorio. Negli uccelli, come i pavoni o i fagiani, la livrea serve appunto, ad attrarre le femmine per l'accoppiamento. Più i colori sono vistosi, più probabilità hanno di perpetuare la specie. Come sappiamo, gorilla, leoni e molti erbivori combattono fra di loro per difendere un harem di femmine di taglia più piccola.
Noi uomini non abbiamo una differenza marcata tra i sessi, saremmo come i lupi dove il capo branco può essere sia maschio che femmina.

Non voglio però paragonare l'uomo agli uccelli, a gorilla e nemmeno agli scimpanzè; se ci fosse un ominide ancora esistente lo prenderei come punto di riferimento. Tuttavia, possiamo notare nei nostri comportamenti, atteggiamenti simili che adottano questi animali.
Se i pavoni usano i colori e le penne per testimoniare la loro "bontà" genetica, negli umani sono proprio le femmine che usano appunto, pavoneggiarsi abbellendosi con il trucco, la moda, ecc.
L'abbigliamento femminile ci da moltissime indicazioni: a cosa serve la gonna, la scollatura, gli intimi di pizzo, le stoffe trasparenti, le calze, ecc. ? Sembra quasi che gli indumenti femminili siano concepiti per facilitare l'accesso alle zone erogene.
Prendiamo ad esempio quella donna che porta una gonna con lo spacco che gli arriva fino al mento e la scollatura che gli arriva fino alle caviglie; ha lo sguardo incazzato come per dire: non te la do neanche se m'ammazzi.
Notiamo una contraddizione fra una cultura che tende nella direzione della castità, della rinuncia alle passioni, agli eccessi, ecc. e una tendenza innata o antropologica che sembra portare in tutt'altra direzione. Prendiamo gli indumenti intimi ricamati e colorati in modo maniacale, a cosa servono, se non devi scoprirti o aprirti??

Insomma, l'universo femminile indossa accessori miranti alla seduzione. Anche l'uomo si cura e vuole sedurre ma non è comparabile con l'interesse nutrito dalle donne.
Non solo, le femmine rivaleggiano fra di loro, sono spesso prese da invidie, gelosie e maldicenze. C'è un sottobosco comportamentale che stride e si contrappone alla cultura vigente.
Perché le donne devono essere piacenti, desiderate, attraenti, ecc.? Se una donna è brutta o ha dei difetti fisici o subisce l'incedere della vecchiaia è motivo di grande frustrazione, mentre gli uomini possono essere brutti senza troppi drammi esistenziali.
Qualcuno potrà dire che in genere i maschi sono più grandi delle femmine, ma ciò può essere dipeso dal necessità del parto. Il fisico femminile deve sopportare la gravidanza che è uno stress aggiuntivo, per cui i maschi, siccome non hanno questa funzione, risultano avere un fisico più muscoloso.
In conclusione, non so come dovremmo essere, come conciliare inclinazioni naturali con propensioni culturali. Questo dilemma dovrebbero risolverlo gli antropologi, i sessuologi, i sociologi e tutte le categorie che si occupano di queste cose. Io non potrei farlo perché mi mancano molti elementi di ricerca e poi perché faccio un altro mestiere, quando lo faccio, e non posso mettermi a fare anche il teologo, lo psicologo, l'antropologo, ecc.
Vi lascio con un punto di domanda e di riflessione.

mercoledì 26 maggio 2010

Corona d'alloro



Ho sempre sognato di portare una corona d'alloro in testa, non per imitare gli imperatori romani o gli atleti greci, ma i poeti o i sapienti. Mi sono dunque inaugurato in questa veste recitando un paio di poesie già pubblicate su questo blog.

domenica 23 maggio 2010

Ma quale crisi! Come regalare un paio di miliardi a Silvio e vivere felici



Riporto pari pari un simpatico articolo trovato in rete che fa luce sull'enorme conflitto d'interessi che grava esclusivamente sulle spalle dei contribuenti. Un "comunismo" capovolto! Se ha ciò -la liberalizzazione delle frequenze analogiche regalate a Silvio- aggiungiamo anche i 98 miliardi dei videopoker in mano alla mafia non riscossi dallo Stato, l'Italia non fallirebbe(?).
Inoltre, ho appreso oggi che il presidente del Molise guadagna di più del presidente degli Stati Uniti... facciamo 2 conti?!

