giovedì 28 agosto 2008

Le altre ragioni della sconfitta




Tutta la sinistra ha sempre sofferto di un senso d'inferiorità verso il centro moderato e il cosiddetto elettorato cattolico. Si sarebbe dovuto rilanciare perseguendo il laicismo dello Stato e cercare di "catturare" quei cattolici non praticanti che odiano la Chiesa come istituzione. Invece non succede niente e mi chiedo: dove sono gli intellettuali di sinistra che dovrebbero affrontare questi temi tirando in ballo la Chiesa in un confronto dialettico senza timori reverenziali di sorta?

Uno spunto? Basterebbe puntare sulla necessità di aderire almeno in parte al vento protestante che in Italia non è mai arrivato, evidenziando quella caratteristica infima della Chiesa d'infrapporsi tra il fedele e Dio, fra il credente e quel sentimento antropologico che possiamo definire: di profusione alla purezza. La Chiesa si intro-mette come mediatrice fra la terra e il cielo creando uno strabismo concettuale, per cui la via verso la Salvezza passa dal prete che diventa un nuovo muro ancora da superare. S'impone, in effetti, una condotta "mondana" ispirata al monachesimo giacché la Chiesa, ponendosi come diaframma che eclissa il vertice della profusione, si trova ad essere essa stessa punto supremo di adorazione ed "esempio da seguire"; per cui, gli individui si trovano a seguire regole comportamentali proprie da convento contravvenendo alle esigenze biologiche e antropologiche che un uomo ha a prescindere di chi volontariamente sceglie di austerizzare la propria esistenza. Le conseguenze di ciò sono molto gravi.

Un dio maschio e severo è una concezione fascistoide, ecco perché gli italiani sono tendenzialmente di destra. Un dio di sinistra sarebbe una dea femmina e benevola? La religiosità è un sentimento che non si può personificare come la gioia, la felicità e l'amore. Il problema è culturale: il monoteismo assoluto è verticale, pone tutto sopra e niente sotto. Il fatto è che ci si ritrova sempre sotto!
La Chiesa usa un monito molto violento sventolando in continuazione lo spettro della morte, la scomunica e l'inferno come mezzo di coercizione. Il cattolico viene svuotato, non ha personalità, si annulla in virtù di un'alterità eterea e impalpabile. La "promessa", in cambio del sacrificio misantropico della propria natura, è la vita eterna, guarda caso l'annullamento di quella morte che viene simboleggiata ed esposta ovunque. A causa di una religiosità che non si esplica in armonia con la natura umana, si suscita nel cattolico un sottaciuto senso di rivalsa, un bisogno latente di scardinare le regole che lo tengono imprigionato. Ne consegue che la verticalità Assoluto/nulla viene riflessa nella quotidianità col risultato che Berlusconi -al pari del capo o padrone di turno- si trova ad essere il dio in terra, l'esempio da imitare e venerare perché è colui che da un lato è riuscito ad "elevarsi al cielo" compiendo il percorso indottrinato dalla Chiesa riflesso in terra, e dall'altro si è finalmente liberato da regole misantropiche imposte del dogma cristiano conservando nel contempo la classica ipocrita aurea di santità cristiana.
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sabato 23 agosto 2008

Cina, Usa o Europa?



Le olimpiadi moderne sono state usate sempre come pretesto per confrontarsi fra superpotenze e ribadire la loro "superiorità" rispetto agli antagonisti politici e militari. Tutti ricorderanno le olimpiadi di Berlino, il medagliere usa/urss e oggi, il confronto usa/cina. La propaganda si è interessata in modo meticoloso della preparazione degli atleti che avrebbero portato "l'oro" in patria.

Se -secondo la mentalità imposta dalla propaganda politica- la nazione che esprime più talenti è il modello sociale da perseguire per via del successo ottenuto dai cittadini che vivono in quel tipo di società, nessuno, a quanto ne so, si è preso la briga di far notare e "propagandare" il fatto che gli stati europei hanno ottenuto forse ogni volta, il medagliere più consistente.

Infatti, se sommiamo le medaglie dell'Europa a 15 risulta una "superiorità" schiacciante nei confronti delle "potenze" attuali cina/usa.

