mercoledì 30 dicembre 2009

Natura e cultura



Propongo oggi il video di dongiorgiodecapitani, un prete che definirei apofrico per le sue posizioni indignate nei confronti del sistema Italia e contro quella parte del clero che si dimostra compiacente.
Il sunto è la natura, la presunzione dell'uomo e la proprietà privata.

Di seguito posto il mio commento (interessante) aggiunto in calce, per accennare un concetto che rimugino da tempo:


Siamo in preda ad una sorta di "cannibalismo" onnivoro e bulimico.
Allora, smettiamola di chiamarci civili e differenziarci dai cannibali veri del Borneo. Smettiamola di considerare la "cultura" un fatto, tutto umano, che ci eleva e ci porta il famigerato progresso.

Forse se cominciassimo a vederci come degli animali, quali siamo, assecondando magari gli "errori" che la natura (ingrata e ignorante) ci ha imposto, potremmo riconoscerci veramente e vivere meglio.

Se la "cultura", l'insieme dei costrutti dei filosofi, delle gesta dei grandi uomini (e dei peggiori), l'insieme delle arti e della tecnica, ci ha portato oggi alla globalizzazione che altro non è che un:

ALL'ARREMBAGGIOOOOOO

piratesco e criminale di risorse umane, ambientali ed economiche, vuol dire che dobbiamo metterci in discussione e ricominciare da zero... da prima dell'età della pietra.

venerdì 25 dicembre 2009

Il natale secondo Serafino Massoni



Ecco il testo del video di Serafino Massoni sul natale... una interpretazione molto, molto interessante!
P.s.
il video non parte bene. Portatelo un po' più avanti o riavviatelo.. sarà lo zampino del diavolo?

"...Il 25 dicembre c'è la ricorrenza del santo natale, ma per tanti altri cristiani la ricorrenza cade in un data diversa. La figura di Gesù è legata ai culti misterici del mondo pagano. E' una grande figura legata al sole che nasce, si erge, tramonta e muore. La nascita di Gesù bambino viene collocata nel momento in cui il sole, dopo aver concluso la sua caduta, torna a nascere; per questo noi vediamo il bambin Gesù circondato dai raggi: è il sole che torna a splendere, è la speranza che la vita continui a sconfiggere la morte in un nuovo ciclo di esistenza.
Da questo punto di vista, Gesù rappresenta l'anno e suoi dodici discepoli rappresentano i mesi. Però, dobbiamo pensare che quando visse Gesù ancora non vi era stato il passaggio completo dal calendario lunare al calendario solare, per cui, molto probabilmente, i discepoli di Gesù non erano 12 ma 13. Il calendario romano all'epoca di Giulio Cesare, era un misto di calendario lunare e solare. Il calendario lunare si basa sui movimenti della luna; ogni luna sono 28 giorni, in corrispondenza del mestruo femminile (una strana corrispondenza). Moltiplicando 28 per 13 lune otteniamo un anno. Quindi, col passaggio dal calendario lunare a quello solare, i 13 discepoli son stati portati a 12.

Gesù è uno dei tanti divini paredri, è uno dei tanti capri espiatori che erano destinati, appunto, a portare sulle proprie spalle i peccati dell'umanità. Il paredro, il capro espiatorio è stato il primo pharmacos, il primo medicinale dell'umanità. Si dice "agnello che porti i peccati del mondo" nel senso di agnello sacrificale. E' sorprendente questa figura del capro espiatorio che fu Gesù di Nazareth, nato a Betlemme, e in quanto vissuto a Nazareth è chiamato anche il Galileo.
Noi conosciamo il linguaggio di Gesù tramite i vangeli di cui ce ne sono una infinità; noi conosciamo fondamentalmente i 4 vangeli canonici, poi ci sono forse un centinaio di altri vangeli, tra apocrifi e gnostici che ci dicono cose anche diverse di Gesù. Però, c'è una caratteristica fondamentale: il linguaggio di Gesù è stranamente diverso dal linguaggio di tutta la cultura ebraica che precede Gesù v. il vecchio testamento. C'è come un salto, come se Gesù non fosse un ebreo nè un semita. Quando parliamo di semiti tiriamo in ballo gli ebrei ma, attenzione, semiti sono anche gli arabi, gli etiopi e tanti altri. Gesù è un semita che nasce nel mondo ebraico durante la conquista della Palestina da parte dei romani, ed è un ebreo che non usa il linguaggio tipico dei profeti. Sembra che Egli porvenga da un mondo diverso da quello ebraico.
Questa figura meravigliosa di cui Nietzsche ebbe a dire, con una triste ironia: a questo mondo è esistito un solo cristiano e quello lo hanno messo in croce. Allora, che linguaggio parla mai Gesù di Nazareth? Non parla un linguaggio che lo possa legare in qualche maniera al vecchio testamento, ma è un linguaggio di rottura nei confronti del vecchio testamento. Allora, dobbiamo vedere come sono andate le cose con la sua crocifissione: testimonianze storiche ci dicono che fu effettivamente crocifisso, però dobbiamo stare attenti perchè la crocifissione era una punizione, ma non era necessariamente finalizzata alla morte della persona crocifissa.
Varie fonti ci dicono che Gesù fu lasciato crocifisso per 3 giorni, poi fu tolto dalla croce ma non era morto, era in gravi condizioni. Le sue gravi ferite vennero rimarginate ed egli guarì. Dopo essere guarito abbandonò la Palestina assieme a Maria, sembra assieme a Giuseppe a S. Tommaso e, forse, assieme alla Maddalena e andò in oriente. Infatti, le prime comunità cristiane vennero fondate da S. Tommso sulla costa del Malabar nell'India occidentale. Sorgono prima li le comunità cristiane che non a Roma.
Sembra che Gesù andò a stabilirsi nel Kashmir e, più precisamente a Srinagar, la capitale. Oggi devastato dalla guerra tra India e Pakistan, fra induisti e musulmani. La città di Srinagar, una città sui laghi simile a Venezia, si trova subito a nord di Rawalpindi -di cui abbiamo sentito parlare in tanti film sul colonialismo brittanico- e ancor più a nord di Lahore, anche questa una città classica che ci ricorda il colonialismo britannico.
Perchè Gesù dopo la crocifissione, secondo tante versioni, andò in India? Tommaso si fermò sulla costa del Malabar, dove vennero fondate le prime comutià cristiane, e Gesù, con Maria, Giuseppe e la Maddalena andò più a nord nel Kashmir. Ma perchè mai Gesù prese quella rotta?
Gli stessi vangeli ci dicono che Gesù trascorse la sua infanzia a Nazareth nella bottega di falegname del papà Giuseppe e che intorno ai 12 anni scomparve e non se ne sa più niente fino all'età di 30anni. Dov'è stato Gesù in questi 18 anni?
Molto probabilmente, considerando il linguaggio che parla Gesù, in questi 18 anni si fermò in India nella pianura del Gange dove, già da 4/5 secoli, si predicava la dottrina del Buddha. Adesso vediamo il collegamento: Gesù, per via del linguaggio che parla, di certo apprese la dottrina del Buddha più che la dottrina induistica, e, quando se ne tornò in Israele, egli era o un discepolo del Buddha o era diventato un buddha egli stesso. Se vediamo poi come sopporta le sofferenze della fustigazione, del processo, della crocifissione dovremmo dire che Egli era diventato un buddha. In ogni caso, la sua è una predicazione di un buddha: pensate voi al discorso della montagna, è un discorso tipicamente buddistico. Il Buddha, probabilmente, avrebbe ripetuto le stesse parole di Gesù quando Egli dice ai presenti: ma di cosa vi allarmate? Guardate gli uccelli dell'aria, essi non seminano, non raccolgono eppure il Padre nostro che sta nei cieli provvede alla loro sussistenza. Guardate poi i gigli, loro non tessono, non cuciono eppure il Padre nostro provvede alla loro bellezza.
Tutto il modo di parlare e il modo di comportarsi di Gesù è di stampo buddistico. Potremmo fare delle analogie con Socrate ma le analogie più forti sono con il Buddha. E il modo di comportarsi di Gesù al processo dove egli non perde tempo a difendersi, non sta li a cercarsi gli avvocati difensori, niente, si fa processare in silenzio. Quando gli dicono: sei tu il re dei giudei? Egli dice si, ma il mio regno non è di questo mondo. Ma cosa potevano capire i patriarcali ebrei, i patriarcali romani di uno che va a dire che il mio regno non è di questo mondo. Probabilmente, Gesù non intendeva dire che è lassù nell'iperuranio ma si riferiva a un regno dell'interiorità, cioè avere consapevolezza di se stessi. Ecco l'unione con Buddha e con Socrate il quale non andò a cercarsi gli avvocati quando venne condannato a morte: accettò la pena di morte senza stare li a resistere. Allo stesso modo, Gesù resta indifferente al processo. Lo portano davanti al re Erode e fa scena muta: uno spettacolo incredibile; lo portano davanti a Ponzio Pilato e stessa cosa: restano tutti interdetti. Ma chi è costui?
Certamente non era la personalità funzionale al patriarcato ebraico e a quello romano.
Se pensiamo poi, che una figura di questo tipo scaturisce li dal mondo degli ebrei (che hanno fondato il patriarcato con la famiglia monogamiga patriarcale, con la proprietà privata, ecc.)arriva questo signore ebreo-semita, come anche gli arabi, il quale gli dice: se mi vuoi seguire abbandona tutte le tue ricchezze; è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei cieli (il Regno dei cieli io lo interpreto come Nirvana).

