venerdì 31 dicembre 2010

Dio fa rima con io, mio, ecc.

Posto un mio commento lasciato sul blog di Luigi De Magistris (dove purtroppo è riamsto visibile per poco tempo sostituito da una nuova discussione). Dunque, lo evidenzio qui con minime variazioni. Per gli approfondimenti rimando a chissà quando. A volte non riesco a fare a meno di dire la mia.

A proposito, non aggiorno più il blog perché è come se mi trovassi in una selva dove cerco di districarmi. Sono un po' troppo impelagato in problemi pratici e non. C'è un cappio che stringe sempre più e il margine di manovra è ridottissimo. Non so perché mi ritrovo a dover fare tutto da solo, ma questo non sarebbe un problema se non subissi delle opposizioni assurde e immotivate magari da chi dovrebbe invece darti supporto. Nessuno fa niente da solo, lo stesso superman se non ci fosse qualcuno a toglierli la criptonite di dosso non ce la farebbe. Ma questo cozza proprio contro la cultura del dio, io, mio per la quale (proprio come Gesù Cristo) se uno ha le capacità può anche spostare le montagne col pensiero indipendentemente dall'ambiente in cui vive. Chissà quanti preti novizi si sono affacciati alla finestra e guardando i monti in lontananza hanno detto: io ho fede, spostatevi. Harry Potter ha successo proprio per questo: con la bacchetta magica cambia le cose a suo piacimento, un mago. Come chi sull'altare alza il braccio e invade i fedeli dello Spirito Santo perché "solo" tramite lui si può compiere il miracolo della Salvezza.

Ritornando al discorso di prima: sono proprio gli incapaci i peggori fautori di tale cultura che per via della loro incapacità e per frustrazione, tarpano le ali a tutti i capaci che trovano di fronte. Non si capisce perché se tu vendi bistecche ed io chiodi e siccome sto facendo buoni affari m'incendi il negozio anche se non contrasta minimamente con la tua attività (ogni riferimento è puramente casuale). Ma chi parla di queste cose meschine che nessuno vuol vedere, analizzare e affrontare pur avendole davanti agli occhi quotidianamente? Mi scuso per lo sfogo.



La concezione cattolica -come tutti i monoteismi assolutistici- genera una verticalità (Dio, adepto) che inevitabilmente, viene rispecchiata nella vita quotidiana.

Dio=perfezione, bene assoluto / adepto=imperfezione, ricettacolo del male.



Per cui, ogni fedele vuole intimamente essere un dio egli stesso [all'origine delle religioni, l'adepto ambiva a diventare dopo la morte, come la figura del totem che in vita aveva venerato]. I rapporti sociali si formano su questa verticalizzazione ed ognuno tende ad assumere una posizione dominante per essere, non riconosciuto o stimato o rispettato ecc. ma venerato, adulato.

A seconda delle "opportunità" si è padroni/dei o schiavi/fedeli. Per ciò, paradossalmente, in una società dedita all'anima, ci si erge verso la vetta dell'Olimpo solo grazie al denaro e ai beni materiali.

La riprova è il giudizio e pre-giudizio che ognuno tende ad affibbiare agli altri. Più uno è cattolico più è giudice dei comportamenti altrui ed è, al contempo, uno che si piega alle regole di chi si trova sopra di lui, qualsiasi esse siano. Pertanto, B. rappresenta benissimo il vertice di profusione di ogni cattolico immerso nella valle di lacrime.

I giudici "terrestri" ad es. sono molto parsimoniosi perchè si rifanno ad una legge concreta, umile e democratica. Se a ciò aggiungiamo il dolore come mezzo di espiazione delle colpe (il piacere come tentazione lasciva) si capisce come mai gli italiani sopportano di tutto e sono capaci di infliggere qualsiasi maleffatta ai "cari" prossimi.

Inoltre, il vangelo di Paolo (che per me è il vero falso profeta) è troppo stringente e soffocante, è come voler ri-cristianizzare ogni giorno un popolo che è cristiano ormai fino al midollo. E' come se uno sciamano pretendesse che ogni abitante del villaggio diventasse uno sciamano. Si spiega forse con questo, la mania di andare contro o aggirare le regole democratiche come lo stesso dogma religioso (chiagne e futte) e, per una sorta di consapevolezza collettiva, chi aggira le regole è spesso ammirato e incoraggiato. Come ho già detto, in questa valle di lacrime ci perdono tutti tranne che corruttori e confessori.



P.s.
Movimento 5 stelle, amministrative
Non sono riuscito ancora a trovare nessuno per fare una lista locale. Nella mia indagine (spero sbagliata) non dico che non ci sia nessuno, ma una vera desolazione. Molti non sanno di cosa si parla, chi la prende con leggerezza e chi si dimostra interessato ma poi diventa irreperibile, chi vorrebbe ma non può, chi vorrebbe ma non dovrebbe, per non parlare dei circoli di sinistra che ti vedono come una minaccia. Insomma, stiamo a guardare.

venerdì 9 luglio 2010

L'on. Barbato (IdV) picchiato perché parla in... parlamento



Ho appreso la notizia su RadioRadicale (10:48 del palinsesto) e poiché non ho visto la vicenda mandata in tv o ripresa dai giornali in sciopero, ho pensato di riassumerla qui.
L'on. Barbato contestava alla maggioranza di concedere 20milioni di euro alle comunità giovanili "gestite" da alcuni onorevoli della maggioranza, e mentre faceva i nomi è stato assalito e colpito con un pugno in un occhio da "qualcuno". Poi si è recato in ospedale.

Si fa notare che a Matteotti fu concesso di parlare e poi fu ucciso fuori dal parlamento. Siamo ormai ad un livello bassissimo di civiltà. Io accuso soprattutto l'opposizione che negli anni ha permesso questa deriva o... affondamento della democrazia. Non capisco perché delle "cricche" mafiose, affariste ed eversive come la P2 e come la stessa lega separatista e la destra fascista tutta, siano potute andare al governo creando gli sfracelli degli ultimi 20 anni. Mentre invece, la controparte ideologica "rivoluzionaria" come ad es. il PCI, in tutte le sue declinazioni, non è stato mai permesso di andare al governo se non in sporadiche ed ininfluenti occasioni. Cosa c'è dietro in realtà? Chi è quella gente che rimane sempre dopo che i governi passano e i ministri cadono? Chi sono Verdini e Carboni? La Chiesa che ruolo ha e cosa ci guadagna? Chi tira le fila dell'economia italiana?

Dunque, si vuole "comprare" con soldi pubblici la corrente finiana per favorire il premier, l'uomo più ricco d'Italia.

Trascrivo l'intervista di Falconio all' on. Francesco Barbato:
Francesco Barbato, oggi mentre criticava il provvedimento sui giovani, del ministro della gioventù, è stato aggredito da diversi parlamentari del Pdl. Cosa è successo?


F.B. E' successo che mentre stavo parlando in parlamento, un decina di parlamentari si sono scatenati contro di me con minacce, ma anche con tentativi di percosse, di picchiarmi. Molti di loro sono stati fermati dai commessi e da altri deputati di Italia dei Valori che si sono interposti e non sono riusciti a colpirmi, mentre dalle mie spalle mi è piovuto dietro un altro parlamentare del Pdl che mi ha colpito al volto con un pugno sull'occhio destro.

F. Ha capito chi era?

F.B. Mi hanno detto alcuni colleghi che si tratta dell'on. Nola. Ma, in ogni caso, sapremmo tutto con precisione martedì prossimo quando è stato convocato con urgenza un ufficio di presidenza, proprio perché venga punito un episodio del genere. Non era mai successo nel parlamento della Repubblica italiana che venisse minacciato, aggredito e percosso un deputato della Repubblica durante un suo intervento. Anche quando ammazzarono Giacomo Matteotti gli consentirono prima di parlare e poi lo uccisero fuori dal parlamento. Invece ora, con questa dittatura che non è più strisciante, bensì è operante perché con i suoi squadristi e fascisti aggrediscono i parlamentari nel corso dei loro interventi alla camera. Insomma, alla camera dei deputati non è più possibile intervenire, non è più possibile fare opposizione, ma soprattutto, non è più possibile difendere i cittadini. Perché con quel porvvedimento, non si sostengono i giovani, si sostiene una corrente, neanche un partito, si sostiene una corrente del Pdl, quella che faceva capo ad Alleanza Nazionale, e ho fatto nomi e cognomi (come siamo soliti fare noi di Italia dei Valori), dal ministro Meloni al sindaco Alemanno, all'assessore regionale del Lazio Lollobrigita perché sarebbero stati loro a gestire questi fondi. Tutti fondi pubblici che vengono gestiti ed affidati a soggetti riconducibili a partiti ed associazioni politiche. Ecco perché questa legge non aiuta e non serve ai giovani, ma ruba il futuro dei giovani mentre sostiene ed aiuta la politica anzi, una corrente politica.


F. Il medico della camera l'ha mandata al Gemelli:


F.B. Si. Il medico alla camera che mi ha offerto le prime cure, poiché non aveva la strumentazione specialistica necessaria per fare una visita oculistica, perché avevo danni all'occhio, una contusione e un trauma alla parte destra del viso e all'occhio in particolare. Mi ha mandato al policlinico Gemelli dove sono stato sottoposto ad accertamenti più specialistici e precisamente oculistici. Anzi, alla fine mi hanno addirittura fatto una Tac per vedere se la parte sottostante l'occhio avesse subito delle lesioni e dei danni.


F. Il referto quale è stato, che prognosi?


F.B. Nel referto c'è una prognosi con la quale mi si danno 15 giorni di guarigione per trauma allo zigomo destro e trauma chiuso all'occhio destro. Ma, io non posso rimanere fermo in convalescenza. Domani ritorno alla camera perché abbiamo un'audizione in un provvedimento dove sono relatore per dare risposte concrete ai cittadini, per fare una legge che serve per eliminare le frodi assicurative e consentirà di abbassare le tariffe RC Auto che sono un problema oggi per i cittadini.


F. Siccome lei diceva prima che è la prima volta che c'è un'aggressione dentro l'aula del parlamento, questo pone anche un problema di giurisdizione e insomma, un'aggressione è inquadrabile sotto l'ottica di un reato aldilà dell'aspetto clamoroso nei confronti delle istituzioni:


F.B. A parte il procedimento di ufficio che ci sarà, perché i medici dell'ospedale Gemelli hanno fatto referto che hanno inviato al drappello di polizia presente presso l'ospedale Gemelli, ma a parte questa procedura di ufficio, io personalmente, da cristiano già ho perdonato chi mi ha fatto questo gesto, chi mi ha percosso, ma da uomo politico ho il dovere di dare l'esempio. Perché ogni giorno contrasto ogni forma di violenza, di criminalità e di mafia, allora bisogna dare coraggio ai cittadini, quando ci sono degli atteggiamenti, dei fatti violenti e criminali e mafiosi, bisogna denunciarli. Per questa ragione, io denuncerò chi ha posto in essere un atto violento e criminale nei miei confronti.


F. L'ha chiamata qualcuno dall'altra parte politica o il presidente della camera?


F.B. Certamente. Sono stato chiamato da tantissimi parlamentari e politici sia di destra che di sinistra. Un deputato del Pdl addirittura mi ha detto: hanno scaricato su di te le tensioni che oggi ci sono nel Pdl. Perché tu hai detto tante cose vere che, tra l'altro, avevano già detto alcuni parlamentari del Pdl.


F. Dei suoi aggressori non l'ha chiamata nessuno?


F.B. No. Nessuno.


F. Barbato, un'ultima cosa, perché oggi, complici le agenzie di stampa che hanno dato la notizia, si è parlato di rissa, non di aggressione, c'è una bella differenza.


