sabato 12 gennaio 2008

Tratto da “Mani Sporche”


Libera stampa in libero latte

Lo scandalo dei viaggi gratis Parmalat non lascia tracce a livello giudiziario, né politico e nemmeno giornalistico. Nessuno ne parla. Perché Tanzi, in Parlamento, godeva di una lobby assolutamente trasversale, d’accordo. Ma anche, forse, perché il Gran Lattaio ha sempre pagato anche la stampa.
C’era chi, nei giornali locali, si faceva finanziare per smettere di attaccarlo. E chi se lo ritrovava come co-editore e finanziatore su richiesta di Capitalia. Secondo Tanzi, quando la banca di Geronzi era 'esposta' con un giornale per un debito non pagato, chiedeva a lu di mettere mano al portafogli. È il caso del 'manifesto', del quale il gruppo di Collecchio è azionista per 250 milioni di lire dal 1995. Fondi cospicui andavano anche ad altri giornali. 'Su consiglio di Riccardo Riccardi di Meliorbanca – mette a vrebale Tanzi- abbiamo dato 500 milioni a “Liberal”'. Da Ferdinando adornato, che nel 1996 ha presieduto la commissione Cultura della Camera in quota Forza Italia, nessuna risposta.
Poi c’è Giuliano Ferrara, direttore de 'Il Foglio', protagonista di un caso diverso da tutti gli altri. Anche 'Il Foglio' ha problemi con Geronzi. Vende poco, raccoglie scarsa pubblicità, la sua posizione è considerata "a rischio". Per questo Geronzi preme perché Tanzi entri nel capitale sociale del quotidiano edito da Veronica Berlusconi. Ma il patron di Parmalat non vuole saperne: 'Non avevo soldi per fare un’operazione del genere, ma feci sapere che sarei stato disponibile ad aiutare in qualche modo'. La faccenda fu chiusa, stando a Tanzi, con un finanziamento brevi manu: una borsa di soldi contenente dai 500 milioni al miliardo di lire (Tanzi non ricorda bene). La consegna – dice il Gran Lattaio- è avvenuta nell’ufficio di Geronzi a Roma: Ferrara, dopo aver educatamente ringraziato, se ne andò con la borsa e 'da allora non si è fatto più vivo'. Almeno per qualche tempo. Poi, quando Tanzi finisce in manette, 'Il Foglio' si lancia immantinente in una campagna per la sua scarcerazione. Ferrara rammenta addirittura agli arrestati che 'non collaborare' con i magistrati significa 'esercitare un proprio diritto'. E attacca chi cavalca lo scandalo che ha messo sul lastrico migliaia di risparmiatori: basta con i 'giudizi moralistici' e gli 'sputtanamenti su larga scala'. Pare una battaglia garantista disinteressata, una volta tanto non a difesa di Berlusconi. Poi però 'Libero' pubblica i verbali di Tanzi su quella borsa di tela piena di banconote. Ecco, stavolta Ferrara non difendeva Berlusconi: difendeva se stesso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La presentazione del libro:
http://www.tvbook.it/index.php?option=com_content&task=view&id=13&Itemid=1