E' una persona da eliminare perchè non funzionale alla società patriarcale. Infatti, si misero d'accordo i rabbini con il popolo perchè scegliessero tra Barabba, che era un farabbutto, e Gesù, che la grazia della vita fosse data a Barabba. Non aveva nulla da spartire Gesù con il mondo ebraico: era più funzionale al mondo ebraico Barabba. Liberando Barabba e sacrificando Gesù ritorniamo al discorso dell'agnello sacrificale.
Il destino ha voluto però, che questa figura, del tutto estranea al mondo ebraico, nascesse nel regno d'Israele di razza semitica. Che strano destino che ha voluto che questa figura nascesse tra gli ebrei semiti, semiti come gli arabi (sia chiaro che anche gli arabi son semiti), nascesse proprio nel cuore del patriarcato. E questa persona parlava un linguaggio che non era il linguaggio degli ebrei, non era per niente un linguaggio patriarcale e andava messo in croce.

Ritronando al discorso che Gesù non sia morto in croce ma ci sia "stato" in croce e abbia subito, quindi, le sofferenze della crocifissione, ricordiamoci che ci sono le testimonianze degli islamici o di alcuni settori islamici che ci dicono che a Srinagar, nel Kashmir, noi abbiamo la tomba di Gesù e che Gesù sia continuato a vivere fino a tarda età che si sarebbe sposato e avrebbe avuto anche dei figli. Io so, ho visto anche le foto, che a Srinagar ci sono le tombe di Gesù e, stranamente, c'è anche la tomba di Mosè. In alcuni ambienti si ritiene che quando Mosè abbandonò l'Egitto, la terra promessa non fosse la terra di Canaan ma fosse il Kashmir. Il quale Kashmir, molto di più della terra di Canaan, si presta ad essere rappresentato come una specie di paradiso terrestre per la fertilità, la frescura delle sue acque, ecc.

Gesù rompe completamente con la tradizione patriarcale ebraico-greco-romana. E' come una immissione di buddismo nel cuore del patriarcato ebraico-romano. Una stranissima immissione che avviene così. Per forza non poteva attecchire il messaggio di Gesù, era completamente avulso da qualsiasi precedente tradizione. Resta il messaggio cristiano ma non è mai stato messo in pratica. Tanto è vero che la Chiesa cristiana e le varie diramazioni, di Cristo ha le parole ma non i fatti. Se noi guardiamo a questa struttura quasi allarmante, una struttura potentemente gerarchizzata, patriarcalizzata dove il papa, i cardinali, i vescovi, i preti non si sposano... più patriarcalizzata di così si muore. Questa struttura non ha niente a che vedere di fatto, nella sostanza, col messaggio di Gesù, perchè il messaggio di Gesù è fondamentalmente: se mi vuoi seguire abbandona tutte le tue ricchezze ed è più facile che un cammello entri nella cruna dell'ago piuttosto che un ircco entri nel regno dei cieli.
Probabilmente Gesù, il galileo, non ha niente a che spartire con la proprietà privata. Però, la Chiesa romana e anche le altre chiese, ce l'hanno le loro proprietà private. Il Vaticano ha persino una banca di fama internazionale, l'Istituto Opere Religiose (IOR) che, non tanto tempo fa, era gestito da quell'anima santa del monsignor Marcinkus di cui hanno parlato anche le cronache politico-criminali dei gornali italiani.

Noi festeggiamo la ricorrenza della nascita di questo divino paredro: una figura che è stata occidentalizzata e patriarcalizzata sulle tracce del dualismo platonico. Quando Gesù diceva: a che serve conquistare il mondo se poi si perde l'anima, di certo, voleva significare a che serve conquistare il mondo se poi si perde la propria inteirore serenità? E' questo il messaggio buddistico. Alle Sue parole è stato dato un significato diverso perchè, nella sostanza delle parole di Gesù, noi non vediamo mai il dualismo terra-cielo, noi vediamo sempre un richiamo all'inteirorità.

Amici, che si creda in Gesù o non ci si creda, per me è stato un grande uomo (ecce homo si può dire), una figura meravigliosa, stupenda. Il suo messasggio è stato patriarcalizzato; il messaggio di Gesù è sempre stato un corpo estraneo alla organizzazone patriarcale che noi conosciamo. Questo messaggio andava adattato, in una certa misura, travisato, adeguato al mondo patriarcale. C'è da sorprendersi che non siano state eliminate le frasi che ho prima citato relative alla proprietà privata e, comunque, anche se non sono state eliminate, quelle frasi non sono mai state attuate e, in primis, non sono state attuate proprio da coloro che avevano il dovere per primi di attuarle cioè, quelli che costituiscono il corpo della Chiesa. I sacerdoti ci mostrano che se non hanno la proprietà hanno l'uso, il possesso di tante dimore lussuose che non hanno niente a che spartire col messaggio evangelico.

Bene cari amci, grande figura quella di Gesù che io collego a quella del Buddha e relativamente al samsara e al nirvana, all'esistenza quale codizionata e all'esistenza quale in-condizionata:
a che serve conquistare il mondo se poi si perde l'anima; a che serve conquistare il mondo se poi si perde la pace interiore?
Buon natale da Serafino Massoni

martedì 22 dicembre 2009

Oggi nasce il MoVimento a 5stelle!!





Oggi, il blog di Grillo lancia finalmente l'iscrizione al MoVimento:

"Qualunque cittadino italiano non iscritto a un partito può farne parte". Finalmente ci attiviamo! Siamo passati dalla fase della fanculizzazione a quella del fare attuando il programma a 5 stelle!!

Non più il resistere resistere resistere ma costruire costruire costruire... "Chi si iscrive riceverà una password, fare parte di una rete sociale, potrà discutere e modificare il Programma, proporre e eleggere i propri candidati, lanciare iniziative sulla Rete e off line. Ognuno conta uno".
Io mi sono iscritto immediatamente e chissà, forse un giorno andremo a Roma a... discutere pacificamente.

Quello sotto sono io. Ora faccio parte del Movimento di Liberazione Nazionale.



martedì 8 dicembre 2009

La MAFIA delle banche




Pongo l'attenzione su un articolo di Paolo Bernard dove mostra i meccanismi mafiosi della finanza globale definendola un inferno in confronto ai "fuochi" della mafia locale.


Lotta alla Mafia? Sì, ma la peggiore per prima.
Date un’occhiata qui: c’è 1 miliardo di euro da una parte, e ci sono 118 miliardi di euro dall’altra.

1 miliardo di euro. Secondo un autorevole studio sull’impatto della Mafia sull’economia produttiva della Sicilia, e cioè il volume ‘I costi dell’illegalità’ di Antonio La Spina (ed. Il Mulino 2008), le cosche hanno sottratto a quella regione un miliardo di euro nel 2007 (12 mesi) col ricatto del pizzo.

118 miliardi di euro. E’ la somma di denaro che noi cittadini italiani abbiamo dovuto rendere disponibile – e una cui parte abbiamo già del tutto perduto - nel 2008-2009 (12 mesi) per far fronte a un altro ricatto, quello inflittoci dalla Mafia degli speculatori e degli investitori internazionali, i responsabili della crisi finanziaria e della fuga di capitali dall’Italia.

Preciso che in questa trattazione non si tiene conto dell’ulteriore danno sistemico che le due Mafie causano a noi cittadini (cioè le ripercussioni indirette). Mi sono attenuto unicamente all’impatto sull’economia pulita dei ricatti delle due organizzazioni criminose, in 12 mesi. Ma anche includendo il danno sistemico, le proporzioni rimangono identiche, cioè Mafia della finanza batte Mafia regionale con un ampissimo margine. Ultimo appunto: sappia il lettore che dei 118 miliardi di euro che cito, 96 miliardi è denaro che la comunità ha dovuto rendere disponibile al ricatto, ma che non è chiaro se sia stato del tutto speso o quando verrà del tutto speso; il resto è già perduto. In ogni caso, si tratta di una ricchezza che sbuca dal cilindro solo per compiacere alla Mafia finanziaria, e che non sarebbe mai stata impiegata per spese di utilità sociale.

E se nel ricatto delle cosche ci sono i morti da lupara, i commercianti strozzati e l’infiltrazione nella politica, in quello della Mafia degli speculatori e investitori internazionali ci sono migliaia di aziende decapitate, masse immensamente superiori di italiani licenziati, sottimpiegati, cassintegrati, di famiglie senza futuro, di destini troncati sul nascere, di drammi personali, e un intero sistema politico nazionale ricattato senza eccezioni, e non solo in alcuni casi come accade con le cosche.

