venerdì 30 novembre 2007

La Forleo e il sistema partitocratico


Le intercettazioni politica/economia rivelano il sistema Moggi applicato alla politica italiana. Il sistema Moggi nacque in principio come difesa da eventuali aggressioni, prevaricazioni e imbrogli che gli avversari avrebbero potuto usare contro il loro gruppo. Erano azioni preventive contro sabotaggi ecc. per non cadere indietro mi butto in avanti e così, cammin facendo, per poter vincere, da metodo di difesa è passato a metodo di sistema.

Pensate che Berlusconi si possa affrontare con quattro emendamenti in parlamento? Per vincere ci si deve muovere nel suo campo, quindi, conquistare pezzi dell’economia nazionale e tenere il passo. A un certo punto si arriva al confronto diretto e ci si mette d’accordo: 3 televisioni a te e 3 a me, 3 banche a te e 3 a me, 3 giornali a te e 3 a me; il tutto per poter avere un civile, onesto e democratico confronto politico alla pari.
La Forleo non capisce. Queste sono sottili strategie di Alta politica.
Ha ragione Grillo quando dice che con quelli della Lega e gli inquisiti non si doveva parlare, questi invece ci parlano e si mettono d’accordo

lunedì 26 novembre 2007

Videocommento sul videocommento



Ecco un nuovo videcommento che ho proposto sul blog di Grillo di ieri, riguardo ai... videocommento

Vorrei fare una proposta: mettere sotto i commenti uno spazio per il videocommento, i filmati oppure foto. Insomma, un’interazione visiva. Poi ci sarebbe da valutare se giuridicamente c’è differenza tra lo scritto e il parlato. Ad es, sul presidente della repubblica: alle volte lo vedo in televisione così bianco, ma così bianco, con gli occhi così… allora mi chiedo, spontaneamente mi chiedo, sarà forse cominciato il processo di decomposizione?

Società matriarcale o patriarcale?


Bronislaw Malinowski (l’antropologo per eccellenza) scrisse un saggio dal titolo: "Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi", dopo essere vissuto a stretto contatto con gli indigeni della Melanesia occidentale.

L’autore usa frequenti accostamenti tra i comportamenti dei ‘selvaggi’ con quelli dei ‘civili’ europei. È una contrapposizione tra una società matriarcale, quella indigena, e una società patriarcale, quella nostra. Il risultato è sorprendente; si ha la sensazione che la verità sul comportamento genuino e civile dell’uomo sia ribaltato, che la società più autentica, più vicina alla natura dell’uomo sia quella “selvaggia” matrilineare e non la nostra.

Comunque, vorrei portare l’attenzione su questo passo che la dice lunga sui danni prodotti dalla nostra alienazione nei confronti del sesso. Non voglio qui dilungarmi a descrivere le abitudini dei popoli di matrice matrilineare, pertanto invito a leggere il libro:
cap. 7 pag. 61
“Un punto importantissimo di questa sessualità infantile è l’atteg-
giamento delle generazioni più anziane verso di essa. Come ho detto, i
genitori non la considerano affatto reprensibile; in genere essi l’accet-
tano così com’è. Il più che faranno sarà di parlare scherzosamente fra
loro delle tragedie e delle commedie d’amore del mondo fanciullesco.
Mai si sognerebbero d’interferire o di manifestare la loro disapprova-
zione, purché i fanciulli dimostrino la dovuta discrezione, cioè non
eseguano in casa i loro giochi amorosi, ma vadano in qualche luogo ap-
partato fra i cespugli.
Ma soprattutto i fanciulli vengono abbandonati totalmente a se
stessi nelle loro cose d’amore. Non solo non c’è interferenza dei geni-
tori, ma raramente, se mai, avviene che un uomo o una donna prenda-
no un perverso interesse sessuale per un fanciullo, e certo non si ve-
dranno mai mescolati con loro nei giochi a questo scopo. La violazio-
ne di fanciulli non è conosciuta, e una persona che s’intrattenesse ses-
sualmente con un fanciullo sarebbe considerata ridicola e disgustata.”

