venerdì 22 maggio 2009

C'è vita dopo la morte?



C'è vita dopo la morte? La rispsta più consueta è che nessuno è mai ritornato per raccontarcelo... siamo sicuri? Basta digitare su google "esperienze di pre morte" per trovare molti racconti interessanti e veritieri. Gran parte delle esperienze di "pre morte" hanno molte similitudini tra loro: il tunnel di luce, personaggi luminosi e sacri, paesaggi incantati e indescrivibili, sensazioni di pace assoluta e di amore, ecc. Quanti di noi hanno avuto esperienze "soprannaturali" oppure hanno fatto sogni "strani" che ancora ricordano? Anch'io, come tutti noi, ho vissuto delle esperienze oniriche in equilibrio tra sogno e realtà. Forse un giorno ne racconterò. Per oggi ho scelto un racconto a caso preso qui e un video molto bello, autentico, sincero e pieno di passione: una giovane donna racconta piena di trasporto, l'incontro con Gesù che salva il suo matrimonio.
Il bello dei video personali sparsi nella rete è che sono autentici, genuini, emanano sentimenti veri, testimoniano la realtà buona o brutta che sia senza quella ipocrisia che fino ad oggi ha caratterizzato Tv e cinema con finzioni e personaggi di plastica che hanno deviato e intossicato la società.



Avevo 12 anni quando mi capitò un episodio di quello che adesso conosco come meningite spinale. Ricordo un pomeriggio in cui avevo un insolito mal di testa che mi tormentava e non accennava ad andar via. In serata mi salì la febbre a 38 °C.

Il giorno dopo venni ricoverata in ospedale. Feci una serie di esami ma niente sembrava giovare.

Venni sistemata in una stanza che pareva ghiacciata. Quando qualcuno ha la febbre non è inusuale avere i brividi. Ciononostante l’aria condizionata peggiorò le cose. Dapprincipio riuscivo a sopportare perché la mia coscienza andava e veniva, ma dopo una settimana iniziai a disperare di tornare di nuovo calda. L’aria condizionata non riusciva in alcun modo a tenere bassa la febbre. Stavano soltanto aspettando che morissi.

Pensai che se mi fossi coperta con la vestaglia mi sarei riscaldata. Funzionò. Ma accadde anche qualcos’altro. Caddi addormentata o almeno così mi parve. I miei occhi erano chiusi, potevo sentire qualunque cosa intorno a me, ma sentivo che lentamente stavo scivolando via alla deriva. Sentivo che tutto intorno a me si affievoliva sempre di più, fino a che non sentii più nulla... Ero troppo giovane per capire che la vestaglia mi stava uccidendo. Mi sentivo troppo bene e pensare che questo avrebbe fatto impennare la febbre era l’ultimo dei miei pensieri. Comunque ero consapevole che il mio spirito si stava separando dal mio corpo. Chissà perché non riuscivo a collegare la separazione con la morte.

In un istante mi ritrovai in un altro posto. C’era totale oscurità. Ero su un sentiero e senza che nessuno me l’avesse indicato, io conoscevo la strada che stavo percorrendo. Ero tutta sola ed ero impaziente di raggiungere il luogo alla fine della strada. Iniziai a camminare rapidamente. Non appena fui a 10 cm dalla mia destinazione, mi ritrovai davanti ad una finestra grande come un enorme schermo del teatro, solo che conduceva in un altro mondo, sembrava come se dalla terra stessi guardando il giardino dell’Eden. Mi fermai nel punto in cui finiva il cammino e iniziava la "finestra". Detti uno sguardo intorno per vedere se ci fossero altri bambini ma non ne trovai alcuno. Osservai le morbide colline dall'erba perfettamente tagliata, molto più verde di ogni altra erba che avessi mai visto qui sulla terra. Avrei voluto rotolarmi su e giù per le colline ma questo significava dover entrare nella "finestra". Avevo paura che ci fossero altri bambini nascosti dentro la "finestra" che sarebbero saltati fuori per farmi spaventare dalla sorpresa. Per raggiungere le colline dovevo anche attraversare un piccolo corso di acqua cristallina. Tuttavia questo non mi preoccupava. Sapevo in qualche modo che quel posto era un vero paradiso.

Infine sollevai un piede per fare un passo in avanti, ma poi lo ritirai. Feci questo movimento ripetutamente. Con mia sorpresa un uomo fece un passo in avanti da dietro a me e rimase davanti alla finestra; senza presentazioni sapevo in qualche modo chi fosse e capivo che mi aveva seguito per tutto il tempo. Disse "Coraggio, puoi venire se lo vuoi, ma una volta entrata non puoi più tornare indietro".

Quando iniziò a parlarmi, un’esplosione di energia pacifica mi invase con ogni parola che diceva. Mentre pronunciava la frase, neanche aveva detto la seconda parola, caddi al suolo floscia e come paralizzata. Ricordo che pensai che se avesse continuato a parlare mi avrebbe uccisa, quando in realtà ero già morta, anche se non l’avevo ancora registrato. Sapevo dove mi trovavo e che avevo lasciato il mio corpo, ma pensavo di avere ancora la possibilità di tornare indietro quando volevo. Avevo pensato di andare a giocare sulle colline, dare un’occhiata in giro, quindi tornare e raccontarlo.

Quando questa persona mi diede un ultimatum, iniziai a pensare a quanto sarebbero state tristi mia madre e mia sorella. Non volevo che fossero tristi. Lui ascoltò i miei pensieri. Ecco come comunicavamo. Quando lui parlava, io lo sentivo mentalmente e se io pensavo qualcosa, lui rispondeva al mio pensiero.

Il pensiero di mia madre e mia sorella evidentemente gli suonò come un "no" e io fui rispedita indietro così com’ero venuta. Lentamente scivolai all’indietro. Potevo sentire i suoni intorni a me divenire sempre più forti fino a che non ritornai completamente nel mio corpo.

Tuttavia c’era un problema, ero rigida come una tavola e non potevo muovermi. Ero stata via più a lungo di quel che avrei dovuto, ecco perché il mio corpo non funzionava. Le mie gambe, il mio intero corpo mi faceva malissimo come un milione di spilli infilzati nel mio corpo. Le mie gambe mi fecero male in modo peggiore non appena il sangue ricominciò a fluire.

Quando diventai grande, scoprii che dopo che si muore il sangue inizia a coagularsi. Questo è il motivo per cui sentii quell’inteso dolore nel mio corpo. Era come se il mio sangue fosse congelato e venisse scongelato.

Io ero lì e gridai fino a che non potei muovere le braccia. Squillò il telefono. Era mia madre. Le braccia furono la prima cosa che riuscii a muovere. Mi spostai col braccio sinistro sul lato destro del letto, come farebbe una persona paralizzata dalla vita in giù. Mia mamma mi chiese perchè stavo gridando e le dissi che mi facevano male le gambe.

In quest'altro racconto viene descritto il paradiso e l'inferno. E' interessante la parte iniziale ma poi, secondo il mio parere di buon lettore, la Chiesa che "ha dato l'autorizzazione" a testimoniare, ci ha messo lo zampino forse per assecondare alcuni preconcetti della gente che la Chiesa stessa ha contribuito a creare.


P.s.

Le "esperienze" tendono a differire nei particolari a seconda delle credenze del soggetto, però rimangono simili nella sostanza.

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