E allora, perché veniamo incessantemente dirottati dai Pifferai magici sugli uomini con la coppola di Palermo e Roma e mai su quelli col doppiopetto blu di New York e di Milano? Perché siamo topi che marciano sulle loro note mentre alle nostre spalle il Vero Potere ci distrugge la vita? Sarò esplicito: perché la carogna nazionale è sempre chiamata il Cavaliere e mai il Governatore? Berlusconi proviene dalle fila degli uomini d’onore? proviene cioè da quelli del miliardo di euro? Mario Draghi stringe la mano ai mafiosi che ce ne hanno sottratti 118 di miliardi. Ecco da dove viene il Governatore: è stato uomo di punta del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, della Banca Mondiale (le cause di ‘solo’ qualche centinaio di milioni di morti di fame e stenti, ma non contano, sono negri), e poi vice presidente di Goldman Sachs, la banca più devastante del XX e XXI secolo, la banca che mentre i lavoratori, le loro vite e le aziende venivano fottuti dai crimini di Wall Street (lei complice), scommetteva sulla loro rovina e vinceva miliardi di dollari (si chiama swap betting e hedging – i crimini sono spiegati qui
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=122). Infatti nel giugno scorso, mentre qui in Italia la cassa integrazione divampava peggio dell’influenza suina, Goldman Sachs incassava i suoi profitti di quadrimestre più ricchi da 140 anni: 3,4 miliardi di dollari. E vanno capite le drammatiche differenze fra le due Mafie: gli uomini dei pizzini possono essere arrestati, e talvolta lo sono, ma quelli di AIG, Citigroup, Goldman Sachs, Banca Italease (Banco Popolare) o di via Nazionale no, nessuno li tocca, meno che meno i Pifferai magici che tanto inveiscono contro i poteri minori. Infine, l’illegalità che permea entrambe le organizzazioni è di sicuro spaventosa, ma il Vero Potere è riuscito nell’impresa di vestire il re nudo, cioè di convincere l’opinione pubblica che la Mafia di gran lunga più micidiale, quella intoccabile dell’alta finanza, quella che può rovinare una nazione come l’Italia in pochi mesi, è del tutto legale. Berlusconi e picciotti 1, Draghi & partners 118, queste sono le proporzioni, e queste proporzioni dovrebbero dettare a qualsiasi cittadino attivo delle priorità nella lotta alle Mafie. Ma entriamo nei fatti....http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=157

sabato 28 novembre 2009

Attentati mafiosi al giornale online Terranostra



Apprendo la notizia da Il Fatto Quotidiano di oggi:

"Gianni Lannes è un giornalista che fa nomi e cognomi. A giugno ha aperto un giornale online d’informazione, con sede a Orta Nova, in provincia di Foggia. E’ stato collaboratore di numerose testate e oggi lavora per alcuni programmi Rai. Ma il suo giornale, Terra Nostra ( italiaterranostra.it  ) in questi giorni ha deciso per un stop: “Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori. Da oggi le pubblicazioni saranno congelate”. In pochi mesi di attività, infatti, ha ricevuto minacce e tre attentati: il 29 giugno, a due settimane dall’apertura, la prima lettera di minacce. Poi, a inizio luglio, un esplosione fa saltare in aria la sua automobile. Il 23 luglio vengono manomessi i freni della sua nuova auto. “Ho rischiato la vita”. I primi di novembre, ancora, un attentato incendiario gli distrugge l’ennesima automobile . Sul suo giornale, in Puglia, la regione che ospita le tre industrie più inquinanti d’Italia (la centrale Enel di Brindisi, l’Ilva di Taranto e la centrale termoelettrica di Taranto) Lannes si è occupato di ambiente. Il primo numero era un monografico su 54 progetti che prevedono la costruzione di inceneritori in Puglia. La sua attività d'informazione è andata anche oltre il Web: “Siamo stati anche nelle piazze di Puglia, abbiamo fatto più di 50 presentazioni del giornale”. Ma ora altre minacce sono arrivate ai ragazzi che lavorano con lui e, recentemente, anche alla moglie. Da qui la decisione dello stop. “Leoluca Orlando ha fatto un’interrogazione in Parlamento – ci spiega – perché le indagini sugli attentati non sono mai partite. Quindi noi adesso ci fermiamo finché non arriveranno dei segnali. Non chiedo protezione per me. Ma per la mia famiglia e i miei collaboratori”. Questa la vita di un giornalista libero . E non in Russia, ma in terra di Capitanata."

Terranostra fa vera informazione, quella scomoda, quella che ti fa percepire la realtà da brividi che ci circonda e per questo deve essere disturtta. Preghiamo...

Segue un articolo di Gianni Lannes

Mafia di Stato: stop a Terra Nostra

Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori (alcuni dei quali già minacciati). Da oggi le pubblicazioni saranno congelate – fino a quando non percepiremo dei segnali positivi – poiché lo Stato di diritto è andato a farsi friggere ed il governo Berlusconi se ne infischia dei cittadini onesti. Il 24 novembre nonostante l’intervento in parlamento di Leoluca Orlando i rappresentanti governativi, vale a dire i nostri dipendenti, si sono eclissati. E’ vero non siamo in Libano o nella Jugoslavia pre-smembramento a tavolino, ma l’aria che si respira potrebbe mietere vite umane. Dal 29 giugno questo giornale è sotto tiro. Ben tre attentati, una minaccia di morte e varie intimidazioni non ci hanno piegato. Il 5 novembre il Gip del tribunale di Foggia archivia in tutta fretta il primo attentato poiché “Gli autori del fatto sono rimasti ignoti”. L’atto giudiziario a quella data è ancora secretato (sarà comunicato ai carabinieri il 6 novembre e allo scrivente soltanto il 10 novembre). Singolare coincidenza: alle 23,40 della stessa giornata si verifica un altro attentato. Proprio quel giorno avevo recuperato presso la procura della Repubblica di Lucera (FG) un fascicolo impolverato su una delle innumerevoli navi dei veleni e nel pomeriggio ero tornato ad occuparmi del peschereccio “Francesco Padre”, affondato dalla Nato nell’Adriatico orientale. Di chi è la regia occulta? E’ forse di carattere altamente istituzionale? Il procuratore capo signor Russo vuol favorire un’esauriente spiegazione dell’accaduto? A che punto sono le indagini giudiziarie relative agli attentati? Ho sporto numerose denunce ed ho fornito un quadro esauriente agli inquirenti. Non basta? Devo cercarli in prima persona i mandanti e gli esecutori materiali di questa strategia criminosa? Ribadisco il concetto: non intendo suicidarmi, godo di ottima salute (sono uno sportivo da sempre); ma se malauguratamente dovesse accadere qualcosa di spiacevole sembrerà un incidente. Solo qualche giorno fa, nonostante la presenza di una pattuglia dei carabinieri sotto casa, un ignoto è riuscito a terrorizzare la mia famiglia. Scusi signor prefetto Nunziante, questa sarebbe la protezione dello Stato? Siamo ancora vivi e vegeti perché abbiamo adottato delle personali misure cautelative, ormai da 5 mesi. Domenica scorsa don Giuseppe, al termine della messa mi ha espresso pubblicamente solidarietà dinanzi alle autorità e ai numerosi fedeli. Apriti cielo: il sindaco di Orta Nova (FG), tal Giuseppe Moscarella (votato dalla mafia: vedi intercettazioni telefoniche DDA Bari; lo stesso ha mandato in bancarotta le casse comunali) l’ha preso a male parole addirittura in chiesa. Il giorno seguente un assessore ha telefonato al prete per rincarare la dose. Il vescovo Felice Di Molfetta non ha nulla da eccepire? Le autorità giudiziarie locali si occuperanno mai delll’anomalia Moscarella e dei suoi soci in affari a spese della collettività? Allora possiamo fare ancora qualcosa? Ho il dovere di sperarlo e di essere contagioso. A questo serve la cultura. L’unico modo di combattere la paura di tanti è costruire speranze non solo per pochi. E’ fondamentale non lasciar manipolare le parole, il senso, il significato degli eventi e dei fatti. Il giornalismo d’inchiesta, sempre più in declino nello Stivale può ridare significato, a condizione di essere credibile e comprensibile. La speranza e la paura non sono esclusive, ma coinvolgono trasversalmente. Solo che la paura è passiva, la speranza va coltivata. La paura è una componente essenziale della nuova miseria, con l’intolleranza e la solitudine. Un giornalista d’altri tempi, Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984, mi ha insegnato una cosa fondamentale: “Scrivi ciò che vedi, senza farti condizionare dal contesto. Scrivi la verità che riesci a ricostruire, senza reticenze”. Come mai chi dice la verità in Italia viene denigrato, offeso, minacciato? Potere e denaro. Soldi facili che dilagano e corrompono, che si trasformano in omertà e alla fine in delitto. Non so quanti anni e quante generazioni occorreranno perché approdi una nuova leva di italiane/i che vogliano concretamente scrollarsi di dosso la coltre del silenzio. Dove sono i professionisti dell’antimafia, gli ambientalisti da salotto e gli intellettuali a tutto spiano? Forse, si sono rintanati nei soliti dibattiti a rimuginare stucchevoli litanie? Chissà se saranno i nostri figli o i nostri nipoti, chissà se riusciremo in breve tempo a seminare quel che serve a far germogliare di nuovo la sapienza delle madri e il coraggio dei padri o soltanto il sacrificio dei nonni, di quelli che hanno reso unica questa isola nel Mediterraneo, prima che l’egoismo e il criminale calcolo del privato profitto dei nipoti la riducesse in polvere. Ecco il nodo cruciale: ritrovare quantomeno la capacità di indignarsi, di reagire. Di chiedere che il bene di tutti venga prima dell’interesse di alcuni. Nel remoto 1962 Pier Paolo Pasolini (ammazzato misteriosamente) aveva scritto: “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. Su la testa: il destino è nelle nostre mani. A presto: il giornale è comunque aperto ai commenti!

venerdì 13 novembre 2009

LA DEMOCRAZIA A TARIFFA



Gente come la Marcegaglia ritiene che le sovvenzioni alle imprese sono utili anche alle classi inferiori poiché "a pioggia" ricade sugli strati sociali più bassi. v. gli aiuti alla Fiat.