In queste popolazioni non esistono deviazioni che coinvolgono i fanciulli.
Grazie alla grande libertà non si manifestano tutte quelle anomalie che le società occidentali sono affette.
Non voglio dire che dovremmo prendere esempio da loro ma la conoscenza, la consapevolezza che esiste un mondo diverso, un’alternativa, può farci crescere e diventare veramente maturi.

domenica 25 novembre 2007

Sull'originario

Il segreto sta all'origine. Oggi siamo cambiati ma solo nella forma, sostanzialmente siamo uguali in tutto ai primitivi. Il passato è parte di noi come le radici di un albero. All'origine è racchiuso il senso delle nostre azioni, in quell'originario ancora puro e incorrotto. Quando avviene un cambiamento che taglia i ponti col passato ci troviamo di fronte ad una nuova origine. Il passaggio dalla scimmia all'uomo ha determinato la fine dell'"animale" in virtù di una nuova origine che è l'uomo e non possiamo escludere totalmente il fatto di essere anche dei primati. La tecnologia è esistita fin dall'origine, come la cultura, ecc. La scimmia bianca senza artigli è sopravvissuta grazie a strategie di carattere sociale, tecnico e culturale, proprio come oggi. Il mito è una evento realmente accaduto che ha lasciato un segno profondo nella vita di un popolo. I miti e le leggende sono metodi ormai sorpassati per tramandare la storia. Infatti si usavano quando la scrittura ancora non era stata inventata. Poi Omero le trascrisse, la bibbia contiene già riferimenti più precisi, quindi gli storici greci, ecc. Al mercato facciamo le stesse cose che i primitivi facevano nel bosco raccogliendo o cacciando. Infatti, quando si cerca un prodotto si adotta lo stesso meccanismo psicologico della caccia o della raccolta. La storia si tramanda anche a livello biologico: non chiedetemi come. Chissà perchè più antica è la fonte è più si ritiene sia attendibile. Perchè? Viene accettata come buona automaticamente e prevarica la fonte più recente. Forse perchè l'attendibilità sta proprio nel suo essere antico. Il valore è attribuito perchè tale fonte è riuscita a superare il filtro del tempo. L'utile rimane dal passato, l'inutile persiste solo nel presente. Il problema è che non conosciamo noi stessi e come vivere bene e in armonia con la nostra natura. In origine invece gli uomini forse vivevano con spontaneità e innocenza senza preconcetti o presunzioni o fobie come avviene oggi. Quindi, capire il passato arcaico ci aiuterebbe a vivere meglio in attesa di una nuova origine o meglio, di una rigenerazione.

venerdì 23 novembre 2007

Il superamento del bipolarismo



All’interno del nostro parlamento a forma di semicerchio vi sono numerosi partiti che rappresentano per ognuno di loro un modo diverso d’intendere l’esercizio dei poteri dello stato.
Il semicerchio è come un’ampolla nella quale le varie rappresentanze sono come delle bolle d’aria dentro un liquido. Quando si agita l’ampolla, le bolle d’aria cambiano di forma, si uniscono o si dividono.

Il buon equilibrio, la stabilità, consiste nell’avere il minor numero di bolle possibili. Nelle cosiddette democrazie moderne esiste il bipolarismo che riduce a due o poco più, le bolle nel contenitore.
Se ciò è vero, se l’equilibrio e la governabilità è data dal minor numero di bolle presenti, possiamo avanzare l’ipotesi che il sommo ideale è forse rappresentato da una bolla unica che, per la sua unitarietà, garantisce grande stabilità.

Come si arriva allo stadio “unitario” e perché non esiste alcuno esempio a parte l’imposizione “stabile” dei regimi dittatoriali?
A mio avviso manca, ed è sempre mancato, per ogni tipo di governo, un progetto a lungo raggio. A parte forse i progetti strategico-militari, non ho mai sentito parlare di paesi che abbiano adottato progetti condivisi da tutti da perseguire nell’arco di trenta o più anni.

Facciamo un esempio a caso: l’Italia è il paese della cultura. Un progetto a lungo termine potrebbe essere quello d’impegnare tutte le risorse per trasformare la nazione in un luogo specializzato nell’accogliere i turisti.
Ogni realtà artistica e culturale, locale e nazionale, dovrebbe essere curata e predisposta ad accogliere visitatori. Quindi porti, aeroporti, strade, ecc.
È un piccolo esempio per intenderci. In realtà concentrarsi esclusivamente su un unico tipo di “raccolto” senza diversificare, pone il rischio di trovarsi senza sostentamento qualora quel raccolto andasse a male.

