giovedì 25 marzo 2010

Il significato del presepe



Il presepe di natale è pieno di simbolismi. Il suo significato classico è un po' riduttivo. Comunemente il natale significa la nascita di Gesù il salvatore, è un grande evento, tutti fanno festa, è un compleanno, ecc. Aldilà del fatto che il natale si celebra in concomitanza con il solstizio d'inverno che è una tradizione antichissima, o che di notte i pastori non vanno in giro, voglio mostrare dei messaggi nascosti che ci possono indicare la giusta via per realizzare i valori della famiglia e della società.

Conosciamo bene i personaggi del presepe: al centro della rappresentazione c'è il Bambino nella capanna o la grotta, ai suoi fianchi la Madonna e s. Giuseppe, il bue e l'asinello, la stella cometa, i re Magi e la moltitudine di gente che si reca a far visita.
Se analizziamo attentamente vediamo che la cosa più importante del presepe è la Madonna con Gesù bambino. Maria è sempre rappresentata con Gesù in braccio. S. Giuseppe è una figura in secondo piano; lui è una specie di tutore. Infatti Giuseppe lo vediamo solo nell'infanzia di Gesù, poi scompare dalla tradizione. S. Giuseppe non è il padre di Gesù, è un padre acquisito. Il padre vero è Dio, ma l'arcangelo Gabriele fa da tramite nell'annunciazione con la spada fiammeggiante.
Praticamente, la Madonna è una ragazza madre col bambino in braccio non una statua di marmo. Non serve pregare la statua della Madonna in chiesa e poi uscire e insultare una ragazza madre. Un tempo si usava prendere a pietre le adultere, oggi se ne parla male, vengono isolate, escluse, ecc. Le ragazze madri sono emarginate, per ricevere un sussidio devono affrontare un'odissea burocratica.
La Chiesa definisce l'aborto un atto deplorevole, ma non s'interessa di tutti gli episodi che di fatto inibiscono o frustano l'infanzia ancor prima del concepimento. Le donne che lavorano non possono avere figli, vengono licenziate o non sono assunte. Non è questo una specie di aborto preventivo?
La Chiesa, per essere coerente, dovrebbe occuparsi anche di questi aspetti sociali.

Poi abbiamo il bue e l'asinello che riscaldano la capanna. Essi sarebbero i nonni che hanno il compito di scaldare l'ambiente domestico col loro amore. Il bimbo è il centro della festività.
La stella cometa potrebbe essere una benedizione che scende dal cielo.
A seguito ci sono i re magi che portano i doni al nuovo nato. In Italia, quando nasce un bambino ha già 30mila euro di debito pubblico sulle spalle.
In realtà è tutto ribaltato: al centro del presepe si trovano i nonni (il bue e l'asinello) che ricevono i doni dai re Magi.
La considerazione parte dal fatto che i bambini sono i soggetti più deboli della nostra società capitalista: nascono nudi, li devi vestire e sfamare. Dovrebbero magari nascere con una carta di credito attaccata al braccio o al petto. I figli sono un peso e la donna è una specie di tutrice o nutrice poiché il bimbo è figlio del padre, di Giuseppe, il capostipite.
Quindi, andando in ordine, la Madonna col bambino si trovano alle spalle del presepe, poi segue Giuseppe nella figura del capo famiglia e infine, davanti a tutti, il bue e l'asinello.
Il padre di Gesù, nella trasfigurazione moderna, è anch'esso un individuo incompleto, in via di definizione. Aspetta la morte dei genitori per prendere il loro posto in società continuando a fare il mestiere che fu dei genitori, ecc.
In quest'ottica, i nonni sono quelli che ricevono i regali dai re Magi. A differenza dei bambini, gli anziani hanno una serie di tutele sociali guadagnate durante una vita di lavoro: la pensione, il trattamento di fine rapporto, la reversibilità, l'accompagnamento se sono malati e, grazie a una vita di sacrifici, hanno spesso la casa di proprietà e alcuni risparmi.
Infine, tutta la gente che fa visita al presepe, è la società civile rappresentata con i vari lavori artigianali come i pastori, il falegname, il pescivendolo, ecc. che dovrebbero, nel messaggio del presepe, lavorare in virtù del fanciullo appena nato. Nei fatti, però, la gente lavora per se stessa e non pensa neanche lontanamente ai figli degli altri e spesso neanche a i propri. Più aumenta la ricchezza meno figli si fanno perché la prole si "intromette" nel capitale familiare, ecc.

Ricapitolando, secondo il messaggio del presepe, l'infanzia deve essere messa al centro degli interessi della società come obiettivo primario. La liberà dell'individuo deve essere garantita già dall'infanzia; il bambino deve essere libero a prescindere dalla famiglia o da qualsiasi vincolo sociale. I doni dei re Magi cosa possono rappresentare? I bimbi devono avere una pensione? Dovrebbero avere almeno una via da percorrere garantita e slegata da ogni tipo di subalternità e condizionamento. Una società che promuove lo sviluppo dell'infanzia in virtù della creazione di un uomo libero. E' difficile spiegarsi in questi termini perché noi siamo abituati a ragionare appunto, in modo capovolto.
Ciao

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