"Dunque, amici. Ogni tanto una notizia non fa male. Anche se è una notizia che fa male. Vado per sommi capi e poi passo la palla a quelli più bravi di me, che non ci vuole tanto. Dunque la storia è questa: il digitale terrestre libera delle frequenze analogiche. E’ il progresso. In tutto il mondo, dunque, i governi vendono queste frequenze analogiche lasciate libere dal digitale. Chi se le compra? Gli operratori di telefonia mobile, che così hanno buone frequenze per vendere i loro prodotti. Insomma, è un affare. Un affare per lo stato, per il bilancio, e dunque alla fin fine per i contribuenti. Nel 2009 il governo degli Stati Uniti ha incassato in questo modo la bellezza di 19 miliardi di dollari. Il governo tedesco sta facendo le aste in questi giorni: incasserà dai 4 agli 8 miliardi di euro, butta via… Secondo la Commissione Europea il valore di queste frequenze libere che si potrebbero vendere è di 44 milioni di euro, non male, eh! Tutti i paesi europei si accingono a vendere le loro frequenze alla telefonia mobile, o comunque a cederle, perché quelle frequenze analogiche possono avere due tipi di valore: 1) per il mercato. 2) per la democrazia dell’informazione, infatti potrebbero servire per portare la banda larga dappertutto. E qual è l’unico paese europeo che non le vende, ma le regala? Quello italiano. E a chi le regala? Alle televisioni, cioè Rai e Mediaset. Bello, eh! Aggiungo di mio: e chi è il ministro delle Attività Produttive, che sovrintende anche le Comunicazioni, che ha questa bella trovata dopo le dimissioni di Scajola? Ad interim… Silvio Berlusconi! Ecco. Io ve l’ho fatta facile. Molto più bravi di me sono Roberta Carlini che ne ha scritto su L’Espresso (leggi qui) e Enrico Grazzini che ne ha scritto su Sbilanciamoci.info (leggi anche qui). Per il resto, silenzio di tomba. Strano, eh? Proprio mentre si stanno cercando 25 miliardi, regalarne un paio a Silvio…"

giovedì 13 maggio 2010

Etica antropologica



Esiste un'etica che va al di là della cultura, dell' esperienza, delle religioni. Un'etica uguale per tutti, per tutte le razze, in ogni tempo e in ogni luogo. Un'etica antropologica o biologica?
Un'etica del genere esisterebbe e la s'incontra nei momenti di crisi quando vige il si salvi chi può, quando saltano tutti gli schemi e non si seguono più le regole.
Ammettiamo che ci sia un naufragio, la nave sta affondando: chi si salva? Si salvano sempre prima donne e bambini o vecchi. Ma i vecchi sarebbero i più deboli, i malati. In 200mila anni di storia, la vecchiaia è un fenomeno recente. Comunque sia, gli anziani lascerebbero il posto ai più giovani e aitanti. Ma come mai, in una situazione di crisi, di limite, i maschi, essendo più forti, non si buttano sulle scialuppe di salvataggio lasciando dietro i più deboli secondo la logica del più forte o della jungla? Perché si sceglie di salvare donne e bambini?

Ammettiamo che su di un'isola deserta approdano moltissimi uomini che hanno preso le barche con la forza e tra loro ci sono solo pochissime donne e bambini, cosa succederebbe?
Sull'isola deserta ci sarebbe la guerra: più maschi, più aggresività; più donne, più dolcezza.
Inoltre, la specie umana sarebbe compromessa irrimediabilmente perché con poche donne chi produrrebbe altri individui? Al contrario, salvando solo donne e bambini (futura generazione), arrivati sull'isola deserta, basterebbe anche la presenza di pochi maschi per garantire la continuazione della specie.