F:B: Beh, per la verità, io ho subito un'aggressione perché mentre stavo intervenendo, mi sono venuti addosso una decina di parlamentari che cercavano di picchiarmi, mi minacciavano, allungavano le mani. Molti di loro non hanno potuto toccarmi fisicamente perché si sono interposti i commessi ed alcuni deputati dell'Italia dei Valori, mentre un altro che mi è venuto alle spalle mi ha letteralmente colpito a pugni sul volto. Altro che rissa, ho subito minacce, violenza, percosse. Ero solo contro una decina di loro e per la verità, anche quando sono stato picchiato e minacciato non ho affatto reagito allo stesso modo, sono stato li al mio posto in modo civile ed educato come deve fare un parlamentare per rispetto delle istituzioni, perché la violenza non mi appartiene e non appartiene all'Italia dei Valori.


F. La Saltamartini dice che lei si è rivolto a lei dicendo che doveva andare a sollazzare il presidente del consiglio. Insomma, l'ha letto il comunicato che giustifica la sua presenza tra quei parlamentari che volevano avvicinarsi a lei?


F.B. Non è vero. Durante l'intervento non ho affatto citato né la Saltamartini, né alcuna altra frase oltraggiosa, né nei confronti della Saltamartini, né rispetto ad altri parlamentari o membri del governo. Inoltre, durante l'aggressione, mentre mi stavano picchiando e minacciando, chi mi diceva "ti ammazzo", chi mi diceva "criminale", chi mi diceva "delinquente", chi mi diceva "ti aspetto fuori", chi mi diceva "quando ci vediamo a quattro occhi", "quando ti incontrerò per strada da solo", queste sono le cose che dicevano. La Saltamartini e gli altri suoi colleghi del Pdl. Io non ho affatto risposto così; ho detto semplicemente: siete dei fascisti violenti che state facendo rabbrividire Pomicino e Mastella. Perché quello che state facendo con questo provvedimento neanche nella prima Repubblica si faceva, neanche nella prima Repubblica si foraggiavano così i partiti e le correnti dei partiti. Voi invece adesso, state facendo ancora peggio del peggio della prima Repubblica.

mercoledì 30 giugno 2010

La seconda repubblica e il ritorno al feudalesimo



Propongo un commento interessante trovato sul blog di Grillo:

LA STORIA-insegnava un Maestro di Democrazia quale era"Gaetano Salvemini"-è FATTA DALLA DIALETTICA E DALLO SCONTRO TRA MINORANZE ORGANIZZATE,CONSAPEVOLI E ATTIVE,CHE VINCENDO LE INERZIE DELLA MAGGIORANZA DISORGANIZZATA,LA TRASCINANO IN UNA DIREZIONE O IN UN'ALTRA,VERSO UN NUOVO O VECCHIO ORDINE.

Oggi sono venuti meno due fattori che avevano messo in sicurezza la Costituzione Italiana.
1)La fine del Bipolarismo internazionale(Usa-Urss) ha restituito il paese Italia alla sua storia"naturale"che,come accenneremo più avanti,riprende,non a caso,dal punto in cui era stata interrotta prima che si aprisse la parentesi Costituzionale,e cioè dall'epoca precostituzionale.
2)La globalizzazione e il passaggio all'economia postindustriale hanno determinato la scomparsa o l'irrilevanza sociale della "classe operaia".
La scomparsa di questo soggetto collettivo della storia non è stata una perdita solo della sinistra,ma per tutta la democrazia,perchè la classe operaia operava come virtuale catalizzatore politico generale delle masse e baricentro di tutto il sistema politico,costretto a ruotare intorno a questo asse.Lo stesso Partito popolare di don Sturzo,poi trasformatosi nella Democrazia Cristiana,nacque dall'esigenza di sottrarre le masse popolari alla sirena dei partiti di sinistra,costruendo un possibile polo politico riformista alternativo.
La smobilitazione di questo soggetto collettivo(la Classe operaia)è equivalsa alla smobilitazione delle masse popolari e alla perdita di un baricentro per le componenti più evolute della Nazione.
Le masse sono tornate a essere,così come erano sempre state nel tardo Feudalesimo,soggetto passivo della storia,manipolabile dall'alto.
Venuto meno il bipolarismo internazionale e scomparsa la classe operaia,la Costituzione è divenuta come un vaso di coccio tra i vasi di ferro delle maggioranze che da anni ormai puntano a modificarla,a svuotarla con progetti di riforma,leggi ordinarie ma di sostanza costituzionale,prassi politiche.

Ormai la sua salvaguardia sembra rimanere affidata solo ad alcune élite culturali e a minoranze,eredi di quelle che la crearono.
Le élite sopravvivono solo grazie ad alcune enclave istituzionali protette,come quelle della Corte costituzionale(recentemente definita da Berlusconi quasi come un covo di "comunisti"e ormai divenuta una linea Maginot contro tentativi sempre più ricorrenti di sfondamento costituzionale)e dell'ordine giudiziario nei cui confronti,non a caso,si è scaricata tutta la pressione del sistema.
Vi sono poi le minoranze della società civile,che si mobilitano nelle piazze,nei circuiti culturali alternativi e anche all'interno degli stessi schieramenti parlamentari.
Quel che appare significativo è che la mancata "interiorizzazione" dei valori costituzionali appare trasversale alle maggioranze interne ai due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra,anche se si manifesta con modalità diverse.
Sul primo schieramento(c.ds)non è il caso di dilungarsi,essendo sotto gli occhi di tutti ad es.il rifiuto di alcuni vertici,prolungato negli anni,di partecipare alle celebrazioni della Resistenza da cui nacque la Costituzione e alla demonizzazione della Costituzione come "comunista"o "vecchia".
Quanto al secondo schieramento(c.sn)si consideri la sperimentata disponibilità di tanti autorevoli esponenti di vertice(D'alema-Violante-ecc.)a considerare i princìpi costituzionali,i princìpi attinenti all'essenza dello stato,non come inderogabili,ma come possibile merce di scambio all'interno di ordinarie negoziazioni politiche contingenti.(ad es.la Bicamerale).
Su un piatto della bilancia i princìpi fondanti dello stato e della democrazia,sull'altro contropartite utili al galleggiamento della maggioranza o al conseguimento di obiettivi politici del momento ritenuti prioritari.

Emblematiche di questa svalutazione sono,ad es.le vicende che riguardano la ponderata decisione di non regolare,durante i governi di centro-sinistra,il conflitto di interessi e l'assetto televisivo pubblico e privato che,per ovvi motivi,incidono sul modo di essere dello Stato e della democrazia.
La risoluzione del conflitto di interessi-realizzata mediante la separazione del patrimonio personale del sovrano da quello della collettività-è all'origine della fondazione dello Stato moderno in Europa.
Altri esempi dell'indifferenza ai valori costituzionali da parte del centro-sinistra,sono:il Lapsus subito rilevato dagli organi di stampa,della mancata citazione della Costituzione Italiana nel Manifesto col quale alla fine del 2006 il Partito democratico declinava la propria identità politico-culturale,l'elaborazione della famosa bozza Boato nella commissione Bicamerale per le riforme del 1997,rispetto alla quale le bozze di scarto dei costituenti dell'Italia del 1948 sembrano capolavori inarrivabili di cultura democratica-liberale,infine,la corresponsabilità nell'emanazione di tante leggi definite dalla stampa "ad personas" e "ad castam".
Un deragliamento culturale che giunge sino alle più recenti proposte formulate da esponenti di prestigio del centro-sinistra di modificare la composizione del CSM,prevista dalla Costituzione,in modo da rendere maggioritaria la componente di nomina politica e di privare il Pubblico Ministero del potere di iniziare autonomamente le indagini,riservandone l'iniziativa solo alle forze di polizia dipendenti dal potere politico.

Quel che appare interessante è la straordinaria coerenza culturale che,come un unico filo rosso,inanella la sequenza di iniziative politiche,diprassi istituzionali,di leggi che da un quindicennio stanno occultamente disfacendo la tela della Costituzione del 1948,tessendola trama di una ristrutturazione in senso autoritario dello Stato e della democrazia,più aderente all'identità culturale delle maggioranze del paese.
Quello a cui stiamo assistendo appare infatti come una straordinaria reviviscenza di radicati codici culturali premoderni tipicamente nazionali:un passaggio dalla modernità di uno Stato di diritto imperniato sul primato del potere impersonale impersonale della legge uguale per tutti,alla...premodernità di un potere-quale era quello tardo feudale-di tipo personale,signorile,svincolato da controlli e al di sopra delle leggi.
Brevi accenni dei passaggi di cui sopra:
1)La sovranità popolare è stata svuotata mediante la privazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti alle elezioni con il voto di preferenza(Porcellum-Calderoli)IL parlamento è stato ridotto a un assemblea di nominati dal Principe(Berlusconi)meno di mezza dozzina di oligarchi che seleziona il personale parlamentare sulla base di criteri di fedeltà politica e di sudditanza...Conseguentemente la separazione tra potere esecutivo e legislativo è stata fortemente ridimensionata,giacchè un assemblea di nominati dall'alto,privi di rapporto con il territorio,non può che ratificare le leggi che sono state confezionate dagli oligarchi che occupano l'esecutivo,a meno che non si verifichino fratture interne tra costoro.
2)Le leggi di riforma dell'ordinamento giudiziario dirette a ricondurre la magistratura sotto il controllo del potere esecutivo,stanno progressivamente attenuando pure la separazione tra potere giudiziario ed esecutivo a vantaggio di quest'ultimo.

3)La sistematica occupazione da parte degli oligarchi di tutti gli spazi dell'informazione televisiva e l'eliminazione di tutti i residui momenti di visibilità della reale macchina del potere(si pensi alla riforma delle intercettazioni e al divieto di pubblicare atti processuali anche non più coperti dal segreto)determinano la censura della libera stampa e l'infantilizzazione culturale delle masse riconsegnate a quello stesso analfabetismo democratico che a contrassegnato in passato la storia degli italiani.
La legittimazione culturale del conflitto di interessi,segna un ritorno a quella concezione personalistica del potere che pure appartiene alla tradizione italica.
Così dalla separazione e dal bilanciamento dei poteri si sta tornando alla concentrazione verticale di tipo monarchico.
Il neofeudalesimo italiano affollato da tanti vassalli in cerca del loro principe,da tanti sudditi contenti di esserlo,da tanti intellettuali la cui massima aspirazione è di divenire il consigliori del principe di turno e di essere iscritti nel suo libro paga,sembra essere una riedizione della storia più vera e autentica del paese.
Un paese che ha mancato il suo appuntamento con la modernità,passando direttamente dalla premodernità del tardo feudalesimo-quando ancora lo Stato di diritto non era nato-alla poatmodernità,caratterizzata dalla crisi mondiale dello Stato di diritto,senza avere avuto il tempo di vivere la stagione della modernità.
Quei due-tre secoli durante i quali in paesi come la Francia,l'Inghilterra,gli Stati Uniti si sono affermate le culture della modernità:l'Illuminismo,il Liberalismo,il moderno costituzionalismo,fondative del modeno Stato democratico di diritto.
Siamo così approdati alla moderna cultura del"profitto senza regole"e senza limiti.
Che fare? Chi salverà questo paese da se stesso?
La lezione della storia dimostra come in alcuni frangenti cruciali il paese non sia stato salvato dalle sue maggioranze ma dalle sue minoranze.

