
Tutta la sinistra ha sempre sofferto di un senso d'inferiorità verso il centro moderato e il cosiddetto elettorato cattolico. Si sarebbe dovuto rilanciare perseguendo il laicismo dello Stato e cercare di "catturare" quei cattolici non praticanti che odiano la Chiesa come istituzione. Invece non succede niente e mi chiedo: dove sono gli intellettuali di sinistra che dovrebbero affrontare questi temi tirando in ballo la Chiesa in un confronto dialettico senza timori reverenziali di sorta?
Uno spunto? Basterebbe puntare sulla necessità di aderire almeno in parte al vento protestante che in Italia non è mai arrivato, evidenziando quella caratteristica infima della Chiesa d'infrapporsi tra il fedele e Dio, fra il credente e quel sentimento antropologico che possiamo definire: di profusione alla purezza. La Chiesa si intro-mette come mediatrice fra la terra e il cielo creando uno strabismo concettuale, per cui la via verso la Salvezza passa dal prete che diventa un nuovo muro ancora da superare. S'impone, in effetti, una condotta "mondana" ispirata al monachesimo giacché la Chiesa, ponendosi come diaframma che eclissa il vertice della profusione, si trova ad essere essa stessa punto supremo di adorazione ed "esempio da seguire"; per cui, gli individui si trovano a seguire regole comportamentali proprie da convento contravvenendo alle esigenze biologiche e antropologiche che un uomo ha a prescindere di chi volontariamente sceglie di austerizzare la propria esistenza. Le conseguenze di ciò sono molto gravi.
Un dio maschio e severo è una concezione fascistoide, ecco perché gli italiani sono tendenzialmente di destra. Un dio di sinistra sarebbe una dea femmina e benevola? La religiosità è un sentimento che non si può personificare come la gioia, la felicità e l'amore. Il problema è culturale: il monoteismo assoluto è verticale, pone tutto sopra e niente sotto. Il fatto è che ci si ritrova sempre sotto!
La Chiesa usa un monito molto violento sventolando in continuazione lo spettro della morte, la scomunica e l'inferno come mezzo di coercizione. Il cattolico viene svuotato, non ha personalità, si annulla in virtù di un'alterità eterea e impalpabile. La "promessa", in cambio del sacrificio misantropico della propria natura, è la vita eterna, guarda caso l'annullamento di quella morte che viene simboleggiata ed esposta ovunque. A causa di una religiosità che non si esplica in armonia con la natura umana, si suscita nel cattolico un sottaciuto senso di rivalsa, un bisogno latente di scardinare le regole che lo tengono imprigionato. Ne consegue che la verticalità Assoluto/nulla viene riflessa nella quotidianità col risultato che Berlusconi -al pari del capo o padrone di turno- si trova ad essere il dio in terra, l'esempio da imitare e venerare perché è colui che da un lato è riuscito ad "elevarsi al cielo" compiendo il percorso indottrinato dalla Chiesa riflesso in terra, e dall'altro si è finalmente liberato da regole misantropiche imposte del dogma cristiano conservando nel contempo la classica ipocrita aurea di santità cristiana.
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