Quindi, esiste un'etica biologica/antropologica che va aldilà della cultura o della verità rivelata della nostra religione coi comandamenti di Dio. Il comando. Fascismo è irreggimentazione, conformazione. Un dio maschio e severo è fascistoide; forse una dea femmina e benevola è socialista?
Esiste un'etica che prescinde da tutto ciò. Noi, in questo momento, in quest'epoca di crisi, dopo tutti gli anni di storia, di evoluzione, progresso cosa stiamo salvando? Chi si salva nella nostra epoca? Si salvano solo vecchi maschi.

lunedì 3 maggio 2010

Il costume adamitico - lett. aperta a Tettamanzi



Nell'Eden vivevano nudi veramente? I naturisti hanno ragione? Secondo il mio parere nel paradiso terrestre andavano vestiti. Dico ciò per una serie di semplici deduzioni: quando fa freddo dobbiamo vestirci; quando fa caldo dobbiamo coprirci per difenderci dai raggi solari.

Se fossimo fatti per andare nudi dovremmo essere coperti di peli come le scimmie proprio per difenderci dalle intemperie.

L'uomo è comunque ricoperto interamente di peli; sulla nostra pelle ci sono tantissimi minuscoli peli. Ciò vuol dire che questo organo si è atrofizzato col tempo. Non ha più la funzione originaria proprio a causa del fatto che, a un certo punto, abbiamo cominciato a vestirci. Quando un organo non viene più usato si atrofizza, si ritira perdendo la sua funzione originaria.

Cosa è potuto succedere? Evidentemente, gli antichi hanno cominciato a indossare le pelli degli animali cacciati. Magari, inizialmente le usavano come feticcio e poi, col tempo, sarà diventata prassi comune indossare indumenti. Le pellicce, oltre a difendere meglio il corpo dagli agenti atmosferici, hanno risolto un altro problema che assilla tutti gli animali dotati di una folta peluria: le pulci. La mancanza di peluria è indice di pulizia. Le scimmie passano molto tempo a spulciarsi a vicenda. L'uso delle pelli avrà ovviato a questo inconveniente permettendo così alle comunità umane di guadagnare molto più tempo da dedicare ad altro.
Forse, avere più tempo libero avrà favorito lo sviluppo del linguaggio, la comunicazione, lo scambio d'informazioni.

Ma allora, cosa vuol dire essere nudi nell'Eden se poi in realtà erano vestiti? Sicuramente questa è un'altra metafora. Come ho accennato l'altra volta nel video Il frutto della conoscenza , il coprirsi con le foglie di fico rispondeva al sentimento di gelosia suscitato dal concetto di proprietà privata. Con la scoperta dell'agricoltura e l'allevamento, nacque l'esigenza di difendere cose, piante, animali e persone all'interno di territori posseduti e circoscritti. L'uomo, divenuto così stanziale, non permetteva a nessun altro di accedere nel proprio territorio. Da li la necessità di circondare, coprire, occultare ad occhi estranei l'intimità domestica per non renderla appetibile a nessuno.

Vicino alla gelosia bisogna accostare anche il sentimento di vergogna. Mostrarsi nudi è vergognoso. Tempo fa feci un video dove, mostrando le mie "vergogne", mi "misi a nudo" parlando delle bollette da pagare. Gran parte della gente avrebbe un po' di reticenza a "scoprire" intimi particolari della propria vita privata.
Nella nostra società capitalistica e competitiva, mostrare le proprie debolezze può essere pericoloso. Infatti, tutti tendono a coprirsi, a dare un'immagine di se forte e migliore. Mai far trapelare difetti, mai mostrare il fianco perché c'è sempre qualcuno che se ne approfitta. Mai dire al proprio datore di lavoro di essere in difficoltà, di avere debiti perché potrebbe agire nei vostri confronti asservendovi, acquisendovi nel "suo territorio" per via della vostra debolezza.
Evidentemente, un tempo, a differenza di oggi, ci si poteva mettere a nudo, cioè mostrare l'intimità dei propri sentimenti, le difficoltà, le incertezze senza timore, poiché avrebbero trovato negli altri conforto, comprensione, solidarietà, fratellanza e tutte le cose indicate nel Vangelo puntualmente disapplicate. Ognuno poteva esprimere le proprie angosce senza paura di essere sottomesso, conquistato, incorporato in un altro recinto o subire qualsiasi azione di potere atta a degradarlo.