Ne risulta che il "modello di riferimento" degli ultimi tempi è stato sbagliato, oltre al fatto che non si può confrontare un paese di 200 milioni di abitanti al pari di uno con 50, ecc. inoltre, appare chiaro, come ho già accennato nel post "la forma di governo migliore cui aspirare"(http://ilblogdimasciullo.blogspot.com/2007/11/la-forma-di-governo-migliore-cui.html), che il modello europeo di orientamento socialdemocratico è applicabile non solo in paesi piccoli come Danimarca o Olanda ma dilatando il cerchio e includendo quei popoli che in qualche modo convergono verso quel modello e che hanno, fra l'altro, suscitato sempre l'invidia -ma nessuno lo ribadisce- in tutto il mondo, come la scandinavia, tutte le nazioni in lingua tedesca, la stessa Francia e, perché no, l'Estonia, la Lituania; abbiamo almeno 300milioni di cittadini che vivono secondo standard civili mai raggiunto da nessun altro paese.

Qualcuno direbbe, dov'è l'inganno? Il trucco è nel far credere con effetti speciali che quello è il mondo migliore possibile in cui vivere e scoraggiare e assoggettare ogni rivendicazione culturale alternativa grazie al terrore esercitato con le armi, in primo luogo, e l'addomesticamento del nemico o eventuale nemico, con accordi segreti militari-strategici ed economici, con l'embargo, l'isolamento, la divisione e tutti quei stratagemmi atti a convogliare ogni sorta di beneficio alla propria bandiera.

Il concetto dello sportsman vincente come testimone del benessere infuso ai cittadini dai propri governi è giusto in linea di massima però voglio sottolineare una cosa: invece di premiare il salto del giaguaro o la corsa della gazzella, sarebbe più giusto richiamarsi a quelle doti che hanno fatto dell'uomo quella testa pensante (vorrei dire un'altra cosa) che oggi è. Il livello di "civiltà" si dovrebbe, anzi, si deve misurare in base alle "prestazioni" o opere intellettuali che i cittadini di tal paese riescono a esprimere. Su quelle basi dunque, dovrebbe convergere, se vogliamo, il resto del pianeta.

Nessuno può negare -e proporre figure alternative- che uomini in lingua tedesca o facenti parte di quell'Europa evidenziata prima, hanno costituito la dorsale culturale sulla quale il mondo, volente o nolente, si è sostenuto ed è progredito. Faccio una lista di nomi a caso: Kant, Marx, Nietzsche, Van Gogh, Wagner, Kafka, Einstein, Heidegger, Bergman, ecc.

La mia impressione è che in sostanza ci sia un po' di confusione. In genere gli uomini non sanno chi/come sono e cosa serve per stare bene; in più, non hanno il senso dello spazio e del tempo, cioè sono disorientati perché non hanno punti fermi di riferimento che li collochino in una dimensione unitaria e stabile nella quale essi riconoscono il loro posto come soggetti attivi e partecipi al bene comune. Non voglio diventar pesante e meticoloso adesso. Devo sempre andare a fondo, penetrare all'interno del problema. Sarebbe bastato far notare che il medagliere europeo è più ricco invece mi sono addentrato all'interno della materia informe e oscura del mistero umano.

In conclusione: facendo le dovute proporzioni, le olimpiadi hanno sentenziato che il paese migliore in cui vivere è la Giamaica...


mercoledì 20 agosto 2008

RIFLESSIONI SUL CROCIFISSO



Premessa
Prima non eravamo niente, poi, a un certo momento, siamo nati, siamo vissuti e con la morte siamo ritornati ad essere niente.
Nulla - esistenza - nulla.
Una cosa fra due nulla… è come se non fossimo mai esistiti! Qualcosa dopo la morte c’è ma, soprattutto, c’è qualcosa prima della vita. Pertanto smettiamola di preoccuparci dell’aldilà e concentriamoci sull’al di qua.
Il religioso sacrifica la vita per la morte. Io rinuncio a tutto, ai piaceri della vita, a me stesso, soffro e mi sacrifico, però, poi, pretendo la vita eterna.
Soffrire con i parenti in rianimazione è buono, perché ciò, -il patimento- mi garantirà con gl’interessi, l’estasi del paradiso. E’ il meccanismo psicologico delle religioni: il musulmano si sacrifica a patto che, dopo la morte, godrà di una ricompensa.
Nel medioevo si usava autoflagellarsi per espiare, attraverso il dolore, i peccati commessi.L’ossessiva paura del Dopo ci fa rinunciare alla vita.

