mercoledì 21 ottobre 2009

Le trattative tra mafia e Forza Italia ci sono state... chi l'avrebbe mai detto??




Adesso mi chiedo come mai solo dopo 17 anni vengono fuori queste notizie "risapute" da tutti? Se è vero che il "clima" è cambiato e Obama col Vaticano hanno deciso di cambiare registro, dobbiamo esserne grati o è forse meglio tenerci ciò che abbiamo? Chi metteranno al loro posto per continuare a fare gli interessi di poteri extraterritoriali?
Per dare un'idea del nostro stato di oppressione aggiungo questo link.


"Clamorose, ma fino a un certo punto, le ultime rivelazioni del pentito Giovanni Brusca raccolte in verbali finora rimasti inediti e che saranno pubblicati dall'Espresso che continua la sua inchiesta dopo aver pubblicato per primo il papello della trattativa Stato-Mafia: il boss di Cosa Nostra Totò Riina disse che "il nostro referente nella trattativa era il ministro Mancino. Ma dopo l'arresto del padrino, i boss puntarono su Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Brusca racconta che alla vigilia di Natale del 1992, Riina aveva convocato i più importanti boss mafiosi ed era euforico: "Si sono fatti avanti" diceva ai convenuti tra cui proprio Brusca. Il riferimento è al fatto che lo Stato aveva accettato di aprire la trattativa con la mafia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. "Ho avuto un messaggio. Viene da Mancino (ex Ministro degli Interni ora vicepresidente del Csm ndr.)". Era l'avvio della trattativa e la prima redazione del papello.

Il politico che avrebbe "coperto" inizialmente la trattativa fra mafia e Stato. Il tramite sarebbe stato l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, attraverso l'allora colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno. L'ex responsabile del Viminale ha sempre smentito. Comunque, stando alle parole di Brusca, mediata da Bernardo Provenzano attraverso Ciancimino, arriva la risposta al "papello", le cui richieste iniziali allo Stato erano apparse pretese impossibili anche allo zio Binu.

E qui le indagini si arricchiscono dei particolari rivelati dal neo pentito Gaspare Spatuzza il quale ricorda il collegamento fra alcuni boss e Marcello dell'Utri (il senatore del Pdl, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa), che si sarebbe fatto carico di creare una connessione con Forza Italia e con il suo amico Silvio Berlusconi.

La svolta infatti avvene all'inizio del 1993. Brusca ricorda che nei primi di gennaio 1993 il capo di Cosa nostra era preoccupato. Non temeva di essere ucciso, ma di finire in carcere. Il nervosismo lo si notava in tutte le riunioni, tanto da fargli deliberare altri omicidi "facili facili", come l'uccisione di magistrati senza tutela. Un modo per riscaldare la trattativa. La mattina del 15 gennaio 1993, mentre Riina e Biondino si stanno recando alla riunione durante la quale Totò ù curtu avrebbe voluto informare i suoi fedelissimi di ulteriori retroscena sui contatti con gli uomini delle istituzioni, il capo dei capi viene arrestato dai carabinieri.

Mancino, che in quelle settimane sta blindando la sua casa con porte e finestre antiproiettile, diventa un interlocutore inaffidabile per la mafia. Brusca si sofferma ancora sull'incontro tra Mancino e Borsellino pochi giorni prima che il magistrasso morisse ("per un capriccio di Riina", che voleva scaldare la trattativa) in via D'Amelio, incontro che Mancino continua a negare nonostante le tante testimonianze. Le rivelazioni del pentito Mutolo spingono la mafia ad accelerare la stragegia delle bombe: Milano, Roma, Firenze, l'attentato a Maurizio Costanzo. Il tritolo però non porta a grandi risultati.

Brusca ricorda che dopo l'arresto di Riina ha parlato con il latitante Matteo Messina Denaro e con il boss Giuseppe Graviano. Chiede se ci sono novità sullo stato della trattativa, ma entrambi dicono: "Siamo a mare", per indicare che non hanno nulla. E da qui che Brusca, Graviano e Bagarella iniziano a percorrere nuove strade per riattivare i contatti istituzionali. Il fallito attentato al plotone dei carabinieri del 31 ottobre 1993 allo stadio Olimpico rientrerebbe invece in una vendetta dei corleonesi contro Mori e De Donno accusati di aver "fatto il bidone".

