mercoledì 4 novembre 2009

Lo manda Rai3



La trasmissione di denuncia civile "mi manda Rai3" ha catalizzato il bisogno, ormai ancestrale, di giustizia ed equità del cittadino italiano. L'elezione di Marrazzo è legata a quel programma. Un giornalista qualunque che, casualmente, si trova a condurre quella trasmissione e che, per esigenze scenografiche, ha "recitato" la parte del paladino della giustizia che difende i più deboli e sconfigge i soprusi, viene percepito agli occhi degli spettatori come una specie di "uomo della provvidenza", come colui che può "cambiare l'Italia" e chissà forse per alcuni, come "l'unto del Signore".
Grazie al successo mediatico -che tradotto è: grazie alla "pubblicità"- un normalissimo giornalista senza meriti particolari, se non la fortuna di avere la faccia proiettata in milioni di case, si trova, inconsapevolmente, ad essere il soggetto giusto per attirare migliaia di voti. Viene pertanto scelto dalla sinistra per vincere le elezioni nel Lazio seguendo un cinico calcolo di marketing.

Se a ciò aggiungiamo l'incapacità dell'uomo comune di avere un senso critico, di farsi una opinione personale slegata dalle mode e dal corso del gregge, con un po' di tecnica cinematografica si può eleggere anche un asino, vendere l'aria e far credere come vera qualsiasi menzogna.
Infatti, Piero Marrazzo si è rivelato quello che è: una fiction, un prodotto d'immagine. Perché se fosse stato l'uomo della pubblicità "mi manda Rai3", non avrebbe ceduto ai ricatti, avrebbe difeso i suoi gusti sessuali e dimostrato di aver soddisfatto col suo lavoro le aspettative degli elettori.

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