RIFLESSIONI SUL CROCIFISSO

Guardando con distacco l’immagine e il messaggio che esprime il crocifisso risulta sconcertante la figura di un uomo morto inchiodato ad una croce. Un corpo dilaniato, sanguinante, umiliato e martoriato. Il risultato è in effetti, l’adorazione di un cadavere, l’adorazione della morte. La divinizzazione del trapasso, del dolore come paradigma, come aspirazione suprema, la salma esanime come confluenza delle finalità di tutte le manifestazioni della propria esistenza.Insomma, di fronte al crocifisso noi adoriamo la morte e non una morte ‘normale’, ma una morte cruenta, intrisa di dolore, di negazione verso il corpo, verso la vita, il piacere, l’amore.
Posto davanti ai bambini in classe potrebbe anche spaventare la figura di un uomo conficcato da chiodi. Si induce, già in tenera età, verso una specie di necrofilia sacralizzata. E’ vero, Gesù è morto per noi, e ciò viene ribadito, anzi, rinfacciato come di un atto non dovuto, di un atto concesso da un eroe che si sacrifica in una battaglia che in fondo non gli appartiene e perciò degno di ringraziamento ulteriore. Se il Cristo è tale, lo è essenzialmente per un fatto fondamentale e cioè, la sua Resurrezione. Se Gesù non fosse risorto non saremmo qui a parlarne. Ed è lì la sacralità del cristianesimo, nel superamento della morte, nel trascendere la misera esistenza verso la vita eterna e beata. Quindi, il simbolo più appropriato dovrebbe essere la figura di un Cristo ‘risorto’ e non di un Cristo deturpato su una croce. La conseguenza di ciò, la conseguenza dell’adorazione di un cadavere, è l’ambire cattolico al dolore come sacra aspirazione; ogni atto volge a una “crocifissione” di se stesso e degli altri.
Il male subìto diventa un bene come prova di patimento, di sopportazione, di espiazione per l’omicidio dell’Uomo. La nostra società, cristiana medioevale, si alimenta di dolore, di peccati, di male gratuito poiché solo attraverso il martirio, l’autoflagellazione, di un “santo” sadomasochismo, possiamo espiare le colpe ‘imposte’ da una concezione necrofila dell’essenza umana.
La nostra quotidianità, nonostante la presenza capillare degli adepti di una Verità che opprime la vita, è costellata d’intrighi, invidie, raggiri, inganni, d’effettiva chiusura verso l’altro per evitare il ‘piacere’ di stare insieme (la libido). La ferita sul costato è un’aggiunta per non lasciare alcuno spazio a fantasie carnali; il lenzuolo è una castrazione. Il risultato è una vita fatta di sensi di colpa, di contraddizioni, del subdolo piacere verso il dolore dato e ricevuto, di tutto ciò che, contraddicendo la nostra natura sociale, solidale, umana, terrena, va ad alimentare quel sistema che si nutre del senso di colpa, del peccato, del male che scaturisce dal rifiuto della propria essenza umana, carnale e terrena, in virtù di una spiritualità vaga e impalpabile. Gesù non scrisse mai niente perché gli scritti sono suscettibili d’interpretazioni strumentali. Il messaggio più alto che possiamo esprimere dopo millenni di storia, è che dobbiamo sollevarci verso la gloria del Signore, verso la Redenzione, trainando con noi non solo l’anima, ma tutta la terra e i demoni dell’inferno perché la Gloria sia davvero totale e onnipervadente.