Ma torniamo a Spatuzza: ai magistrati dice che la stagione delle bombe non ha portato a nulla di buono per Cosa nostra, tranne il fatto che "venne agganciato ", nella metà degli anni Novanta "il nuovo referente politico: Forza Italia e quindi Silvio Berlusconi". Anche Brusca conferma. E aggiunge: "Parlando con Leoluca Bagarella quando cercavamo di mandare segnali a Silvio Berlusconi che si accingeva a diventare presidente del Consiglio nel '94, gli mandammo a dire "Guardi che la sinistra o i servizi segreti sanno", non so se rendo l'idea...". Spiega sempre il pentito: "Cioè sanno quanto era successo già nel '92-93, le stragi di Borsellino e Falcone, il proiettile di artiglieria fatto trovare al Giardino di Boboli a Firenze, e gli attentati del '93". I mafiosi intendevano mandare un messaggio al "nuovo ceto politico", facendo capire che "Cosa nostra voleva continuare a trattare".

Perché proprio Forza Italia? Perché "c'erano pezzi delle vecchie democrazie cristiane, del partito socialista e tutti i pezzi politici un po' conservatori cioè sempre contro la sinistra per mentalità nostra. Quindi volevamo dare un'arma ai nuovi "presunti alleati politici", per poi noi trarne un vantaggio, un beneficio". Le procure stanno già valutando queste dichiarazioni per decidere se riaprire o meno il procedimento contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, archiviato nel 1998. Adesso ci sono nuovi verbali che potrebbero rimettere tutto in discussione e riscrivere la storia recente del nostro Paese."

domenica 11 ottobre 2009

De Magistris: ''Guerra procure? Operazione fatta a tavolino per fermare le mie inchieste''




De Magistris ha fatto più volte notare che in Calabria esiste una commistione di poteri occulti massonici piduisti tra politici, criminalità organizzata, parte della magistratura e imprenditoria che paralizzano e condizionano la vita democratica di quelle regioni.
Lo scippo delle inchieste 'Why not' e 'Poseidone' dimostra che l'intero paese Italia è profondamente 'deviato' in ogni ambito, politico, istituzionale ed economico.


Intervista all'agenzia ADNKRONOS

'BISOGNAVA FERMARMI UTILIZZANDO ANCHE LE PROPAGGINI GIUDIZIARIE DEL SISTEMA'- 'OCCORRE NUOVO CSM SENZA CORRENTI, QUELLO ATTUALE HA SCRITTO PAGINE TROPPO BUIE CON L'ANM'

Roma, 10 ott. - (Adnkronos) - (di Vittorio Amato) - 'E' stata un'operazione fatta a tavolino. L'obiettivo era quello di fermarmi, ma non avevano previsto la mia capacita' di reazione'. A parlare e' Luigi De Magistris, protagonista della cosiddetta guerra delle procure nata intorno alle inchieste 'Why Not' e 'Poseidone' avocate all'ex pm, ora eurodeputato dell'Italia dei valori. All'ADNKRONOS, De Magistris rievoca le tappe della sua vicenda giudiziaria iniziata due anni fa, senza fare sconti a nessuno: 'Non ho dubbi, dietro l'avocazione c'e' stata un'unica strategia, perche' le mie inchieste colpivano il cuore del sistema, cioe' i rapporti, attraverso la gestione del denaro pubblico, tra pezzi significativi della politica, delle istituzioni e della criminalita' organizzata. Sono coinvolti tutti, anche grandi imprenditori e professionisti'.

De Magistris e' convinto che 'non c'era una talpa nella sua Procura. C'e' stata una strategia di delegittimazione messa in atto da ambienti istituzionali. Bisognava fermarmi utilizzando anche le propaggini giudiziarie del sistema, come poi ha correttamente ricostruito la magistratura di Salerno, che pure e' stata bloccata. A questo si e' aggiunto, poi, il sistematico annientamento di tutti i miei collaboratori. In tali casi, si tratta, in genere, di strategie tipiche delle massonerie deviate e dei poteri occulti. Non a caso, ho parlato di una nuova P2'.

