martedì 20 aprile 2010

Per una ideologia dal basso



Se volessimo dare un indirizzo ideologico per il moVimento o i movimenti spontanei nati dal basso, fatti da cittadini stanchi che si sentono chiamati in prima persona a risolvere i problemi collettivi, potremmo benissimo parlare di “eliminazione del mediatore”, cioè di quelle categorie che si occupano dei servizi in generale.

Quello che lamenta la base e accomuna tutti i suoi risentimenti, sta proprio nel fatto che quegli organi deputati al servizio per la collettività abbiano abdicato lasciando i fruitori di tali servizi (cittadini, consumatori, elettori, contribuenti, pazienti, utenti, ecc.) abbandonati a se stessi, nella strana logica del “paga il servizio” e sbrigatela da solo.

Possiamo notare che tali categorie si infrappongono tra un bisogno primario e chi soddisfa tale bisogno, tra domanda e offerta, fra un diritto e il suo adempimento, tra il paziente e la cura, la legge e la sua applicazione, insomma, in tutte le realtà dove ci sia una fonte iniziale e un fruitore finale.

Ciò che appare interessante e avvalora questa tesi è che in un mondo sempre più compromesso nella crescita esponenziale dei consumi, siamo arrivati ad un punto tale che il sistema stesso richiede, come evocato da una specie di meccanismo fisiologico, che le varie transazioni siano sempre più ridotte per reggere in un contesto eco sostenibile, eliminando il peso (e costo) degli intermediari.

Il mediatore o l'intermediario è una categoria che svolge un compito di passaggio dal punto A al punto B. E' un ingranaggio ozioso che vive a spese del soggetto A e B. Se vogliamo dare una possibile genesi a questo fenomeno, possiamo desumere che il mediatore nasce come soggetto che coadiuva, coordina, accompagna, ecc. una domanda A ad una risposta B. La natura di tale fenomeno dovrebbe essere ed è, nel pregiudizio comune, un semplice strumento logistico e di comodità e che il suo costo dovrebbe essere commisurato alla velocità o grado di appagamento che la sua natura di tramite li ha dato. Il prezzo del mediatore dovrebbe essere compensato grazie al risparmio di tempo, di spostamento, di garanzia di qualità, ecc. che i soggetti A e B, ottengono dal cosiddetto servizio.

Col tempo, l'intermediario ha ottenuto sempre più una potere crescente d'influenza nelle varie forme fino a operare un vero e proprio capovolgimento: il servito diventa servo e il servo diventa padrone. Si sono create delle aree di competenza esclusiva, dei monopoli che assomigliano sempre più a feudi medioevali dove il “bacino d'utenza” è garanzia di guadagno, prestiti e lucro.

Gli esempi sono infiniti e sono talmente radicati e considerati come prassi normale che neanche ce ne accorgiamo. Il più noto è quello della famosa filiera alimentare: il commerciante riesce a massimizzare i profitti ricavando il minimo dalla fonte A (il contadino) e il massimo dal richiedente B (il consumatore). Non voglio qui fare tutti gli esempi possibili, ma è facile per chiunque individuare una componente mediana che succhia risorse senza un reale ritorno in tutte le attività umane. Per dare l'idea ne elenco i principali: politici, lobby economiche varie come l'energia, banche e servizi collegati, medici, ospedali e ditte farmaceutiche, avvocati, notai e professionisti vari come commercialisti, consulenti, amministratori e faccendieri, preti, editori, enti inutili, giornalisti, sindacati, ecc. Siamo arrivati al punto che si crea un bisogno o si approfitta di un dramma come il terremoto, per poter intervenire elargendo un “servizio” di urgenza che di servizio ha solo la parvenza. Ti forniscono un simulacro, una finta, l'unica cosa concreta è l'appropriazione di soldi pubblici.

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