giovedì 20 marzo 2008

Da "Il bene comune" di Noam Chomsky

Se non fosse stato per il massiccio intervento statale, la nostra industria automobilistica, quella dei semiconduttori e qella dell'acciaio oggi probabilmente non esisterebbero più. L'industria aereospaziale è sovvenzionata in maniera anche più larga. Quando la Lockheed [...]si trovava in grossi guai all'inizio degli anni settanta, fu salvata dalla bancarotta da un prestito di 250 milioni di dollari elargito dal governo federale. Lo stesso è avvenuto con la Penn Central, la Chrysler, la Continental Illinois Bank e molte altre imprese. Subito dopo le elezioni del 1996 (presumo che la scelta di tempo non sia stata casuale), l'amministrazione Clinton decise di impiegare un cifra stimata in 750 miliardi di dollari di denaro pubblico per finanziare lo sviluppo di nuovi caccia a reazione di cui non abbiamo bisogno per scopi militari. Il contratto non sarà assegnato al tradizionale produttore di aerei da caccia, la McDonnell DDouglas, ma alla Lockheed Martin e/o alla Boeing, e quest'ultma non ha prodotto un singolo caccia militare in 60 anni di attività. Il motivo è che la Boeing vende aerei di linea, il nostro principale prodotto d'esportazione nel settore civile (è un mercato enorme). Gli apparecchi commerciali sono spesso velivoli di tipo militare modificati e utilizzno parecchia della tecnologia e del design di questi ultimi.

"La Boeing e la McDonnell Douglas hanno annunciato una fusione tra le due socità che ha usurfuito di un finanziamento pubblico per la bella cifra di oltre un miliardo di dollari"

Sono sicuro che il fatto che la McDonnell Douglas sia stata eliminata dalla competizione per quel contratto sul caccia militare sia una parte della ragione per cui è disponibile a farsi incorporare dalla Boeing. Nel descrivere perchè è stata scelta la Boeing invece della McDonnell Douglas, il sottosegretario del Pentagono per le acquisizioni e la tecnologia disse: "Abbiamo bbisogno di un aggancio nella ricerca commerciale di base per influire sulla sua crescita". Il segretario della Difesa, William Perry, spiegò che dovevamo superare entro breve tempo, "le barriere che hanno impedito un tempestivo accesso a una tecnologia commerdciale in rapida evoluzione". "Il Pentagono sta accompagnando alla porta il complesso militare-industriale per accogliere un complesso industriale e militare," ha aggiunto un cronista del New York Times, osservando che "non si tratta solo di un futile scamgio di aggettivi" ma riflette gli sforzi del Pentagono "di incrementare gli affari con società che hanno una differente clientela di base".
[...]In altre parole, uno degli obiettivi principali della produzione e delle commesse militari, insieme alla ricerca e allo sviluppo nei laboratori del governo e nell'industria privata sovvenzionata dallo stato (dal dipartimento dell'Energia e altre agenzie, così come dal Pentagono), è finanziare le imprese private.
Il pubblico viene veramente ingannato sull'utilizzo del denaro che sborsa per l'alta tecnologia.
Oggi di questa cose si parla quasi apertamente in genere sulle pagine economiche di quotidiani e periodici, ma qalche volta anche in prima pagina. Qesto è uno degli aspetti positivi della fine della guerra fredda; le nubi si sono alzate un poco. Ora ch'è più gente che capisce, almeno fino a un certo punto, che l'apparato militare è stato in parte un impbroglio, una copertura per assicurarsi che i settori avanzati dell'lindustria potessero continuare a funzionare a spese del pubblico. Questo fa parte delle "gambe" su cui si regge l'intero sistema economico, ma non si trova in agenda quando la maggior parte della gente parla di corporate welfare.
Naturalmente, non sto dicendo che non dovrebbero esistere i finanziamenti pubblici. penso sia un'ottima idea sovvenzionare la ricerca scientifica e le tecnologie del futuro. Ma ci sono due piccoli problemi: i fondi pubblici non dovrebbero essere canalizzati attraverso le tirannie private (per non parlare del sistema militare) e dovrebbe essere la gente a decidere in cosa investire.
Io non penso che dovremmo vivere in una società dove i ricchi e i potenti stabiliscono come spendere il denareo pubblico lasciando il resto della popolazione all'oscuro delle loro scelte.
Ironicamente i politici che blaterano di più per ridure la sfera d'influenza del governo, sono esattamente gli stessi che probabilmente contribuiscono ad ampliare il suo ruolo di finanziatore del business. L'amministrazione Reagan riversò denaro nella tecnologia avanzata e fu la più protezionista nella storia americana del periodo post-bellico. Reagan probabilmente non era consapevole di quel che stava ccadendo, ma il suo staff praticamente raddoppiò le misure restrittive sulle importazioni. Il suo ministro del Tesoro, James Baker,si vantò del fatto di aver aumentato le tariffe dovanali più di ogni altro governo post-bellico.
I sussidi governativi all'industria privata, sono straordinarimente vasti negli USA, ma esistono in tutte le nazioni industrializzate. L'economia svedese, per esempio, si poggia fortemente sulle grandi corporation multinazionali e i fabbricanti d'armi in particolare. L'industria degli armamenti svedese sembra aver fornito gran parte della tecnologia che ha permesso alla Ericson di imporsi significativamente sul mercato della telefonia moblie.
Nel frattempo lo stato assistenziale svedese viene tagliato. E' ancora molto migliore del nostro ma si sta riducendo, mentre i profitti delle multinazionali aumentano.
Il business vuole che gli aspetti popolari del governo, quelli che realmente sono al servizio della gente siano eliminati, ma vuole anche uno stato molro forte, uno stato che lavori per esso e che non sia soggetto al pubblico controllo.

"Lei pensa che il corporate welfare sia un buon argomento per far breccia nella gente e coinvolgerla nella politica?"

Non sono un buon tattico, può darsi che quello sia un ottimo mezzo per smuovere la gente, ma penso che sarebbe meglio per loro riflettere attentamente su questi argomenti e cpire la verità. A quel punto saranno loro stessi a muoversi.

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