L'ex magistrato denuncia l'esistenza di 'un governo occulto della cosa pubblica, a livello nazionale e locale', chiede subito un 'nuovo Csm senza piu' correnti, perche' quello attuale ha scritto pagine troppo buie insieme all'Anm' e mette in guardia dal governo Berlusconi: 'La giustizia e' in pericolo, perche' questo esecutivo sta conducendo il golpe di autunno, che e' un golpe senza armi, ma con l'arma della carta bollata'. L'esponente dell'Idv assicura: 'Dal '92 ad oggi, il livello di corruzione e' notevolmente aumentato e in tutti questi anni la sinistra ha fallito sulla questione morale e culturale'.

Il governo vuole accelerare sulla riforma della giustizia e il Guardasigilli Angelino Alfano rilancia l'idea di reintrodurre l'immunita' parlamentare. De Magistris non ci sta: 'Sono assolutamente contrario all'introduzione dell'immunita', che va garantita solo per la libera manifestazione del pensiero. Considero una soluzione equilibrata quella trovata nel '93, in piena Tangentopoli. Sono convinto che il rapporto tra politica e giustizia si svelenira' solo quando i politici non commetteranno piu' reati gravi. Ce ne sono tanti, invece, in Parlamento coinvolti in inchieste per truffa, peculato, corruzione, mafia'. L'ex pm promette che dara' battaglia, non solo a Strasburgo: 'Fino a quando avro' fiato, portero' la mia storia e queste vicende in tutte le sedi opportune, istituzionali e non, promuovero' dibattiti e convegni, perche' la verita' dovra' travolgere la menzogna di regime'. Lo 'scontro' tra le procure di Catanzaro e Salerno, sottolinea, 'merita anche l'attenzione del Parlamento italiano, perche' non attiene singole persone, ma lo Stato di diritto e la democrazia nel nostro Paese'.

'In Calabria -afferma- tante persone avevano cominciato ad avere fiducia nello Stato, avevano denunciato, guardavano con apprezzamento alcuni magistrati e le forze dell'ordine. Non ho nessun dubbio che questa 'guerra' sia stata creata ad arte'. Da qui il pieno sostegno allo sfogo dell'ex procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, che ha lasciato la magistratura denunciando il silenzio dell'Anm, del Csm, della stampa e della politica sulla sottrazione di 'Why Not' e 'Poseidone': 'Ad Apicella non solo gli hanno tolto le funzioni di pm, ma addirittura lo hanno sospeso dal lavoro, semplicemente per non aver fermato dei magistrati che stavano facendo il loro dovere. Altro che due 'pesi e due misure'!, sbotta e continua:De Magistris 'A Catanzaro ci sono ancora magistrati indagati di fatti gravi e stanno ancora al loro posto. E' una vicenda di una gravita' inaudita, una pagina nera davvero devastante. Mi auguro che quanto prima si vada a votare e ci sia un nuovo Csm'.

L'eurodeputato dell'Idv riconosce di 'aver sicuramente commesso degli errori mentre conduceva le sue indagini, perche' gli errori stanno sempre dietro l'angolo, soprattutto quando si lavora a ritmi serrati e per tante ore al giorno. Ma questi sbagli non sono certo quelli che mi hanno addebitato sul piano disciplinare: erano artifici messi in atto solo per colpirmi. Mi hanno costretto a proseguire le mie battaglie in politica. La consapevolezza di correre dei pericoli -dice- ce l'ho da tempo e spesso conduco queste battaglie in una situazione di isolamento'.

De Magistris difende il consulente Gioacchino Genchi ('e' un professionista bravo, affidabile e leale') e ricorda le polemiche sul coinvolgimento nell'inchiestsa 'Why Not' di Romano Prodi e Clemente Mastella, all'epoca, rispettivamente, premier e Guardasigilli: 'Non e' stata violata la loro privacy, le accuse del Csm sono infondate, non c'e' dubbio che andavano indagati'. Quanto alla fuga di notizie di allora, precisa: 'Mi ritengo una vittima, perche' alcune fughe di notizie sono state strumentali al fine di simulare tracce di reato nei miei confronti'.