Accolto il progetto come una specie di legge costituzionale, i vari governi s’impegnerebbero a perseguire quella via con modi e interpretazioni diverse, distanti, ecc. ma sempre con un unico intento: costruire il progetto a lungo termine.Si avrebbe così una bolla unitaria che cambia nella forma ma non nella sostanza.

mercoledì 21 novembre 2007

L'importanza d'interagire in video nella rete



Con la possibilità sempre crescente di poter mettere in rete filmati personali l’utente potrà inserire sui forum, i blog, ecc. il suo video accompagnato da uno scritto che ne riassume il contenuto o viceversa. Ciò cosa comporta?
L’esaltazione dell’immagine, l’individualismo, l’egocentrismo, caratteristica di quest’epoca, è stata amplificata proprio dalla televisione. Prima dell’avvento delle tv e del cinema, la gente tendeva a riconoscersi in gruppi, in categorie, il pronome più usato era il “noi”, col tempo è stato soppiantato dell’”io” che denota una forte centralità del “se” come finalità delle proprie manifestazioni.
Una delle cause principali di questa deriva è, secondo me, l’immagine proiettata dalla televisione che esalta il singolo e s’impone, nell’ambito familiare e sociale, ad una platea passiva. Pensiamo al mezzobusto dei tg che ingigantisce il volto, la voce e le movenze di un unico soggetto al cospetto di milioni di spettatori recettivi e sostanzialmente marginalizzati.Il risultato è che nella vita ognuno tende ad occuparsi solo della propria immagine spesso vuota, e a considerare gli altri come pubblico, come prime donne e gli altri spettatori.
Con la possibilità di esprimersi in video da parte di tutti, si potrebbe creare un riequilibrio: siamo tutti spettatori e, al tempo stesso, tutti protagonisti. In questo modo si appiattirebbe l’egocentrismo proprio in virtù del fatto che ognuno può apparire, esibirsi e, cosa molto importante, interagire con lo stesso strumento annullando così quella prerogativa rara e privilegiata tipica dei personaggi, dei vip che a loro volta finirebbero col perdere quell’aurea ultraterrena suscitando meno clamore e diluendo quel senso d’inferiorità latente che è la causa del bisogno di primeggiare tipico di oggi.Si tratterebbe di un socialismo mediatico. Pensiamo alle multiconferenze sul web: migliaia di spettatori-protagonisti che interagiscono fra loro. Forse i fenomeni come Second Life saranno sostituiti da soggetti “reali” favorendo veri rapporti umani, quelli che attualmente mancano alla rete apostrofata come un mondo virtuale, freddo e impersonale.

lunedì 19 novembre 2007

Bellachioma, lo psiconano, berlusca


Berlusconi quando è in difficoltà rilancia. Fa sempre così. Sarebbe un buon giocatore di poker, un baro.

Ha barato sul numero delle adesioni (7 milioni), ha barato nelle ultime elezioni politiche e in tutti i passaggi delicati della sua carriera.
Imbroglia sempre, è un tossicodipendente dell'imbroglio, dovremmo chiuderlo in una comunità.
Però è cattolico, è certificato e per la Chiesa va bene.

D'Alema era l'unico che poteva contrastarlo, lo ricordo bene, poi d'incanto, come da un giorno all'altro, quel clima di astio si placò e D'Alema riconobbe il suo nemico come un degno avversario politico.
Sicuramente sotto ci fu un altro imbroglio. Purtroppo credo che ce lo dobbiamo tenere fin quando non muore. Mio nonno diceva che avere le orecchie grandi è segno di longevità: spero si sbagli.

domenica 18 novembre 2007

Il contenitore elettorale dell'Udeur


In una delle sue prime uscite in televisione dopo tangentopoli, Mastella fu intervistato ed io mi chiesi subito: perchè lo intervistano e gli danno tanto spazio? Perchè costui è "riemerso" dalla prima repubblica? Alla domanda, Mastella rispose in perfetto politichese: la giornalista lo fermò subito e gli disse che doveva usare un linguaggio chiaro e comprensibile. Prontamente lui riformulò la risposta. Mi chiesi ancora: non lo sapeva che il politichese era stato bandito? Lo sapevano tutti. Dov'era stato fino adesso? L'impressione era di un tizio che sta li per commissione. La cosa raggelante era il peso e lo sapzio in tv che la televisione pubblica dava a lui e al suo zero virgola.
Per me Mastella è un prestanome, nel senso che fa gli interessi di terzi, di chi gli fornisce i voti. Da dove arrivano i voti dell'Udeur? Sono voti concentrati per lo più nella sua terra di Benevento. Chi fornisce i voti a un Mstella con delega? Qual'è il suo elettore tipo?
Volete un'indicazione? Spesso fa il giro delle carceri promettendo a tutti che usciranno fuori. Quale miglior referente per un galeotto e per chi rischia di andare in galera se non un ministro della giustizia?