Sono state le minoranze che hanno fatto il Risorgimento,trasformando un
popolo di tribù in una nazione.
Sono state le minoranze che hanno fatto la Resistenza e hanno concepito la
Costituzione.
E sono le minoranze quelle a cui oggi sembra essere affidata la difesa
della Costituzione.
La difesa della Costituzione resta l'ultima spiaggia.Sino a quando resterà
in vita,sapremo sempre da dove ricominciare.
Sarà sempre possibile far cancellare dalla Corte costituzionale l'ennesima
legge "non rispettabile"che uno schieramento politico approva e l'altro
schieramento tiene in vita.
Salvare la Costituzione significa salvare la parte migliore della nostra
storia.
NON DEVE SCORAGGIARE FARE PARTE DI UNA MINORANZA.
Gli storici e gli analisti del potere sanno bene che la storia non è fatta dalle maggioranze disorganizzate,nè dalle oligarchie paralitiche.
Oggi viviamo una fase della storia nella quale le minoranze eredi di quelle che vollero la Costituzione,che vollero il Concilio Vaticano II,che realizzarono lo statuto dei lavoratori e che sono il seme e il simbolo di un'altra Italia possibile,sembranoessere divenute orfane di rappresentanza e guida politica,perchè troppo a lungo tradite da oligarchie partitiche paralitiche,autoreferenziali e interessate solo alla propria riproduzione.
Forse è tempo che qualcosa muoia perchè qualcosa di nuovo possa nascere.
E'tempo che ciascuno assuma su di sé l'onere e la responsabilità di aiutare il vecchio a morire per consentire al nuovo di nascere.Giacchè il futuro non è il tempo che viene e sopraggiunge.Il futuro è il tempo che si costruisce insieme.
E-per citare Salvemini-ciascuno di noi troverà nell'avvenire quel tanto che vi avrà messo di se stesso.Solo chi si arrende ai fatti non vi troverà nulla,perchè vi avrà messo nulla.
ROBERTO SCARPINATO-procuratore generale di Caltanissetta-

lunedì 7 giugno 2010

Libertà è poter compiere degli obblighi



Prendo spunto dalla frase posta sotto il titolo del mio blog per affrontare il difficile concetto sulla libertà. Di seguito posto un esempio da me pubblicato sul forum delle Liste Civiche 5 stelle.

La libertà è un concetto molto soggettivo, ognuno la interpreta a modo suo. Non si sa nemmeno da cosa ci si deve liberare. Ho bisogno di libertà; devo liberarmi... vai in bagno. In genere, non si conosce cosa ci opprime. I politici sbraitano libertà in tutte le salse e se li chiedi cosa li opprime cadono dalle nuvole o fanno discorsi tortuosi e vaghi o, nel peggiore dei casi, attaccano la costituzione. I cittadini, invece, sembrano avere le idee più chiare e tangibili, non tanto sulla liberà in se, ma sui fattori che ci vincolano in sistemi preordinati, rigidi, standard.

L'oppressore più temuto dai cittadini è il postino che ti porta i bollettini da pagare. Il mio postino deve essere un sadico; deve aver subito col tempo, una specie di deformazione professionale. Infila le bollette in mezzo alla posta con dovizia maniacale. Non trovo mai un bollettino sopra il plico. È sempre nascosto al centro e spunta come un regalino grazioso. Se arrivano solo due lettere, la bolletta la trovi sempre alle spalle, nascosta meticolosamente. Al contrario, se arrivano soldi dagli enti previdenziali, la busta riconoscibile spunta fuori dalla cassetta e mentre ondeggia al vento sembra dire: sono qua, sono arrivata.

La signora comunica contenta che finalmente si è allacciata alla rete del gas. Più che fare la battuta sulla “canna del gas”, gli faccio notare che si è attaccata una flebo endovena che li succhierà il sangue vita natural durante e anche dopo la morte se l'intestatario, come spesso succede, continua ad essere un defunto.
Gli uomini primitivi avevano un grosso problema: trovare una grotta o una palafitta decente da abitare. Oggi, dopo 10mila anni di progresso, il problema è rimasto lo stesso, è cambiato solo nei modi. Oggi si cerca una casa arredata, con tutti i comfort e senza ipoteca. Chi non può permettersi un mutuo trentennale ha una sola scelta: “occupare”. Occupare significa trovare una casa disabitata, pubblica o privata, scassinare la porta come un ladro e intrufolarsi dentro. Poi, piazzarsi dietro la porta aspettando che arrivi il vero proprietario per affrontarlo a parolacce o con una mazza di legno (succedeva lo stesso nel paleolitico). Magari, scopri che la casa è di una signora anziana costretta momentaneamente in ospedale.
Un mio vecchio amico mi chiese se volevo “occupare” un appartamento nel suo stabile dell'ente case popolari. Mi spiegò che fu proprio l'ente a supplicare gli inquilini per trovare qualcuno che “occupasse” la casa di quell'assegnatario moroso e sempre assente. Ogni qual volta c'erano i controlli, costui si faceva trovare puntualmente. I coinquilini sospettano che ci sia qualcuno al comune che lo avvisa in anticipo. Dunque, avrei dovuto sfondare il portone e intrufolarmi dentro ottenendo due risultati: la mia agognata sistemazione e risolto il problema all'Ente preposto. D'altronde, i cittadini devono dimostrare senso civico e collaborare con le istituzioni.

Un altro dramma che ci opprime è la circolazione. Le strade sono concepite per le auto e i marciapiedi servono solo a delimitare la carreggiata. Senza automobile sei un diversamente abile. Se non hai la patente non sei nessuno. Ormai la gente si riconosce dal modello di macchina che ha. Nei quartieri o nelle piccole città, se chiedi informazioni su qualcuno chiamandolo per nome non ti sanno rispondere. A un certo punto ti domandano: che macchina ha? Una Golf grigio topo targata Novara. Si, lo conosco benissimo, ecc.
Per spostarsi bisogna pagare. Le tariffe sono calcolate a chilometri e il costo, o pizzo, per circolare è simile sia se usi l'autostrada, sia se prendi il treno. Le strade statali che affiancano le autostrade -regalate in concessione ai privati- sono scomode, pericolose e incrociano tutti i paesi. Qualora la superstrada sia decente, per non fare concorrenza alla strada privata, vengono eliminati i segnali stradali che indicano la sua esistenza. A me è capitato: autostrada, unica uscita per la mia meta 15 chilometri dopo; SS 4 corsie, 4 uscite per la mia meta. Il problema più grosso era ritrovarla una volta uscito.

Prendiamo le buste paga. Ci hanno mandati a scuola per anni e l'unica cosa che sappiamo fare è leggere i numeri e firmare i contratti. Per capire le voci delle buste paga serve un equipe di esperti. Le tasse partono da migliaia di rivoli e poi approdano nel ministero del tesoro in un unico calderone forse per semplificare il compito dei super ragionieri del governo.
La busta paga è piena di voci diverse ma con lo stesso significato di fondo: trattenere. Ci sono le ritenute: “ritengo di prelevare questa somma”.. ritieni? Ritengo. Poi le deduzioni... deduci che ti spetta questo denaro? Deduco. Quindi, le detrazioni; le “imposte” che si pagano assolutamente perché sono imposizioni, s'impongono. Poi ci sono le famose una tantum... Ogni tanto mi prendo una quota... però ogni tanto, non sempre, sta tranquillo. E che dire dei famigerati conguagli? Praticamente, se a dicembre hai preso la tredicesima, a gennaio, col conguaglio, prendi mezzo stipendio. Le voci sembrano infinite come l'addizionale comunale o regionale... ti addizionano caricandoti di un ulteriore esproprio? Mai che ci mettono la sottrazionale. Poi abbiamo le aliquote con tutte quelle sigle fantasiose, ecc. Una volta feci dieci giorni di infortunio. Quando mi arrivò il risarcimento dall'Inail di 250€, lessi a piè pagina: comune di residenza 1€. Il mio comune si è mangiato un euro grazie al mio trauma al ginocchio?? Vuol dire che al comune arrivano soldi e non si sa da chi?
Il mondo cambia, le persone invecchiano, i paesaggi mutano, ma quando entro nel mio comune vedo sempre le stesse facce. Sembra un modo incantato, cristallizzato, un museo delle cere. Ti trattano come un ospite da tollerare e se chiedi qualcosa ti fanno girare come nel Castello di Kafka. Se ti lamenti con i tuoi concittadini cercando conforto e approvazione, la gente di una certa età ti spiega che loro non sono mica li per te.

E che dire del problema energetico? Nella fredda nord Europa, le lampade solari da giardino le trovi in tutti i negozi e di vari tipi e dimensioni. Te le tirano dietro... Qui da noi neanche l'ombra. Non si capisce perché il comignolo eolico sul tetto di casa non mi possa alimentare una dinamo per accendere la lampadina nel sottoscala. Non pretendo che mi funzioni la lavatrice così da liberarmi una volta del tutto dalla flebo elettrica, ma almeno la possibilità di essere “autonomo”, cioè libero, per le piccole cose. Niente. Il comune però, piazza i lampioni fotovoltaici in periferia che vengono puntualmente derubati del pannello solare. Il cittadino si chiederà: perché il comune si ed io no?!
A proposito di pali elettrici: l'Enel, per risparmiare, ha il vizio di piantare pali e tralicci sulle linee di confine, fra un terreno demaniale e uno privato o tra l'inizio delle carreggiata e un muro di cinta. Viaggia con le sue linee come Fernandel nel film “La legge è legge” quando il protagonista, non riconosciuto né come francese, né come italiano, corse via sulla linea di confine fra i due stati. Così, il colosso energetico risparmia e dissemina di pericoli mortali le strade.

Potrei ora dilungarmi sulla sanità, la religione, il lavoro, i materiali ecologici, lobby varie, ecc. ma nel forum ci sono già dibattiti interessanti. Quello che vorrei far notare è che la libertà non è un concetto metafisico, ma è un fattore concreto da applicare nel quotidiano.
Ogni individuo ha degli obblighi da compiere se vuole sopravvivere; necessità fisiologiche, sociali e intellettuali. Se tali obblighi vengono appaltati da terze persone, spacciati come “servizi”, ecco che il vivere -inteso come soluzione dei bisogni esistenziali- diventa oppressivo.
I nostri bisogni sono presi in appalto e fatto oggetto di speculazione. Basta vedere l'esempio dell'acqua potabile divenuta merce: si prende un bisogno, un obbligo imprescindibile, come il dissetarsi e si mercifica imponendo dazi economici nei confronti dei quali il cittadino, o utente, non può sottrarsi.
Ogni cittadino deve puntare verso un sempre maggiore autonomia partendo dai bisogni più essenziali come: casa, lavoro, sanità, energia, politica, ecc. fino a quelli più individuali come l'informazione, il tempo libero, istruzione, ecc. In un'ottica ecologica e slegato da chi svolge “servizi” onerosi e inutili.
Con questo presupposto invito a fare l'identikit del cittadino “libero” che, grazie alla sua autosufficienza, riesce a svolgere i suoi obblighi in autonomia, senza eccessive spese per se e la comunità in un contesto eco sostenibile.

venerdì 28 maggio 2010

Il dimorfismo sessuale



Il dimorfismo sessuale è la differenza di dimensioni fisiche tra l'esemplare maschio/femmina di una stessa specie. Su wikipedia ci sono alcuni esempi: gli insetti hanno le maggiori differenze, come nei pesci; poi ci sono gli uccelli, ma anche nei mammiferi si notano differenze morfologiche come l'elefante, il leone, ecc. e la iena maculata dove è la femmina ad avere un corpo più grande rispetto a quello del maschio.
Il dimorfismo sessuale serve ad attrarre gli individui di sesso opposto, a difendere il branco o a lottare con gli altri individui per il territorio. Negli uccelli, come i pavoni o i fagiani, la livrea serve appunto, ad attrarre le femmine per l'accoppiamento. Più i colori sono vistosi, più probabilità hanno di perpetuare la specie. Come sappiamo, gorilla, leoni e molti erbivori combattono fra di loro per difendere un harem di femmine di taglia più piccola.
Noi uomini non abbiamo una differenza marcata tra i sessi, saremmo come i lupi dove il capo branco può essere sia maschio che femmina.

