martedì 13 gennaio 2009

L'eutanasia amministrativa nell'ipocrita Italia cattolica



Prendo spunto da un articolo del piduista-comunista Maurizio Costanzo da Il Messaggero di qualche giorno fa per evidenziare la doppiezza culturale tipica dell'italiano medio e non solo:

"Una donna sessantenne che può far affidamento solo su 250 euro al mese per invalidità, è stata aggredita da un tumore e ha chiesto alla Asl il contributo di accompagnamento per raggiungere il luogo lontano dove fare chemioterapia. L'Asl ha risposto picche e questa donna sola, indigente e malata ha detto: "Vi chiedo l'eutanasia", ovvero non continuare a vivere. Pare che il Comune abbia detto di volersi rivalere sull'Asl. Io vorrei che ci rivalessimo tutti nei confronti di chi continua a mantenere il nostro Paese nelle condizioni sopraesposte".

Costanzo è uno di quelli che contribuiscono a mantenere il Paese per com'è: un' Italia del chiagne e fotte, del Papa e di Provenzato - entrambi osannati dagli stessi sostenitori filo-mafiosi ma rigorosamente cattolici - l'Italia della solidarietà, la pace, i diritti dell'uomo e delle azioni di polizia internazionali.

Berlusconi è la punta della piramide con una base fatta da un paese truffaldino, maiuruolo, ingannatore, buffone, ecc. L'Italia è una donna tutta casa e chiesa di giorno e di notte si accoppia col cane domestico. L'italiano è un animale che vive in cattività. L'italiano è una contraddizione in tutti i sensi. E' un essere bifronte, come un condannato tirato alle estremità. L'italiano è come un coito interrotto, un dolore dolce, un piacere amaro, un amore negato, un odio concesso, una sottomissione ostile, un puritano con le cosce in diretta, una dominazione indulgente, una solidarietà ad interessi, un fedele col paradiso in franchising, quello del buon giorno di circostanza, dei diritti comprati e dei lussi di diritto, degli onorevoli condannati, e dei condannati uomini d'onore.
L'Italia è un paese destinato a soccombere se la vera coscienza comune non si diffonde in tutti i meandri della società civile.

Nessun commento: