lunedì 7 giugno 2010

Libertà è poter compiere degli obblighi



Prendo spunto dalla frase posta sotto il titolo del mio blog per affrontare il difficile concetto sulla libertà. Di seguito posto un esempio da me pubblicato sul forum delle Liste Civiche 5 stelle.

La libertà è un concetto molto soggettivo, ognuno la interpreta a modo suo. Non si sa nemmeno da cosa ci si deve liberare. Ho bisogno di libertà; devo liberarmi... vai in bagno. In genere, non si conosce cosa ci opprime. I politici sbraitano libertà in tutte le salse e se li chiedi cosa li opprime cadono dalle nuvole o fanno discorsi tortuosi e vaghi o, nel peggiore dei casi, attaccano la costituzione. I cittadini, invece, sembrano avere le idee più chiare e tangibili, non tanto sulla liberà in se, ma sui fattori che ci vincolano in sistemi preordinati, rigidi, standard.

L'oppressore più temuto dai cittadini è il postino che ti porta i bollettini da pagare. Il mio postino deve essere un sadico; deve aver subito col tempo, una specie di deformazione professionale. Infila le bollette in mezzo alla posta con dovizia maniacale. Non trovo mai un bollettino sopra il plico. È sempre nascosto al centro e spunta come un regalino grazioso. Se arrivano solo due lettere, la bolletta la trovi sempre alle spalle, nascosta meticolosamente. Al contrario, se arrivano soldi dagli enti previdenziali, la busta riconoscibile spunta fuori dalla cassetta e mentre ondeggia al vento sembra dire: sono qua, sono arrivata.

La signora comunica contenta che finalmente si è allacciata alla rete del gas. Più che fare la battuta sulla “canna del gas”, gli faccio notare che si è attaccata una flebo endovena che li succhierà il sangue vita natural durante e anche dopo la morte se l'intestatario, come spesso succede, continua ad essere un defunto.
Gli uomini primitivi avevano un grosso problema: trovare una grotta o una palafitta decente da abitare. Oggi, dopo 10mila anni di progresso, il problema è rimasto lo stesso, è cambiato solo nei modi. Oggi si cerca una casa arredata, con tutti i comfort e senza ipoteca. Chi non può permettersi un mutuo trentennale ha una sola scelta: “occupare”. Occupare significa trovare una casa disabitata, pubblica o privata, scassinare la porta come un ladro e intrufolarsi dentro. Poi, piazzarsi dietro la porta aspettando che arrivi il vero proprietario per affrontarlo a parolacce o con una mazza di legno (succedeva lo stesso nel paleolitico). Magari, scopri che la casa è di una signora anziana costretta momentaneamente in ospedale.
Un mio vecchio amico mi chiese se volevo “occupare” un appartamento nel suo stabile dell'ente case popolari. Mi spiegò che fu proprio l'ente a supplicare gli inquilini per trovare qualcuno che “occupasse” la casa di quell'assegnatario moroso e sempre assente. Ogni qual volta c'erano i controlli, costui si faceva trovare puntualmente. I coinquilini sospettano che ci sia qualcuno al comune che lo avvisa in anticipo. Dunque, avrei dovuto sfondare il portone e intrufolarmi dentro ottenendo due risultati: la mia agognata sistemazione e risolto il problema all'Ente preposto. D'altronde, i cittadini devono dimostrare senso civico e collaborare con le istituzioni.

Un altro dramma che ci opprime è la circolazione. Le strade sono concepite per le auto e i marciapiedi servono solo a delimitare la carreggiata. Senza automobile sei un diversamente abile. Se non hai la patente non sei nessuno. Ormai la gente si riconosce dal modello di macchina che ha. Nei quartieri o nelle piccole città, se chiedi informazioni su qualcuno chiamandolo per nome non ti sanno rispondere. A un certo punto ti domandano: che macchina ha? Una Golf grigio topo targata Novara. Si, lo conosco benissimo, ecc.
Per spostarsi bisogna pagare. Le tariffe sono calcolate a chilometri e il costo, o pizzo, per circolare è simile sia se usi l'autostrada, sia se prendi il treno. Le strade statali che affiancano le autostrade -regalate in concessione ai privati- sono scomode, pericolose e incrociano tutti i paesi. Qualora la superstrada sia decente, per non fare concorrenza alla strada privata, vengono eliminati i segnali stradali che indicano la sua esistenza. A me è capitato: autostrada, unica uscita per la mia meta 15 chilometri dopo; SS 4 corsie, 4 uscite per la mia meta. Il problema più grosso era ritrovarla una volta uscito.

Prendiamo le buste paga. Ci hanno mandati a scuola per anni e l'unica cosa che sappiamo fare è leggere i numeri e firmare i contratti. Per capire le voci delle buste paga serve un equipe di esperti. Le tasse partono da migliaia di rivoli e poi approdano nel ministero del tesoro in un unico calderone forse per semplificare il compito dei super ragionieri del governo.
La busta paga è piena di voci diverse ma con lo stesso significato di fondo: trattenere. Ci sono le ritenute: “ritengo di prelevare questa somma”.. ritieni? Ritengo. Poi le deduzioni... deduci che ti spetta questo denaro? Deduco. Quindi, le detrazioni; le “imposte” che si pagano assolutamente perché sono imposizioni, s'impongono. Poi ci sono le famose una tantum... Ogni tanto mi prendo una quota... però ogni tanto, non sempre, sta tranquillo. E che dire dei famigerati conguagli? Praticamente, se a dicembre hai preso la tredicesima, a gennaio, col conguaglio, prendi mezzo stipendio. Le voci sembrano infinite come l'addizionale comunale o regionale... ti addizionano caricandoti di un ulteriore esproprio? Mai che ci mettono la sottrazionale. Poi abbiamo le aliquote con tutte quelle sigle fantasiose, ecc. Una volta feci dieci giorni di infortunio. Quando mi arrivò il risarcimento dall'Inail di 250€, lessi a piè pagina: comune di residenza 1€. Il mio comune si è mangiato un euro grazie al mio trauma al ginocchio?? Vuol dire che al comune arrivano soldi e non si sa da chi?
Il mondo cambia, le persone invecchiano, i paesaggi mutano, ma quando entro nel mio comune vedo sempre le stesse facce. Sembra un modo incantato, cristallizzato, un museo delle cere. Ti trattano come un ospite da tollerare e se chiedi qualcosa ti fanno girare come nel Castello di Kafka. Se ti lamenti con i tuoi concittadini cercando conforto e approvazione, la gente di una certa età ti spiega che loro non sono mica li per te.

E che dire del problema energetico? Nella fredda nord Europa, le lampade solari da giardino le trovi in tutti i negozi e di vari tipi e dimensioni. Te le tirano dietro... Qui da noi neanche l'ombra. Non si capisce perché il comignolo eolico sul tetto di casa non mi possa alimentare una dinamo per accendere la lampadina nel sottoscala. Non pretendo che mi funzioni la lavatrice così da liberarmi una volta del tutto dalla flebo elettrica, ma almeno la possibilità di essere “autonomo”, cioè libero, per le piccole cose. Niente. Il comune però, piazza i lampioni fotovoltaici in periferia che vengono puntualmente derubati del pannello solare. Il cittadino si chiederà: perché il comune si ed io no?!
A proposito di pali elettrici: l'Enel, per risparmiare, ha il vizio di piantare pali e tralicci sulle linee di confine, fra un terreno demaniale e uno privato o tra l'inizio delle carreggiata e un muro di cinta. Viaggia con le sue linee come Fernandel nel film “La legge è legge” quando il protagonista, non riconosciuto né come francese, né come italiano, corse via sulla linea di confine fra i due stati. Così, il colosso energetico risparmia e dissemina di pericoli mortali le strade.

Potrei ora dilungarmi sulla sanità, la religione, il lavoro, i materiali ecologici, lobby varie, ecc. ma nel forum ci sono già dibattiti interessanti. Quello che vorrei far notare è che la libertà non è un concetto metafisico, ma è un fattore concreto da applicare nel quotidiano.
Ogni individuo ha degli obblighi da compiere se vuole sopravvivere; necessità fisiologiche, sociali e intellettuali. Se tali obblighi vengono appaltati da terze persone, spacciati come “servizi”, ecco che il vivere -inteso come soluzione dei bisogni esistenziali- diventa oppressivo.
I nostri bisogni sono presi in appalto e fatto oggetto di speculazione. Basta vedere l'esempio dell'acqua potabile divenuta merce: si prende un bisogno, un obbligo imprescindibile, come il dissetarsi e si mercifica imponendo dazi economici nei confronti dei quali il cittadino, o utente, non può sottrarsi.
Ogni cittadino deve puntare verso un sempre maggiore autonomia partendo dai bisogni più essenziali come: casa, lavoro, sanità, energia, politica, ecc. fino a quelli più individuali come l'informazione, il tempo libero, istruzione, ecc. In un'ottica ecologica e slegato da chi svolge “servizi” onerosi e inutili.
Con questo presupposto invito a fare l'identikit del cittadino “libero” che, grazie alla sua autosufficienza, riesce a svolgere i suoi obblighi in autonomia, senza eccessive spese per se e la comunità in un contesto eco sostenibile.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I SOLITI PRIVILEGI, PER I SOLITI PRIVILEGIATI!

Tutti, ma proprio tutti, stanno partecipando ai grandi sacrifici che la 'patria' ci chiede? I calciatori? I grandi papaveri della Rai? I Top-manager sia del pubblico che del privato? E, yacht a parte, ci piacerebbe proprio sapere quali sacrifici sta facendo per la 'patria' PierSilvio il figlio di Silvio Berlusconi! Fin'ora gli unici sacrifici che ci è dato conoscere sono quelli imposti agli statali - le solite vittime, 'fancazzisti' incalliti, innoqui, inermi, che non hanno neppure la voglia di... 'reagire' - ai medici ospedalieri e anche i magistrati che, però, essendo 'categoria'... 'reagiscono'! La scure dei sacrifici si abbatte sempre più di qua, ma mai di là. Tant'è che qualcuno nuota felicemente in questa valle di lacrime. Gli europarlamentari si sono appena votati una leggina ”ad personas”. E’ molto semplice, e molto chiara! Prevede un aumento di stipendio di 1.500 euro al mese. La loro busta paga passerà da 17.864 a 19.364 euro. Per contro, si paventa di portare addirittura a 70 anni l'età pensionabile dei giovani! Certo, che con uno stipendio del genere tutti vorrebbero andare in pensione il più tardi possibile!

>>> DIVENTA ANCHE TU REPORTER DI LIBERALVOX

Il blog di Masciullo ha detto...

: )
Ho già letto questo commento su un altro blog.

Rettiliani ha detto...

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