“Il bene è innegabile. Il male è la negazione del bene, pertanto il male non esiste.” S. Agostino

martedì 12 agosto 2008

Ottaviano Del Turco fuori ai domiciliari in tempo per passare il ferragosto con i suoi


Ottaviano Del Turco e il resto della banda, sono usciti in tempo per passare il ferragosto in famiglia ai domiciliari.
Grazie al racket si sono spartiti almeno 20milioni... quelli che si vedono.
Quando prendono certa gente i media vanno subito all'attacco: "quando saranno scarcerati?"; lo slogan è: "hanno preso uno dei nostri". Non si curano minimamente dei fatti gravissimi commessi da questi delinquenti... eletti.
Andrebbero appesi per i piedi e scorticati vivi, altro che domiciliari o incompatibilità col regime carcerario. Anzi, andrebbero impalati.
L'impalamento consisteva nel conficcare con forza un palo di legno appuntito nel corpo della vittima fino a trafiggerlo come uno spiedino. Il condannato veniva poi issato in piedi e moriva dopo una lunga e terribile agonia.
Per fortuna non si usava in Palestina 2000anni fa sennò chissà quale totem avremmo oggi e che grado di sadomasochismo ci sarebbe fra i cattolici.
Siamo in mano a bande che tengono in pugno i cardini delle istituzioni: noi siamo una massa di coglioni assoggettati.

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lunedì 11 agosto 2008

Su l'involuzione umana



Hai ragione Sabina Guzzanti quando fa notare che la gente è terrorizzata, ha paura di parlare, di perdere il posto di lavoro, di subire pressioni, intimidazioni, danni che forse sono solo immaginari.
La paura e l'insicurezza genera una reazione in una comunità, una specie di involuzione antropologica per cui: se in condizioni "normali" o ideali, ognuno può fidarsi dell'altro e i bisogni primari non appaiono minacciati ma sono garantiti, assistiamo al fiorire di una società civile, libera e basata su principi nobili,ecc. Al contrario, quando il terrore s'insinua nella gente, avviene una involuzione che fa regredire i rapporti interpersonali passando da sociali a gregari.
Come un branco di lupi gli interessi che legano gli individui di una comunità sono essenzialmente opportunistici finalizzati alla mera sopravvivenza; gli animali non sono legati da una affettività come avviene in una società umana, ma nel branco i componenti sfruttano l'essere aggregati come mezzo migliore per arrivare al cibo soddisfando così il bisogno più arcaico, quello di ventre.
Ne consegue che agli individui di una comunità, per potersi esprimere come esseri umani, si devono garantite in modo assoluto l'espletamento dei bisogni primari.

Libertà è poter compiere degli obblighi


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giovedì 7 agosto 2008

Paradisi fiscali: isole per pirati moderni.





I paradisi fiscali devono essere aboliti. Sono le isole dei pirati moderni.
Come funziona questa economia? Come mai nella globalizzazione dove i capitali girano in un frazione di secondo, se un cittadino comune prova a passare la frontiera con una stecca di sigarette rischia l'arresto?
Quanto vale in realtà un prodotto?

Come mai nei paesi dell'est che si affacciano all'Europa, un determinato prodotto valeva un tot nella moneta locale e poi, con la massiccia emigrazione avvenuta negli ultimi anni, lo stesso prodotto ha aumentato il suo valore attestandosi in molti casi ai prezzi dell'area euro senza tener conto che milioni di persone continuano a percepire stipendi pagati in moneta tradizionale?


Come si spiega che i cittadini che hanno deciso di emigrare -con tutti i disagi e i sacrifici che ciò comporta- per portare "più ricchezza" nel loro paese approfittando del cambio della moneta, si sono ritrovati in pochissimo tempo con una inflazione che ha "sottratto" di fatto quel surplus di guadagno che illusoriamente i cittadini credevano di ricompensare le loro odissee?


Sarebbe convenuto che costoro fossero rimasti nel paese natio perché non avrebbero subito la "rapina" architettata giocando sulle fluttuazioni del valore dei prodotti senza un criterio base.
Il sospetto è che sia un calcolo cinico e consapevole: la ricchezza maggiore riscontrata nelle tasche del cittadino viene individuata e sottratta con meccanismi cinici e illegali... e non solo all'estero.