Mai una volta che si faccia il discorso inverso: sovvenzionare la massa con uno stato sociale serio così che, "a evaporazione", ne beneficiano anche le classi sociali più alte. Compro l'auto perché in qualche modo sono coperto e la Fiat vende.

Invece no, gli aiuti sono andati alle banche. Dico, almeno che facessero una volta ciascuno...
Il fatto è che queste lobby hanno partiti, uomini in parlamento o al soldo.
Pertanto, visto che si tratta di una democrazia a tariffa o all'asta, a tachimetro o a marchetta, inventiamoci un modo per pagare quei prostituti che ogni giorno si presentano nei telegiornali come salvatori della patria.

La "democrazia" americana di Obama è frutto proprio di un "pagamento" dal basso capillare che ad esempio, ha spinto l'amministrazione ad attaccare le lobby della sanità privata in un paese dove la gente crede che la sanità pubblica è cosa da barbari.

Dunque, se dobbiamo pagare, paghiamo e ci mettiamo anche il crocifisso dappertutto così abbiamo pure l'appoggio della Chiesa cattolica

Al via la deforma della giustizia



Da il Fatto Quotidiano di oggi:

THYSSEN, CIRIO & C non è successo niente...
Come lo yogurt, i processi italiani avranno la data di scadenza. Così ninnte giustizia i 150 mila risparmiatori italiani rimasti coinvolti nei crac Parmalat (imputato Calisto Tanzi e altre 22 persone) e della Cirio di Sergio Cragnotti. La richiesta di rinvio a giudizio per Cragnotti e altri imputati – tra cui il banchiere Cesare Geronzi – è del 25 settembre 2007. La scadenza è dunque già scattata: il 25 settembre 2009. Non avranno molto probabilmente giustizia neppure le famiglie dei sette operai morti nel 2007 nel rogo della ThyssenKrupp: alla sbarra sono, a Torino, i dirigenti della fabbrica che facevano lavorare gli operai senza rispettare le norme di sicurezza; il tempo sarà scaduto nel 2010. Non arriverà a sentenza il processo per le morti causate dall’amianto (3 mila lavoratori) della Eternit: inizierà a Torino il 10 dicembre, avrà due imputati, ma uno stuolo di parti civili: ben 736 persone e 29 enti. In fumo il lavoro di Luigi De Magistris: finirà in nulla il processo nato dall’inchiesta Why not da lui avviata a Catanzaro. Inutili i processi sulla politica e sulla pubblica amministrazione: la corruzione non è stata inserita nelle eccezioni alla prescrizione breve, mentre lo è stata (per volontà della Lega) l’immigrazione clandestina. «Dalla richiesta di rinvio a giudizio alla prima udienza passa da noi in media un anno e quattro mesi. Impensabile di arrivare a sentenza in otto mesi» spiega un sostituto procuratore a Roma. g.b.

mercoledì 4 novembre 2009

Lo manda Rai3



La trasmissione di denuncia civile "mi manda Rai3" ha catalizzato il bisogno, ormai ancestrale, di giustizia ed equità del cittadino italiano. L'elezione di Marrazzo è legata a quel programma. Un giornalista qualunque che, casualmente, si trova a condurre quella trasmissione e che, per esigenze scenografiche, ha "recitato" la parte del paladino della giustizia che difende i più deboli e sconfigge i soprusi, viene percepito agli occhi degli spettatori come una specie di "uomo della provvidenza", come colui che può "cambiare l'Italia" e chissà forse per alcuni, come "l'unto del Signore".
Grazie al successo mediatico -che tradotto è: grazie alla "pubblicità"- un normalissimo giornalista senza meriti particolari, se non la fortuna di avere la faccia proiettata in milioni di case, si trova, inconsapevolmente, ad essere il soggetto giusto per attirare migliaia di voti. Viene pertanto scelto dalla sinistra per vincere le elezioni nel Lazio seguendo un cinico calcolo di marketing.

Se a ciò aggiungiamo l'incapacità dell'uomo comune di avere un senso critico, di farsi una opinione personale slegata dalle mode e dal corso del gregge, con un po' di tecnica cinematografica si può eleggere anche un asino, vendere l'aria e far credere come vera qualsiasi menzogna.
Infatti, Piero Marrazzo si è rivelato quello che è: una fiction, un prodotto d'immagine. Perché se fosse stato l'uomo della pubblicità "mi manda Rai3", non avrebbe ceduto ai ricatti, avrebbe difeso i suoi gusti sessuali e dimostrato di aver soddisfatto col suo lavoro le aspettative degli elettori.

lunedì 2 novembre 2009

Influenza suina, A, H1N1 oppure... D.R. che sta per Donald Rumsfeld??




Copio e incollo stralci di alcuni articoli trovati in rete:

-Le solite malelingue diranno che questa vicenda (H1N1) ricorda un pò la storia dell'aviaria (raccontata da Report), la pandemia che non esplose.

Ma che permise all'industria che produceva il vaccino Tamiflu (e ai suoi soci come Donald Rumsfeld) grossi guadagni.


-L’impresa americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu. Il
principale azionista di questa impresa è nientemeno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di George Bush, artefice della guerra contro l’Iraq. Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani… felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi
mercenari della salute. Se l’influenza suina è così terribile come
dicono i mezzi di informazione, se l’Organizzazione Mondiale della
Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata,
perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e
autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?
http://fernirosso.wordpress.com/2009/10/08/e-il-vaccino-dove-lo-mettiamo/



-...anche la febbre suina del '76 nacque all'interno di una base dell'esercito americano nel New Jersey, Fort Dix. Una recluta morì appena dopo aver avvertito i sintomi dell'influenza nel gennaio 1976, ed altre quattro furono colpite da questa intensa forma di influenza. La concomitanza di un'altra influenza stagionale che durò sino al marzo del '76, indusse il Presidente Ford ad ordinare la vaccinazione di massa negli Stati Uniti.
... chi era il Capo di Gabinetto del Presidente Ford? E chi il Vice Capo di Gabinetto? Non avete indovinato? Rispondo subito: erano un tal Donald Rumsfeld ed un altro tal Dick Cheney. Ma che casualità!
Donald Rumsfeld è stato Presidente della "Gilead Sciences", la società che ha brevettato il Tamiflu, dal 1997 al 2001. E nell'attuale Consiglio di Amministrazione siedono un ex segretario di Stato (George Shultz), il cofondatore della Intel (Gordon Moore) e la 5a presidentessa del Council for Foreign Relations (Carla Anderson Hills). Bel trio, no? Rumsfeld è ancora azionista della Gilead che dopo aver ceduto il brevetto alla Roche, trattiene il 10% di royalties sulle vendite.
http://sottovoce360.blogspot.com/2009/07/febbre-suina-e-vaccinazioni-e-gia.html

mercoledì 21 ottobre 2009

Le trattative tra mafia e Forza Italia ci sono state... chi l'avrebbe mai detto??




Adesso mi chiedo come mai solo dopo 17 anni vengono fuori queste notizie "risapute" da tutti? Se è vero che il "clima" è cambiato e Obama col Vaticano hanno deciso di cambiare registro, dobbiamo esserne grati o è forse meglio tenerci ciò che abbiamo? Chi metteranno al loro posto per continuare a fare gli interessi di poteri extraterritoriali?
Per dare un'idea del nostro stato di oppressione aggiungo questo link.


"Clamorose, ma fino a un certo punto, le ultime rivelazioni del pentito Giovanni Brusca raccolte in verbali finora rimasti inediti e che saranno pubblicati dall'Espresso che continua la sua inchiesta dopo aver pubblicato per primo il papello della trattativa Stato-Mafia: il boss di Cosa Nostra Totò Riina disse che "il nostro referente nella trattativa era il ministro Mancino. Ma dopo l'arresto del padrino, i boss puntarono su Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Brusca racconta che alla vigilia di Natale del 1992, Riina aveva convocato i più importanti boss mafiosi ed era euforico: "Si sono fatti avanti" diceva ai convenuti tra cui proprio Brusca. Il riferimento è al fatto che lo Stato aveva accettato di aprire la trattativa con la mafia dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. "Ho avuto un messaggio. Viene da Mancino (ex Ministro degli Interni ora vicepresidente del Csm ndr.)". Era l'avvio della trattativa e la prima redazione del papello.

