domenica 5 aprile 2009

Uomo o scimmia? Le contraddizioni delle religioni monoteiste



Le religioni monoteiste, fasciste, assolutiste lanciano questo messaggio subliminale:

tranquilli, se non potete essere un Berlusconi in terra sarete un Berlusconi in paradiso.

La concezione di un Dio unico, potente e severo si proietta nella vita quotidiana dei fedeli che da un lato ambiscono alla vita eterna, metafisica, classica, predicata dalla Chiesa, e dall'altro bramano -proiettando il meccanismo anche nel quotidiano- una vita di agi e potere come un semidio.

La liberazione del corpo per lo spirito è la liberazione dalle regole e dall'ordine sociale.

Il problema maggiore è, secondo me, rispondere a questa domanda: l'uomo è buono per natura o è cattivo?



Per la Chiesa l'uomo è cattivo e se non lo è lo deve essere anche a costo di fare patti con il diavolo o la mafia. Per salvarsi deve servirsi dell'unico intermediario con l'aldilà e cioè i preti o, in alternativa, il mago di turno.
La verità è che l'uomo è buono per natura, è un animale sociale, socialista; vuole stare con gli altri in pace. Nei paesi dove l'uomo è considerato buono a priori le regole funzionano e così la convivenza civile.

In Italia come nei paesi fortemente cattolici, i fedeli sono costretti ad osservare regole religiose molto restrittive che contrastano con la propria natura antropologica. Ciò scatena un bisogno perverso di liberarsi creando quel fenomeno tipico di chi non rispetta le regole, del furbo, il cafone, ecc. fino ad arrivare al mafioso e al golpista.
Tutto ciò va ad alimentare, paradossalmente, il potere della Chiesa che si ritrova ad essere l'unico rimedio per redimere il senso di colpa sorto nel cuore dell'uomo "buono" che finisce per diventare, per debolezza o emulazione, cattivo.

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