martedì 13 novembre 2007

Se Gesù ci fosse oggi



Se Gesù ci fosse oggi sarebbe un capellone scappato di casa.
Un girovago, uno che frequenta i centri sociali, che suona per strada insieme a quelli come lui, uno che fuma gli spinelli.

Se ci fosse Gesù oggi sarebbe in mezzo agli ultimi. Potresti trovarlo nelle stazioni a discutere con i barboni, i drogati o le prostitute.

Se ci fosse Gesù oggi sarebbe uno con un sacco di idee strane nella testa. Uno che ti parla di amicizia, fratellanza, pace, amore e di un altro mondo che ci aspetta.

Se ci fosse Gesù oggi risponderebbe allo stereotipo del disadattato, dello sbandato, dello sfigato.
La Chiesa non lo prenderebbe in considerazione, sarebbe l'esempio da non seguire. I fedeli, dal canto loro, lo eviterebbero perchè usano dividersi tra puri e impuri.

Questa è la riprova che il messaggio del Vangelo è stato travisato, almeno in parte. La Chiesa ha sviluppato il suo dogma sugli ultimi momenti della vita di Gesù, esaltando la passione, il dolore, il trapasso e la resurrezione come esempio da seguire, come sublime percorso verso la redenzione. Ha trascurato, però, il messaggio più profondo, quello che esorta all'amore, alla tolleranza, la convivenza civile e il dedicarsi ai più bisognosi senza alcuna distinzione e senza pretendere in cambio il Paradiso.
Chiedendosi semplicemente cosa farebbe Gesù oggi salterebbero agli occhi tutte le contraddizioni che la Chiesa ci impone.

P.S. il video sull'argomento. E' nato come prova e mi è piaciuto: http://it.youtube.com/watch?v=_xH_xYe22bc

lunedì 12 novembre 2007

La pentola a pressione sta per esplodere?

Oggi un collega mi chiedeva come mai la gente agisce in quel modo per una partita di calcio con tutti i problemi che ci sono oggi, dove le persone non arrivano a fine mese ecc.
Gli ho risposto che in quel modo la gente trova una valvola di sfogo.
Lui di rimando mi chiede: perchè allora, non si sfogano quando ci sono gli scioperi o le manifestazioni di protesta? Perchè non vanno a Roma a prendere per la giacca i parlamentari? Sono solo dei vigliacchi.

Credo che la gente a furia di essere trattata come bambini in età puberale, trovi nel "gioco", una zona franca per l'opportunità di sfogarsi, ribellarsi, scaricare il malcontento mascherato da marachella infantile dove il rischio è una punizione lieve gustificata da un contesto ludico.
Di contro, nelle manifestazioni serie dove, direttamente e intdiretamente, sono legati i propri interessi e lo status di cittadino responsabile, di fronte al giudizio dell'autorità, il cittadino è intimorito come da un insegnante o un padre autoritario. La "punizione" è molto più severa giacchè coinvolge la sfera sociale, economica ed affettiva.

Alla base vi è la cultura dello sminuire chi ci sta di fronte. Di minimizzare i pregi degli altri esaltando i difetti, di ridimensionare le qualità e i meriti di chi ci sta vicino. Alla radice è l'atente lo stereotipo inculcato dalla chiesa cattolica di considerare se stessi come soggetti infinitamente miseri di fronte alla grandiosità del divino che a livello inconscio si materializza nell'autorità di turno.
Dobbiamo avere dei limiti, è vero, ma il pericolo dell'esaltazione, a mio parere, viene fuori proprio nell'atto di porre un freno alle prerogative individuali in virtù di un riferimento altro fittizio e impalpabile conforme a tutti. Riconosco il pericolo di una società di egocentrici ma non è quella che di fatto abbiamo? Insomma, per sfuggire dalla padella siamo caduti nella brace.
Capisco che mantenere l'equilibrio sia una cosa difficile ma puntualmente, per non cadere in avanti, finiamo per cadere all'indietro. Personalmente preferisco cadere in avanti, almeno posso vedere dove vado a sbattere il muso.

