domenica 20 settembre 2009

Il frutto della conoscenza




Nell'ultimo video ho analizzato il peccato originale sotto l'aspetto sessuale. Ciò non soddisfa appieno la spiegazione del più grande male causato dall'uomo poiché la sessualità è una piccola parte della vita di ognuno di noi. In cosa consiste in realtà questo peccato originale? Possiamo andare a vedere l'etimologia dei simboli presenti nel mito che racchiudono in se molteplici significati. Es. mela vuol dire anche male, malum; mentre invece il pomo ha la stessa radice delle parole: procreare, generare, creare, nutrire e produrre.
Quindi, l'uomo si è macchiato di una colpa inerente al creare, generare, cioè il rendersi simile a Dio. Trattasi di un peccato di presunzione, di superbia. La superbia è il peggiore dei sette peccati capitali. Il vero peccato è il voler essere come Dio creando, manipolando le cose del mondo come facciamo da sempre con la tecnica e con quella cultura che considera gli uomini al di sopra delle cose, degli animali e delle persone che ci circondato. Infatti, il demonio fu condannato perché voleva essere alla pari con Dio e per ciò fu cacciato dal paradiso, ecc.
Ogni volta che noi ci rendiamo superiori agli altri commettiamo un peccato grave. Anche il solo giudicare gli altri con sentenze inappellabili è un atto di superbia. Anch'io giudico ma lascio sempre uno spiraglio perché posso anche sbagliarmi. Ogni posizione assoluta è un peccato perché solo Dio è assoluto. Noi non possiamo dare dei giudizi definitivi su niente e su nessuno.
Grazie al frutto della conoscenza Adamo inventò l'agricoltura e con essa si rese artefice di un potere sulle altre cose. Con la coltivazione poté manipolare le piante, decidere quando dovevano nascere, dove e come e quando dovevano morire. Allo stesso modo avvenne con l'allevamento.
Questa presunzione, questo potere assoluto veniva esteso anche alle persone. Con l'agricoltura avvenne un cambiamento radicale della civiltà, si passò dal nomadismo (che prevedeva un giro durante l'anno come fanno gli uccelli) alle tribù stanziali. L'uomo si fermò in un posto, coltivava la terra e allevava gli animali prendendo così possesso della zona (la proprietà privata) in cui viveva. Questa zona veniva delimitata, recintata e reclamava potere assoluto su tutto ciò che si trovava all'interno di essa: cose, piante, animali e anche persone. Ci fu anche il passaggio dal matriarcato al patriarcato, ma per tale argomento rimando ai video di Serafino Massoni dove lui analizza più specificatamente l'ultimo scampolo di matriarcato in Europa nel periodo della guerra di Troia, mentre, con Adamo ed Eva, si è avuto forse il primo scampolo di patriarcato nel mondo.
Il nostro peccato è quello che tuttora continuiamo a fare e cioè la presunzione di elevarci al di sopra degli altri, di possederli, di cambiarli, giudicarli, ecc. a nostro piacimento.
Caino è Abele erano due fratelli della generazione "patriarcale" di Adamo, il primo era agricoltore e l'altro allevatore. La storia dice che Caino ammazzò il fratello per un atto di gelosia, perché Abele sacrificava gli agnelli al Signore mentre Caino dei miseri prodotti della terra. In realtà, Abele andava a pascolare nei campi di Caino il quale un giorno si adirò commettendo il delitto. Succede ancora oggi. Sarà forse stata quella la prima guerra degli uomini in cui due società, una fatta di agricoltori e l'altra di allevatori, si sono scontrati uccidendosi.
La gelosia è un altro effetto negativo che si è perpetuato: nel recinto della società stanziale nessun estraneo deve usufruire del lavoro, delle ricchezze, della proprietà privata altrui. La foglia di fico richiama questo concetto, il nascondere l'intimità è un riferimento ad una gelosia, a quel nascondere tutto ciò che si trova dentro al recinto domestico del clan.

Il peccato originale si può benissimo far risalire ad oltre 10.000 anni fa dopo l'ultima glaciazione. A causa dello sconvolgimento climatico gli uomini furono indotti ad infrangere un tabù e diventare stanziali. In qust'ottica la "colpa" viene un po' diluita nei confronti degli uomini. La consapevolezza che dal seme nasce la pianta o che il rapporto sessuale porta alla gravidanza era già latente negli uomini di allora ma, evidentemente, tutto ciò era coperto da un forte tabù che presagiva il disastro che sarebbe avvenuto qualora fosse infranto.
A conoscere questi segreti erano le donne, sia perché erano quelle che si occupavano della raccolta e conoscevano bene le piante, sia perché conoscevano altrettanto bene la causa della gravidanza. Gli uomini, cacciatori, furono dunque "spinti" dalle donne a fare il cambiamento funesto.
Cosa doveremmo fare, ritornare nella gaia ignoranza di un tempo? Impossibile, perché ci snatureremmo: la nostra natura è l'essere curiosi, la ricerca, la scoperta. Dobbiamo dunque liberarci non allontanandoci dal sapere ma, non avendo scelta, proprio attraverso di esso finché non troveremo la giusta armonia ed equilibrio con tutti gli altri elementi del firmamento.

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