Non voglio però paragonare l'uomo agli uccelli, a gorilla e nemmeno agli scimpanzè; se ci fosse un ominide ancora esistente lo prenderei come punto di riferimento. Tuttavia, possiamo notare nei nostri comportamenti, atteggiamenti simili che adottano questi animali.
Se i pavoni usano i colori e le penne per testimoniare la loro "bontà" genetica, negli umani sono proprio le femmine che usano appunto, pavoneggiarsi abbellendosi con il trucco, la moda, ecc.
L'abbigliamento femminile ci da moltissime indicazioni: a cosa serve la gonna, la scollatura, gli intimi di pizzo, le stoffe trasparenti, le calze, ecc. ? Sembra quasi che gli indumenti femminili siano concepiti per facilitare l'accesso alle zone erogene.
Prendiamo ad esempio quella donna che porta una gonna con lo spacco che gli arriva fino al mento e la scollatura che gli arriva fino alle caviglie; ha lo sguardo incazzato come per dire: non te la do neanche se m'ammazzi.
Notiamo una contraddizione fra una cultura che tende nella direzione della castità, della rinuncia alle passioni, agli eccessi, ecc. e una tendenza innata o antropologica che sembra portare in tutt'altra direzione. Prendiamo gli indumenti intimi ricamati e colorati in modo maniacale, a cosa servono, se non devi scoprirti o aprirti??

Insomma, l'universo femminile indossa accessori miranti alla seduzione. Anche l'uomo si cura e vuole sedurre ma non è comparabile con l'interesse nutrito dalle donne.
Non solo, le femmine rivaleggiano fra di loro, sono spesso prese da invidie, gelosie e maldicenze. C'è un sottobosco comportamentale che stride e si contrappone alla cultura vigente.
Perché le donne devono essere piacenti, desiderate, attraenti, ecc.? Se una donna è brutta o ha dei difetti fisici o subisce l'incedere della vecchiaia è motivo di grande frustrazione, mentre gli uomini possono essere brutti senza troppi drammi esistenziali.
Qualcuno potrà dire che in genere i maschi sono più grandi delle femmine, ma ciò può essere dipeso dal necessità del parto. Il fisico femminile deve sopportare la gravidanza che è uno stress aggiuntivo, per cui i maschi, siccome non hanno questa funzione, risultano avere un fisico più muscoloso.
In conclusione, non so come dovremmo essere, come conciliare inclinazioni naturali con propensioni culturali. Questo dilemma dovrebbero risolverlo gli antropologi, i sessuologi, i sociologi e tutte le categorie che si occupano di queste cose. Io non potrei farlo perché mi mancano molti elementi di ricerca e poi perché faccio un altro mestiere, quando lo faccio, e non posso mettermi a fare anche il teologo, lo psicologo, l'antropologo, ecc.
Vi lascio con un punto di domanda e di riflessione.

mercoledì 26 maggio 2010

Corona d'alloro



Ho sempre sognato di portare una corona d'alloro in testa, non per imitare gli imperatori romani o gli atleti greci, ma i poeti o i sapienti. Mi sono dunque inaugurato in questa veste recitando un paio di poesie già pubblicate su questo blog.

domenica 23 maggio 2010

Ma quale crisi! Come regalare un paio di miliardi a Silvio e vivere felici



Riporto pari pari un simpatico articolo trovato in rete che fa luce sull'enorme conflitto d'interessi che grava esclusivamente sulle spalle dei contribuenti. Un "comunismo" capovolto! Se ha ciò -la liberalizzazione delle frequenze analogiche regalate a Silvio- aggiungiamo anche i 98 miliardi dei videopoker in mano alla mafia non riscossi dallo Stato, l'Italia non fallirebbe(?).
Inoltre, ho appreso oggi che il presidente del Molise guadagna di più del presidente degli Stati Uniti... facciamo 2 conti?!

"Dunque, amici. Ogni tanto una notizia non fa male. Anche se è una notizia che fa male. Vado per sommi capi e poi passo la palla a quelli più bravi di me, che non ci vuole tanto. Dunque la storia è questa: il digitale terrestre libera delle frequenze analogiche. E’ il progresso. In tutto il mondo, dunque, i governi vendono queste frequenze analogiche lasciate libere dal digitale. Chi se le compra? Gli operratori di telefonia mobile, che così hanno buone frequenze per vendere i loro prodotti. Insomma, è un affare. Un affare per lo stato, per il bilancio, e dunque alla fin fine per i contribuenti. Nel 2009 il governo degli Stati Uniti ha incassato in questo modo la bellezza di 19 miliardi di dollari. Il governo tedesco sta facendo le aste in questi giorni: incasserà dai 4 agli 8 miliardi di euro, butta via… Secondo la Commissione Europea il valore di queste frequenze libere che si potrebbero vendere è di 44 milioni di euro, non male, eh! Tutti i paesi europei si accingono a vendere le loro frequenze alla telefonia mobile, o comunque a cederle, perché quelle frequenze analogiche possono avere due tipi di valore: 1) per il mercato. 2) per la democrazia dell’informazione, infatti potrebbero servire per portare la banda larga dappertutto. E qual è l’unico paese europeo che non le vende, ma le regala? Quello italiano. E a chi le regala? Alle televisioni, cioè Rai e Mediaset. Bello, eh! Aggiungo di mio: e chi è il ministro delle Attività Produttive, che sovrintende anche le Comunicazioni, che ha questa bella trovata dopo le dimissioni di Scajola? Ad interim… Silvio Berlusconi! Ecco. Io ve l’ho fatta facile. Molto più bravi di me sono Roberta Carlini che ne ha scritto su L’Espresso (leggi qui) e Enrico Grazzini che ne ha scritto su Sbilanciamoci.info (leggi anche qui). Per il resto, silenzio di tomba. Strano, eh? Proprio mentre si stanno cercando 25 miliardi, regalarne un paio a Silvio…"

giovedì 13 maggio 2010

Etica antropologica



Esiste un'etica che va al di là della cultura, dell' esperienza, delle religioni. Un'etica uguale per tutti, per tutte le razze, in ogni tempo e in ogni luogo. Un'etica antropologica o biologica?
Un'etica del genere esisterebbe e la s'incontra nei momenti di crisi quando vige il si salvi chi può, quando saltano tutti gli schemi e non si seguono più le regole.
Ammettiamo che ci sia un naufragio, la nave sta affondando: chi si salva? Si salvano sempre prima donne e bambini o vecchi. Ma i vecchi sarebbero i più deboli, i malati. In 200mila anni di storia, la vecchiaia è un fenomeno recente. Comunque sia, gli anziani lascerebbero il posto ai più giovani e aitanti. Ma come mai, in una situazione di crisi, di limite, i maschi, essendo più forti, non si buttano sulle scialuppe di salvataggio lasciando dietro i più deboli secondo la logica del più forte o della jungla? Perché si sceglie di salvare donne e bambini?

Ammettiamo che su di un'isola deserta approdano moltissimi uomini che hanno preso le barche con la forza e tra loro ci sono solo pochissime donne e bambini, cosa succederebbe?
Sull'isola deserta ci sarebbe la guerra: più maschi, più aggresività; più donne, più dolcezza.
Inoltre, la specie umana sarebbe compromessa irrimediabilmente perché con poche donne chi produrrebbe altri individui? Al contrario, salvando solo donne e bambini (futura generazione), arrivati sull'isola deserta, basterebbe anche la presenza di pochi maschi per garantire la continuazione della specie.

Quindi, esiste un'etica biologica/antropologica che va aldilà della cultura o della verità rivelata della nostra religione coi comandamenti di Dio. Il comando. Fascismo è irreggimentazione, conformazione. Un dio maschio e severo è fascistoide; forse una dea femmina e benevola è socialista?
Esiste un'etica che prescinde da tutto ciò. Noi, in questo momento, in quest'epoca di crisi, dopo tutti gli anni di storia, di evoluzione, progresso cosa stiamo salvando? Chi si salva nella nostra epoca? Si salvano solo vecchi maschi.

lunedì 3 maggio 2010

Il costume adamitico - lett. aperta a Tettamanzi



Nell'Eden vivevano nudi veramente? I naturisti hanno ragione? Secondo il mio parere nel paradiso terrestre andavano vestiti. Dico ciò per una serie di semplici deduzioni: quando fa freddo dobbiamo vestirci; quando fa caldo dobbiamo coprirci per difenderci dai raggi solari.

Se fossimo fatti per andare nudi dovremmo essere coperti di peli come le scimmie proprio per difenderci dalle intemperie.

L'uomo è comunque ricoperto interamente di peli; sulla nostra pelle ci sono tantissimi minuscoli peli. Ciò vuol dire che questo organo si è atrofizzato col tempo. Non ha più la funzione originaria proprio a causa del fatto che, a un certo punto, abbiamo cominciato a vestirci. Quando un organo non viene più usato si atrofizza, si ritira perdendo la sua funzione originaria.

Cosa è potuto succedere? Evidentemente, gli antichi hanno cominciato a indossare le pelli degli animali cacciati. Magari, inizialmente le usavano come feticcio e poi, col tempo, sarà diventata prassi comune indossare indumenti. Le pellicce, oltre a difendere meglio il corpo dagli agenti atmosferici, hanno risolto un altro problema che assilla tutti gli animali dotati di una folta peluria: le pulci. La mancanza di peluria è indice di pulizia. Le scimmie passano molto tempo a spulciarsi a vicenda. L'uso delle pelli avrà ovviato a questo inconveniente permettendo così alle comunità umane di guadagnare molto più tempo da dedicare ad altro.
Forse, avere più tempo libero avrà favorito lo sviluppo del linguaggio, la comunicazione, lo scambio d'informazioni.

Ma allora, cosa vuol dire essere nudi nell'Eden se poi in realtà erano vestiti? Sicuramente questa è un'altra metafora. Come ho accennato l'altra volta nel video Il frutto della conoscenza , il coprirsi con le foglie di fico rispondeva al sentimento di gelosia suscitato dal concetto di proprietà privata. Con la scoperta dell'agricoltura e l'allevamento, nacque l'esigenza di difendere cose, piante, animali e persone all'interno di territori posseduti e circoscritti. L'uomo, divenuto così stanziale, non permetteva a nessun altro di accedere nel proprio territorio. Da li la necessità di circondare, coprire, occultare ad occhi estranei l'intimità domestica per non renderla appetibile a nessuno.

Vicino alla gelosia bisogna accostare anche il sentimento di vergogna. Mostrarsi nudi è vergognoso. Tempo fa feci un video dove, mostrando le mie "vergogne", mi "misi a nudo" parlando delle bollette da pagare. Gran parte della gente avrebbe un po' di reticenza a "scoprire" intimi particolari della propria vita privata.
Nella nostra società capitalistica e competitiva, mostrare le proprie debolezze può essere pericoloso. Infatti, tutti tendono a coprirsi, a dare un'immagine di se forte e migliore. Mai far trapelare difetti, mai mostrare il fianco perché c'è sempre qualcuno che se ne approfitta. Mai dire al proprio datore di lavoro di essere in difficoltà, di avere debiti perché potrebbe agire nei vostri confronti asservendovi, acquisendovi nel "suo territorio" per via della vostra debolezza.
Evidentemente, un tempo, a differenza di oggi, ci si poteva mettere a nudo, cioè mostrare l'intimità dei propri sentimenti, le difficoltà, le incertezze senza timore, poiché avrebbero trovato negli altri conforto, comprensione, solidarietà, fratellanza e tutte le cose indicate nel Vangelo puntualmente disapplicate. Ognuno poteva esprimere le proprie angosce senza paura di essere sottomesso, conquistato, incorporato in un altro recinto o subire qualsiasi azione di potere atta a degradarlo.

Vediamo oggi come la minaccia o il ricatto sia molto diffusa anche ad alti livelli, basta vedere i famosi dossier sui politici o lo spionaggio industriale, ecc. Si scopre la debolezza, la vergogna di qualcuno e lo si minaccia per ottenere vantaggi, per allargare la propria area d'influenza e accrescere il potere.

martedì 27 aprile 2010

Il 20 aprile Citizen Report, puntata dedicata ai precari. C'era anche un mio video.