Il politico che avrebbe "coperto" inizialmente la trattativa fra mafia e Stato. Il tramite sarebbe stato l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, attraverso l'allora colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno. L'ex responsabile del Viminale ha sempre smentito. Comunque, stando alle parole di Brusca, mediata da Bernardo Provenzano attraverso Ciancimino, arriva la risposta al "papello", le cui richieste iniziali allo Stato erano apparse pretese impossibili anche allo zio Binu.

E qui le indagini si arricchiscono dei particolari rivelati dal neo pentito Gaspare Spatuzza il quale ricorda il collegamento fra alcuni boss e Marcello dell'Utri (il senatore del Pdl, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa), che si sarebbe fatto carico di creare una connessione con Forza Italia e con il suo amico Silvio Berlusconi.

La svolta infatti avvene all'inizio del 1993. Brusca ricorda che nei primi di gennaio 1993 il capo di Cosa nostra era preoccupato. Non temeva di essere ucciso, ma di finire in carcere. Il nervosismo lo si notava in tutte le riunioni, tanto da fargli deliberare altri omicidi "facili facili", come l'uccisione di magistrati senza tutela. Un modo per riscaldare la trattativa. La mattina del 15 gennaio 1993, mentre Riina e Biondino si stanno recando alla riunione durante la quale Totò ù curtu avrebbe voluto informare i suoi fedelissimi di ulteriori retroscena sui contatti con gli uomini delle istituzioni, il capo dei capi viene arrestato dai carabinieri.

Mancino, che in quelle settimane sta blindando la sua casa con porte e finestre antiproiettile, diventa un interlocutore inaffidabile per la mafia. Brusca si sofferma ancora sull'incontro tra Mancino e Borsellino pochi giorni prima che il magistrasso morisse ("per un capriccio di Riina", che voleva scaldare la trattativa) in via D'Amelio, incontro che Mancino continua a negare nonostante le tante testimonianze. Le rivelazioni del pentito Mutolo spingono la mafia ad accelerare la stragegia delle bombe: Milano, Roma, Firenze, l'attentato a Maurizio Costanzo. Il tritolo però non porta a grandi risultati.

Brusca ricorda che dopo l'arresto di Riina ha parlato con il latitante Matteo Messina Denaro e con il boss Giuseppe Graviano. Chiede se ci sono novità sullo stato della trattativa, ma entrambi dicono: "Siamo a mare", per indicare che non hanno nulla. E da qui che Brusca, Graviano e Bagarella iniziano a percorrere nuove strade per riattivare i contatti istituzionali. Il fallito attentato al plotone dei carabinieri del 31 ottobre 1993 allo stadio Olimpico rientrerebbe invece in una vendetta dei corleonesi contro Mori e De Donno accusati di aver "fatto il bidone".

Ma torniamo a Spatuzza: ai magistrati dice che la stagione delle bombe non ha portato a nulla di buono per Cosa nostra, tranne il fatto che "venne agganciato ", nella metà degli anni Novanta "il nuovo referente politico: Forza Italia e quindi Silvio Berlusconi". Anche Brusca conferma. E aggiunge: "Parlando con Leoluca Bagarella quando cercavamo di mandare segnali a Silvio Berlusconi che si accingeva a diventare presidente del Consiglio nel '94, gli mandammo a dire "Guardi che la sinistra o i servizi segreti sanno", non so se rendo l'idea...". Spiega sempre il pentito: "Cioè sanno quanto era successo già nel '92-93, le stragi di Borsellino e Falcone, il proiettile di artiglieria fatto trovare al Giardino di Boboli a Firenze, e gli attentati del '93". I mafiosi intendevano mandare un messaggio al "nuovo ceto politico", facendo capire che "Cosa nostra voleva continuare a trattare".

Perché proprio Forza Italia? Perché "c'erano pezzi delle vecchie democrazie cristiane, del partito socialista e tutti i pezzi politici un po' conservatori cioè sempre contro la sinistra per mentalità nostra. Quindi volevamo dare un'arma ai nuovi "presunti alleati politici", per poi noi trarne un vantaggio, un beneficio". Le procure stanno già valutando queste dichiarazioni per decidere se riaprire o meno il procedimento contro Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, archiviato nel 1998. Adesso ci sono nuovi verbali che potrebbero rimettere tutto in discussione e riscrivere la storia recente del nostro Paese."

domenica 11 ottobre 2009

De Magistris: ''Guerra procure? Operazione fatta a tavolino per fermare le mie inchieste''




De Magistris ha fatto più volte notare che in Calabria esiste una commistione di poteri occulti massonici piduisti tra politici, criminalità organizzata, parte della magistratura e imprenditoria che paralizzano e condizionano la vita democratica di quelle regioni.
Lo scippo delle inchieste 'Why not' e 'Poseidone' dimostra che l'intero paese Italia è profondamente 'deviato' in ogni ambito, politico, istituzionale ed economico.


Intervista all'agenzia ADNKRONOS

'BISOGNAVA FERMARMI UTILIZZANDO ANCHE LE PROPAGGINI GIUDIZIARIE DEL SISTEMA'- 'OCCORRE NUOVO CSM SENZA CORRENTI, QUELLO ATTUALE HA SCRITTO PAGINE TROPPO BUIE CON L'ANM'

Roma, 10 ott. - (Adnkronos) - (di Vittorio Amato) - 'E' stata un'operazione fatta a tavolino. L'obiettivo era quello di fermarmi, ma non avevano previsto la mia capacita' di reazione'. A parlare e' Luigi De Magistris, protagonista della cosiddetta guerra delle procure nata intorno alle inchieste 'Why Not' e 'Poseidone' avocate all'ex pm, ora eurodeputato dell'Italia dei valori. All'ADNKRONOS, De Magistris rievoca le tappe della sua vicenda giudiziaria iniziata due anni fa, senza fare sconti a nessuno: 'Non ho dubbi, dietro l'avocazione c'e' stata un'unica strategia, perche' le mie inchieste colpivano il cuore del sistema, cioe' i rapporti, attraverso la gestione del denaro pubblico, tra pezzi significativi della politica, delle istituzioni e della criminalita' organizzata. Sono coinvolti tutti, anche grandi imprenditori e professionisti'.

De Magistris e' convinto che 'non c'era una talpa nella sua Procura. C'e' stata una strategia di delegittimazione messa in atto da ambienti istituzionali. Bisognava fermarmi utilizzando anche le propaggini giudiziarie del sistema, come poi ha correttamente ricostruito la magistratura di Salerno, che pure e' stata bloccata. A questo si e' aggiunto, poi, il sistematico annientamento di tutti i miei collaboratori. In tali casi, si tratta, in genere, di strategie tipiche delle massonerie deviate e dei poteri occulti. Non a caso, ho parlato di una nuova P2'.

L'ex magistrato denuncia l'esistenza di 'un governo occulto della cosa pubblica, a livello nazionale e locale', chiede subito un 'nuovo Csm senza piu' correnti, perche' quello attuale ha scritto pagine troppo buie insieme all'Anm' e mette in guardia dal governo Berlusconi: 'La giustizia e' in pericolo, perche' questo esecutivo sta conducendo il golpe di autunno, che e' un golpe senza armi, ma con l'arma della carta bollata'. L'esponente dell'Idv assicura: 'Dal '92 ad oggi, il livello di corruzione e' notevolmente aumentato e in tutti questi anni la sinistra ha fallito sulla questione morale e culturale'.

Il governo vuole accelerare sulla riforma della giustizia e il Guardasigilli Angelino Alfano rilancia l'idea di reintrodurre l'immunita' parlamentare. De Magistris non ci sta: 'Sono assolutamente contrario all'introduzione dell'immunita', che va garantita solo per la libera manifestazione del pensiero. Considero una soluzione equilibrata quella trovata nel '93, in piena Tangentopoli. Sono convinto che il rapporto tra politica e giustizia si svelenira' solo quando i politici non commetteranno piu' reati gravi. Ce ne sono tanti, invece, in Parlamento coinvolti in inchieste per truffa, peculato, corruzione, mafia'. L'ex pm promette che dara' battaglia, non solo a Strasburgo: 'Fino a quando avro' fiato, portero' la mia storia e queste vicende in tutte le sedi opportune, istituzionali e non, promuovero' dibattiti e convegni, perche' la verita' dovra' travolgere la menzogna di regime'. Lo 'scontro' tra le procure di Catanzaro e Salerno, sottolinea, 'merita anche l'attenzione del Parlamento italiano, perche' non attiene singole persone, ma lo Stato di diritto e la democrazia nel nostro Paese'.

