martedì 17 giugno 2008

cronologia critica o critica cronologica o analisi temporale (II lezione)

Rileggendo il post precedente mi sono accorto che vado avanti a falcate enormi e qualche teorico meticoloso direbbe che le sparo col fucile o il cannone. È un po’ il mio difetto, non riesco a dilatare il discorso sufficientemente, arrivo subito al succo, al midollo della Verità.
Sto sempre meglio nei confronti di chi scrive pagine e pagine su argomenti triti, affinandoli ulteriormente, smussando qua e la e cambiando di un nonnulla il significato finale.
Come diceva Heidegger “Wege – nicht Werkee” (Vie – non opere); io indico una via dalla quale si dipartono ulteriori sentieri come le ramificazioni di un albero o come un ipertesto, già, l’ipertesto.
L’ipertesto ti permette di passare da un argomento all’altro immediatamente partendo da un documento principale. Es. leggendo una ricetta di cucina incontro la parola “melanzana”, cliccando su quella parola posso cambiare argomento e conoscere il nome scientifico dell’ortaggio, origine, coltivazione, proprietà nutrizionali, ecc.

Volevo adottare questo sistema, non con un programma specifico, ma cambiando il colore dei caratteri di stampa quando “sforo” o devio su un altro percorso. Il colore non l'ho trovato, andrò avanti così, non è importante.
Il pensiero percorre una strada come quella che sto facendo ora: esporre (chiamiamola così per ora) la cronologia critica.
Cammin facendo s’incontrano molti incroci dai quali si aprono altre strade contenenti argomenti inerenti e attinenti al discorso principale.

Cos’è che produce tali eventi? (L’ultima domanda del post precedente).
Ecco, ci troviamo di fronte ad un incrocio. Prima di parlare della causa dell’evento emerge spontaneo chiedersi cosa s’intende per “evento”. È un problema attinente ma non inerente cioè, è collegato al troncone principale ma non necessariamente si deve compiere una deviazione per procedere spediti sull’itinerario che ci siamo proposti, infatti ci possiamo accontentare benissimo della formula comune: evento = fatto storico.

Nella mia mente c’è un ipertesto. Percorro tutte le strade, sono un camminatore curioso. Succede che mi perdo o mi appassiono su un altra via dimenticando completamente la strada da dove ero partito. Bene, per amor di completezza vediamo cosa s’intende per evento: L’evento scaturisce dall’azione la quale, a sua volta, viene generata dal soggetto.
Prima di analizzare l’evento occorre conoscere il soggetto, l’agente, la parte attiva, l’energia; nel nostro caso, l’uomo.
Poi occorre stabilire se l’azione è indotta o prodotta. Quindi si potrà avere, alla fine, una visione serena dell’evento.
Con questo procedimento è possibile non solo fare una riconsiderazione su ciò che è stato, ma anche avanzare delle previsioni affidabili su ciò che potrà essere....

mi scuso per il ritardo ma ho avuto dei rallentamenti. Mi rendo conto che il meccanismo oggetto/soggetto, ecc. sono procedimenti un po' sorpassati: il momento presente certifica il passato, ma viene vissuto in virtù del futuro, per qualcosa che ancora deve venire... siamo in una perenne situazione d'incompletezza.
Ecco un altro percorso, la riflessione sulla "condizione" umana. Umana perchè ce ne rendiamo conto, ma provate a guardare un albero in una giornata seinza vento, sembra esprimere col suo aspetto inerte la "consapevolezza" intima di una condizione esistenziale...
insomma devo scrivere. Non è un esercizio che mi viene in scioltezza, mi manca un po' di pratica assidua, per il resto non ci sono problemi a parte il tempo e impegni di una scadenza disarmante.
Alle volte mi chiedo che dovrei avere due teste per poter far tutto, ma poi capisco che se avessi due teste vorrei averne quattro e quindi otto e così via. Meglio accontentarmi di una sola testa... iper.

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