Il 20 aprile Citizen Report ha mandato finalmente in onda la puntata dedicata a quei lavoratori sfruttati col lavoro precario. Hanno utilizzato materiale trovato in rete fra cui il mio video su il licenziamento dall'Ilva che è piaciuto a molti. Mi hanno anche fatto una piccola intervista via Skype! Stasera all'1,10, su Rai3, con materiale trovato in rete, un'altra puntata dedicata alle Dipendenze.

sabato 24 aprile 2010

Ilva di Taranto, protesta dei precari


Tratto da il Corriere del mezzogiorno.it:
TARANTO - Circa 650 lavoratori precari legati all’Ilva hanno manifestato dinanzi alla portineria C-ingresso merci dello stabilimento di Taranto chiedendo la stabilizzazione del loro posto. Si tratta di 150 interinali, ancora in attività, e di 500 ex dipendenti con contratto a termine, al momento disoccupati. La situazione dei precari ha diviso anche i sindacati. Un accordo del 2008 prevedeva l’assunzione degli interinali e dei lavoratori ai quali il contratto non è stato rinnovato. L’intesa fu siglata da Ilva, Uilm e Fim, mentre la Fiom si dissociò. L’azienda, a causa della crisi del settore siderurgico, non ha tuttavia stabilizzato questi lavoratori, che già il 25 marzo scorso protestarono occupando pacificamente il ponte girevole. I sindacati chiedono la stabilizzazione di tutti i 650 lavoratori, mentre l’Ilva ha proposto l’assunzione di coloro che sono stati già impiegati per 24 mesi, rimandando ogni decisione sugli altri precari.



In realtà eravamo circa una trentina a rappresentare tutti. Mercoledì ci sarà un nuovo incontro dove si confronteranno nuovamente azienda, sindacati e istituzioni in prefettura. I vecchi accordi presi tra azienda e parte dei sindacati per un libero sfruttamento dello giacimento di manodopera di Taranto e provincia sono fuorilegge. Non si tiene conto dell'alto rischio d'infortunio che un impianto siderurgico comporta. Ho sentito storie assurde, gente che ha lavorato dopo aver subito gravi infortuni sul lavoro. Tra l'indifferenza dei responsabili, per paura di perdere il lavoro, molti operai hanno continuato a svolgere le loro mansioni pur essendo in condizioni menomate. In più, ad alcuni di questi che si son letteralmente sacrificati, non è stato rinnovato il contratto "proprio a causa dell'infortunio" che, evidentemente, ne rallentava la produttività.
L'azienda usa il problema occupazione come arma di ricatto per consolidare il potere sul territorio e i suoi cittadini. Ormai Taranto è un feudo in mano a una élite di persone senza scrupoli. Però, finché ci saranno persone come noi che lottano, questi "signori" non avranno vita facile.


martedì 20 aprile 2010

Per una ideologia dal basso



Se volessimo dare un indirizzo ideologico per il moVimento o i movimenti spontanei nati dal basso, fatti da cittadini stanchi che si sentono chiamati in prima persona a risolvere i problemi collettivi, potremmo benissimo parlare di “eliminazione del mediatore”, cioè di quelle categorie che si occupano dei servizi in generale.

Quello che lamenta la base e accomuna tutti i suoi risentimenti, sta proprio nel fatto che quegli organi deputati al servizio per la collettività abbiano abdicato lasciando i fruitori di tali servizi (cittadini, consumatori, elettori, contribuenti, pazienti, utenti, ecc.) abbandonati a se stessi, nella strana logica del “paga il servizio” e sbrigatela da solo.

Possiamo notare che tali categorie si infrappongono tra un bisogno primario e chi soddisfa tale bisogno, tra domanda e offerta, fra un diritto e il suo adempimento, tra il paziente e la cura, la legge e la sua applicazione, insomma, in tutte le realtà dove ci sia una fonte iniziale e un fruitore finale.

Ciò che appare interessante e avvalora questa tesi è che in un mondo sempre più compromesso nella crescita esponenziale dei consumi, siamo arrivati ad un punto tale che il sistema stesso richiede, come evocato da una specie di meccanismo fisiologico, che le varie transazioni siano sempre più ridotte per reggere in un contesto eco sostenibile, eliminando il peso (e costo) degli intermediari.

Il mediatore o l'intermediario è una categoria che svolge un compito di passaggio dal punto A al punto B. E' un ingranaggio ozioso che vive a spese del soggetto A e B. Se vogliamo dare una possibile genesi a questo fenomeno, possiamo desumere che il mediatore nasce come soggetto che coadiuva, coordina, accompagna, ecc. una domanda A ad una risposta B. La natura di tale fenomeno dovrebbe essere ed è, nel pregiudizio comune, un semplice strumento logistico e di comodità e che il suo costo dovrebbe essere commisurato alla velocità o grado di appagamento che la sua natura di tramite li ha dato. Il prezzo del mediatore dovrebbe essere compensato grazie al risparmio di tempo, di spostamento, di garanzia di qualità, ecc. che i soggetti A e B, ottengono dal cosiddetto servizio.

Col tempo, l'intermediario ha ottenuto sempre più una potere crescente d'influenza nelle varie forme fino a operare un vero e proprio capovolgimento: il servito diventa servo e il servo diventa padrone. Si sono create delle aree di competenza esclusiva, dei monopoli che assomigliano sempre più a feudi medioevali dove il “bacino d'utenza” è garanzia di guadagno, prestiti e lucro.

Gli esempi sono infiniti e sono talmente radicati e considerati come prassi normale che neanche ce ne accorgiamo. Il più noto è quello della famosa filiera alimentare: il commerciante riesce a massimizzare i profitti ricavando il minimo dalla fonte A (il contadino) e il massimo dal richiedente B (il consumatore). Non voglio qui fare tutti gli esempi possibili, ma è facile per chiunque individuare una componente mediana che succhia risorse senza un reale ritorno in tutte le attività umane. Per dare l'idea ne elenco i principali: politici, lobby economiche varie come l'energia, banche e servizi collegati, medici, ospedali e ditte farmaceutiche, avvocati, notai e professionisti vari come commercialisti, consulenti, amministratori e faccendieri, preti, editori, enti inutili, giornalisti, sindacati, ecc. Siamo arrivati al punto che si crea un bisogno o si approfitta di un dramma come il terremoto, per poter intervenire elargendo un “servizio” di urgenza che di servizio ha solo la parvenza. Ti forniscono un simulacro, una finta, l'unica cosa concreta è l'appropriazione di soldi pubblici.

giovedì 15 aprile 2010

Il video su Riflessioni sull'evento storico



Presento il video che rimanda al post della lezione VI del 24 agosto scorso

mercoledì 14 aprile 2010

Cristianesimo, sadomasochismo e mondo del lavoro




L'accordo preso con i "sindacati" (fim, uilm) che permette al "siderurgico" Ilva di Taranto di sfruttare operai somministrati "metalmeccanici", non ha valore perché non tiene conto dell'elevato pericolo d'infortunio presente negli impianti siderurgici.

Essendo Taranto più vicina all'Africa che all'Europa i proprietari lombardi lo hanno potuto fare. Sembra però che ci sia un passo indietro. Infatti, tra gli interinali sono avvenuti degli infortuni con danni permanenti e sono stati lasciati regolarmente a casa dopo la fine del contratto. Ora, alcuni di questi "scaduti" e azzoppati sono stati richiamati e rimessi a lavoro finalmente per 3 mesi.

Chi si è "salvato" e si trova fuori, ha un po' di amaro in bocca e magari, in certi momenti, si pente di non essersi ustionato o tranciato un arto...
...avranno infuso poco spirito di sacrificio?

Ecco, il sacrificio è un cardine della nostra cultura. Il crocifisso ne è il simbolo supremo. Portare la croce, farsi fustigare, accettare ogni sofferenza o sopruso pur di espiare le colpe e accedere al paradiso.

Sembra il gioco sadomasochista tra schiavo remissivo che gode col dolore e padrone inflessibile che prova piacere a infliggere sofferenze.
Questo è uno dei lati oscuri della nostra cultura, una cultura... BDSM.

domenica 11 aprile 2010

I somministrati Ilva pronti per un presidio permanente




I circa 700 operai interinali sfruttati dall'Ilva di Taranto hanno formato un comitato che chiede la stabilizzazione dei somministrati coinvolgendo sindacati e istituzioni. Ferrero ha incontrato i lavoratori davanti allo stabilimento che minacciano un presidio permanente se non ci saranno accordi chiari a tutela dei lavoratori. Ecco cosa ha detto Ferrero:

"Il problema è che l'Ilva preferisce utilizzare la gente per un anno, due anni, tre anni e poi buttarli a casa in modo da poter riprendere dei giovani e sfruttarli completamente senza rispettare le norme sull'antinfortunistica. Quindi qua il problema non è la crisi, il problema è che Riva ci guadagna di più potendo sfruttare qualche centinaio di lavoratori come li pare a lui. Noi chiediamo invece, che chi lavora qui e chi ha lavorato qui sia semplicemente assunto all'Ilva perché è qui il lavoro.
... Qui oramai ci trattano come dei limoni in cui quando serve spremono e se no buttano via. Invece la gente deve poter vivere in questa terra e non essere sfruttata un anno o due e poi buttata a casa. "


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mercoledì 31 marzo 2010

Il quarto potere



Oltre ai tre poteri principali dello Stato si deve affiancare quello della stampa libera per avere una democrazia degna di questo nome. Se giornali e Tv non fossero, direttamente o indirettamente, nelle mani della destra e dei principali partiti politici, le elezioni avrebbero un esito molto diverso e rispecchierebbero la reale inclinazione di un popolo "cosciente". La tensione fra i vari poteri dello Stato dipende proprio da questa anomalia... ma perché ne parlo solo io? Uno come Sartori, ad esempio, dovrebbe martellare su questo punto.

Se un'azienda vuole vendere un prodotto usa la pubblicità investendo anche gran parte dei suoi guadagni. Se ciò non si tramutasse in un ritorno economico nessuno farebbe pubblicità su giornali e tv. La destra vince grazie al quarto potere. La sinistra, dal canto suo, perde per aver dato la colossale possibilità alle destre di poter usare un potere così grande di propaganda. Non capisco perché devo sorbirmi il burattino Feltri nella televisione pubblica, pagato anche da finanziamenti pubblici che parla e scrive in modo unidirezionale, "per partito preso", e i politici dell'opposizione si rivolgono a lui trattandolo per giunta, come fosse un interlocutore degno. Ogni volta la destra recupera negli ultimi giorni di campagna elettorale solo grazie alle televisioni lasciate in concessione da D'Alema...

Mentre prima la rai veniva lottizzata da tutti i partiti in percentuale del "ritorno" elettorale e veniva usata per sostenere e consolidare il potere partitocratico, oggi abbiamo un'anomalia ancora più marcata: la concentrazione dei mass media sotto la direttiva esclusiva di in un unico soggetto politico.

La conseguenza non sta solo nel fatto che l'opinione pubblica e il voto viene dirottato a beneficio di lobby economiche senza scrupoli, ma il danno più grave e pericoloso è che la "gestione" esclusiva del quarto potere finisce col tempo per influire e deformare anche gli altri poteri dello Stato costringendoli lentamente a subire una torsione innaturale rispetto ai compiti dati dalla costituzione.

Le prove sono sotto gli occhi di tutti, ma si accettano come se nulla fosse. Grazie al quarto potere s'indirizza il voto verso una parte politica che conquista il governo accorpando così il potere esecutivo. Nel nostro caso, con l'andar del tempo, il parlamento - potere legislativo- è stato ridotto a burattino del governo e legifera sotto la sua influenza diretta (v. decreti legge e voto di fiducia). Il potere giudiziario viene contrastato frontalmente producendo leggi illegittime, trasferimento di magistrati, ispezioni, taglio delle spese, ecc. Il Capo dello Stato viene preso per le orecchie e costretto a firmare. La costituzione viene stravolta e "interpretata". La Corte dei Conti boicottata.