L'ex pm sostiene che 'la giustizia e' a rischio' con il governo Berlusconi: 'Penso che stia conducendo il golpe di autunno con l'arma della carta bollata. Nel senso che, con l'uso illegittimo delle norme, si vuole stravolgere la Costituzione e abbattere l'indipendenza della magistratura'. Cita, in particolare, due casi: 'Oltre alla cancellazione delle intercettazioni telefoniche, che e' sotto gli occhi di tutti e mortifica anche il diritto di cronaca dei giornalisti, c'e' la legge che toglie al pm la possibilita' di investigare di propria iniziativa e questo principio fu voluto da Giovanni Falcone. Oggi, invece -avverte- il governo vuol far dipendere l'azione del pm dalle segnalazioni della polizia giudiziaria che come tutti sanno dipende dal potere esecutivo. Quindi, questo e' un governo che vuol portare a compimento il disegno piduista di Licio Gelli che voleva mettere sotto controllo informazione e magistratura'.

Dai tempi di Tangentopoli ad oggi la corruzione si e' accresciuta, insiste l'eurodeputato dell'Idv, che motiva cosi' il suo allarme: 'Non ci sono piu' i Poggiolini che mettevano il denaro sotto il materasso e i Curto' che nascondevano i soldi nella spazzatura.Ci sono le consulenze, i progetti, le poste in bilancio, i conti all'estero, i cda delle societa' miste pubblico-private che gestiscono il denaro pubblico. Forme molto piu' raffinate per fa veicolare il denaro della corruzione. E poi c'e' la corruzione di Stato'.

giovedì 8 ottobre 2009

Sonia Alfano: un rappresentante del popolo



E' una Sonia Alfano più che mai combattiva quella che si è presenta oggi all'Europarlamento con un breve intervento destinato a lasciare un segno (in Europa, ovviamente, non in Italia): "In Italia si sta cercando di far passare una legge che proibisce ai giornalisti di pubblicare anche cronache giudiziare. Questo perché probabilmente consentirebbe agli italiani di conoscere le responsabilità dello stesso Berlusconi rispetto alle stragi mafiose del '92 nelle quali morirono Falcone e Borsellino".

lunedì 5 ottobre 2009

Ognuno conta per uno



Ognuno conta per uno. Questo è lo slogan che ho estrapolato dall'incontro di domenica del "Movimento" dove ho avuto l'onore di partecipare.
Quando Grillo si candidò per il PD è stato etichettato come "capo di un movimento" ostile. Essendo riconosciuti ormai come movimento tanto vale farne uno. Il movimento di liberazione nazionale è nato spontaneamente, Beppe Grillo ci ha messo solo la faccia.
Si potranno iscrivere persone che non fanno parte di nessun partito, senza precedenti penali, che non abbiano fatto più di 2 legislature, cittadini italiani, ecc. Programmi e azioni saranno votate da tutti gli iscritti "democraticamente": ognuno conterà per uno.
Come mostra il video, si è parlato del programma che prosegue la carta di Firenze in occasione della presentazione delle liste civiche a 5 stelle per le comunali. Il 4 ottobre s'inaugura praticamente la partecipazione del Movimento a 5 stelle alle prossime regionali dove, per il momento, si presenterà quasi certamente in Emilia Romagna, Piemonte e Campania.

Al mattino mi sveglio disturbato dal canto di un grillo che da giorni si è fatto la tana sull'uscio di casa mia. Maledetto grillo, mi son detto, ma poi: azzo, devo andare.

Parto. Macchina, aereo, autobus, metrò. Ho notato che tute le volte che ho viaggiato l'ho fatto quasi sempre da solo. Anche quando ero in compagnia per la metà delle volte ero presente come aggregato. Nella metropolitana c'era uno che assomigliava ad Andrea Camilleri. A un certo punto si volta e mi penetra con uno sguardo indagatore, io ricambio allo stesso modo. Allora mi chiedo: se quando scende si accende la sigaretta è lui. Scende e si allontana con passo svelto, forse non era lui. Arrivo nei pressi di piazza Garibaldi, mangio qualcosa e dopo alcuni tentativi andati a vuoto trovo finalmente il teatro Smeraldo. Faccio la fila ed entro. Siamo noi, il popolo della rete, il movimento, forse la punta di diamante della società civile, quella sana.

