Ecco il testo del video di Serafino Massoni sul natale... una interpretazione molto, molto interessante!
P.s.
il video non parte bene. Portatelo un po' più avanti o riavviatelo.. sarà lo zampino del diavolo?
"...Il 25 dicembre c'è la ricorrenza del santo natale, ma per tanti altri cristiani la ricorrenza cade in un data diversa. La figura di Gesù è legata ai culti misterici del mondo pagano. E' una grande figura legata al sole che nasce, si erge, tramonta e muore. La nascita di Gesù bambino viene collocata nel momento in cui il sole, dopo aver concluso la sua caduta, torna a nascere; per questo noi vediamo il bambin Gesù circondato dai raggi: è il sole che torna a splendere, è la speranza che la vita continui a sconfiggere la morte in un nuovo ciclo di esistenza.
Da questo punto di vista, Gesù rappresenta l'anno e suoi dodici discepoli rappresentano i mesi. Però, dobbiamo pensare che quando visse Gesù ancora non vi era stato il passaggio completo dal calendario lunare al calendario solare, per cui, molto probabilmente, i discepoli di Gesù non erano 12 ma 13. Il calendario romano all'epoca di Giulio Cesare, era un misto di calendario lunare e solare. Il calendario lunare si basa sui movimenti della luna; ogni luna sono 28 giorni, in corrispondenza del mestruo femminile (una strana corrispondenza). Moltiplicando 28 per 13 lune otteniamo un anno. Quindi, col passaggio dal calendario lunare a quello solare, i 13 discepoli son stati portati a 12.
Gesù è uno dei tanti divini paredri, è uno dei tanti capri espiatori che erano destinati, appunto, a portare sulle proprie spalle i peccati dell'umanità. Il paredro, il capro espiatorio è stato il primo pharmacos, il primo medicinale dell'umanità. Si dice "agnello che porti i peccati del mondo" nel senso di agnello sacrificale. E' sorprendente questa figura del capro espiatorio che fu Gesù di Nazareth, nato a Betlemme, e in quanto vissuto a Nazareth è chiamato anche il Galileo.
Noi conosciamo il linguaggio di Gesù tramite i vangeli di cui ce ne sono una infinità; noi conosciamo fondamentalmente i 4 vangeli canonici, poi ci sono forse un centinaio di altri vangeli, tra apocrifi e gnostici che ci dicono cose anche diverse di Gesù. Però, c'è una caratteristica fondamentale: il linguaggio di Gesù è stranamente diverso dal linguaggio di tutta la cultura ebraica che precede Gesù v. il vecchio testamento. C'è come un salto, come se Gesù non fosse un ebreo nè un semita. Quando parliamo di semiti tiriamo in ballo gli ebrei ma, attenzione, semiti sono anche gli arabi, gli etiopi e tanti altri. Gesù è un semita che nasce nel mondo ebraico durante la conquista della Palestina da parte dei romani, ed è un ebreo che non usa il linguaggio tipico dei profeti. Sembra che Egli porvenga da un mondo diverso da quello ebraico.
Questa figura meravigliosa di cui Nietzsche ebbe a dire, con una triste ironia: a questo mondo è esistito un solo cristiano e quello lo hanno messo in croce. Allora, che linguaggio parla mai Gesù di Nazareth? Non parla un linguaggio che lo possa legare in qualche maniera al vecchio testamento, ma è un linguaggio di rottura nei confronti del vecchio testamento. Allora, dobbiamo vedere come sono andate le cose con la sua crocifissione: testimonianze storiche ci dicono che fu effettivamente crocifisso, però dobbiamo stare attenti perchè la crocifissione era una punizione, ma non era necessariamente finalizzata alla morte della persona crocifissa.
Varie fonti ci dicono che Gesù fu lasciato crocifisso per 3 giorni, poi fu tolto dalla croce ma non era morto, era in gravi condizioni. Le sue gravi ferite vennero rimarginate ed egli guarì. Dopo essere guarito abbandonò la Palestina assieme a Maria, sembra assieme a Giuseppe a S. Tommaso e, forse, assieme alla Maddalena e andò in oriente. Infatti, le prime comunità cristiane vennero fondate da S. Tommso sulla costa del Malabar nell'India occidentale. Sorgono prima li le comunità cristiane che non a Roma.