'In Calabria -afferma- tante persone avevano cominciato ad avere fiducia nello Stato, avevano denunciato, guardavano con apprezzamento alcuni magistrati e le forze dell'ordine. Non ho nessun dubbio che questa 'guerra' sia stata creata ad arte'. Da qui il pieno sostegno allo sfogo dell'ex procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, che ha lasciato la magistratura denunciando il silenzio dell'Anm, del Csm, della stampa e della politica sulla sottrazione di 'Why Not' e 'Poseidone': 'Ad Apicella non solo gli hanno tolto le funzioni di pm, ma addirittura lo hanno sospeso dal lavoro, semplicemente per non aver fermato dei magistrati che stavano facendo il loro dovere. Altro che due 'pesi e due misure'!, sbotta e continua:De Magistris 'A Catanzaro ci sono ancora magistrati indagati di fatti gravi e stanno ancora al loro posto. E' una vicenda di una gravita' inaudita, una pagina nera davvero devastante. Mi auguro che quanto prima si vada a votare e ci sia un nuovo Csm'.

L'eurodeputato dell'Idv riconosce di 'aver sicuramente commesso degli errori mentre conduceva le sue indagini, perche' gli errori stanno sempre dietro l'angolo, soprattutto quando si lavora a ritmi serrati e per tante ore al giorno. Ma questi sbagli non sono certo quelli che mi hanno addebitato sul piano disciplinare: erano artifici messi in atto solo per colpirmi. Mi hanno costretto a proseguire le mie battaglie in politica. La consapevolezza di correre dei pericoli -dice- ce l'ho da tempo e spesso conduco queste battaglie in una situazione di isolamento'.

De Magistris difende il consulente Gioacchino Genchi ('e' un professionista bravo, affidabile e leale') e ricorda le polemiche sul coinvolgimento nell'inchiestsa 'Why Not' di Romano Prodi e Clemente Mastella, all'epoca, rispettivamente, premier e Guardasigilli: 'Non e' stata violata la loro privacy, le accuse del Csm sono infondate, non c'e' dubbio che andavano indagati'. Quanto alla fuga di notizie di allora, precisa: 'Mi ritengo una vittima, perche' alcune fughe di notizie sono state strumentali al fine di simulare tracce di reato nei miei confronti'.

L'ex pm sostiene che 'la giustizia e' a rischio' con il governo Berlusconi: 'Penso che stia conducendo il golpe di autunno con l'arma della carta bollata. Nel senso che, con l'uso illegittimo delle norme, si vuole stravolgere la Costituzione e abbattere l'indipendenza della magistratura'. Cita, in particolare, due casi: 'Oltre alla cancellazione delle intercettazioni telefoniche, che e' sotto gli occhi di tutti e mortifica anche il diritto di cronaca dei giornalisti, c'e' la legge che toglie al pm la possibilita' di investigare di propria iniziativa e questo principio fu voluto da Giovanni Falcone. Oggi, invece -avverte- il governo vuol far dipendere l'azione del pm dalle segnalazioni della polizia giudiziaria che come tutti sanno dipende dal potere esecutivo. Quindi, questo e' un governo che vuol portare a compimento il disegno piduista di Licio Gelli che voleva mettere sotto controllo informazione e magistratura'.

Dai tempi di Tangentopoli ad oggi la corruzione si e' accresciuta, insiste l'eurodeputato dell'Idv, che motiva cosi' il suo allarme: 'Non ci sono piu' i Poggiolini che mettevano il denaro sotto il materasso e i Curto' che nascondevano i soldi nella spazzatura.Ci sono le consulenze, i progetti, le poste in bilancio, i conti all'estero, i cda delle societa' miste pubblico-private che gestiscono il denaro pubblico. Forme molto piu' raffinate per fa veicolare il denaro della corruzione. E poi c'e' la corruzione di Stato'.

giovedì 8 ottobre 2009

Sonia Alfano: un rappresentante del popolo



E' una Sonia Alfano più che mai combattiva quella che si è presenta oggi all'Europarlamento con un breve intervento destinato a lasciare un segno (in Europa, ovviamente, non in Italia): "In Italia si sta cercando di far passare una legge che proibisce ai giornalisti di pubblicare anche cronache giudiziare. Questo perché probabilmente consentirebbe agli italiani di conoscere le responsabilità dello stesso Berlusconi rispetto alle stragi mafiose del '92 nelle quali morirono Falcone e Borsellino".

lunedì 5 ottobre 2009

Ognuno conta per uno



Ognuno conta per uno. Questo è lo slogan che ho estrapolato dall'incontro di domenica del "Movimento" dove ho avuto l'onore di partecipare.
Quando Grillo si candidò per il PD è stato etichettato come "capo di un movimento" ostile. Essendo riconosciuti ormai come movimento tanto vale farne uno. Il movimento di liberazione nazionale è nato spontaneamente, Beppe Grillo ci ha messo solo la faccia.
Si potranno iscrivere persone che non fanno parte di nessun partito, senza precedenti penali, che non abbiano fatto più di 2 legislature, cittadini italiani, ecc. Programmi e azioni saranno votate da tutti gli iscritti "democraticamente": ognuno conterà per uno.
Come mostra il video, si è parlato del programma che prosegue la carta di Firenze in occasione della presentazione delle liste civiche a 5 stelle per le comunali. Il 4 ottobre s'inaugura praticamente la partecipazione del Movimento a 5 stelle alle prossime regionali dove, per il momento, si presenterà quasi certamente in Emilia Romagna, Piemonte e Campania.

Al mattino mi sveglio disturbato dal canto di un grillo che da giorni si è fatto la tana sull'uscio di casa mia. Maledetto grillo, mi son detto, ma poi: azzo, devo andare.

Parto. Macchina, aereo, autobus, metrò. Ho notato che tute le volte che ho viaggiato l'ho fatto quasi sempre da solo. Anche quando ero in compagnia per la metà delle volte ero presente come aggregato. Nella metropolitana c'era uno che assomigliava ad Andrea Camilleri. A un certo punto si volta e mi penetra con uno sguardo indagatore, io ricambio allo stesso modo. Allora mi chiedo: se quando scende si accende la sigaretta è lui. Scende e si allontana con passo svelto, forse non era lui. Arrivo nei pressi di piazza Garibaldi, mangio qualcosa e dopo alcuni tentativi andati a vuoto trovo finalmente il teatro Smeraldo. Faccio la fila ed entro. Siamo noi, il popolo della rete, il movimento, forse la punta di diamante della società civile, quella sana.

L'incontro conferma tutte le mie aspettative. C'era anche Adriano Celentano, il precursore. C'erano Sonia Alfano e De Magistris, ho visto anche Piero Ricca. Nel finire si era formata un po' di ressa attorno a De Magistris e Sonia Alfano. Avrei voluto salutarli anch'io, stringerli la mano e dire a Sonia che mi ero innamorato di lei, mentre a De Magistris gli avrei puntato il dito dicendo: tu sei Batman. Forse è meglio evitare le figure di merda e uscire. Mentre esco intravedo un meetupparo di Taranto, lo saluto e lo mando a fanculo, poi m'incammino per Milano in mezzo ai cinesi. Cammino piano, le scarpe mi fanno male. Non ho pianificato niente prima di partire, vado al Duomo, notte in treno per il ritorno.

venerdì 2 ottobre 2009

Movimento di Liberazione Nazionale




Il 4 ottobre 2009 nascerà un Movimento di persone, in cui ogni persona avrà un peso, senza capibastone, mandamenti, sezioni, strutture provinciali, regionali, tessere, correnti. Sarà presentato il programma del Movimento in 7 punti: Energia, Salute,Trasporti, Economia, Informazione, Istruzione e Stato e cittadini. Oggi pubblico la proposta per la Salute per ricevere i vostri contributi.
Al teatro Smeraldo di Milano si terrà un incontro, io dovrò esserci.

Seguono alcuni punti del programma:

SALUTE
L'Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti però stanno minando alle basi l'universalità e l'omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Si tende inoltre ad organizzare la Sanità come un’azienda e a far prevalere gli obiettivi economici rispetto a quelli di salute e di qualità dei servizi.
Gratuità delle cure ed equità di accesso
- garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e gratuito
- ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali
- monitorare e correggere gli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità
Farmaci
- promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all'estero) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione
- prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come avviene ad esempio in Gran Bretagna)
Informazione
- programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici
- politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice
- informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali
- sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità, volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio
Medici
- proibire gli incentivi economici agli informatori “scientifici” sulle vendite dei farmaci
- separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato
-incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata
- criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari
Organizzazione
- liste di attesa pubbliche e on line
- istituzione di centri unici di prenotazione on line
- convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line
- investire sui consultori familiari
- limitare l'influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione dei consigli di amministrazione
Lotta per il dolore
- allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore. In particolare per l'uso degli oppiacei (morfina e simili)
Ricerca
- possibilità dell'8 per mille alla ricerca medico-scientifica
- finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare
- promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate
alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti
- promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all'estero in assenza di strutture nazionali
- introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione
Amministratori pubblici
- eliminazione degli inceneritori
- introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori)


ENERGIA
"Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più.
Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano.
Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno.
Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:
- applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici
- definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti
- riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
- agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava
- elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%.
La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile.
Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica.
Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:
- potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc.
- estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW
- incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote
- applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano
- eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò
- incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale
- incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici."