Il potere così acquisto viene usato per consolidarsi sempre più. Per cui, abbiamo una degenerazione che investe anche l'opposizione. Tutti i poteri dello Stato assieme al quarto, sono protesi alla difesa di un'unica forza politica. Avversari politici, giudici e oppositori vari vengono spiati e minacciati tramite dossier spesso raccolti da funzionari dello Stato che svolgono il loro compito non in difesa della nazione, ma deviano in difesa di una élite di impostori.
Non chiedetemi la soluzione ma la cura migliore, come dicono i medici, è la prevenzione.

...Dimenticavo, la gran parte di tutto ciò funziona con i soldi dei contribuenti.

martedì 30 marzo 2010

Carte false



Rubbano sempre e solamente, non vedo perché non dovrebbero rubare alle elezioni.
Negli ultimi anni ci sono sempre conti che non tornano durante lo spoglio. Non si capisce perché i dati arrivano col contagocce e così in ritardo, sembrano fatti apposta per rimandare i titoli dei giornali.
Non si capisce perché ci sono questi continui sorpassi e contro sorpassi. In vita mia ricordo che i sorpassi avvenivano all'inizio dello spoglio, poi il trend procedeva lineare e placido verso la fine. Ora avviene sempre più spesso il fatidico "sorpasso" a una certa ora della notte. Se si tollerano certi delinquenti nelle istituzioni per forza poi ci ritroviamo la democrazia sotto i piedi. Sicuramente per Napolitano la mia è una cattiva interpretazione.

Gli osservatori ONU dovrebbero pedinare il nano o almeno stazionare al ministero dell'interno dove, per coerenza, ci hanno messo un leghista. Mi son chiesto: si saran divisi le regioni? a me il Lazio, a te il Piemonte?
Non capisco perché la gente dovrebbe votare in massa un pirla come Cota.
Con l'astensionismo che c'è stato che penalizza di più la destra, senza un terzo dell'elettorato di Roma, non capisco perché abbia vinto la fruttarola nel Lazio. A vederla in tv sembrava felice come una pasqua, non se lo aspettava di certo. Ormai le elezioni son diventate delle sorprese, un regalo inaspettato da scartare all'ultimo momento.

venerdì 26 marzo 2010

MoVimento 5 stelle. Votatevi, Votateci.



Voglio contribuire alla campagna elettorale del MoVimento col mio slogan personale: Votatevi, Votateci.

Per l'elettore votare il MoVimento 5 stelle è come votare se stesso perché promuove persone autentiche della società civile, gente comune, cittadini nell'interesse degli stessi cittadini.

Dunque, "votatevi" votando il MoVimento 5 stelle...

Votatevi
Votateci

giovedì 25 marzo 2010

Il significato del presepe



Il presepe di natale è pieno di simbolismi. Il suo significato classico è un po' riduttivo. Comunemente il natale significa la nascita di Gesù il salvatore, è un grande evento, tutti fanno festa, è un compleanno, ecc. Aldilà del fatto che il natale si celebra in concomitanza con il solstizio d'inverno che è una tradizione antichissima, o che di notte i pastori non vanno in giro, voglio mostrare dei messaggi nascosti che ci possono indicare la giusta via per realizzare i valori della famiglia e della società.

Conosciamo bene i personaggi del presepe: al centro della rappresentazione c'è il Bambino nella capanna o la grotta, ai suoi fianchi la Madonna e s. Giuseppe, il bue e l'asinello, la stella cometa, i re Magi e la moltitudine di gente che si reca a far visita.
Se analizziamo attentamente vediamo che la cosa più importante del presepe è la Madonna con Gesù bambino. Maria è sempre rappresentata con Gesù in braccio. S. Giuseppe è una figura in secondo piano; lui è una specie di tutore. Infatti Giuseppe lo vediamo solo nell'infanzia di Gesù, poi scompare dalla tradizione. S. Giuseppe non è il padre di Gesù, è un padre acquisito. Il padre vero è Dio, ma l'arcangelo Gabriele fa da tramite nell'annunciazione con la spada fiammeggiante.
Praticamente, la Madonna è una ragazza madre col bambino in braccio non una statua di marmo. Non serve pregare la statua della Madonna in chiesa e poi uscire e insultare una ragazza madre. Un tempo si usava prendere a pietre le adultere, oggi se ne parla male, vengono isolate, escluse, ecc. Le ragazze madri sono emarginate, per ricevere un sussidio devono affrontare un'odissea burocratica.
La Chiesa definisce l'aborto un atto deplorevole, ma non s'interessa di tutti gli episodi che di fatto inibiscono o frustano l'infanzia ancor prima del concepimento. Le donne che lavorano non possono avere figli, vengono licenziate o non sono assunte. Non è questo una specie di aborto preventivo?
La Chiesa, per essere coerente, dovrebbe occuparsi anche di questi aspetti sociali.

Poi abbiamo il bue e l'asinello che riscaldano la capanna. Essi sarebbero i nonni che hanno il compito di scaldare l'ambiente domestico col loro amore. Il bimbo è il centro della festività.
La stella cometa potrebbe essere una benedizione che scende dal cielo.
A seguito ci sono i re magi che portano i doni al nuovo nato. In Italia, quando nasce un bambino ha già 30mila euro di debito pubblico sulle spalle.
In realtà è tutto ribaltato: al centro del presepe si trovano i nonni (il bue e l'asinello) che ricevono i doni dai re Magi.
La considerazione parte dal fatto che i bambini sono i soggetti più deboli della nostra società capitalista: nascono nudi, li devi vestire e sfamare. Dovrebbero magari nascere con una carta di credito attaccata al braccio o al petto. I figli sono un peso e la donna è una specie di tutrice o nutrice poiché il bimbo è figlio del padre, di Giuseppe, il capostipite.
Quindi, andando in ordine, la Madonna col bambino si trovano alle spalle del presepe, poi segue Giuseppe nella figura del capo famiglia e infine, davanti a tutti, il bue e l'asinello.
Il padre di Gesù, nella trasfigurazione moderna, è anch'esso un individuo incompleto, in via di definizione. Aspetta la morte dei genitori per prendere il loro posto in società continuando a fare il mestiere che fu dei genitori, ecc.
In quest'ottica, i nonni sono quelli che ricevono i regali dai re Magi. A differenza dei bambini, gli anziani hanno una serie di tutele sociali guadagnate durante una vita di lavoro: la pensione, il trattamento di fine rapporto, la reversibilità, l'accompagnamento se sono malati e, grazie a una vita di sacrifici, hanno spesso la casa di proprietà e alcuni risparmi.
Infine, tutta la gente che fa visita al presepe, è la società civile rappresentata con i vari lavori artigianali come i pastori, il falegname, il pescivendolo, ecc. che dovrebbero, nel messaggio del presepe, lavorare in virtù del fanciullo appena nato. Nei fatti, però, la gente lavora per se stessa e non pensa neanche lontanamente ai figli degli altri e spesso neanche a i propri. Più aumenta la ricchezza meno figli si fanno perché la prole si "intromette" nel capitale familiare, ecc.

Ricapitolando, secondo il messaggio del presepe, l'infanzia deve essere messa al centro degli interessi della società come obiettivo primario. La liberà dell'individuo deve essere garantita già dall'infanzia; il bambino deve essere libero a prescindere dalla famiglia o da qualsiasi vincolo sociale. I doni dei re Magi cosa possono rappresentare? I bimbi devono avere una pensione? Dovrebbero avere almeno una via da percorrere garantita e slegata da ogni tipo di subalternità e condizionamento. Una società che promuove lo sviluppo dell'infanzia in virtù della creazione di un uomo libero. E' difficile spiegarsi in questi termini perché noi siamo abituati a ragionare appunto, in modo capovolto.
Ciao

venerdì 19 marzo 2010

“Rispettate l’accordo”, gli interinali Ilva chiedono l’assunzione



"Che ne sarà del loro futuro si saprà, forse, il prossimo 24 marzo quando è previsto il primo incontro tra l’Ilva e le organizzazioni sindacali sulla vertenza dei circa 600, e non 750, lavoratori interinali dello stabilimento di Taranto i cui contratti sono scaduti. Oggi incontro informativo convocato dal sindaco Stefàno nel quale è stato fatto il punto di una situazione aggravatasi in concomitanza della grave crisi del comparto siderurgico che ha di fatto bloccato la stabilizzazione dei lavoratori interinali già regolamentata da un accordo firmato da Ilva, Fim e Uilm lo scorso maggio.
Tra le soluzioni proposte quella di colmare con gli interinali, i buchi lasciati dalle circa 1500 unità andate in pensione per amianto. Misure immediate, però, non sono possibili come dimostra anche il ricorso alla cassaintegrazione che l’Ilva sta adottando da più di un anno. Tempi lunghi che gli interinali iniziano a non sopportare."
antennasud

Il 24 parteciperò al sit-in davanti all'azienda. Ormai questi "fuochi" si accendono un po' in tutta Italia e se non si trovano soluzioni potrebbero degenerare. Il mio timore è che trovino dei palliativi tampone che accontentano alcuni e promettono a molti per rimandare il problema più in la possibile.

giovedì 18 marzo 2010

Il significato dell'amore



“Fratelli, a un tempo stesso, amore e morte ingenerò la sorte”.
Cos'è l'amore?
Tutti parlano d'amore, ma nessuno pronuncia questa parola.
L'amore viene da sempre contrapposto alla morte, non all'odio. L'odio è un sentimento molto più raro e, in ultima analisi, risulta una declinazione.
Amore è vita, assenza d'amore è morte.

Coniugando amore con la vita va fatto un piccolo preambolo sul significato della vita.
Il significato della vita rimane un mistero imperscrutabile. Questo perché, per sapere in cosa consiste la vita occorre fare tutto il percorso completo: nascere, vivere e morire. Se non compio il tragitto completo non posso sapere in anticipo in quale città andrò ad approdare. Certo, possiamo risolvere il problema con la trascendenza, l'intuizione, ecc. ma anche Gesù o il Budda non hanno dato mai una definizione esauriente sul significato della vita o del mondo. Noi siamo come un bruco poggiato sulla foglia di un albero. Il bruco forse comprenderà, tramite la trascendenza, di trovarsi, oltre che su una foglia, anche su un albero e che quest'albero si trova in mezzo ad altri alberi che formano una foresta. Ma non comprenderà mai, nonostante la trascendenza, che il bosco si trova su di un pianeta che gira attorno ad una stella nello spazio infinito.

Dunque, più che concentrarci sull'aldilà, o l'altrove, è bene concentrarci sull'al di qua. Gli antichi dicevano che gli uomini posseggono la Verità, ma gli dei ci hanno tappato la bocca al momento della nascita poggiando un dito sulle nostre labbra.

Tutto è amore. Ad es. per fare questo tavolo ci abbiamo messo amore, passione, dedizione. Anche quando si fa del male si mette impegno, passione, amore. Quando facciamo una cosa senza amore, non viene bene, risulta caduca, ecc.
“Il bene è innegabile, il male è la negazione del bene, pertanto il male non esiste”. Non ricordo se questa frase l'ha detta S. Agostino o Plotino.