Per me la pentola sta per esplodere. Manca un buon pretesto, la goccia per far traboccare il vaso e il coraggio puerile si tramuterà in coscienza adulta.
Ciò succede solo quando diventa evidente che chi si trova a governare, chi veste i panni del padre o del maestro saggio e autoritario (penso alla rivoluzione francese), perda quell'aurea di "essere perfettissimo" a seguito di eventi estremi che rivelano il vero volto del potere, rappresentato da individui meschini che mettono a repentaglio la vita di tutti per interessi egocentrici "puerili", ancora più infantili di coloro che si affidano ad essi.

martedì 6 novembre 2007

I precari sono vittime di un embargo

La concorrenza tra lavoratori è direttamente proporzionale agli accordi di cartello delle grandi aziende.
E’ matematico.
L’alto tasso di disoccupazione abbassa i salari, crea concorrenza fra lavoratori, divide i sindacati e garantisce un esercito di individui mansueti e genuflessi a chi li sfrutta.
Siamo mucche da mungere in mano ai monopolisti.
Ci fanno i conti in tasca.
Chi ha un mutuo è uno stipendio medio arriva a fatica a fine mese: ci lasciano il minimo indispensabile e la colpa di chi è? Nostra, perché non tiriamo abbastanza la cinghia.
I politici, oltre a gravare pesantemente sui cittadini, fanno gli interessi delle lobby. È tutto un conflitto d’interessi. Lamberto Dini ha delle aziende da portare avanti, nel tempo libero fa il politico. Un altro esempio? La legge sull’indulto è stata approvata in poche settimane, la legge sul lavoro precario aspetta nel dimenticatoio.

Come hanno fatto a prendere Saddam? Lo hanno prima fiaccato con l’embargo e poi dato il colpo di grazia.
La stessa strategia viene usata contro nazioni, società e “liberi” cittadini.
Noi ci crediamo liberi e in pace, ma in realtà è in atto una guerra sotterranea e noi ne siamo coinvolti e manipolati.
La globalizzazione è una guerra di mercato. Ogni bisogno primario, energia, trasporti, i media, le abitazioni, i servizi, ecc. viene monopolizzato e usato come arma per circuire cittadini ignari.
In Iraq ci fu un accordo: petrolio in cambio di cibo. Col precario, col cittadino servo, mansueto, accondiscendente arrendevole e stanco, viene usata la stessa strategia: lavoro a buon mercato in cambio di cibo, se vuoi campare: obbedienza e mansuetudine; il bastone e la carota.
I conti non tornano perché dietro una parvenza di pace e di colori, viviamo in un teatro di guerra dove noi siamo vittime inconsapevoli di strategie militari e di spionaggio. Il gioco è ancora più facile perché ciò avviene alle nostre spalle, a nostra insaputa, e pertanto non possiamo difenderci.

Latitanti "in fresco"

Hanno finalmente catturato il boss mafioso Salvatore Lo Piccolo col figlio Sandro al termine di una lunga indagiene... e le solite pappardelle.

Questi latitanti li tengono in serbo, "in fresco", pronti da tirare fuori quando c'è troppa turbolenza, aria d'insubordinazione, per placare la massa d'italiani pecoroni. Sono i jolli del fumo negli occhi. I latitanti non si fanno vedere, si nascondono bene nei bunker, nei doppi muri, nei buchi come quello usato da Saddam Hussein. Possono rimanere “da parte” anche 40 anni, senza conservanti. Poi al momento buono li tirano fuori. Il ministro chiama l’antimafia e chiede: avete qualche latitante sotto mano?
Li prendono per i capelli e li mostrano a tutti. Ostentano l’efficienza dello stato e coprendo però le vere magagne.
Col senno di poi, quando beccarono Provenzano il giorno dopo le elezioni, sarebbe stato più strumentale se avesse vinto la destra?
Insomma, al grido di vendetta della sinistra, contro eventuali accuse ufficiali e provete di brogli, la cattura del "capo dei capi" avrebbe coperto il colpo di stato?