STATO E CITTADINI
"L'organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.

- Abolizione delle province
- Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti
- Abolizione del Lodo Alfano
- Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico
- Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica
- Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo
- Divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato
- Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali
- Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato)
- Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
- Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web, come già avviene per Camera e Senato
- Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action
- Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum
- Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa popolare
- Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria
- Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini"


INFORMAZIONE
L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano.
Le proposte:
- cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
- eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
- nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni
- abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisione
- nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato diffuso con proprietà massima del 10%
- abolizione dell'Ordine dei giornalisti
- vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai partiti
- abolizione della legge Gasparri
- copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
- statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia, e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico
- introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
- eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa
- allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee
- tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato
- riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni
- abolizione della legge Urbani sul copyright
- divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali
- depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela)
- abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all'accesso wi fi.

ECONOMIA
- introduzione della class action
- abolizione delle scatole cinesi in Borsa
- abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
- introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
- abolizione della legge Biagi
- impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
- vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
- introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
- impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati
- impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
- introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
- abolizione delle stock option
- abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
- allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
- riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
- vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa
- favorire le produzioni locali
- sostenere le società no profit
- sussidio di disoccupazione garantito
- disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).

TRASPORTI

- disincentivo dell'uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane
- sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana
- istituzione dii spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette
- istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane
- introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo
- potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti
- blocco immediato del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val di Susa
- proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane
- sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo
- copertura dell'intero Paese con la banda larga
- incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro
- sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici
- incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet
- incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio
- corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane
- piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.

domenica 20 settembre 2009

Il frutto della conoscenza




Nell'ultimo video ho analizzato il peccato originale sotto l'aspetto sessuale. Ciò non soddisfa appieno la spiegazione del più grande male causato dall'uomo poiché la sessualità è una piccola parte della vita di ognuno di noi. In cosa consiste in realtà questo peccato originale? Possiamo andare a vedere l'etimologia dei simboli presenti nel mito che racchiudono in se molteplici significati. Es. mela vuol dire anche male, malum; mentre invece il pomo ha la stessa radice delle parole: procreare, generare, creare, nutrire e produrre.
Quindi, l'uomo si è macchiato di una colpa inerente al creare, generare, cioè il rendersi simile a Dio. Trattasi di un peccato di presunzione, di superbia. La superbia è il peggiore dei sette peccati capitali. Il vero peccato è il voler essere come Dio creando, manipolando le cose del mondo come facciamo da sempre con la tecnica e con quella cultura che considera gli uomini al di sopra delle cose, degli animali e delle persone che ci circondato. Infatti, il demonio fu condannato perché voleva essere alla pari con Dio e per ciò fu cacciato dal paradiso, ecc.
Ogni volta che noi ci rendiamo superiori agli altri commettiamo un peccato grave. Anche il solo giudicare gli altri con sentenze inappellabili è un atto di superbia. Anch'io giudico ma lascio sempre uno spiraglio perché posso anche sbagliarmi. Ogni posizione assoluta è un peccato perché solo Dio è assoluto. Noi non possiamo dare dei giudizi definitivi su niente e su nessuno.
Grazie al frutto della conoscenza Adamo inventò l'agricoltura e con essa si rese artefice di un potere sulle altre cose. Con la coltivazione poté manipolare le piante, decidere quando dovevano nascere, dove e come e quando dovevano morire. Allo stesso modo avvenne con l'allevamento.
Questa presunzione, questo potere assoluto veniva esteso anche alle persone. Con l'agricoltura avvenne un cambiamento radicale della civiltà, si passò dal nomadismo (che prevedeva un giro durante l'anno come fanno gli uccelli) alle tribù stanziali. L'uomo si fermò in un posto, coltivava la terra e allevava gli animali prendendo così possesso della zona (la proprietà privata) in cui viveva. Questa zona veniva delimitata, recintata e reclamava potere assoluto su tutto ciò che si trovava all'interno di essa: cose, piante, animali e anche persone. Ci fu anche il passaggio dal matriarcato al patriarcato, ma per tale argomento rimando ai video di Serafino Massoni dove lui analizza più specificatamente l'ultimo scampolo di matriarcato in Europa nel periodo della guerra di Troia, mentre, con Adamo ed Eva, si è avuto forse il primo scampolo di patriarcato nel mondo.
Il nostro peccato è quello che tuttora continuiamo a fare e cioè la presunzione di elevarci al di sopra degli altri, di possederli, di cambiarli, giudicarli, ecc. a nostro piacimento.
Caino è Abele erano due fratelli della generazione "patriarcale" di Adamo, il primo era agricoltore e l'altro allevatore. La storia dice che Caino ammazzò il fratello per un atto di gelosia, perché Abele sacrificava gli agnelli al Signore mentre Caino dei miseri prodotti della terra. In realtà, Abele andava a pascolare nei campi di Caino il quale un giorno si adirò commettendo il delitto. Succede ancora oggi. Sarà forse stata quella la prima guerra degli uomini in cui due società, una fatta di agricoltori e l'altra di allevatori, si sono scontrati uccidendosi.
La gelosia è un altro effetto negativo che si è perpetuato: nel recinto della società stanziale nessun estraneo deve usufruire del lavoro, delle ricchezze, della proprietà privata altrui. La foglia di fico richiama questo concetto, il nascondere l'intimità è un riferimento ad una gelosia, a quel nascondere tutto ciò che si trova dentro al recinto domestico del clan.

Il peccato originale si può benissimo far risalire ad oltre 10.000 anni fa dopo l'ultima glaciazione. A causa dello sconvolgimento climatico gli uomini furono indotti ad infrangere un tabù e diventare stanziali. In qust'ottica la "colpa" viene un po' diluita nei confronti degli uomini. La consapevolezza che dal seme nasce la pianta o che il rapporto sessuale porta alla gravidanza era già latente negli uomini di allora ma, evidentemente, tutto ciò era coperto da un forte tabù che presagiva il disastro che sarebbe avvenuto qualora fosse infranto.
A conoscere questi segreti erano le donne, sia perché erano quelle che si occupavano della raccolta e conoscevano bene le piante, sia perché conoscevano altrettanto bene la causa della gravidanza. Gli uomini, cacciatori, furono dunque "spinti" dalle donne a fare il cambiamento funesto.
Cosa doveremmo fare, ritornare nella gaia ignoranza di un tempo? Impossibile, perché ci snatureremmo: la nostra natura è l'essere curiosi, la ricerca, la scoperta. Dobbiamo dunque liberarci non allontanandoci dal sapere ma, non avendo scelta, proprio attraverso di esso finché non troveremo la giusta armonia ed equilibrio con tutti gli altri elementi del firmamento.

giovedì 17 settembre 2009

Andare a puttane



Ecco un argomento "d'attualità" sempre presente nell'agenda del capo del governo: il problema della prostituzione spiegato dalla mente illuminante del grande Serafino Massoni.