Sembra che Gesù andò a stabilirsi nel Kashmir e, più precisamente a Srinagar, la capitale. Oggi devastato dalla guerra tra India e Pakistan, fra induisti e musulmani. La città di Srinagar, una città sui laghi simile a Venezia, si trova subito a nord di Rawalpindi -di cui abbiamo sentito parlare in tanti film sul colonialismo brittanico- e ancor più a nord di Lahore, anche questa una città classica che ci ricorda il colonialismo britannico.
Perchè Gesù dopo la crocifissione, secondo tante versioni, andò in India? Tommaso si fermò sulla costa del Malabar, dove vennero fondate le prime comutià cristiane, e Gesù, con Maria, Giuseppe e la Maddalena andò più a nord nel Kashmir. Ma perchè mai Gesù prese quella rotta?
Gli stessi vangeli ci dicono che Gesù trascorse la sua infanzia a Nazareth nella bottega di falegname del papà Giuseppe e che intorno ai 12 anni scomparve e non se ne sa più niente fino all'età di 30anni. Dov'è stato Gesù in questi 18 anni?
Molto probabilmente, considerando il linguaggio che parla Gesù, in questi 18 anni si fermò in India nella pianura del Gange dove, già da 4/5 secoli, si predicava la dottrina del Buddha. Adesso vediamo il collegamento: Gesù, per via del linguaggio che parla, di certo apprese la dottrina del Buddha più che la dottrina induistica, e, quando se ne tornò in Israele, egli era o un discepolo del Buddha o era diventato un buddha egli stesso. Se vediamo poi come sopporta le sofferenze della fustigazione, del processo, della crocifissione dovremmo dire che Egli era diventato un buddha. In ogni caso, la sua è una predicazione di un buddha: pensate voi al discorso della montagna, è un discorso tipicamente buddistico. Il Buddha, probabilmente, avrebbe ripetuto le stesse parole di Gesù quando Egli dice ai presenti: ma di cosa vi allarmate? Guardate gli uccelli dell'aria, essi non seminano, non raccolgono eppure il Padre nostro che sta nei cieli provvede alla loro sussistenza. Guardate poi i gigli, loro non tessono, non cuciono eppure il Padre nostro provvede alla loro bellezza.
Tutto il modo di parlare e il modo di comportarsi di Gesù è di stampo buddistico. Potremmo fare delle analogie con Socrate ma le analogie più forti sono con il Buddha. E il modo di comportarsi di Gesù al processo dove egli non perde tempo a difendersi, non sta li a cercarsi gli avvocati difensori, niente, si fa processare in silenzio. Quando gli dicono: sei tu il re dei giudei? Egli dice si, ma il mio regno non è di questo mondo. Ma cosa potevano capire i patriarcali ebrei, i patriarcali romani di uno che va a dire che il mio regno non è di questo mondo. Probabilmente, Gesù non intendeva dire che è lassù nell'iperuranio ma si riferiva a un regno dell'interiorità, cioè avere consapevolezza di se stessi. Ecco l'unione con Buddha e con Socrate il quale non andò a cercarsi gli avvocati quando venne condannato a morte: accettò la pena di morte senza stare li a resistere. Allo stesso modo, Gesù resta indifferente al processo. Lo portano davanti al re Erode e fa scena muta: uno spettacolo incredibile; lo portano davanti a Ponzio Pilato e stessa cosa: restano tutti interdetti. Ma chi è costui?
Certamente non era la personalità funzionale al patriarcato ebraico e a quello romano.
Se pensiamo poi, che una figura di questo tipo scaturisce li dal mondo degli ebrei (che hanno fondato il patriarcato con la famiglia monogamiga patriarcale, con la proprietà privata, ecc.)arriva questo signore ebreo-semita, come anche gli arabi, il quale gli dice: se mi vuoi seguire abbandona tutte le tue ricchezze; è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei cieli (il Regno dei cieli io lo interpreto come Nirvana).
E' una persona da eliminare perchè non funzionale alla società patriarcale. Infatti, si misero d'accordo i rabbini con il popolo perchè scegliessero tra Barabba, che era un farabbutto, e Gesù, che la grazia della vita fosse data a Barabba. Non aveva nulla da spartire Gesù con il mondo ebraico: era più funzionale al mondo ebraico Barabba. Liberando Barabba e sacrificando Gesù ritorniamo al discorso dell'agnello sacrificale.
Il destino ha voluto però, che questa figura, del tutto estranea al mondo ebraico, nascesse nel regno d'Israele di razza semitica. Che strano destino che ha voluto che questa figura nascesse tra gli ebrei semiti, semiti come gli arabi (sia chiaro che anche gli arabi son semiti), nascesse proprio nel cuore del patriarcato. E questa persona parlava un linguaggio che non era il linguaggio degli ebrei, non era per niente un linguaggio patriarcale e andava messo in croce.