Ormai lo sanno tutti che la vera mafia è nelle istituzioni. I boss non sono altro che manovalanza da usare in caso di bisogno. Sono "prodotti" proprio dall'assenza dello stato che emargina grosse fette di popolazione favorendo i "fenomeni" di criminalità organizzata.
In fine: dov'è l'ingerenza della chiesa in questa valle di lacrime?

lunedì 5 novembre 2007

Taranto terra di confine


Non ho mai creduto alla storia che il complesso industriale ItalSider venne costruito per far crescere un’ area depressa del sud Italia. Non so quante volte il bilancio dell’industria siderurgica statale andò in perdita dagli anni ‘60 fino ai ‘90. Poi d’incanto, dopo la caduta del muro di Berlino, dopo l’apertura al mondo con la globalizzazione dell’economa, il colosso venne "donato" ai privati nel turbine delle privatizzazioni che imperversavano nel paese in nome dell’efficienza e della concorrenza. Venne quindi la fase classica dopo il passaggio ai privati, con i prepensionamenti e altri ammortizzatori sociali (o aziendali dipende dal punto di vista) che ridussero di circa la metà, il personale ritenuto abnorme e inutile. Un operaio disse: Ci hanno illuso. Ci hanno fatto credere che avrebbero lavorato i nostri figli e i figli dei figli.Adesso l’ItalSider, rinominata Ilva, passata gradualmente prima in mano ai proprietari e poi in quelle dei padroni, è in attivo a dispetto delle più rosee previsioni e a vantaggio esclusivo di pochi se si mette in conto il prezzo altissimo che la città paga per lo sfregio ambientale.Il nostro golfo è sempre stato un punto strategico militare. Non sono un esperto ma credo che le ragioni tecniche siano dovute al fatto che nonostante un massiccio bombardamento, il golfo di Taranto, grazie alle profonde insenature formate dai “due mari”, offre sempre un antro sicuro dove ricoverare le flotte armate.Per questi e altri motivi, uno dei posti più belli del mondo è stato sacrificato sull’altare della sicurezza nazionale, anzi no, atlantica.Qual è la relazione fra un porto militarizzato e l’impianto siderurgico più grande d’Europa?L’acciaio serve per costruire le cose più svariate fra le quali armi da guerra.Durante tutti i conflitti, le acciaierie hanno sempre lavorato a pieno ritmo. Secondo la mia opinione, l’ItalSider avrebbe ricoperto un ruolo logistico importantissimo nel caso in cui la guerra fredda sarebbe divenuta calda: rifornire di acciaio per armare la NATO e compagnia bella.Prima della cessione ai privati l’ItalSider fu tenuta in stand-by in attesa degli eventi. La produzione in se non importava così come, a tuttora, l’inquinamento e la sicurezza sul lavoro. Tutto ciò che riguarda il cittadino come soggetto primario dove convogliare le conquiste e i vantaggi del progresso, è sempre stato d’importanza periferica.In caso di guerra gli operai sarebbero divenuti degli addetti solerti, alacri e molto produttivi grazie alla minaccia o lavoro o ritrovarsi al fronte.Poi abbiamo l’arsenale militare, anch’esso utile solo come facciata, come manifesto bellico che raffigura una tigre di carta. Il costo dell’arsenale in tutti questi anni non è quantificabile, c’è chi dice, fra l’altro, che i camion pieni di materiale entravano carichi da una parte e uscivano ancora “carichi” da un'altra parte. L’utilità in tempo di pace è solo fittizia serve come monito. L’indagine fatta da Report sull’arsenale di Taranto dimostra la squallida gestione della cosa pubblica.Il famoso muraglione presente fin dai tempi di pappagone ha escluso i cittadini dal mare. Una città di mare senza mare. L’accesso è stato precluso, anche la vista del blu è inaccessibile. Il tutto per una famigerata difesa nazionale. Cosa vogliamo difendere se per mezzo di ciò viene negata la vita della città?A causa del dislivello, l’accesso alla spiaggia sul lungomare è pressoché inaccessibile, mentre sul versante interno l’occupazione dell’arsenale ne fa una città monca, privandola della sua prerogativa naturale del rapporto diretto col mare.Perciò, il cittadino è tenuto fuori, distaccato, escluso dal suo ambiente da logiche belliche, geopolitiche ed economiche lontane e indefinibili.L’arsenale è un avamposto che divide l’occidente dall’oriente. Il muraglione è una sorta di continuazione del muro di Berlino che mette l’uomo contro l’uomo; è un argine sulla terra di confine in cui ci troviamo. Mentre il primo è caduto, il nostro persiste a garanzia di accordi atlantici segreti che causano solo svantaggi ai tarantini.Il muraglione demarca una terra di confine in attesa dell’arrivo dei Tartari che forse un giorno arrivarono davvero.Non so se è leggenda o meno, ma si racconta che un giorno un sommergibile nucleare russo si avvicinò alle nostre coste. Penetrò fino ad arrivare sotto al ponte girevole. Lì si fermò. I vertici militari non