Vediamo oggi come la minaccia o il ricatto sia molto diffusa anche ad alti livelli, basta vedere i famosi dossier sui politici o lo spionaggio industriale, ecc. Si scopre la debolezza, la vergogna di qualcuno e lo si minaccia per ottenere vantaggi, per allargare la propria area d'influenza e accrescere il potere.

martedì 27 aprile 2010

Il 20 aprile Citizen Report, puntata dedicata ai precari. C'era anche un mio video.



Il 20 aprile Citizen Report ha mandato finalmente in onda la puntata dedicata a quei lavoratori sfruttati col lavoro precario. Hanno utilizzato materiale trovato in rete fra cui il mio video su il licenziamento dall'Ilva che è piaciuto a molti. Mi hanno anche fatto una piccola intervista via Skype! Stasera all'1,10, su Rai3, con materiale trovato in rete, un'altra puntata dedicata alle Dipendenze.

sabato 24 aprile 2010

Ilva di Taranto, protesta dei precari


Tratto da il Corriere del mezzogiorno.it:
TARANTO - Circa 650 lavoratori precari legati all’Ilva hanno manifestato dinanzi alla portineria C-ingresso merci dello stabilimento di Taranto chiedendo la stabilizzazione del loro posto. Si tratta di 150 interinali, ancora in attività, e di 500 ex dipendenti con contratto a termine, al momento disoccupati. La situazione dei precari ha diviso anche i sindacati. Un accordo del 2008 prevedeva l’assunzione degli interinali e dei lavoratori ai quali il contratto non è stato rinnovato. L’intesa fu siglata da Ilva, Uilm e Fim, mentre la Fiom si dissociò. L’azienda, a causa della crisi del settore siderurgico, non ha tuttavia stabilizzato questi lavoratori, che già il 25 marzo scorso protestarono occupando pacificamente il ponte girevole. I sindacati chiedono la stabilizzazione di tutti i 650 lavoratori, mentre l’Ilva ha proposto l’assunzione di coloro che sono stati già impiegati per 24 mesi, rimandando ogni decisione sugli altri precari.



In realtà eravamo circa una trentina a rappresentare tutti. Mercoledì ci sarà un nuovo incontro dove si confronteranno nuovamente azienda, sindacati e istituzioni in prefettura. I vecchi accordi presi tra azienda e parte dei sindacati per un libero sfruttamento dello giacimento di manodopera di Taranto e provincia sono fuorilegge. Non si tiene conto dell'alto rischio d'infortunio che un impianto siderurgico comporta. Ho sentito storie assurde, gente che ha lavorato dopo aver subito gravi infortuni sul lavoro. Tra l'indifferenza dei responsabili, per paura di perdere il lavoro, molti operai hanno continuato a svolgere le loro mansioni pur essendo in condizioni menomate. In più, ad alcuni di questi che si son letteralmente sacrificati, non è stato rinnovato il contratto "proprio a causa dell'infortunio" che, evidentemente, ne rallentava la produttività.
L'azienda usa il problema occupazione come arma di ricatto per consolidare il potere sul territorio e i suoi cittadini. Ormai Taranto è un feudo in mano a una élite di persone senza scrupoli. Però, finché ci saranno persone come noi che lottano, questi "signori" non avranno vita facile.


martedì 20 aprile 2010

Per una ideologia dal basso



Se volessimo dare un indirizzo ideologico per il moVimento o i movimenti spontanei nati dal basso, fatti da cittadini stanchi che si sentono chiamati in prima persona a risolvere i problemi collettivi, potremmo benissimo parlare di “eliminazione del mediatore”, cioè di quelle categorie che si occupano dei servizi in generale.

Quello che lamenta la base e accomuna tutti i suoi risentimenti, sta proprio nel fatto che quegli organi deputati al servizio per la collettività abbiano abdicato lasciando i fruitori di tali servizi (cittadini, consumatori, elettori, contribuenti, pazienti, utenti, ecc.) abbandonati a se stessi, nella strana logica del “paga il servizio” e sbrigatela da solo.

Possiamo notare che tali categorie si infrappongono tra un bisogno primario e chi soddisfa tale bisogno, tra domanda e offerta, fra un diritto e il suo adempimento, tra il paziente e la cura, la legge e la sua applicazione, insomma, in tutte le realtà dove ci sia una fonte iniziale e un fruitore finale.