Voi direte: ma come, tutto e amore, e come si spiega il male?
Il bene è amore per gli altri, il male è amore per se stessi.
I grandi concetti si possono spiegare con parole semplici. L'amore è unione, la morte è separazione. Non è un riferimento sessuale; mi rivolgo in particolare ai cattolici praticanti che hanno un chiodo fisso nella testa. Se parli d'amore con un cattolico praticante, già dopo un solo minuto di conversazione vedi che diventa rosso, si schernisce, s'imbarazza. Ma è normale? D'altronde vi capisco: se a uno non gli dai mai da mangiare sta sempre a pensare al cibo.
Per capirci porterò un esempio. L'universo è nato dopo il famoso Big Bang. In origine tutta la materia dell'universo era concentrata in un unico punto chiamato ovulo primordiale. Era una palla di energia pura concentrata. Poi, a causa di un errore, un evento inconoscibile che racchiude appunto, il mistero della vita, questa palla di energia esplode generando l'universo, le stelle, i pianeti, ecc. Di fatti, secondo la teoria, le stelle non sono altro che schegge di una gigantesca esplosione che si allarga sempre più verso l'infinito. È un fuoco d'artificio immenso.
La teoria afferma che se c'è abbastanza materia l'universo, a un certo punto, cambierà direzione e ritornerà a ricompattarsi nell'ovulo primordiale. Al contrario, se non ci fosse abbastanza materia l'universo sarebbe destinato a espandersi sempre più fino a spegnersi del tutto. Noi ci rendiamo conto di essere in una “condizione”, che l'esistenza non sia la nostra dimensione ideale ma accidentale, ci va stretta, cerchiamo la libertà, l'assoluto, ecc.
Ciò è dato dalla diversificazione, dall'apparire della materia in tutte le sue molteplici forme. Noi crediamo in un primo momento, che la natura, un tramonto, gli alberi, i fiori, siano cose belle, ma in realtà sono orripilanti, infatti proviamo angoscia di fronte alle manifestazioni del mondo. La nostra dimensione ideale è quel paradiso dove tutto è Uno, pura energia come all'origine dell'universo.


Ogni azione volta a unire genera pace e vita, al contrario, ogni azione che separa, distrugge, lacera, ecc. genera isolamento e morte.
Sembra semplice, uno può pensare di unire tutto e il problema è risolto. La difficoltà sta nell'unione armonica degli elementi: non si può unire il fuoco con l'acqua, ecc.
Ogni qual volta noi andiamo ad unire, in modo armonico, non facciamo altro che contribuire ad alimentare quel processo universale che ci riporterà alla condizione ideale di partenza, ricompattare, unire appunto, verso l'ovulo di energia pura. Mentre invece, il peccato consiste nell'azione inversa ovvero, la separazione, la divisione che contribuisce ad una ulteriore separazione, allontanamento dell'universo, quindi la morte.

Ogni volta dobbiamo chiederci: sto unendo o sto separando? Semplice. La mia azione genera armonia o disarmonia?

Ad es. prima si usavano separare le classi degli studenti: le femmine da una parte, i maschi dall'altra. E che facciamo? Li mischiamo? Poi questi si toccano fra di loro, si uniscono... è immorale. La cultura della Chiesa avalla tutto ciò. Cosa accadeva? Che nelle classi non miste cominciavano a toccarsi fra di loro, il che risultava ancora più abominevole di una unione fra sessi diversi. Allora, magari interveniva l'insegnante di religione ad ammonire la classe spiegando che i rapporti contro natura sono peccati mortali. Dunque si praticava una ulteriore separazione isolando i banchi uno dall'altro così ogni studente si ritrovava da solo. Allora succedeva che questi cominciavano a toccarsi da soli, arrivava l'insegnante che ammoniva nuovamente: sta attento che diventi cieco.

Il bene è amore verso gli altri. Amare se stessi proiettandosi verso l'esterno. Tutelare se stessi in virtù del prossimo e non tutelare se stessi a scapito del prossimo. S. Francesco è un esempio, ma è un esempio estremo, nel senso che all'epoca c'era bisogno di un'azione dimostrativa per dare una scossa benefica alla dissolutezza dell'epoca. Si devono certo seguire gli esempi dei grandi uomini considerando sempre però, che ognuno di noi ha le sue caratteristiche particolari ed è fatto per svolgere compiti a lui affini. È come dire a un giovane calciatore: devi seguire l'esempio di Maradona se vuoi giocare bene. Quello ritorna dopo un po' e ti dice: sono 2 anni che mi alleno tutti i giorni, dalla mattina alla sera, ma le cose che fa Maradona non le riesco proprio a fare.
Il male dunque è l'egoismo che erode, distrugge il mondo in virtù di una singolarità separata. Un buco nero che attrae.
Poi c'è l'amore di genere cioè, la specie umana che per un eccessivo amor di se sfrutta l'ambiente finendo col distruggere la natura e di conseguenza se stessa. Poi c'è l'amore egocentrico di sistema, del mondo nella sua interezza, come può essere il nostro pianeta. Il terremoto si verifica perché, il sistema, amando anche se stesso, è dovuto a muoversi ogni tanto, altrimenti, se non ci fossero i terremoti, se la terra non si muovesse, finirebbe col spegnersi compromettendo tutto il resto. Dunque, il mondo, per amor proprio, ogni tanto si muove e provoca i terremoti con le relative conseguenze.

martedì 16 marzo 2010

Discorso di Nichi Vendola a Roma



"La crisi del berlusconismo esibisce una bestia ferita che con i suoi colpi di coda cerca ancora di far danni al Paese. Di ferire il profilo sociale e il profilo civile di un'Italia che è stata lungamente manipolata dal racconto berlusconiano. Il racconto berlusconiano non convince più, è pieno di smagliature e di crepe.
Aveva due caratteristiche questo racconto, amici e amiche, compagni e compagne, dobbiamo riflettere bene su qual'è stata la forza e il segreto del berlusconinsmo se vorremo sul serio sconfiggerlo costruendo noi un altro racconto, quello di un altro popolo che non si lascia incantare da un populista, liberista e nemico del mondo, e dei diritti del lavoro.
Dobbiamo ricordare che il berlusconismo è nato per conculcare al mondo del lavoro la sua dimensione di comunità. L'attacco alla costituzione parte proprio da quell'articolo uno che noi, gente del centrosinistra, abbiamo il torto di aver ridotto a un santino: con più forza dovevamo presidiare e difendere i valori della nostra costituzione! Quell'articolo uno: l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro; significa che il lavoro, nel corso del '900, ha smesso di essere una pietra di scarto, è diventata la pietra angolare con cui si è costruita l'idea della civiltà. Il fascismo privò l'Italia della libertà nel tentativo di fermare l'avanzata dei lavoratori, l'avanzata del mondo dei braccianti e degli operai che reclamavano una giustizia sociale che non c'era mai stata. E il nodo libertà e lavoro è il vanto e l'orgoglio della nostra costituzione.
Oggi, dovremmo riscrivere quell'articolo uno e dire che l'Italia è una repubblica televisiva fondata sul diritto all'impunità per le classi dirigenti, per l'élite ricche e potenti.
Vedetelo in faccia, vedetelo da vicino il processo breve. Attenzione, è meno banale di quanto noi stessi non immaginiamo. Il processo breve lo hanno fatto l'altro giorno alla camera dei deputati quando hanno stracciato l'articolo 18 dello statuto dei diritti dei lavoratori. È talmente breve per un lavoratore ingiustamente licenziato che il processo non c'è più! Hanno fatto sparire il giudice, hanno sabotato l'idea che un lavoratore debba essere tutelato quando la prepotenza e l'arroganza di un padrone mettono in discussione il diritto suo di alzare il dito e dire: signor padrone, in questa fabbrica si muore di amianto; in questa fabbrica viene violato il diritto fondamentale alla vita. Ecco il processo breve.
E anche per i migranti c'è il processo breve. È talmente breve che è contenuto nell'equazione berlusconiana che dice: immigrazione = criminalità. Come vedete, non c'è neanche il bisogno di fare il processo. La povertà è colpevole per definizione e la ricchezza è innocente per ontologia, ma che vergogna! Ma quale modernità medioevale è questa?!
E per loro, e per lui, per i suoi sodali, l'idea dell'inviolabilità del corpo del sovrano. Un sovrano legibus solutus in questo medioevo post-moderno che ci assedia.
E noi, amici e compagni, amiche e compagne, dobbiamo saperlo però; se è vero che il racconto berlusconiano è finito tra le macerie dell'Aquila e la frase scritta su un cartello che dice: io non ridevo; condanna una classe dirigente di avvoltoi che ridevano sul dolore dei terremotati di Abruzzo; se questo è vero, noi dobbiamo però sapere che non possiamo fare come nell'adagio cinese, essere seduti sulla sponda del fiume in attesa di vedere che passi il cadavere del nostro avversario. No. Il racconto berlusconiano non funziona più. Ma noi centrosinistra, non abbiamo ancora un racconto coerente che renda credibile la prospettiva dell'alternativa. Oggi, qua, in questa piazza ricomincia il lavoro del cantiere dell'alternativa. Perché qua, il centrosinistra ritrova non solo la voglia di un colloquio al proprio interno che chiuda la fase insopportabile della balcanizzazione, ma il centrosinistra ritrova la propria piazza, il proprio popolo, quello che a lungo tempo aveva smarrito. È vero o no, che siam stati in questa condizione paradossale: un popolo senza politica e la politica senza un popolo? E questo era tutto ciò che non entrava dentro l'egemonia del berlusconismo. E allora, da oggi che facciamo, il racconto come lo costruiamo? Cominciamo da li, da dove Berlusconi ha inferto l'ultimo colpo, il nesso lavoro e libertà, e mettiamo al centro di questa campagna elettorale i beni comuni da difendere: il territorio, la bellezza, al memoria, l'acqua pubblica, i diritti sociali. Ricomincia di qui a parlar chiaro a rendere percepibile e netto il senso di un cammino che vuole dire che la politica nel centrosinistra apre una porta di speranza a coloro che la speranza non ce l'hanno più. O questo oppure falliremo. Dobbiamo farcela, dobbiamo provarci è il nostro dovere! Hanno portato l'Italia in un angolo. Abbiamo il compito, noi e voi, di risollevarla in piedi, di dire all'Italia stanca e sofferente che ora è il momento di riprendere il cammino dell'alternativa. Buon lavoro a tutti e auguri a tutti."

giovedì 4 marzo 2010

CONDIZIONE DELLA DONNA, CULTURA E PROGRESSO ECONOMICO IN RELAZIONE AL CLIMA E L'AMBIENTE (L. VII)



Oggi esordisco con una nuova serie di video/lezioni. Non voglio fare il professore perché non ho le competenze, le basi, il nozionismo, ecc. non mi rivolgo dunque, a degli allievi, ma mi rivolgo direttamente ai professori, ai ricercatori che prendano spunto da quanto segue per fare ricerche, approfondimenti, scrivere saggi ecc.

Si usa dire spesso che il livello di civiltà si misura in base alla condizione della donna o dei carcerati. I carcerati però, sono una minoranza mentre le donne rappresentano, diciamo così, la metà del genere umano. Se l'universo femminile viene per così dire soppresso, è come se una persona -il genere umano- sia paralizzata per metà e ne risulta menomata nei movimenti.
Guardando la cartina che ho preparato e che illustra l'EurAfrica, notiamo che la condizione della donna varia da longitudine a longitudine (intendo latitudine)
Nell'Africa nera sub sahariana, viene praticata l'infibulazione e la clitoridettomia: è la mutilazione genitale femminile. Il fenomeno interessa la fascia equatoriale, il sud dell'Arabia, l'intero Egitto. La pratica e preislamica. La Somalia è chiamata la terra delle donne cucite.
Tale pratica è giustificata per mantenere la donna pura. Dunque, la donna è considerata impura, sporca, immorale, ecc.
Rifiuto assoluto della femminilità, nessuno sviluppo economico.
Andando più a nord abbiamo la famosa fascia islamica che si spinge fino in India. Come sappiamo, nell'Islam la donna è privata di ogni diritto. Invece di subire una mutilazione fisica, come avviene più a sud, il “problema” viene occultato letteralmente. Abbiamo il famoso burka, uno scafandro che copre le donne; oppure, l'uso del velo per coprire i capelli. I capelli sono un richiamo amoroso, diffondono il profumo e serve come richiamo erotico. Le donne sono relegate in luoghi specifici della casa. Non possono studiare, votare, ecc. Addirittura, in certe zone devono parlare in pubblico con delle pietre in bocca per distorcere la voce che può sedurre; la voce è sensualità.
Le donne non possono mostrare le caviglie; chi lo fa può essere picchiata anche da un estraneo.
In Pakistan il buon musulmano deve avere la barba lunga. A che serve la barba? Le donne non ce l'hanno. In carenza di “femminilità” si potrebbe confondere un uomo imberbe per una donna. Infatti, la natura ha dotato il maschio della barba proprio per distinguerlo dalla femmina. A questo punto vorrei fare una raccomandazione al premier: Berluscò, mi raccomando, con la barba maschio, senza barba femmina. Non facciamo confusione che già all'estero ci prendono in giro.
Anche nell'islam, dunque, la scarsa libertà delle donne corrisponde allo scarso sviluppo economico.