"Cari amici tanti saluti da Serafino Massoni. Anche questo video nasce da una vostra sollecitazione e il blogger che mi scrive mi dice che fino a poco tempo fa aveva due vizi: quello del gioco e quello di andare a puttane. Lui dice: il vizio del gioco l'ho superato ma non ho superato il vizio di andare a puttane. Vorrei che tu spiegassi questo fenomeno non tanto relativamente a me ma, soprattutto, relativamente ai giovani.
Faccio subito osservare che il mondo occidentale non è mai stato pieno di puttane come negli ultimi tempi; si dice che stato il progresso, l'evoluzione dei costumi, la liberazione dei costumi... allora, guardate i fatti: se c'è stata la liberazione dei costumi, l'emancipazione, com'è che le nostre strade sono sempre piene di puttane? Perché quello che conta sono i fatti non le parole.
C'è stato Woodstock, il '68, la libertà, ecc. perché è sempre pieno di puttane sia il terzo che il primo mondo che sarebbe il nostro? E' semplice: perché il nostro è sempre un mondo patriarcale che oggi viene chiamato capitalistico.
Mondo patriarcale significa che per un lungo periodo di millenni l'umanità è vissuta in uno stato "matriarcale" dove i rapporti sessuali erano fine a se stessi, non erano finalizzati alla perpetuazione della specie perché non si sapeva che dai rapporti sessuali nascevano i bambini. A un certo punto si è fatta quella scoperta che dai rapporti sessuali nascevano i bambini e da quel momento gli uomini hanno voluto rivendicare la paternità e quindi hanno capovolto tutte le regole degli assetti sociali ed è nato il patriarcato.
Nel patriarcato la sessualità non è più fine a se stessa, ma è finalizzata alla perpetuazione della specie. Non c'è da sorprendersi che il comandamento originario della divinità sia: crescete e moltiplicatevi. Il Signore non ha detto crescete e cercate di essere felici.
La donna viene concepita come un contenitore dello sperma dell'uomo; diventa una fattrice; la sessualità perde valore e viene soffocata. Nel patriarcato la sessualità è sempre soffocata, sia che si tratti della sessualità matrimoniale che della sessualità con le prostitute. In un certo senso gli uomini, il sesso maschile, ha costruito un prigionia per metterci dentro la donna però, in quella gabbia, si è trovato imprigionato lui stesso. Uomo e donna, nel patriarcato, sono entrambi imprigionati. Sempre a causa di quella vanità -di fare della donna un oggetto contenitore dello sperma maschile da controllare in mille maniere affinché in quel contenitore non entrasse lo sperma di nessun altro uomo- la sessualità è stata schiacciata e fin dalle origini venne inventata la prostituzione perché le mogli non si concedevano più volentieri ai loro mariti, lo facevano per forza. Basta leggere le tragedie greche che sono tutte pervase dalla paura degli uomini che le donne non collaborino a letto. Fin dall'inizio del patriarcato gli uomini si erano accorti che le donne facevano fatica a collaborare perché ogni "collaborazione" si concludeva con la nascita di un bambino.
Anche oggi che ci sono i preservativi, gli anticoncezionali, ecc. il sesso matrimoniale non funziona lo stesso. Dentro a una prigione il sesso non può funzionare allora si cerca di consolarsi con quelle che vengono chiamate le donnine allegre. Anche li, se dentro al matrimonio la sessualità è solo una parvenza, un rito mesto che si celebra per stare un po' in pace come un dovere, così con le donnine allegre si va a pagare: non c'è la gioia di due persone che stanno insieme per essere felici per un certo periodo.
Quindi; non si ha il sesso nel matrimonio e se c'è è uno stanco rito, poi si va a puttane, si cerca di evadere dalla sessualità "tristissima" coniugale illudendosi di trovare qualcosa di meglio, ma non si trova niente di meglio e può diventare un vizio come quello del gioco. Anche nel gioco scattano gli stessi meccanismo consolatori: se una persona si sente infelice cerca delle evasioni illusorie perché nel gioco è molto più facile perdere che vincere. Così con le prostitute è la stessa cosa, un mercimono. La prostituta da un pezzettino del proprio corpo dietro pagamento. Con le prostitute ci si va per un errore di giudizio, ci si va perché il sesso matrimoniale funziona male o è assente e va illudendosi di avere un appagamento.
In realtà, cari amici, la sessualità nel patriarcato è stata soffocata e invece sono state esaltate altre realtà come la produttività sfrenata. Potremmo dire che il passaggio dal matriarcato al patriarcato è consistito nel passaggio dal mondo della qualità al mondo della quantità: crescete e moltiplicatevi.
La soluzione? La soluzione non è mica a portata di mano. Vi dico soltanto attenzione a dire che i nostri costumi sono emancipati, non sono emancipati perché le strade dell'occidente sono tutte piene di puttane. Chiedetevi perché un mondo così emancipato debba avere bisogno delle prostitute. Una cosa è certa, che alla triste sessualità coniugale quella delle prostitute non è una soluzione. Potrei dirvi tante cose ma ve ne dico una sola: poiché non è possibile modificare l'assetto patriarcale, vi posso dire e mi dispiace di fare questa conclusione, che tra l'avere la sessualità senza la libertà è meglio avere la libertà senza la sessualità.
Grazie per avermi ascoltato e a tutti voi tanti saluti da Serafino Massoni.

martedì 8 settembre 2009

L'Udc è sinonimo di Caltagirone o il contrario?



Dal 23 settembre Il Fatto Quotidiano sarà in edicola. Segue un mio commento su l'AnteFatto

Tanto per capirci.

Ogni tanto parlateci del voto di scambio, come funziona, chi lo attua, con quali tecniche, fateci degli esempi concreti e documentati. Com'è che arriva uno e dichiara: garantisco 100mila voti in cambio di... Come li ottiene; chi sono i votanti; come fanno a verificare che questi voti vengono da tizio, ecc.?
Altrimenti non ci capiamo.

Poi: il finanziamento ai partiti come funziona in realtà? Le aziende pagano solo durante le elezioni o anche con un una tantum? L'Udc è sinonimo di Caltagirone o il contrario? Chiamiamo i partiti con il nome dell'azienda di riferimento sennò non ci capiamo. La margherita era un pool di aziende, un comitato di affari mascherato da "partito democratico cattolico"? Dini di cosa si occupa, chi li passa il lavoro? Chi sono i parlamentari eletti per rappresentare Impregilo? Qual'è il partito delle banche?

Le casse dello stato sono un bottino molto ambito, è possibile quantificare e individuare, fare una mappa dei banditi che regolarmente lo derubano...?
Altrimenti non ci capiamo.

lunedì 24 agosto 2009

Riflessioni sull'evento storico- lezione VI

La sesta lezione doveva parlare d'altro ma non riuscendo ad esporla bene la rimando a data da destinarsi. Intanto presento questo accenno sull'evento storico pubblicato anche nel forum della LUW, la Libera Università del Web.

La storia è formata da una serie di eventi i quali, a loro volta, sono generati da una serie di fatti i quali, a loro volta, nascono dalle singole azioni degli uomini.

Il punto dell'indagine è capire come e perchè si sceglie di compiere una determinata azione.
Ho constatato che esistono 3 tipi di azioni: azioni prodotte, azioni indotte (re-azioni) e azioni concomitanti o sinergiche.

Le azioni prodotte si possono raggruppare in tutte quelle manifestazioni che l'individuo compie in modo implicito. Sono cioè, delle scelte fatte autonomamente tramite: sentimenti, istinto, aspirazioni personali, talento, bisogni biologici e sociali, carattere, ambizioni varie, ecc. tutte azioni concernenti il nostro "mondo interiore" che, in una prima analisi, si contrappone al "mondo esteriore".

Al contrario, le azioni indotte o induzioni o re-azioni, nascono da delle necessità che vengono imposte dall'esterno. Per cui, molte delle nostre scelte sono compiute in base a condizioni che il mondo circostante ci presenta e noi siamo appunto, indotti a compiere delle varianti che si conciliano coi nostri bisogni interiori. Se voglio fare una passegiata (azione), uscendo mi accorgo che piove, per cui sono costretto (induzione) a prendere l'ombrello o a desistere.

Ne conviene che l'agire è regolato da un rapporto di forza tra le prerogative umane e quelle della natura. Le azioni prodotte s'impongono al mondo circostante > e, viceversa, la natura s'impone verso gli altri esseri < creando così un miscuglio di variabili infinite.

Le azioni concomitanti hanno il carattere di sinergia dove due "mondi", apparentemente "estranei", agiscono insieme per un vantaggio comune. Il fiore è colorato per attrarre l'insetto e svolgere l'impollinazione; il frutto è dolce perché gli animali, e l'uomo, lo mangino e, spargendo poi i semi, permettono alla pianta di conquistare nuovi spazi vitali. Queste azioni sono apparentemente più rare e difficili da dimostrare ma, da un punto di vista ampio, il mondo, nella sua interezza, si muove nel complesso con azioni concomitanti. Queste azioni si verificano fra specie o generi diversi e, specificatamente agli uomini, fra popoli, famiglie e individui diversi.

Ogni scelta non è compiuta a caso ma è funzionale. Tale funzione converge sempre verso una finalità ben precisa e nasce da una necessità ben precisa. Per capire la "direzione" di un tipo di azione, dobbiamo conoscere qual'è la sua finalità, l'ambire. Parimenti, dobbiamo supporre che gli elementi induttivi esterni hanno a loro volta delle finalità autonome.

Questo processo funziona con le stesse modalità sia in ambito universale che particolare.
Inoltre, facendo un'analisi più approfondita dell'agire prodotto -l'insieme delle azioni che l'individuo compie in base a volontà personali, intime, immanenti- si può scorgere che anch'esse sono regolate, a loro volta, da contrasti interni che si verificano tra azioni nobili e "re-azioni" di contrasto meno nobili. Mentre scrivo compio un'azione nobile, ma sentendo la necessità di nutrirmi sono costretto a smettere venendo "indotto" a compiere un'azione, pur sempre implicita, interna, personale, propria, ma meno nobile.
In questo modo si è portati a fare una gerarchia di azioni che hanno una priorità sulle altre e a ciò può essere benissimo legato il concetto di libertà.

Ricollegandomi al discorso dell'energia come base che ci costituisce, dobbiamo valutare il nostro agire come governato da impulsi e pulsioni che ci muovono in un groviglio di azioni e reazioni che si susseguono e si contrastano, ma sospinti sempre da un fine preciso, particolare o generale che sia.
L'evento storico è dunque generato dall'insieme di questi fattori. Conoscendo le finalità, gli impulsi che spingono un individuo o una società a "muoversi" in un certo modo e tenendo presente le varie induzioni assunte durante il cammino, potremmo avere una visione più nitida della successione degli eventi.

Le altre lezioni: Siamo alla vigilia di una crisi mondiale (a lezione da Franco); Cronologia critica o critica cronologica o analisi temporale (II lezione); Il picco critico fra il 2012 e il 2014. (III); Lo scontro generazionale (IV); Lo scontro generazionale e il classicismo nell'antica Grecia (lezione V)