fiatarono. Stettero in silenzio senza prendere nessuna decisione, terrorizzati come delle femminucce. Il nemico stazionò per un po’ sotto il ponte girevole, poi se ne andò come era venuto. Non si capisce perché indugiò sotto il ponte; forse era troppo pericoloso? Secondo me il grosso cilindro nucleare rimase all’imboccatura del porto compiendo alcune manovre.Il comandante del sommergibile russo avrà ordinato: macchine avanti; e i nostri a chiedersi: stanno entrando; macchine indietro; e i nostri a chiedersi: finalmente vanno via.Il gioco sarà durato per un po’ facendo avanti e indietro come uno stantuffo. I russi diedero prova di virilità per poi scomparire nelle profondità dello Jonio lasciando il costosissimo ammiragliato a bocca aperta.Il prezzo che i cittadini pagano è altissimo, e non mi riferisco solo ai costi meramente economici ma anche di spazio e vivibilità.A dimostrazione di ciò vi è il nuovo quartiere residenziale Paolo VI. Ancora una volta: vogliamo credere che il quartiere fu fatto per far fronte ai bisogni dei cittadini comuni? Perchè sono andati a costruire nelle macchie, nella steppa pugliese, quell'ammasso di casermoni?Le logiche economiche, soprattutto in seno all’Europa libera, prevedono garanzie di diritti civili nelle nazioni con cui si fanno affari. Volete fare affari? Come vivono i cittadini? Avviene la famigerata redistribuzione della ricchezza?Funziona come le norme ISO che impone a l’Ilva un tetto di produzione in relazione agli infortuni sul lavoro; più infortuni uguale meno produzione, e viceversa.La legge 167 ha prodotto in tutta Italia quell orrendo agglomerato abitativo destinato ai cittadini bisognosi, di fatto, è una ghettizzazione, una sorta di bidonville da primo mondo. Hanno creato dei ghetti in periferia, quartieri residenziali privi di quei servizi che fanno di una città, una città.Paolo VI è un emblema dell’esclusione sociale, dell’emarginazione, della considerazione del cittadino come intruso, come fastidioso impiccio burocratico da eludere, allontanare, estromettere.Infatti, mi domando: perché non hanno fatto crescere il nuovo quartiere attorno al mar piccolo? Perché quella costa è abbandonata? Perché non fecero l’ItalSider in mezzo alle macchie?Sarebbe venuto un bel quartiere che lambisce il mare. Si sarebbero fatti viali alberati che conducono alle spiagge e la possibilità di accogliere turisti come una moderna Rimini. Le due città separate dall’acqua e le isole S. Pietro e Paolo potevano unirsi con piccoli traghetti e barche come una piccola Venezia e al posto dell’Ilva un parco giochi.Se questo non è avvenuto è per due motivi fondamentali: motivi ecologici, per non deturpare la natura e motivi militari che vogliono la zona libera da attività civili.Nel primo caso mi sembra una caricatura dato che in quelle acque non mi sognerei lontanamente di fare il bagno, il secondo motivo è un esproprio carissimo visto che nel porto abbiamo due navi di media stazza e quattro sommergibili arrugginiti. A chi serve il porto militare?La politica è il fulcro, l’agorà in cui i cittadini, i membri di una comunità s’incontrano, si confrontano e si riconoscono parte di un insieme che agisce per il bene comune.Quando il cittadino come tale perde la centralità nei meccanismi decisionali, allora la politica si corrompe (e la precedente amministrazione ne è una prova) e finisce con l’essere un entità di facciata, slegata dalla sua funzione principale, la politica diventa una patina fittizia che ricopre un mondo altro, sotterraneo, extrasociale che persegue finalità lontane ed estranee nei confronti di un cittadino relegato a problema periferico.Se ciò è vero, se tutto si riduce al crimine, all’arma puntata contro l’altro, alla rapina dei diritti, allo scippo, all’assalto all’arma bianca delle risorse naturali ed economiche, se il cittadino è relegato a zavorra, a impiccio da liberarsi, o al massimo come oggetto conteso a fini di sfruttamento, se tutto ciò è vero, dove sono i grandi valori di amore e rispetto del prossimo? Dov’è il millantato progresso, le gesta dei grandi uomini propugnate a scuola nell’epopea dell’Uomo?Dove sono le colonne greche sulle quali si erige la civiltà occidentale?Alla luce di quanto detto, ammettiamolo sempre più spesso: anche quei greci vivevano sullo schiavismo, ma almeno hanno prodotto, anche se in un breve periodo, l’impalcatura culturale dalla quale ci si arroga ipocritamente di provenire. Oggi produciamo solo tecnica con finalità commerciali e quella tecnica a basso costo che migliora la vita della gente viene occultata.Riconosciamolo, molto più realisticamente dobbiamo richiamarci a Sparta che faceva della forza bellica e dell’imposizione del più forte il suo ideale. D’altronde, non fu Taranto nel suo concepimento una colonia spartana?