Ciò che appare interessante e avvalora questa tesi è che in un mondo sempre più compromesso nella crescita esponenziale dei consumi, siamo arrivati ad un punto tale che il sistema stesso richiede, come evocato da una specie di meccanismo fisiologico, che le varie transazioni siano sempre più ridotte per reggere in un contesto eco sostenibile, eliminando il peso (e costo) degli intermediari.

Il mediatore o l'intermediario è una categoria che svolge un compito di passaggio dal punto A al punto B. E' un ingranaggio ozioso che vive a spese del soggetto A e B. Se vogliamo dare una possibile genesi a questo fenomeno, possiamo desumere che il mediatore nasce come soggetto che coadiuva, coordina, accompagna, ecc. una domanda A ad una risposta B. La natura di tale fenomeno dovrebbe essere ed è, nel pregiudizio comune, un semplice strumento logistico e di comodità e che il suo costo dovrebbe essere commisurato alla velocità o grado di appagamento che la sua natura di tramite li ha dato. Il prezzo del mediatore dovrebbe essere compensato grazie al risparmio di tempo, di spostamento, di garanzia di qualità, ecc. che i soggetti A e B, ottengono dal cosiddetto servizio.

Col tempo, l'intermediario ha ottenuto sempre più una potere crescente d'influenza nelle varie forme fino a operare un vero e proprio capovolgimento: il servito diventa servo e il servo diventa padrone. Si sono create delle aree di competenza esclusiva, dei monopoli che assomigliano sempre più a feudi medioevali dove il “bacino d'utenza” è garanzia di guadagno, prestiti e lucro.

Gli esempi sono infiniti e sono talmente radicati e considerati come prassi normale che neanche ce ne accorgiamo. Il più noto è quello della famosa filiera alimentare: il commerciante riesce a massimizzare i profitti ricavando il minimo dalla fonte A (il contadino) e il massimo dal richiedente B (il consumatore). Non voglio qui fare tutti gli esempi possibili, ma è facile per chiunque individuare una componente mediana che succhia risorse senza un reale ritorno in tutte le attività umane. Per dare l'idea ne elenco i principali: politici, lobby economiche varie come l'energia, banche e servizi collegati, medici, ospedali e ditte farmaceutiche, avvocati, notai e professionisti vari come commercialisti, consulenti, amministratori e faccendieri, preti, editori, enti inutili, giornalisti, sindacati, ecc. Siamo arrivati al punto che si crea un bisogno o si approfitta di un dramma come il terremoto, per poter intervenire elargendo un “servizio” di urgenza che di servizio ha solo la parvenza. Ti forniscono un simulacro, una finta, l'unica cosa concreta è l'appropriazione di soldi pubblici.

giovedì 15 aprile 2010

Il video su Riflessioni sull'evento storico



Presento il video che rimanda al post della lezione VI del 24 agosto scorso

mercoledì 14 aprile 2010

Cristianesimo, sadomasochismo e mondo del lavoro




L'accordo preso con i "sindacati" (fim, uilm) che permette al "siderurgico" Ilva di Taranto di sfruttare operai somministrati "metalmeccanici", non ha valore perché non tiene conto dell'elevato pericolo d'infortunio presente negli impianti siderurgici.

Essendo Taranto più vicina all'Africa che all'Europa i proprietari lombardi lo hanno potuto fare. Sembra però che ci sia un passo indietro. Infatti, tra gli interinali sono avvenuti degli infortuni con danni permanenti e sono stati lasciati regolarmente a casa dopo la fine del contratto. Ora, alcuni di questi "scaduti" e azzoppati sono stati richiamati e rimessi a lavoro finalmente per 3 mesi.

Chi si è "salvato" e si trova fuori, ha un po' di amaro in bocca e magari, in certi momenti, si pente di non essersi ustionato o tranciato un arto...
...avranno infuso poco spirito di sacrificio?

Ecco, il sacrificio è un cardine della nostra cultura. Il crocifisso ne è il simbolo supremo. Portare la croce, farsi fustigare, accettare ogni sofferenza o sopruso pur di espiare le colpe e accedere al paradiso.

Sembra il gioco sadomasochista tra schiavo remissivo che gode col dolore e padrone inflessibile che prova piacere a infliggere sofferenze.
Questo è uno dei lati oscuri della nostra cultura, una cultura... BDSM.