L'incontro conferma tutte le mie aspettative. C'era anche Adriano Celentano, il precursore. C'erano Sonia Alfano e De Magistris, ho visto anche Piero Ricca. Nel finire si era formata un po' di ressa attorno a De Magistris e Sonia Alfano. Avrei voluto salutarli anch'io, stringerli la mano e dire a Sonia che mi ero innamorato di lei, mentre a De Magistris gli avrei puntato il dito dicendo: tu sei Batman. Forse è meglio evitare le figure di merda e uscire. Mentre esco intravedo un meetupparo di Taranto, lo saluto e lo mando a fanculo, poi m'incammino per Milano in mezzo ai cinesi. Cammino piano, le scarpe mi fanno male. Non ho pianificato niente prima di partire, vado al Duomo, notte in treno per il ritorno.

venerdì 2 ottobre 2009

Movimento di Liberazione Nazionale




Il 4 ottobre 2009 nascerà un Movimento di persone, in cui ogni persona avrà un peso, senza capibastone, mandamenti, sezioni, strutture provinciali, regionali, tessere, correnti. Sarà presentato il programma del Movimento in 7 punti: Energia, Salute,Trasporti, Economia, Informazione, Istruzione e Stato e cittadini. Oggi pubblico la proposta per la Salute per ricevere i vostri contributi.
Al teatro Smeraldo di Milano si terrà un incontro, io dovrò esserci.

Seguono alcuni punti del programma:

SALUTE
L'Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti però stanno minando alle basi l'universalità e l'omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Si tende inoltre ad organizzare la Sanità come un’azienda e a far prevalere gli obiettivi economici rispetto a quelli di salute e di qualità dei servizi.
Gratuità delle cure ed equità di accesso
- garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e gratuito
- ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali
- monitorare e correggere gli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità
Farmaci
- promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all'estero) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione
- prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come avviene ad esempio in Gran Bretagna)
Informazione
- programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici
- politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice
- informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali
- sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità, volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio
Medici
- proibire gli incentivi economici agli informatori “scientifici” sulle vendite dei farmaci
- separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato
-incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata
- criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari
Organizzazione
- liste di attesa pubbliche e on line
- istituzione di centri unici di prenotazione on line
- convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line
- investire sui consultori familiari
- limitare l'influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione dei consigli di amministrazione
Lotta per il dolore
- allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore. In particolare per l'uso degli oppiacei (morfina e simili)
Ricerca
- possibilità dell'8 per mille alla ricerca medico-scientifica
- finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare
- promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate
alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti
- promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all'estero in assenza di strutture nazionali
- introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione
Amministratori pubblici
- eliminazione degli inceneritori
- introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori)


ENERGIA
"Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più.
Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano.
Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno.
Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:
- applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
- definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti
- riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
- agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava
- elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile.
Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica.
Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:
- potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc.
- estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
- applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano
- eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
- incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
- incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici."

STATO E CITTADINI
"L'organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.

- Abolizione delle province
- Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
- Abolizione del Lodo Alfano
- Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
- Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
- Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo
- Divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato
- Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
- Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
- Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
- Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web, come già avviene per Camera e Senato
- Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
- Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
- Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa popolare
- Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
- Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini"


INFORMAZIONE
L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
- cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
- eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
- nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni
- abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisione
- nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
- abolizione dell'Ordine dei giornalisti
- vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai partiti
- abolizione della legge Gasparri
- copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
- statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia, e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico
- introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
- eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa
- allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
- tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato
- riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni
- abolizione della legge Urbani sul copyright
- divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali
- depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela)
- abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all'accesso wi fi.

ECONOMIA
- introduzione della class action
- abolizione delle scatole cinesi in Borsa
- abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
- introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
- abolizione della legge Biagi
- impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
- vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
- introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
- impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati
- impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
- introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
- abolizione delle stock option
- abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
- allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
- riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
- vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
- favorire le produzioni locali
- sostenere le società no profit
- sussidio di disoccupazione garantito
- disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).

TRASPORTI

- disincentivo dell'uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane
- sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
- istituzione dii spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette
- istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane
- introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo
- potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti
- blocco immediato del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val di Susa
- proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane
- sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo
- copertura dell'intero Paese con la banda larga
- incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
- sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici
- incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet
- incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio
- corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane
- piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.