domenica 4 novembre 2007

La forma di governo migliore cui aspirare


È risaputo che la storia insegna, ma bisogna saperla, volerla leggere.

Nell’ultimo secolo la contrapposizione est-ovest ha caratterizzato lo scenario mondiale.

Appare evidente che lo scontro-incontro tra USA-URSS sia scaturito e confluito dall’Europa e nell’Europa, e ciò non è riducibile al solo contesto militare, ma abbraccia tutte le manifestazioni della vita umana.
È facile notare che al centro dell’Europa è avvenuto quello che si può definire il coagulo, il punto in cui confluiscono le aspirazioni dello spirito umano.

Se tracciamo una linea verticale lungo l’asse determinato dal muro di Berlino, si nota, con una facilità disarmante, che i paesi che si trovano lungo questo asse: Scandinavia, Benelux, Germania, Austria… sono i paesi dove si è raggiunto il grado di civiltà più alto e invidiato del mondo; vogliamo forse negarlo?
Si tratta del modello socialdemocratico, né troppo ad est, né troppo ad ovest, ed è su quel modello che bisognerebbe puntare, lo dice la storia.
Lo so, lungo la linea si trova anche l’Italia, ma essa soffre dell’influenza vaticana e americana.

Possibile che gli studiosi non riescono a fare queste semplici analisi?
Vi siete inchilosati il cervello a furia di scartoffie? Intasata la testa a furia di nozioni?

Vado alla ricerca della luce e mi ritrovo a fare da lanterna; è mai possibile?

giovedì 1 novembre 2007

Il finanziamento privato dei partiti

Le cose non funzionano perchè le aziende pagano i partiti, tutti, per avere favori in caso di bisogno, leggi su misura o semplicemente poter lavorare in pace.
La Fininvest, privata del suo interlocutore politico Craxi, formò un partito col risultato che oggi ha quintuplicato i guadagni.
La Parmalat era un bancomat dove tutti i partiti andavano a prelevare soldi allegramente.
Il fenomeno è a tutti i livelli. Anche le piccole imprese per lavorare devono poter contare su "appoggi" remunerati.
E' il metodo del dottore che chiede una parcella "privata" per curarti o, semplicemente, poter essere ricoverato in ospedale.
Il bilancio dei partiti deve essere reso pubblico.
Ecco perchè non si comprende l'assurdità di certe decisioni del governo o l'insabbiamento d'indagini giudiziarie.
Poi si accusa la mafia di chiedere il pizzo, ma se i primi sono i partiti a farlo.
Ecco perchè gli stranieri investono poco in Italia, perchè costa troppo.
I partiti sono associazioni a fini di lucro. Oltre a prendere stipendi sontuosi pretendono per i loro servigi, altre entrate che risultano alla fine il guadagno più consistente.
Altro che casta, questi bisogna arrestarli tutti e ricominciare da zero.