venerdì 12 giugno 2009

Lettera aperta a Tettamanzi - LA CREAZIONE DEL MASCHIO - prima parte

Ho fatto questo video alcuni mesi fa. Lo scartai perché non mi piaceva. Poi, rivedendolo, mi è parso accettabile è ho deciso di scaricarlo. La "lettera aperta a Tettamanzi" è un progetto che seguo da tempo. Ho lavorato sul testo fino ad arenarmi per vari motivi sul peccato originale. Superato l'ostacolo adesso pubblico la prima parte di... non anticipo niente perché porta un po' sfiga. Avrei voluto realizzare dei video più "puliti" accompagnati magari dalla musica, ma questo è il mio livello e pazienza. L'importante è la sostanza: i video si possono anche rifare.




Monsignor Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, cardinale… stiamo facendo carriera eh? Sempre più in alto. Dove vogliamo arrivare??
Mi rivolgo a te un po’ per caso; perché l’ho visto su you tube in qualche video dove non si potevano fare commenti ed è sbagliato. E poi perché ritengo che tu, essendo l’arcivescovo di una città ipocrita come Milano, rappresenti benissimo l’interlocutore ideale per avere un dialogo con la Chiesa di oggi.

Porto il collarino per esigenze scenografiche, non sono un collega. Ho anche una cravatta rosa. Rosa perché non tutti sanno che la cravatta è un simbolo fallico. Non è un indumento, non è un oggetto decorativo, ma è un vero e proprio simbolo che rappresenta il fallo, il pene.
Infatti, quando incontri qualcuno col collarino pensi: questo non lo usa, non lo fa, non ce l’ha. Al contrario della cravatta, il collarino è un simbolo di recisione, di taglio, di castrazione. Tu dirai, perché parlare di un argomento del genere? Ma, se voi preti usate una simbologia che sta ad indicare chiaramente una sorta evirazione concettuale, vuoi che qualcuno prima o poi non lo prenda come oggetto di discussione?
Dunque Tettamà, la cravatta è una ostentazione del pene, bisogna andare in giro col fallo in bella mostra? Tettamà, queste cose bisogna chiarirle, è importante. Qual è il massimo dell’eleganza? Quando uno va ad una festa e vuole fare bella figura, o anche in parlamento, si presenta con un lungo pezzo di stoffa come questo. Comunque, approfondirò questo aspetto un'altra volta. Adesso, andiamo all’origine –la verità è all’origine- la creazione dell’uomo anzi no, del maschio.
Tutti conoscono la storia ufficiale ma non quella vera. Dio creò l’uomo con l’argilla, il fango o la creta. Non è importante il materiale, i miti sono delle allegorie, metafore.
Quando ebbe finito di plasmare Adamo, Dio si accorse che era avanzato un pezzettino di materiale magico. E cosa se ne doveva fare? Lo doveva buttare? Napoli ancora non esisteva. Decise di appiccicarlo sul corpo di Adamo, di lasciarlo li a penzoloni, un giorno o l’altro sarebbe tornato utile.
Ed è per questo che si dice: “a sua immagine e somiglianza”. Voi preti lo sapete e per essere più uguali a Dio cosa avete fatto? Zac!
Così, quando andrete in paradiso, dove avete già un posto prenotato in quanto ministri di Dio, incontrerete il Padreterno e direte: hai visto? Mi sono mantenuto uguale a te, non mi sono fatto fregare, non mi serviva, non l’ho usato. Visto che sei quasi uguale a Lui, sederai alla sua destra e magari gli farai alcune critiche su come conduce il mondo e chissà se un giorno voi preti, riuscirete a prendere il suo posto e vi creerete il vostro mondo personale, con i fulmini e tutto. Che ne dici? È questo l’intento subdolo delle religioni, lasciamelo dire, soggiogare la divinità inducendola tramite il rito, il sacrificio, la preghiera a comportarsi come vuole l’adepto. Avanzo una proposta: fate un nuovo documento della CEI o una nuova enciclica dal titolo “un Opa in paradiso”. Il vostro messaggio subliminale dice: “tranquilli, se non potete essere un Berlusconi in terra, sarete un Berlusconi in paradiso”.
Riprendo il filo di prima. Dopo aver plasmato Adamo lo mise nel paradiso terrestre. Però Dio notò che Adamo si annoiava e, soprattutto, aveva preso l’abitudine di giocare tutto il giorno con quella protuberanza che si ritrovava davanti. Non capiva cos’era, a cosa serviva. Non aveva ancora mangiato il frutto della conoscenza… infatti, noi lo sappiamo, e cosa abbiamo fatto? Zac!
Insomma, Adamo si scannava dalle seghe dalla mattina alla sera. Così Dio decise di creare la donna per fargli compagnia. Questa è una concezione maschilista. Ci sono società matriarcali che si contrappongono alla nostra patriarcale. In quelle società è la donna l’epicentro culturale. Tutte le civiltà hanno il loro mito sull’origine dell’uomo e in quelle matriarcali è la donna la protagonista; ma non lo diciamolo a nessuno: t’immagini al catechismo parlare di società matriarcali? Siamo una società… maschia… quasi.

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