Veniamo al Mediterraneo: qui da noi le donne non vengono coperte o nascoste, ma sono comunque molto penalizzate. Sono relegate al ruolo di domestiche, casalinghe. Curare la casa, crescere i bambini e, nel sociale, possono ambire al massimo a fare le maestrine. Devono arrivare vergini al matrimonio e le ragazze madri subiscono l'ostracismo sociale.
In certe zone, fino a qualche anno fa, le ragazze nubili non possono andare in giro da sole, sono accompagnate dal fratello minore, il nipote o la madre. L'abbigliamento non deve essere troppo appariscente; avvengono discussioni interminabili sul fatto se la donna deve portare la gonna sopra o sotto il ginocchio; le vedove devono indossare il nero a vita, mentre in Islam un tempo le vedove dovevano seguire il marito, uccidersi praticamente. In Italia manca la cultura del lavoro per il gentil sesso. La disoccupazione femminile è fra le più alte d'Europa. Dunque, poca libertà femminile, poco sviluppo economico.
Al centro-nord dell' Europa le cose migliorano di molto. Dove ho vissuto per un po'. Intanto le donne lavorano tutte. Non subiscono il controllo meticoloso della loro vita. La differenza è che mentre da noi la donna abbassa gli occhi e guarda a terra, al nord le donne ti guardano negli occhi, esprimono i loro sentimenti senza il timore di essere mal giudicate. Se vai a farli visita ti chiedono se vuoi farti la doccia. Ti offrono anche l'accappatoio del marito. Le teenager possono restare sole con l'amichetto nella loro stanza e dormire anche la notte. Le donne possono ricoprire ruoli di responsabilità senza discriminazioni. Comunque sia, anche li le donne non hanno la stessa libertà dell'uomo. Una ragazza non ti rivolgerà mai la parola per prima. Dunque, molta libertà femminile , molto sviluppo.

Tuttavia, generalmente, in ogni parte del mondo cosiddetto sviluppato, la donna è discriminata. Il maschilismo è talmente radicato che la femmina, quando assume ruoli di prestigio o responsabilità o in riferimento alla stessa idea di libertà, usa come metro di paragone il maschio. Cioè, per la donna, essere libera significa, il più delle volte, comportarsi come un maschio. Ricordo la canzone di Roberto Vecchioni che fa: "Prendila te la donna che va al meeting, la signorina Rambo, la donna che fa il leasing".
Bene, che cosa possiamo dedurre ancora? Che la cultura cambia in relazione all'ambiente. Cambia anche col tempo, ma questo è un'altro tema. Cosa s'intende per cultura? Sul vocabolario c'è solo un trafiletto che dice: "l'insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell'umanità intera". Ma non è proprio così! Non è solo quello. Come al solito ho dovuto fare da solo e uso questa definizione: cultura è la modalità con cui gli individui si rapportano col mondo circostante e con se stessi.
Il modo di concepire se stessi, la natura, la società, ecc. varia a seconda del clima. Noi siamo abituati a pensare che l'uomo si alza la mattina ed è padrone del mondo, decide dove andare, cosa fare, ecc. ma, in realtà, la sua indole è condizionata dalla natura. E' una lotta continua tra le prerogative naturali e l'artificio inventato dall'uomo. Ne volete una prova tangibile? Il colore della pelle: al sud ci sono i neri, poi, andando via via verso il nord, la pelle schiarisce gradualmente fino ai bianchi e biondi del nord. Parimenti, la cultura segue lo stesso criterio, cambia da luogo a luogo non in virtù della “qualità” degli uomini presenti ma in virtù delle condizioni ambientali.

Prendiamo ad es. il cristianesimo. Non è attecchito nella zona islamica nonostante sia nato li. Grazie a s. Paolo, il cristianesimo è stato diffuso in occidente tra i gentili. S. Paolo è un apostolo acquisito, non visse con Gesù come gli altri i quali cercarono inutilmente di diffondere il cristianesimo in oriente. Nonostante ciò, in questa zona nacque la religione di Maometto molto più affine forse, all'ambiente islamico.
E che dire del marxismo, delle ideologie socialiste? Ma voi pensate veramente che nell'Urss, dopo centinaia di anni di zarismo, si sarebbe sviluppato di colpo il socialismo nell'arco di pochi anni? Non c'è cosa più fascista di una monarchia assoluta. Infatti, la dittatura fu soppiantata da un'altra dittatura diversa nei modi ma uguale nella sostanza. Ci sono volute alcune generazione per arrivare ad una sorta di socialdemocrazia simile a quella del centro Europa. Negli anni '80 nell'Urss si stava abbastanza bene se non fosse per l'embargo commerciale imposto e sofferto da tutti i paesi a “vocazione” socialista, come pure la Cina e i paesi del centroamerica, nonché l'Italia e la Spagna.
Di fatti, il socialismo è attecchito, proprio come una pianta che se la coltivi in un determinato terreno cresce in un modo o non cresce per niente. In Europa il socialismo si è fuso con un'altra “vocazione” tipica del nostro continente, il liberismo, e abbiamo avuto la socialdemocrazia. Se noi osserviamo la linea che passa lungo l'asse del muro di Berlino, notiamo che i paesi presenti lungo questa linea hanno raggiunto un livello sociale invidiato da tutto il mondo coniugando libertà imprenditoriale con le tutele socialiste. Lungo la linea si trova anche l'Italia, ma come sappiamo, il nostro paese soffre di inferenze o interferenze estranee che ne hanno turbato la sua vocazione naturale. Ricordo che negli anni '70 (gli anni della strategia della tensione, dove servizi segreti Usa, assieme a parti dello Stato italiano, combattevano, e continuano a farlo ancora oggi, contro la possibilità che il partito comunista andasse al potere) il Pci era il più grande partito comunista d'Europa e insieme ai socialisti avrebbero potuto governare praticamente da soli. Poi i socialisti post Moro furono “comprati” con il nostro debito pubblico e ciò non avvenne. Altro elemento estraneo, estero, destabilizzatore fu ed è, il Vaticano. Il quale invece di assecondare la vocazione laica, atea o socialista degli italiani, ha preferito allearsi con gli americani e la mafia per motivi autoreferenziali. Come dire: i socialisti non credono in Dio e vanno distrutti, mentre, sovversivi e mafiosi -il diavolo- credono in Dio e pertanto sono più degni di considerazione.
L'interferenza nella vocazione naturale del popolo italiano non ha permesso che diventasse un paese normale. Chi non si adegua viene sistematicamente boicottato. Ricordo come gli operai fiat venivano scelti in base al loro credo politico e che nell AP entravano solo gente filo DC e così via.

Perché il comunismo non è attecchito negli Stati Uniti? Perché quando arrivarono i coloni, dopo aver sterminato le popolazioni autoctone e i bisonti, ricavarono territori sterminati da occupare. E cosa facevano a quel punto? Facciamo delle cooperative? Mettiamo beni e servizi in comune? Non ce n'era bisogno! C'era talmente tanta terra e ricchezza che ognuno poteva cavarsela da solo. Il rapporto con la terra è effettivo. Pensate che già dopo due generazioni i coloni europei hanno cominciato ad assumere modifiche scheletriche più simili a quelle degli indiani.
La terra influisce. Prendiamo la Gran Bretagna: ricordate l'immagine dal satellite del Regno Unito imbiancato rispetto alla verde Irlanda? Nonostante l'Irlanda si trovi un po' più a nord dell'Inghilterra, li il clima è più caldo per via di correnti atlantiche particolari. Forse per questo il cristianesimo è “attecchito” in Irlanda piuttosto che nell'Inghilterra protestante? Perché fa più caldo?
E che dire degli ebrei? Sono ancora alla ricerca della terra promessa. Nell'attesa di trovare terra abitabile gli ebrei cosa fanno? Si attaccano ad altri beni diciamo così, alternativi come oro, soldi, diamanti, influenze in ambito scientifico e culturale. La mancanza del suolo su cui poggiare i piedi, che ti fornisce identità, una dimensione, che ti radica e ti nutre in tutti i sensi, induce un popolo senza terra come gli ebrei a tutelarsi in maniera diversa “occupando” il mondo della finanza.

Detto questo, vorrei far notare un'altra cosa: la cultura, oltre a cambiare da longitudine a longitudine e nel tempo -ma questo è un altro tema più articolato che affronterò un'altra volta- la cultura cambia anche in relazione all'altitudine.
Ho fatto un altro disegnino mostrando degli esempi. Qui abbiamo delle città che si trovano a livello del mare o sotto: cosa hanno in comune?
Sono città attaccate alla terra e perciò re-agiscono, esprimono una cultura diversa rispetto ad altre comunità che vivono su altre latitudini, ma denotano una cultura simile fra loro. Rotterdam, New Orleans, Venezia, sono città sotto al livello del mare e sono luoghi un po' ambigui, come sappiamo, luoghi caldi, che esprimono una cultura passionale, viscerale, carnale. La musica: come mai in certi luoghi gli abitanti hanno doti canore piuttosto che in altri?
Poi c'è Sodoma e Gomorra, le città perverse per antonomasia. Queste città sorgevano sulle rive del mar Morto. Questo mare si trova nella più profonda depressone della terra. E' morto perché è troppo salato. Sarà stata la “profonda” vicinanza alla terra a condizionare la cultura dei sodomiti??
Poi abbiamo il Nepal e il Tibet sulle montagne dell'Himalaya dove viene espressa una cultura diametralmente opposta a quella che di solito si ha nelle zone più basse. Dunque abbiamo il buddismo, l'induismo, ecc. Sono le dottrine della meditazione. Cosa fanno questi? Si concentrano e cercano di evadere, nel vero senso della parola, verso un mondo alternativo, migliore, ideale. Siccome la vita a quelle altezze è molto ostile, uno si alza al mattino e dice: che tempo fa? E un'altro risponde: C'è una tormenta di neve. Quello si gira dall'altra parte.
Tali culture improntate sulla meditazione non fanno altro che rifiutare il mondo circostante proiettandosi in una ricerca interiore di vita alternativa. Anche il concetto di reincarnazione può rispondere a un bisogno di ri-vivere nuovamente magari in un luogo migliore, più ospitale, magari sulle rive del mar morto, ecc.

In conclusione, dobbiamo intanto riconoscere che la nostra cultura, al pari del colore della pelle, dei tratti somatici, viene modellata dal clima in funzione di cosa? Di un miglior adattamento in virtù della sopravvivenza della specie? Come si spiega allora che l'universo femminile viene così penalizzato? Se la natura, la specie, da un punto di vista antropologico, biologico prevede l'interconnessione di entrambi i sessi, come mai si verifica la menomazione di uno dei due? Insomma, da dove scaturisce in realtà la cultura? È evidente che c'è un errore, una contraddizione. Finché continueremo a considerare l'uomo artefice del proprio destino ci ritroveremo sempre in contrasto col mondo e con noi stessi. Finché continueremo a ritenerci al di sopra della stessa natura finiremo sempre per ritrovarci al di fuori dal mondo in una dimensione artificiale, innaturale, ideale che ci penalizzerà.

Seconda e terza parte del video.
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