Ritronando al discorso che Gesù non sia morto in croce ma ci sia "stato" in croce e abbia subito, quindi, le sofferenze della crocifissione, ricordiamoci che ci sono le testimonianze degli islamici o di alcuni settori islamici che ci dicono che a Srinagar, nel Kashmir, noi abbiamo la tomba di Gesù e che Gesù sia continuato a vivere fino a tarda età che si sarebbe sposato e avrebbe avuto anche dei figli. Io so, ho visto anche le foto, che a Srinagar ci sono le tombe di Gesù e, stranamente, c'è anche la tomba di Mosè. In alcuni ambienti si ritiene che quando Mosè abbandonò l'Egitto, la terra promessa non fosse la terra di Canaan ma fosse il Kashmir. Il quale Kashmir, molto di più della terra di Canaan, si presta ad essere rappresentato come una specie di paradiso terrestre per la fertilità, la frescura delle sue acque, ecc.
Gesù rompe completamente con la tradizione patriarcale ebraico-greco-romana. E' come una immissione di buddismo nel cuore del patriarcato ebraico-romano. Una stranissima immissione che avviene così. Per forza non poteva attecchire il messaggio di Gesù, era completamente avulso da qualsiasi precedente tradizione. Resta il messaggio cristiano ma non è mai stato messo in pratica. Tanto è vero che la Chiesa cristiana e le varie diramazioni, di Cristo ha le parole ma non i fatti. Se noi guardiamo a questa struttura quasi allarmante, una struttura potentemente gerarchizzata, patriarcalizzata dove il papa, i cardinali, i vescovi, i preti non si sposano... più patriarcalizzata di così si muore. Questa struttura non ha niente a che vedere di fatto, nella sostanza, col messaggio di Gesù, perchè il messaggio di Gesù è fondamentalmente: se mi vuoi seguire abbandona tutte le tue ricchezze ed è più facile che un cammello entri nella cruna dell'ago piuttosto che un ircco entri nel regno dei cieli.
Probabilmente Gesù, il galileo, non ha niente a che spartire con la proprietà privata. Però, la Chiesa romana e anche le altre chiese, ce l'hanno le loro proprietà private. Il Vaticano ha persino una banca di fama internazionale, l'Istituto Opere Religiose (IOR) che, non tanto tempo fa, era gestito da quell'anima santa del monsignor Marcinkus di cui hanno parlato anche le cronache politico-criminali dei gornali italiani.
Noi festeggiamo la ricorrenza della nascita di questo divino paredro: una figura che è stata occidentalizzata e patriarcalizzata sulle tracce del dualismo platonico. Quando Gesù diceva: a che serve conquistare il mondo se poi si perde l'anima, di certo, voleva significare a che serve conquistare il mondo se poi si perde la propria inteirore serenità? E' questo il messaggio buddistico. Alle Sue parole è stato dato un significato diverso perchè, nella sostanza delle parole di Gesù, noi non vediamo mai il dualismo terra-cielo, noi vediamo sempre un richiamo all'inteirorità.
Amici, che si creda in Gesù o non ci si creda, per me è stato un grande uomo (ecce homo si può dire), una figura meravigliosa, stupenda. Il suo messasggio è stato patriarcalizzato; il messaggio di Gesù è sempre stato un corpo estraneo alla organizzazone patriarcale che noi conosciamo. Questo messaggio andava adattato, in una certa misura, travisato, adeguato al mondo patriarcale. C'è da sorprendersi che non siano state eliminate le frasi che ho prima citato relative alla proprietà privata e, comunque, anche se non sono state eliminate, quelle frasi non sono mai state attuate e, in primis, non sono state attuate proprio da coloro che avevano il dovere per primi di attuarle cioè, quelli che costituiscono il corpo della Chiesa. I sacerdoti ci mostrano che se non hanno la proprietà hanno l'uso, il possesso di tante dimore lussuose che non hanno niente a che spartire col messaggio evangelico.
Bene cari amci, grande figura quella di Gesù che io collego a quella del Buddha e relativamente al samsara e al nirvana, all'esistenza quale codizionata e all'esistenza quale in-condizionata:
a che serve conquistare il mondo se poi si perde l'anima; a che serve conquistare il mondo se poi si perde la pace interiore?
Buon natale da Serafino Massoni
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